Le opere di Ugolino
Stralci dalla tesi universitaria di Caterina Ricci
Attorno alla figura e alle opere di Ugolino Ugolini ha redatto un'ampia tesi di laurea Caterina Ricci, presso l'Università di Padova. Relatrice la Professoressa Noemi Tornadore, correlatrice la Dottoressa Rossella Marcucci. Scopo della tesi era quello di cominciare a definire l’entità delle collezioni e i numerosi raccoglitori presenti nell’erbario padovano. La scelta è caduta su Ugolino Ugolini perché si sapeva essere presente una raccolta abbastanza consistente (15 mila campioni) di questo studioso. La sede in cui si è svolto il lavoro è l’Herbarium Patavinum dell’Università di Padova. Tutti i cartellini che accompagnano gli exsiccata di Ugolino Ugolini sono stati di volta in volta ricopiati su quaderni e successivamente inseriti in computer. La prima fase ha richiesto quasi due anni (aprile 1998-febbraio 2000) necessari sia per ricerca dei campioni nell’ambito dei pacchi che per la traduzione della grafia di Ugolini.
Ecco di seguito le note biografiche contenute nella tesi e alcuni brani tratti
dal poderoso lavoro di Caterina Ricci che ringraziamo vivamente per averci
concesso la possibilità di pubblicare questo materiale nel nostro sito Web:
La vita
Ugolino Ugolini nacque a Macerata (Marche) il 12 maggio 1856. Nonostante
provenisse da una famiglia povera decise, una volta terminato il liceo, di
proseguire gli studi e di iscriversi alla facoltà di Scienze Naturali
dell’Università di Padova. Furono proprio i suoi insegnanti a raccomandarlo
vivamente al prof. Rossetti, illustre fisico dell’Ateneo di Padova, andato nel
1876 ad ispezionare il liceo di Macerata con Giosuè Carducci; e fu
successivamente il prof. Omboni ad aiutare economicamente Ugolino Ugolini
durante i quattro anni di studi universitari.
La tesi di laurea, dal titolo: “La cassa ossea del cervello studiata
analiticamente in alcuni crani di scimmia” fu pubblicata nel 1882 negli Atti
della Società Veneto-Trentina, allora presieduta da Giovanni Canestrini. A
Padova cominciò le sue ricerche botaniche ed ebbe come maestri e compagni di
studio Saccardo e Béguinot. Alla laurea seguì un anno di perfezionamento presso
la Scuola di Magistero della stessa Università di Padova, al termine del quale
Ugolino Ugolini ottenne il diploma di abilitazione all’insegnamento delle
Scienze Naturali. Una volta finiti gli studi si sposò e trascorse un anno
(1882-1883) a Milano. In questa città si dedicò alla redazione di opere
letterarie e scientifiche e pubblicò articoli dello stesso genere su giornali e
riviste come “Il Corriere della Sera”, “L’illustrazione italiana”, “La Natura” e
“L’Euganeo”. Nell’ottobre del 1883 cominciò ad insegnare nelle scuole pubbliche
come professore reggente di Storia Naturale all’Istituto Tecnico provinciale di
Padova. Nel 1894 fu mandato a Brescia, dove rimase fino al 1918, anno in cui
ebbe un temporaneo trasferimento al R. Istituto Tecnico di Bologna e
successivamente a Padova. Il primo ottobre 1919 Ugolini ottenne di ritornare a
Brescia e qui si stabilì definitivamente.
Tutti questi viaggi non hanno avuto solo interesse biografico, ma sono in
stretta relazione con aspetti della sua opera botanica. Bologna, Padova,
Brescia, Castiglione delle Stiviere, Desenzano (dove Ugolini si recò per
incarico o per esami) e tante altre località, lasciano una traccia nelle sue
raccolte e nei suoi lavori.
A Brescia abitò alla salita di S. Desiderio (che divenne Via G. Rosa n.3) e qui
si dedicò con passione ad un piccolo Orto Botanico (che nei cartellini attaccati
ai fogli dell’Erbario Generale di Padova chiama “Giardinetto Botanico”). Nel
maggio del 1936 il botanico svizzero Carlo Scroetter ebbe occasione di visitare
questo giardino ed in seguito asserì di avervi visto un “raggio di scienza”.
Rimasto vedovo della prima moglie, che gli aveva dato sei figli, si risposò a
Brescia. Il secondo matrimonio gli diede altri quattro figli. Uno di questi,
Bruno, fu ragione di grande orgoglio per il padre; si laureò anche lui in
Scienze Naturali e, appena finiti gli studi, fu arruolato; morì in guerra
combattendo a S. Giovanni di Duino nel 1917. Bruno, anche da soldato, riuscì a
dedicarsi alla botanica e a raccogliere una svariata gamma di campioni che
furono ordinati dal padre e catalogati con il nome di: ”Erbario di guerra di mio
figlio il capitano dr. Bruno Ugolini”.
Ugolino Ugolini morì a
Brescia, nella piccola casa ai piedi del Colle Cidneo, il 23 ottobre del 1942.
Gli allievi, i colleghi, i superiori che conobbero bene Ugolino Ugolini lo
descrivono come un uomo intelligente, perspicace, acuto, portato per le indagini
minuziose. Giacomini, in un articolo sul “Nuovo Giornale Botanico italiano”
(1944), ci racconta che il suo spirito critico era indirizzato: ”a tutto ciò che
convergesse o interferisse anche indirettamente e lontanamente con le proprie
ricerche”. Si trattava di una costante ricerca della verità che faceva sì che il
professore, come uomo di scienza, fosse rigoroso e inflessibile con se stesso,
prima che con gli altri.
L’insegnamento per Ugolini era quasi una missione; riusciva ad avvincere i suoi
allievi facendoli accostare direttamente a ciò che studiavano sui libri,
portando lui stesso i materiali che raccoglieva od organizzando delle
escursioni.
Questi aspetti della sua personalità sono testimoniati anche dai cartellini di
classificazione delle sue collezioni. Oltre alle osservazioni dettagliate di
tipo floristico, morfologico ed alle citazioni di alcuni testi di riferimento
(italiani, francesi e tedeschi) sono presenti anche descrizioni accurate sul
tipo di roccia, sulle caratteristiche del suolo, sulla vegetazione in relazione
con l’ambiente. Dalla lettura di questi cartellini emerge una figura di
naturalista completo oltre che accurato. Spesso vengono riportati anche dati
fenologici e bioritmici: le date di fioritura dei campioni da lui raccolti e
piantati nel “Giardinetto Botanico”, oltre ai periodi di fruttificazione, quelli
di disseminazione ed altre caratteristiche a livello di apparato radicale e
fogliare.
Fu un uomo molto attivo intellettualmente, come è dimostrato dalla mole delle
sue pubblicazioni, oltre che dagli incarichi che si assunse. Accettò infatti
posti di responsabilità nel campo amministrativo e nella vita pubblica e non
esitò ad assumere una posizione di uomo di parte in politica (fu consigliere
comunale e provinciale nella città di Brescia). Con gli anni i tratti spigolosi
del suo carattere si attenuarono e si dedicò sempre più esclusivamente allo
studio e all’insegnamento. Sostenne con orgoglio, consapevole del suo valore, la
sua produzione scientifica, che risulta accurata nei particolari fino allo
scrupolo. Tuttavia, anche se si prodigò sempre nella divulgazione scientifica,
la ricerca fu espressione di un’esigenza intima, personale. In questo campo
Ugolini non seppe essere un vero maestro, anzi, finché fu vivo, nessuno dei
giovani ai quali prima con l’insegnamento aveva trasmesso una viva passione
naturalistica, fu incoraggiato a partecipare alle ricerche botaniche nel
bresciano, ricerche che pian piano divennero un suo esclusivo dominio.
Le caratteristiche che accomunano le sue pubblicazioni sono la scrupolosità,
l’accuratezza, la precisione e la documentazione bibliografica sempre completa.
Da alcuni documenti e lettere emerge che Ugolino Ugolini non esitava ad
affrontare anche lunghi viaggi, sia allo scopo di fare nuove ricerche
floristiche, sia per consultare pubblicazioni difficilmente reperibili. Era sua
ferma convinzione che una completa documentazione bibliografica fosse un
requisito essenziale per un lavoro scientifico serio ed onesto, anche a costo di
sminuirne il valore sotto il profilo dell’originalità. Per questo cessò di
pubblicare quando ancora avrebbe potuto benissimo riordinare e trascrivere gli
appunti riguardanti alcune sue ultime ricerche ormai concluse. Evidentemente per
lui questi lavori non erano ancora sufficientemente documentati, ed ormai l’età
non gli permetteva di affrontare altri viaggi. Probabilmente decise di
rinunciare a pubblicarne i risultati, anche di notevole interesse, piuttosto che
incorrere nel pericolo di risultare insufficientemente informato. La sua estrema
scrupolosità aveva come effetto la lentezza di produzione, per questo fu
giudicato dai contemporanei un naturalista un po’ all’antica. A parte gli
scritti minori, la sua produzione scientifica può essere suddivisa in quattro
serie principali: “sistematica”, “fitogeografica”, “una serie biologica” e
“storico- umanistica”.
Gli scritti minori
La sua produzione minore è disseminata in un grande numero di giornali e di
periodici. La maggior parte dei lavori scientifici fu scritta a Brescia, lontano
quindi da biblioteche specializzate e dagli Istituti Universitari; se si
aggiunge a questo disagio anche il fatto che le sue condizioni economiche non
erano certo brillanti e che aveva una famiglia numerosa, si può concludere che
solo una grande passione naturalistica poté spingerlo ad una produzione
scientifica ragguardevole, che per anni ha interessato i botanici italiani per
quantità e per mole. Gli articoli divulgativi su riviste e giornali, le
frequenti conferenze scientifiche, talora letterarie e filosofiche tenute a
Padova, Brescia, Milano ed altrove gli servivano anche per integrare lo
stipendio che percepiva come insegnante di scuola media.
Ancora studente scrisse degli articoli per la “Vedetta di Macerata” nel 1876, ma
di particolare interesse per la conoscenza della vegetazione del bresciano sono
i resoconti delle passeggiate naturalistiche che si trovano in “Adolescenza”,
fra il 1876 e il 1897, e su “La Provincia di Brescia” dal 1895 in poi.
Un po’ particolari per lo stile immaginoso ed originale e per il contenuto
spiccatamente autobiografico furono le “Confessioni di un naturalista” che
vennero pubblicate dal ”Corriere della Sera” fra il 1882 e il 1883. Questi
racconti furono apprezzati dalla critica, e il loro autore fu paragonato a
Mantegazza.* Gli ultimi articoli furono scritti per “La scuola Italiana Moderna”
e per l’ “Annuario Scientifico- Industriale”. Ugolino Ugolini si dedicò anche a
traduzioni e riduzioni di opere naturalistiche francesi, inglesi, tedesche di
Van Bruyssel, Livingstone, Reclus ed altri.
Fu proprio grazie a questa attività secondaria di divulgazione scientifica che
riuscì ad accrescere e a mantenere la sua notorietà e la sua reputazione (Giacomini,
1944).
La serie sistematica
A questa serie appartengono parecchie pubblicazioni che evidenziano una
specializzazione di Ugolini per la flora prealpina. Rilevanti sono i suoi
contributi alla conoscenza della flora veneta (specialmente padovana), bresciana,
del Trentino, del Canton Ticino e marginalmente anche delle Marche. Sulla flora
di Padova egli pubblicò nel 1898 un solo elenco.
Molti dati rimasti inediti che Ugolini raccolse per questo lavoro servirono a
Béguinot per la redazione della sua “Flora Padovana” (1909-1911) e a Bolzon per
il supplemento della”Flora del Veneto” (1898). Tra l’altro Maringoni nei suoi
“Cenni storici e bibliografici della Flora Vicentina” (1913) riconosce a Ugolini
una notevole competenza anche per la flora di questa provincia. Ma è evidente
che la maggior parte dei lavori floristici furono dedicati al bresciano. Ugolini
si riprometteva di preparare una “Flora Bresciana”. A tale scopo scrisse ben
sette “Elenchi di piante nuove e rare pel bresciano” che furono pubblicati tra
il 1898 ed il 1910 (alcuni campioni utilizzati per quest’opera sono presenti
nell’Erbario Generale dell’Orto Botanico di Padova). Attraverso la lettura di
questi lavori si può vedere la maturazione della sua preparazione sistematica;
infatti da semplici elenchi di piante e di località divengono via via sempre più
ricchi di osservazioni morfologiche, sistematiche, biologiche, fitogeografiche.
A lui si deve anche il rinvenimento, al Colle di San Vito (Brescia), di
Aphyllanthes monspeliensis L., pianta estremamente rara in Italia (Pignatti,
1982). Un altro grande interesse di Ugolini furono le piante avventizie. A
questo proposito raccolse numerosi dati, ben coordinati, per comporre un lavoro
“esteso e documentato” come lo definì Béguinot (1921). Un’opera che purtroppo
rimase limitata alle Gimnosperme e alle Monocotiledoni, anche se l’autore aveva
a sua disposizione tutti i dati necessari per completarla.
Nel 1906-1908 si interessò anche alle piante arboricole e fu probabilmente un
precursore dei lavori di Trinchieri* e delle ricerche che rifiorirono grazie a
lui e a Béguinot (1906) che per primo ne mise in evidenza l’importanza
biologica. Studi dettagliati e accurati furono condotti su Poa silvicola Guss.,su
Campanula elatinoides Moretti, su Hemerocallis flava L., e su Nasturtium
austriacum Crantz.
Segnalò per primo la vicarianza della Campanula pyramidalis L. con Adenophora
liliifolia Bess. nel bresciano. Scoprì per primo nel padovano la presenza di
Helodea
La serie fitogeografica
A questa serie appartengono due lavori sulla vegetazione delle Prealpi bresciane:
uno riguarda la Valtrompia (1896) e uno la Valsabbia (1901b). Ci sono poi due
note preliminari sulla flora degli anfiteatri morenici (1899b e 1901c) dove
Ugolino Ugolini distingue i caratteri della vegetazione delle morene più recenti
da quelli delle più antiche, con interessanti osservazioni ecologiche
sull’ambiente denudato calcareo e ferrettizzato-siliceo (Stafleu e Cowan, 1986).
Questi lavori sono importanti perché hanno dato inizio a studi geobotanici sulle
relazioni fra terreni e vegetazione. Ugolini scrisse anche una “Nota
botanica-geologica sui rapporti fra la vegetazione ed il suolo” nel 1912 (Giacomini,
1944).
La serie biologica
A questa serie appartengono i lavori che Ugolini considerava l’espressione più
elevata e completa della sua opera naturalistica. Nella fase più matura della
sua ricerca scientifica egli studia le piante come organismi viventi e non solo
a scopo sistematico o floristico. Al 1881 risale una sua prima osservazione
sull’accartocciamento della foglia secca e al 1892 invece, la sua “Morfologia
vegetale”. Più avanti si trovano, nelle sue note, osservazioni sempre più
originali ed interessanti sulla morfologia delle piante in relazione con
l’ambiente, sulle variazioni stagionali (e addirittura giornaliere nelle
descrizioni di alcuni campioni studiati e conservati nell’Herbarium Patavinum).
Si interessò anche ai fenomeni periodici della vegetazione nel corso dell’anno,
in particolar modo al risveglio autunnale (“fioriture secondarie” autunnali),
alle forme di stagione (“dimorfismo stagionale”) e ai relitti di stagione
(1903a- 1904). Nel “Saggio di studi sulla vita iemale delle piante” del 1906 si
dedica all’osservazione dell’accrescimento giornaliero invernale di un certo
numero di piante e mette in evidenza il diverso comportamento di vari tipi di
vegetazione. Pampanini e Béguinot si ispirarono, per le loro ricerche, a questo
lavoro di Ugolini (Giacomini, 1944).
La serie storico- umanistica
E’ l’ultima serie di lavori in ordine cronologico. Con queste ricerche storiche
Ugolini cerca di illustrare i rapporti fra Scienza Botanica ed Umanesimo.
Rintraccia antichi erbari illustrati, raccoglie documenti bibliografici sulla
flora bresciana, pur non abbandonando, finché gli è possibile, la raccolta di
campioni nei dintorni sempre più immediati della sua casa ai piedi del Colle
Cidneo.
Forse il più curioso fra questi lavori fu quello con cui sfatò la vecchia
tradizione circa l’esistenza di una cattedra di dissertazione Pliniana a Brescia
all’inizio del XVI secolo. Per condurre questo lavoro, Ugolini consultò opere
rarissime e in queste riuscì a scoprire indizi risalenti ai fatti in questione,
indizi che collegò con ragionamento (e metodo) quasi poliziesco per dimostrare
la sua tesi.
Un altro lavoro importante fu l’illustrazione, rimasta comunque incompleta, di
un erbario preparato nel 1623 dal bresciano Richiadei, costituito da piante
distribuite all’Orto dei Semplici di Padova. Ugolini riuscì anche a raccogliere
ed organizzare una grande quantità di dati sugli studi e sugli studiosi di quel
tempo, e diede un quadro generale ed efficace dello stato della Scienza dei
Vegetali di quel tempo.
Altre categorie di pubblicazioni divulgative o di recensione
Rassegne di Storia Naturale: nell’Annuario Scientifico Industriale dei Fratelli
Treves, Milano, dall’anno1895 in poi;
Conferenze e Discorsi pubblicati su “Cronache del Rinascimento etico-sociale”,
Venezia, 1898, su “La Provincia di Brescia”, dal 1899 in poi, su “Il Gazzettino”
(1894 e 1900), su “Il cittadino” (1909), su “l’Euganeo” (1886), su “Il Popolo di
Brescia”, ecc.;
Relazioni di escursioni scolastiche: su “L’Euganeo” (1885-1886), su “il Veneto”
(1893), e per ciò che riguarda la provincia di Brescia specialmente sul
quotidiano “La Provincia di Brescia” degli anni 1895, 1896, 1899, 1901, 1908,
1909, 1911, 1912 ecc.;
Scritti scientifici di divulgazione: su “La Vedetta” di Macerata (1876 e 1880),
su “L’Euganeo” di Padova (1878 fino al 1887) sul “Corriere della Sera”
(1882-1886), su la “Provincia di Brescia” (1895 e segg.), sull’ ”Illustrazione
Italiana” (1882-1883), su “La Natura” (1883), su “Natura ed Arti” (1894-1897),
su “Adolescenza” (1895-1897), su “Illustrazione Bresciana” (1906), su “Brixia”,
sul “Popolo di Brescia”, su “La scuola Italiana Moderna” ecc.
Inoltre riduzioni di opere scientifiche traduzioni varie e pubblicazioni di
carattere economico- amministrativo.
Ugolino Ugolini osservatore
I lavori citati sono comunque poca cosa rispetto a tutti i dati ed i materiali
che egli raccolse in quarant’anni di osservazioni sulla flora. La sua attività
di osservatore acuto, meticoloso, diligente dei fenomeni delle piante, lo portò
a “costruire” un Orto Botanico sperimentale e un ricco ed originale erbario.
L’Orto Sperimentale era costituito di pochi metri quadrati di terra tra alcune
vecchie case, ai piedi del Colle Cidneo. Ugolini in questo poco spazio coltivava
piante comunissime raccolte nelle Tre Venezie o nei dintorni di Brescia e ne
seguiva giorno per giorno lo sviluppo, le modificazioni, le fioriture, le
anomalie morfologiche, i dimorfismi fiorali e fogliari, gli adattamenti.
Annotava tutto diligentemente su schede e taccuini (che in parte sono stati
rintracciati fra i campioni in questione custoditi a Padova). Da questi appunti
probabilmente cercava di ricavare i cicli vitali più caratteristici delle piante
della flora bresciana prealpina; purtroppo il tempo non gli bastò per portare a
termine questo disegno.
Ugolino Ugolini fu Socio e Vice- Presidente della Sezione Lombarda della Società
Botanica Italiana; era Socio dell’Ateneo Bresciano di Scienze Lettere ed Arti (e
membro del consiglio amministrativo del medesimo), Socio corrispondente
dell’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona (dal 1924). I lavori
composti negli anni 1904 1905, furono presentati alla R. Accademia dei Lincei e
grazie ad essi ricevette uno dei primi cinque premi del Ministero della Pubblica
Istruzione per le Scienze Naturali nel 1906.
La cessione all'orto botanico di Padova
Nell’Archivio della Biblioteca Storica sono conservati i documenti attestanti la
vendita, da parte di Ugolini stesso, delle collezioni all’Orto Botanico di
Padova. Tale cessione avvenne nel giugno 1930 e gli procurò la somma di £ 20.000
pagate tramite due vaglia del Credito Italiano. Alla dichiarazione di vendita è
allegato un inventario scritto a mano da Ugolini. In questo sono elencate le sue
raccolte suddivise in grossi blocchi. Compaiono le piante del Bresciano, di
altre zone della Lombardia e della Svizzera italiana per un totale di 45 pacchi
grandi, allora racchiusi in scatole verdi. Vi sono poi le piante delle Tre
Venezie (34 pacchi), quelle di altre regioni italiane (solo Piemonte ed Emilia
per un totale di 11 pacchi) e piante della Cirenaica e della Tripolitania
(raccolte da altre persone, 2 pacchi). L’Erbario di guerra di suo figlio Bruno
raccoglie piante del Feltrino, Brescia, Trentino e Venezia Giulia per un totale
di 5 pacchi. In questo punto dell’inventario, lo scrivente si dilunga affermando
che il figlio si è laureato in Scienze Naturali a Padova, ha ricevuto “tre
encomi solenni, due medaglie d’argento al valore e promozione a capitano per
meriti di guerra, ed è caduto a Timavo, il 28 maggio 1917”. L’inventario
prosegue con 7 pacchi di piante di paesi esteri (“Valle del Rodano da Lione ad
oltre Ginevra, Vienna, Innsbruck, Montpellier, Argentina”), 11 grandi pacchi e
10 normali di piante varie per la maggior parte provenienti dal bresciano e
principalmente utilizzabili per monografie, 1 pacco grande e sei “comuni” di
piante avventizie ed infine 5 pacchi “comuni” di crittogame. La lista si
conclude affermando che l’erbario consta di un totale di circa 230 pacchi e che
vengono consegnati in occasione del cinquantesimo anniversario della laurea in
Scienze Naturali di Ugolini.
Gli Erbari di Bruno ed Elisa Ugolini
Sempre in Herbarium Patavinum, ma non integrati con le raccolte di piante di HG
e HV, si sono trovati alcuni pacchi appartenenti a due figli di Ugolini, Bruno
ed Elisa. Del primo è presente un piccolo erbario della lunghezza di una
trentina di centimetri con Mysotis raccolti agli inizi del ‘900. Le piante non
sono determinate a livello specifico, né puntate su fogli così come i cartellini
che sono costituiti da pezzetti di carta di varia dimensione; il tutto è tenuto
insieme da un nastrino tricolore. Sempre a lui appartengono due pacchi (e non
cinque come aveva scritto Ugolini), preceduti da un cartellino con scrittura del
padre, indicante che trattasi di materiale della tesi di laurea di Bruno del
1913-1914. Uno dei due, sempre legato con nastrino tricolore, è costituito da
piante non determinate, con scarsissime annotazioni sui luoghi di raccolta, non
puntate e ancora inserite tra i fogli di carta assorbente. Il secondo, legato da
un normale cordoncino, comprende ancora Myosotis. Anche in questo caso gli
esemplari non sono puntati su fogli, ma sono comunque determinati.
Di Elisa sono presenti due pacchi, entrambi con piante provenienti
dall’Argentina. Nel primo manca qualsiasi determinazione, ma gli esemplari sono
tutti puntati e provvisti di cartellino. La scrittura è quella del padre così
come il timbro che vi compare. La raccolta è databile agli anni 1924-1930.
Abbastanza simile è l’insieme di exsiccata del secondo pacco; è successiva in
quanto la data che compare più frequentemente è 1934. Le piante, non
determinate, sono comunque appuntate sui fogli con una diversa calligrafia
(quella di Elisa) e senza il timbro paterno.
Cartellini di classificazione
Diverse sono le cose che emergono dall’osservazione dell’ elevata mole di
exsiccata che Ugolino Ugolini lasciò all’Università di Padova. Innanzi tutto
egli usava per i suoi appunti qualsiasi pezzo di carta avesse a disposizione: il
retro di frammenti pubblicitari, parti di buste già scritte, spartiti musicali,
pagine di quaderni di vecchi compiti di latino (probabilmente dei figli). Tali
pezzi venivano poi spillati accanto ai suoi campioni, senza essere ricopiati,
con l’unica aggiunta del suo timbro. I cartellini più caratteristici sono quelli
scritti da lui che poi costituirono (lo scrive lui stesso) i suoi taccuini di
osservazioni. Non è stato raro trovare, insieme ai campioni, delle piccole
buste, riempite di questi appunti fitti di descrizioni, citazioni, disegni e
commenti. Altre volte come cartellino di classificazione usò delle lettere a lui
inviate da conoscenti ed alunni che da ogni parte d’Italia gli inviavano dei
campioni.
Sono state addirittura trovate anche due lettere dei figli Elisa e David che,
dai luoghi in cui si trovavano, mandarono al padre alcune piante caratteristiche
della località... "Il fiore di questa pianta, se la memoria non m’inganna, è
preciso a quello di quella pianta che avevi messo in un vasetto nello studio ed
il cui nome…da vera figlia di un naturalista non ricordo! Una specie dell’erba
cavallina l’ho raccolta qui in casa, ma ce n’è dappertutto le strade ed ha il
sapore dell’erba cavallina” Belgrano, Argentina, 1923, Elisa Ugolini.).
...La correttezza e onestà di Ugolini, tanto apprezzata dagli studiosi
contemporanei, si manifesta anche in queste collezioni dal momento che sempre,
quando non era lui a raccogliere i campioni, scriveva il nome di chi l’aveva
fatto, sia che si trattasse di un alunno che di un professore....La collezione
di Ugolini deriva dal lavoro di numerosi raccoglitori. Oltre all’attività di
parte dei suoi figli (David, Elisa, Max, Bruno, spesso indicati con la sola
iniziale) si trovano diversi alunni o docenti, gente comune, ma anche nomi noti
nel campo botanico quali Bolzon, De Notaris, Gola, Goiran, Peyronel.
Tre sono i timbri che compaiono sui cartellini d’erbario: il primo è lineare
“UGOLINO UGOLINI, 1930, BRESCIA”, il secondo ed il terzo sono circolari, con
all’esterno la scritta “Ugolini” ed al centro, uno “Brixie” e l’altro “Herbarium”.
L’inchiostro utilizzato è sempre di colore rosso. Anche qui sono state trovate
tra il rigore e la scrupolosità di Ugolini, alcune eccezioni simpatiche. Per
esempio un timbro disegnato a mano o campioni che non avevano, sul cartellino di
classificazione, né timbro né firma ma che erano indiscutibilmente suoi per la
calligrafia.
La calligrafia di David
Come per i cartellini di classificazione e i timbri, anche i tipi di calligrafia
ed inchiostri usati sono diversi all’interno degli Erbari. I campioni che sono
determinati solo a livello di genere della pianta sono quasi sempre scritti con
una calligrafia comprensibilissima e con penna stilografica ad inchiostro nero.
Sicuramente non si tratta della mano di Ugolini. (Dal confronto con una lettera
trovata nell’ HV potrebbe essere la calligrafia di David, uno dei suoi figli).
Neanche sua è la calligrafia di alcuni cartellini scritti a matita con mano
infantile. La sua grafia è così particolare e poco comprensibile che ci ha
aiutato a riconoscere come suoi anche quei campioni che non erano stati timbrati
o firmati. I colori dell’inchiostro usato sono blu e nero.
Conclusioni della tesi di Caterina Ricci
Questa tesi ci ha permesso di venire a conoscenza dell’entità e della
localizzazione degli exsiccata dell’Erbario di Ugolino Ugolini presenti nel
Museo delle Collezioni Botaniche di Padova.
I risultati di questo lavoro sono un elenco completo e l’informatizzazione dei
generi e delle specie della collezione, l’elaborazione dei dati riguardanti il
luogo di raccolta dei campioni, i raccoglitori, gli erbari di provenienza, la
traduzione, quando è stato possibile, delle annotazioni riportate da Ugolini nei
foglietti di classificazione ed infine una sintesi bibliografica per inquadrare
meglio la figura dello studioso.
La rivelazione forse più interessante sono state le 9 specie, le 26 varietà e le
ben 155 forme rinvenute e denominate dall’autore stesso. Di queste è stata
trovata solo la descrizione della., var. cavernicolum di Scolopendrium vulgare
Sm. in una nota pubblicata sul bollettino della Società Botanica Italiana nel
1913. Per le altre sono comunque ancora in atto le ricerche.
Dalle descrizioni trovate sui cartellini di classificazione e dalle informazioni
raccolte con la bibliografia, emerge la figura di Ugolino Ugolini in tutte le
sue sfaccettature. Uno studioso con una completa preparazione naturalistica, che
non si accontentava solo di determinare i campioni che raccoglieva, ma che aveva
anche la capacità di capire e collegare le condizioni ambientali dalle quali si
poteva evolvere o creare una forma o una varietà del genere che raccoglieva.
Capace di essere estremamente puntiglioso nella ricerca bibliografica per le sue
ricerche e al tempo stesso impreciso e vago per le informazioni elementari sul
luogo di raccolta e sulle sue caratteristiche stazionali. Sicuramente un uomo
onesto (lo si vede anche nello scrupolo con cui dichiara sempre il contributo di
conoscenti, alunni e parenti come raccoglitori della sua collezione), legato
alla famiglia ed ai figli (abbiamo trovato alcune lettere che lo testimoniano) e
soprattutto con una grande passione per la botanica per la quale affrontava
anche lunghi viaggi, pur non possedendo grandi risorse economiche. In questi due
anni siamo riusciti a riscoprire la sua collezione custodita a Padova, e con il
nostro lavoro abbiamo un po’ rivalutato la figura di questo studioso. Tutto il
materiale che abbiamo raccolto sarà forse utile a coloro che, interessati od
incuriositi, vorranno proseguire la ricerca magari cominciando a rideterminare i
campioni.
Elenco Pubblicazioni
1881a.- Nota sull’accartocciamento delle foglie secche. “Boll. Soc.Tren. Sc. Nat.”,
Padova, 1881 (estr. p. 1-20).
1881b.- La costruzione e lo studio dei poligoni cranici. “Boll. Soc. Trent. Sc.
Nat.”, Padova, 1881 (estr. p. 1-12).
1881a.- Nota di anomalie nel cranio dei mammiferi. “Boll. Soc. Ven. Trent. Sc.
Nat.”, Padova, 1881 (estr. p. 1-9).
1882.- La cassa ossea del cervello studiata analiticamente in alcuni crani di
scimmia. “Atti Soc. Ven. Trent. Sc. Nat.”, Padova, 1882 (estr. p.1-131 con fig.
e carte).
1885.- La vegetazione del globo. Cap. 1 del vol. II dell’opera “La Terra” di G.
Marinelli; Milano, Vallardi edit., 1885, p. 1-45 con fig. e carte.
1892.- Morfologia vegetale, descrizione popolare della forma e struttura delle
piante. Milano, Vallardi edit., 1892, p. 1-305, fig. 345. Rec. in F. A.
Flueckiger in “Chemische Zeitung”, 17 mai 1893.
1893.- Un altro nemico della Vite (Antispila Rivillei Saint.). Rivista “Il
Raccoglitore”, Padova, 1893 (estr. p.1-7).
1896.- Sulla flora della Valtrompia: note di Geografia Botanica. Comment.
dell’Ateneo di Brescia pel 1896. Brescia, 1896 (estr. p. 1-21). Riass. In
“Annuario Scient.-Industriale pel 1896”, Milano, 1897.
1897.- Passeggiate naturalistiche. “L’Adolescenza”, II, n. 50 (12 dic. 1897),
Milano, Vallardi edit.,1897
1898.- Contributo allo studio della Flora Bresciana, programma di studi, elenco
di pante del Bresciano aggiunte al Prospetto Zersi e quadri
statistico-tassonomici della flora bresciana. Comment. dell’Ateneo di Brescia
pel 1897. Brescia, 1898 (estr. p.1-162). (Anche col titolo: Contributo allo
studio della flora bresciana compreso Primo Elenco di piante nuove o rare pel
Bresciano). Rec. di G. Crugnola in “N. Giorn. Bot. Ital.”, 2 apr. 1901.
1898b.- Nota di specie e varietà nuove pel Veneto e segnatamente pel Padovano. “Malpighia”,
XI, 1897 p.554-560, Genova, 1898.
1899a.- Secondo Elenco di piante nuove o rare pel Bresciano. Comment. Ateneo di
Brescia pel 1899. Brescia, 1899 (estr. p. 1-5). Rec. di G. Crugnola in “N. Giorn.
Bot. Ital.”, 2 apr. 1901.
1899b.- Nota preliminare sulla flora degli anfiteatri morenici del Bresciano con
speciale riguardo al problema delle glaciazioni. Comment. dell’Ateneo di Brescia
pel 1899. Brescia, 1899 (estr. p.1-16). Riass. In “Annuario Scient.-Industr. pel
1899”, Milano, 1900. Rec. di E. De Toni in “Riv. Ateneo Veneto”, II, 1899; di C.
Errera in “Riv. Geogr. Ital.”, 1900; in “Riv. Ital.Sc. Nat.”, gen-feb. 1900.
1901a.- Terzo Elenco di piante nuove o rare pel Bresciano. Comment. dell’Ateneo
di Brescia pel 1900. Brescia, 1901 /estr. p. 1-8). Rec. di G. Crugnola in “N.
Giorn. Bot. Ital.”, 2 apr. 1901.
1901b.- Esplorazioni botaniche in Valsabbia. Comment. dell’Ateneo di Brescia pel
1901. Brescia, 1901 (estr. p. 1-59). Rec. di E. De Toni in “Riv. Ateneo Veneto”,
1902; di V. Alpe in “L’Agricoltura Moderna”, Milano, 9 mar.1902.
1901c.- Appendice alla flora degli anfiteatri morenici. Comment. dell’Ateneo di
Brescia pel 1901. Brescia, 1901 (estr. p. 1-7). Rec. di G. Crognola in “N. Giorn.
Bot. Ital.”, 2 apr. 1901.
1902a.- Quarto Elenco di piante nuove o rare pel Bresciano. “Comment.
dell’Ateneo di Brescia pel 1902”, Brescia, 1902 (estr. p. 1-15). Rec. di E. De
Toni in “Riv. Ateneo Veneto”, 1902.
1902b.- La galeruca dell’Olmo. “L’Italia Agricola”, Piacenza, 15 apr. 1902.
1903a.- Osservazioni su gelsi colpiti dalla gelata. 19-20 apr. 1903. “Giornale
delle Istituzioni Agrarie Bresciane”, n. 12-13 (1903). Brescia, 1903 (estr. p.
1-12).
1903b.- Elenco descrittivo dei Funghi mangerecci della provincia di Brescia. “Ibid.”,
n. 16-17 (1903). Brescia, 1903 (estr. p. 1-11).
1904a.- Nota botanico-agraria sulle forme di stagione delle piante. “Ibid.”, n.
24 (1903). Brescia, 1903 (estr. p. 1-7). Riass. In “Annuario Scient.-Industr.
pel 1903”, Milano, 1904 (p. 225).
1904b.- I fenomeni periodici delle piante bresciane (Risveglio autunnale della
vegetazione e relitti di stagione. Forme di stagione). “Comment. dell’Ateneo di
Brescia pel 1903”, Brescia, 1904 (estr. p. 1-21).
1905a.- Nota preliminare sui fenomeni della fioritura nelle piante bresciane.
“Comment. dell’Ateneo di Brescia pel 1904”, Brescia, 1905 (estr. p. 1-13).
1905b.- Quinto elenco di piante nuove o rare pel Bresciano, con osservazioni
morfologico- sistematiche e biologiche su alcune specie. “Comment. dell’Ateneo
di Brescia pel 1904”, Brescia, 1905 (estr. p. 1-28).
1906a.- Saggio di studi sulla vita iemale delle piante. “Comment. dell’Ateneo di
Brescia pel 1905”, Brescia, 1906 (estr. p. 1-51). Riass. In “Annuario Scient.-Industr.
pel 1906”, Milano, 1907 (p. 307)
1906b.- Curiosità della flora bresciana: la margheritona grande (Chrysanthemum
amplifolium Fiori). “Illustrazione Bresciana”, V, n. 72, p.7-8 (16 ag. 1906),
Brescia, 1906.
1906c.- Contributo alla flora arboricola della Lombardia e del Veneto: cenni
preliminari ed elenco delle specie arboricole. “Comment. dell’Ateneo di Brescia
pel 1905”, Brescia, 1906 (estr. p. 1-19). Rec. di A. Béguinot in “Bull. Soc. Bot.
Ital.”, 1906, p. 131.
1908a.- Secondo contributo alla florula arboricola della Lombardia e del Veneto
(Nuovo elenco di ospiti e di arboricole). “Comment. dell’Ateneo di Brescia pel
1907”, Brescia, 1908 (estr- p. 1-8)
1908b.- Sesto elenco di piante nuove o rare pel Bresciano, con copiose note
illustrative morfologiche-sistematiche, fitogeografiche e biologiche. “Comment.
dell’Ateneo di Brescia pel 1907”, Brescia, 1908 (estr. p. 1-42). Riass. in
“Annuario Scient.-Industr. pel 1908”, Milano, 1909.
1908c.- Sugli organi rudimentali: osservazioni critiche ad una comunicazione di
p. A. Gemelli all’Ateneo di Brescia. “Comment. dell’Ateneo di Brescia pel 1908”,
Brescia, 1908 (estr. p. 1-2).
1909.- La Kochia trichophylla inselvatichita nel Bresciano. “Bull. Soc. Bot.
Ital.”, 1909 (Proc. Verb. p. 191), Firenze, 1909.
1910.- Settimo Elenco di piante nuove o rare pel Bresciano con copiose note
illustrative morfologico-sistematiche, fitogeografiche e biologiche. Parte I:
dalle Ranunculacee alle Ombrellifere p.p. “Comment. dell’Ateneo di Brescia pel
1909-1910”, Brescia, 1910 (estr. p. 1-16).
1912a.- Nota botanico-geologica sui rapporti fra la vegetazione ed il suolo.
“Comment dell’Ateneo di Brescia pel 1912”, Brescia, 1912 (estr. p. 1-21). Riass.
in “Annuario Scient.-Industr. pel 1912”, Milano, 1913 (p. 259).
1912b.- Sulla Campanula elatines L. e Campanula elatinoides Moretti nelle Alpi
Centrali: nota preventiva. “Boll. Soc. Bot. Ital.”, Adun. Genova 19 ott. 1912,
p. 825-6, Firenze, 1912.
1912c.- La vegetazione di un lembo morenico in rapporto colla natura del suolo:
nota botanico-agraria. Consorzio Antifillosserico Bresciano. “Il territorio dei
comuni di Portese e S. Felice di Scovolo ecc.”. Brescia, Lenghi ed., 1912 (estr.p.
1-7).
1913a.- Varietà e forme nuove di piante e cause probabili della loro origine (transunto).
“Atti Soc. Ital. per il Progr. delle Scienze”, VI Riun. (1912), p. 826, Roma,
1913.
1913b.- Sulla flora della pianura bresciana. “Atti Soc. Ital. Progr. Scienze”,
Riun. VI (1912), p. 827, Roma, 1913.
1913c.- Forme cavernicole di Scolopendrium vulgare Sm. E loro rapporti con S.
hemionitis Sw.: nota preventiva. “Boll. Soc. Bot. Ital.”, 1913 (Proc. Verb., p.
117), Firenze, 1913.
1915a.- Curiosità della flora bresciana. Note sulla Fenologia dell’Ippocastano
Divergenze individuali nelle fasi della vita. “Brixia”, 25 apr. 1915, n. 38.
Brescia, 1915.
1915b.- La guerra fra le piante. “Brixia”, 25-VII-1925, 8-VIII-1915,
15-VIII-1915, Brescia, 1915.
1915c.- Una novità zoologica del bresciano. “Brixia”, 28 mar. 1915.
1917a.- Avventizie esotiche della flora bresciana. “Bull. Soc. Bot. Ital.”. 13
gen. 1917 (Proc. Verb. p. 2), Firenze, 1917.
1919b.- La Poa silvicola Guss. nel Veneto e nella Lombardia ed i suoi
rigonfiamenti basali. “Acc. Scienze Lett. Ed Arti di Padova”, XXXV, p. 331
(1919), Padova, 1919. Rec. di A. Fiori “Bull. Soc. Bot. Ital.”, 1920, p. 10.
1919c.- Due casi nuovi di felci in pianura. “Bull. Soc. Bot. Ital.”, 13 dic.
1919, p. 64, Firenze, 1919.
1920.- Contributo alla flora del Tirolo Cisalpino (Val Pusteria ed Ampezzano).
“N. Giorn. Bot. Ital.”, n. s., XXVII, 2-4 (1920), p. 251-261, Firenze, 1920. Rec.
in R. Wettstein “Oest. Bot. Zeit.”, Wien LXX Jg. 1921.
1921a.- Le felci in pianura. “Atti Soc. Ital. per il Progr. delle Scienze”, XI
Riun. (1921), p. 648, Roma, 1921.
1921b.- Le piante avventizie della flora bresciana. (Censimento e dati sulla
provenienza, introduzione, diffusione e biologia delle varie specie; Parte I:
Cenni introduttivi- Gimnosperme e Monocotiledoni – Avventizie esotiche.
“Comment. dell’Ateneo di Brescia pel 1920”, Brescia, 1921 (estr. p. 1-51). Rec.
di A. Béguinot in “Relaz. Annuale Istit. Bot. di Padova”, 1921.
1922a.- Un episodio della flora di guerra. (Saggio sul Nasturtium austriacum in
Italia. “La Provincia” di Brescia, 12-VII-1922 (estr. p. 1), Brescia, 1922.
1922b.- Addenda et emendanda ad floram italicam. “Bull. Soc. Bot. Ital.”, ott
1921- apr. 1922, Firenze, 1922 (estr. p. 1-3).
1923a.- Su quattro avventizie della flora bresciana: Lepidium virginicum,
Lepidium densiflorum, Matricaria discoidea, Artemisia verlotorum. “Bull. Soc.
Bot. Ital.”, n. 1-2, gen.- feb. 1923, Firenze, 1923.
1923b.- Di una pretesa cattedra Pliniana a Brescia nei primi anni del secolo XVI.
(Contributo ai rapporti tra Umanesimo e la Scienza). “Comment. dell’Ateneo di
Brescia pel 1922”, p. 167-244, Brescia, 1923.
1923c.- Il Botanico ab. Porta. “La Provincia” di Brescia, 26-VI-23, Brescia,
1923.
1924.- Il Botanico G. B. De Toni. “La Provincia” di Brescia, 3-IX-24, Brescia,
1924.
1925.- Piante non comuni raccolte a Sirmione. “Annuario del R. Liceo Scientifico
“A. Calini” di Brescia”, anno 1923-24, Brescia, 1925 (estr. p. 1-3).
1926a.- Un grande cimelio bolognese: l’Hortus siccus Florae Italicae di Antonio
Bertoloni. “Atti Soc. Ital. per il Progr. delle Scienze”, XV Riun. (1926), p.
733, Roma, 1926.
1926b.- La pianta miracolosa del masso del Sabotino al Vittoriale di Gabriele
d’Annunzio. “Il Popolo di Brescia”, 25-VIII-26, Brescia, 1926 (estr. p. 1-6).
1927.- Un erbario bresciano del 1623. I: Storia e descrizione dell’Erbario.
L’Autore e la data. L’ostensore dei Semplici Giovanni Prévot. Significati ed
importanza dell’Erbario. “Comment. dell’Ateneo di Brescia pel 1926”, Brescia,
1927 (estr. p. 1-23).
1928a.- Un Erbario bresciano del 1623. II: Composizione e disposizione del
materiale dell’Erbario. Schema dell’elenco delle specie e citazioni abbreviate.
Elenco ragionato delle piante dell’Erbario Richiadei. “Comment. dell’Ateneo di
Brescia pel 1927”, Brescia, 1928 e 1934 (estr. 1-13).
1928b.- Indicazioni erronee o dubbie della Campanula pyramidalis L. per il
Bresciano, la Valtellina, il Trevigiano e la Savoia, e suo vicarismo con l’Adenophora
liliifolia Bess. “N. Giorn. Bot. Ital.”, n. s., XXXIV, p. 1224-1245, Firenze,
1928.
1929.- La Poa silvicola Guss. in Svizzera e in Francia. “N. Giorn.Bot. Ital.”,
n. s., XXXVI (1929), p. 392, Firenze, 1929.
1930a.- L’Erbario di guerra di mio figlio capitano Dott. Bruno, caduto per la
Patria. “N. Giorn. Bot. Ital.”, n. s., XXXVII (1930), p. 684, Firenze, 1930.
1930b.- Note illustrative su alcune piante raccolte in Canton Ticino e in Val
Poschiavo. “Boll. Soc. Ticinese Sc. Nat.”, XXIII (1928), p. 82 e XXIV (1929), p.
33, Lugano, 1930 (estr. p. 1-31).
1930c.- Florula del Monte Baldo in un Erbario veronese del 1675. “N. Giorn. Bot.
Ital.”, n. s., XXXVII (1930), 686, Firenze, 1930.
1930d.- Un Erbario composto nel 1623 con piante dell’Orto dei Semplici di
Padova. “N. Giorn. Bot. Ital.”, n. s., XXXVII (1930), p. 685, Firenze, 1930.
1931a.- Contributo della flora litoranea e collinare delle Marche (Pesaro e
Gabicce) e delle Romagne (Cattolica). “N. Giorn. Bot. Ital.”, n. s., XXXVIII
(1931), p. 563, Firenze, 1931.
1931b.- La flora della guerra. “N. Giorn. Bot. Ital.”, n. s., 1931, p. 561,
Firenze, 1931.
1931c.- I paesi dei nuovi confini e il loro apporto alla flora italiana con
particolare riferimento a quella friulana. “N. Giorn. Bot. Ital.”, n. s.,
XXXVIII (1931), p. 562, Firenze, 1931.
1933.- I miei quarant’anni di osservazioni ed esperienze sulle forme e sulla
vita delle piante. Nuovo contributo alle piante avventizie della flora italiana.
(Due note riassuntive). “N. Giorn. Bot. Ital.”, n. s., XXXIX (1932), p. 702-705,
Firenze, 1933.
1934.- Un Erbario bresciano del 1623. III: Elenco nominativo delle piante
dell’Erbario. “Comment. dell’Ateneo di Brescia”. Brescia, 1934, (estr. p. 1-9).
1937.- Una stazione lombarda dell’Hemerocallis flava L. e presentazione di altre
piante del Bresciano. “N. Giorn. Bot. Ital.”, n. s. (1937), p. 621, Firenze,
1937.