Ciò che chiamiamo spam è una mescolanza di
cose diverse. Non é facile darne una definizione
precisa. Uno dei modi per avvicinarsi alla comprensione di un
fenomeno è cercare di definire che cosa non è
oltre a identificarne alcuni aspetti particolari.
Non è un male nuovo
Il problema dello spam è tuttaltro che nuovo. Per
chi non lo sapesse... fino trentanni fa spam era solo il
nome di un prodotto alimentare in scatola (che nessuno considera una
raffinatezza gastronomica). È la sigla di spiced pork
and ham una specie di pressatella di prosciutto
e carne di maiale. Nel 1970 una scenetta comica del Monty Python
Flying Circus diede a spam il nuovo significato di cosa
noiosa e ripetuta troppo spesso. E così
entrò nel gergo della rete. (Vedi
Spam, spam, spam).
Nessuno sa (o ricorda) esattamente quando si cominciarono
a definire i princìpi che poi presero il nome di
netiquette, ma risalgono alle origini
della rete (vedi la cronologia). E
fin dallinizio era chiaramente percepito, e condannato senza
equivoci, il fenomeno dello spam. Per esempio nel testo
classico sulla netiquette del Network Working
Group si dice chiaramente che deve essere evitato linvio di
messaggi ripetitivi o indesiderati e che non sono accettabili
le catene.
Non è solo commerciale
Lattuale, crescente ondata di spam è creata in
gran parte da attività che è eufemistico
chiamare commerciali, perché si collocano
spesso in unarea oscura che va dalla truffa alla
millanteria, dallinganno alla petulanza. Ma non si capisce
il fenomeno se non si tiene in mente che ci sono forme di
spam, non meno fastidiose, nate per motivi diversi da quello
di fare soldi. Ci sono scherzi e burle (talvolta
divertenti, più spesso noiose). Ci sono errori di comportamento,
come quelli di chi diffonde a mezzo mondo messaggi o notizie
che interessano forse a due o tre persone. Ci sono esibizionismi, come quelli
di chi crede che la mostra di acquerelli di suo zio a Roccannuccia sia
un evento culturale da segnalare a mezzo mondo. E ci sono,
come vedremo più avanti, affollamenti di pseudo-posta
elettronica prodotti da virus. Quando si cerca un rimedio è
necessario considerare tutti gli aspetti di un fenomeno vario e complicato,
non solo quelli di natura commerciale.
Mittente sconosciuto non vuol dire spam
Naturalmente è sbagliato definire spam
qualsiasi e-mail da qualcuno che non conosciamo.
Capita abbastanza spesso di ricevere messaggi interessanti e
gradevoli da persone che non conoscevamo prima. Perché
siamo attivi online e qualcuno legge qualcosa di nostro. O
perché ha avuto il nostro indirizzo da qualcuno che ci
conosce. Eliminare questa corrispondenza sarebbe un
sacrificio indesiderabile. E questo è uno dei tanti
motivi per cui lo spam è pernicioso. Come distinguere
i messaggi interessanti nella folla degli ingombri indesiderabili?
Vale anche in questo caso, naturalmente, lantica regola
di non accettare caramelle da uno sconosciuto.
Inoltre lo stile degli spammatori è spesso
ripetitivo e riconoscibile. Uso di maiuscole, di punti
esclamativi, di promesse mirabolanti, di offerte a cui
non si può rinunciare. Anche dichiarazioni
come «questo non è spam» o «ti
scrivo perché hai volontariamente...» sono quasi
sempre limpronta dello spamming.
Insomma riconoscere lo spam non è difficile.
Basterebbe che le persone fossero avvertite del problema, e
informate delle sue caratteristiche, per rendere inefficace
il 99,9 per cento dello spamming. Purtroppo il fatto che le
persone non ci caschino non è sufficiente
per sradicare il fenomeno. Ma, datro canto, sistemi che
eliminassero ogni messaggio di qualcuno che non
conosciamo potrebbero privarci di molti incontri interessanti.
Mittente conosciuto può essere spam
Unaltra complicazione deriva dal fatto che può
essere spam un messaggio che ci arriva da un indirizzo
conosciuto. Per vari motivi. Perché uno
spammatore furbastro e bugiardo usa un falso
indirizzo. Perché una persona che conosciamo ci
inoltra, per errore, uno spam che aveva ricevuto (cosa che
accade spesso, per esempio, con i falsi allarmi
di virus o altri pericoli o con catene falsamente
umanitarie). Perché qualcuno ha sbagliato indirizzo. Eccetera...
E ci sono di mezzo anche virus replicanti come
kletz che mandano messaggi
con un falso mittente trasformandoci, a nostra insaputa,
in involontari spammatori.
Le catene
Le cosiddette catene di SantAntonio
esistevano molto prima dellinternet. Ma trovano nella rete
uno strumento facile di diffusione. Questo è uno dei
problemi che erano stati identificati fin dallinizio: se ne
parlava chiaramente, ventanni fa, già nei primi
abbozzi della netiquette.
La soluzione è semplice e draconiana. Rompere,
senza pietà, tutte le catene (comprese quelle che
minacciano sciagure oppure offrono mirabolanti guadagni e
le numerose varianti del cosiddetto multi-level marketing).
Interrompere anche quelle che sembrano (talvolta sono)
bene intenzionate. E, se vogliamo diffondere
uninformazione o un appello, usare forme di
comunicazione che non siano e non sembrino catene.
Scherzi e burle
Una variante di spamming è fatta di scherzi e
burle, prese in giro che hanno intenzioni solo umoristiche.
Molte sono innocenti, alcune divertenti. Questa,
naturalmente, è una delle forme meno sgradevoli e
pericolose. Talvolta, se fatta con gusto, può farci
sorridere. Ma anche in questo genere di posta
inaspettata si possono nascondere trappole.
Un genere noto da molti anni è il cosiddetto hoax,
cioè lannuncio di un virus inesistente. Alcuni sono
piacevoli esercizi di umorismo come limmaginario virus
Trout, un pesce
daprile del 1998. Altri sono più maligni.
Perché spargono falsi allarmi (è un fatto constatato
che, mentre esistono circa 61.000 virus veri, quasi tutti gli avvisi drammatici
di virus circolanti in rete sono hoax). O perché
contengono qualche trucco nocivo come nel classico esempio di
SULFNBK.EXE,
geniale nella sua cattiveria, che con la minaccia di un virus inesistente
induceva le persone a farsi del male. Dello stesso maligno trucco ci sono altre
varianti, fra cui little bear (JDBGMGR.EXE).
Ci sono anche furfanti che col pretesto di offrire
scherzi o barzellette si impadroniscono di indirizzi di cui
poi fanno commercio.
Con gli le burle (se non nascondono qualche trappola) la
soluzione è semplice. Se ci accorgiamo di uno scherzo,
e se è divertente, facciamoci una risata e
buonanotte. Se un problema segnalato non ci è del
tutto chiaro, verifichiamo prima di intervenire impulsivamente
sul nostro computer o di spargere falsi allarmi. Fra laltro
i hoax, come molti spam, hanno spesso uno stile
imitativo e riconoscibile. Quando ne abbiamo visti e identificati un paio,
è piuttosto facile riconoscerli a prima vista.
Evitiamo di inoltrare messaggi ai nostri
amici prima di aver capito bene da dove vengono e se il
contenuto è credibile e chiaro. E se qualcuno ci
propone di iscriverci a una lista, anche con la
più amabile e innocente delle apparenze, prima di
accettare pensiamoci due o tre volte e controlliamo
attentamente di che cosa si tratti.
Ma accade di trovarsi iscritti dufficio a
liste o comunità che non conosciamo. Questo è
uno dei trucchi più sgradevoli dello spamming, anche
perché da quelle indesiderabili partecipazioni
è quasi sempre impossibile dimettersi o cancellarsi.
Non è pubblicità
Definire lo spam come pubblicità
vuol dire commettere due errori.
Uno è mettere sulla difensiva chiunque
abbia a che fare con la pubblicità. Le imprese che la
usano, le persone che ci lavorano, i mezzi di comunicazione e
informazione che ne ricavano sostentamento. La conseguenza
è una grossa confusione, in cui molti che nulla hanno
a che fare con lo spam si sentono in obbligo di assumerne le
difese. Mentre farebbero molto meglio a distinguersi con la
massima chiarezza da un fenomeno patologico come quello.
Laltro errore sta nel fatto che sono due cose
completamente diverse. Si può dire tutto il bene o
tutto il male possibile della pubblicità, ma è
una cosa totalmente diversa dallo spam. Fra laltro (salvo
casi rari, e facilmente perseguibili, di attività
truffaldine) la pubblicità è trasparente ed
è chiaro a tutti chi se ne assume la responsabilità.
Con lo spam, molto spesso, non è così.
Non è direct marketing
Altrettanto sbagliato, e per gli stessi motivi, è
confondere lo spam con il direct marketing.
Anche in questo caso si genera una spontanea, quanto irragionevole,
difesa della categoria. In cui si mescola
latteggiamento di chi crede di dover difendere lo spam,
mentre farebbe meglio a distinguersi da una pratica che avvelena
anche il suo mestiere, con quello di chi ha la coda di paglia perché
sta facendo spamming ma non lo vuole ammettere.
Purtroppo cè chi si mette in cattedra per fare lezione
di e-mail marketing mentre in realtà predica lo spam
cercando di nobilitarlo con una definizione diversa.
Comunque, anche in questo caso, è necessario
distinguere fra attività del tutto legittime, talvolta
gradite, di comunicazione diretta e operazioni
inaccettabili come lo spam. (Anche nella comunicazione
tradizionale la cosiddetta junk mail, o posta
spazzatura, è il contrario di un efficace ben
concepito direct marketing). In teoria se ne
può dibattere ad infinitum, ma in pratica non è
difficile capire che cosa è corretto e che cosa non lo è.
Limportante è vedere le cose dal punto di vista di chi
riceve informazioni o proposte, non da quello di chi le manda.
Non è promozione
Ci sono infinite forme di sales promotion, dai semplici
sconti allofferta di premi e benefici più o meno
desiderabili. Può piacere o no, può essere
(secondo il caso) più o meno gradita, ma è una
forma legittima di attività commerciale a
condizione, naturalmente, che sia chiara, trasparente e
corretta. Non ha alcun senso collocare lo spam in questa
categoria, come in altre specie di stimolo delle vendite.
Non è vendita per corrispondenza
La vendita per catalogo (o altre forme di offerta
per posta) esiste da almeno un secolo. Con
particolare diffusione degli Stati Uniti (mail order) e in
vari paesi a bassa densità di popolazione. Dove era
già diffusa è stata più facile la
transizione alle vendite online (che comunque non hanno
sostituito del tutto le tradizionali attività basate
sulla posta, sul telefono o sugli incontri personali).
Anche in questo caso, fare confusione conviene solo a
spammatori e truffatori . Chi svolge legittime e
utili attività di vendita per corrispondenza (o
online) ha tutto linteresse a tenersi il più lontano
possibile dallo spam.
Non è servizio ai clienti
Per quanto incredibile possa sembrare, il fatto è che molte
attività definite customer care o CRM
(customer relationship management) in realtà sono
forme di spam variamente travestito.
Non è marketing
E in generale... la parola marketing è largamente
usata in modo improprio. Fino a farla diventare quasi un
termine osceno. Le persone e le organizzazioni che si
occupano professionalmente di queste attività, come le
imprese che fanno marketing (cioè tutte le imprese,
anche quelle che non ne usano la terminologia) dovrebbero
essere in prima linea a combattere contro le distorsioni, di
cui lo spam è un vistoso esempio. Invece cè
chi confonde le carte, cercando di giustificare lo spamming
con varie terminologie falsamente nobilitanti...
Non è economicamente produttivo
È discutibile la tesi, un po troppo diffusa, che
pecunia non olet. Non sempre è legittimo tutto
ciò che produce profitti. Ma anche senza entrare in
questioni etiche, o di correttezza e trasparenza dei mercati,
il fatto è che lo spam non è economicamente
produttivo. Giova ad alcuni imbroglioni (fra cui i venditori
di liste). È un danno per tutti gli altri, a
cominciare dalle imprese oneste con unidentità
riconoscibile. È un po triste che il mondo delle
imprese abbia cominciato a preoccuparsi dello spam solo
quando ne ha subito lesagerata invadenza. Ma meglio
tardi che mai. Ora che i grandi interessi economici
hanno capito che il problema esiste, speriamo che si rendano
conto anche degli altri motivi per cui è dannoso.
Non è solo nellinternet
Ne abbiamo già parlato allinizio, ma è
bene sottolineare che, una volta identificato il problema,
vale la pena di tener docchio anche gli altri canali in cui
si manifesta. Dalla telefonia (fissa e mobile) al fax e a
ogni sistema di comunicazione.
Non è selettivo
Vedi quanto già detto nel punto 2
a proposito del fatto che lo spamming non è comunicazione
mirata, anzi è il contrario di qualsiasi
attività selettiva (commerciale o non).
Non è solo pornografia
È vero che fra i più attivi diffusori di
spam ci sono i venditori di materiali o servizi
sessuali. Dal che si può dedurre che non
hanno così tanto successo quanto vogliono far credere.
Ma il motivo non è solo che cercano di vendere
aggressivamente la loro merce. Sono anche, molto spesso, il
tramite e lo strumento di una ogni sorta di truffe. E questo
è un motivo per starne il più possibile lontani,
indipendentemente da ogni valutazione di gusto o di morale.
Potrebbe essere utile dare unocchiata al modo in cui
alcuni grandi siti (anche in Italia) ospitano e
assecondano queste attività, non solo per il fatto che
non tutti le gradiscono, ma anche per gli imbrogli che nascondono.
Non meno grave, daltra parte, è il modo in cui
con il pretesto di proteggere i minori si organizzano
ogni sorta di repressioni, persecuzioni, censure e cacce alle streghe.
Vedi La strage degli innocenti
e Caramelle ambigue.
Perché è una delle risorse preferite dei truffatori?
Perché gli imbroglioni sono continuamente alla
ricerca di nuove vittime, di persone diverse da quelle che ci
sono già cascate una volta e quindi stanno un po
più attente. La diffusione indiscriminata a
chiunque possa capitare è uno strumento
particolarmente adatto ai truffatori. Questo è uno dei
motivi per cui a tutti gli altri conviene evitarlo come la peste.