Sono proprio i figli del radon ad essere dannosi, infatti le particelle derivanti dai prodotti del decadimento del radon danneggiano i tessuti polmonari secondo il seguente meccanismo:
1. la respirazione introduce nei polmoni il radon ed i prodotti di decadimento
2. i prodotti di decadimento, in particolare il polonio 218 e 214, si fissano ai polmoni
3. le particelle emesse dal polonio 218 e 214, irradiano le cellule causando danni fisici e/o chimici al DNA

Questi danni possono essere riparati da meccanismi cellulari, ma se sono in eccesso possono innescare processi di modificazione cellulare fino alla trasformazione in cellule tumorali.

Sono possibili diversi  tipi di  intervento per  ridurre  la  concentrazione  nell'aria  del  Radon  e  dei  discendenti quali:
  realizzazione di sigillatura dei pavimenti e delle pareti interrate con materiali non permeabili o poco permeabili al gas Radon;
  messa in sovrapressione dell'interno dei locali interessati rispetto all'ambiente esterno;
  realizzazione di ventilazione forzata nei  locali  interessati,  con  un  numero  adeguato  di  ricambi/ora  a  tutta  aria esterna;
  realizzazione di ventilazione dell'interno dei muri cavi e dei mattoni cavi sui quali è poggiato il pavimento;
  realizzazione  di  intercapedini  aerate  al  di  sotto  del pavimento e tra le pareti interrate ed il terrapieno circostante; messa  in opera di sistemi di aspirazione che risucchino i  gas  provenienti  dal  suolo  sottostante,  limitandone  la parte che raggiunge il pavimento e le pareti interrate.

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