Incarico per la nuova Immagine :
30 gennaio 2000
Al Prof. Piergiovanni Antici
Carissimo, con questa mia lettera, dopo i colloqui personali intercorsi,
intendo affidarti ufficialmente l'incarico di dipingere la "nuova
Immagine" di S. Gaudenzio, Patrono di Ostra. Conoscendo le tue capacità,
la tua sensibilità e soprattutto la tua abilità nel rendere
"vivi" i soggetti che dipingi (ricordo la Madonna del Vallato
da te dipinta nel 1985 per Castellone di Suasa), ho ritenuto opportuno
chiedere a te di affrontare questa "fatica".Con questa ed altre
iniziative, d'accordo con i Consigli Pastorale e per gli Affari Economici,
intendo dare un impulso forte alla devozione verso il nostro celeste Patrono.
Visitando le Famiglie della Parrocchia ho notato che tra le immagini esposte
nelle abitazioni manca quella del Patrono: questo non è dovuto,
certamente, alla negligenza ma al fatto che nessuno dei dipinti esistenti
è "riproducibile" o perchè deteriorato o perchè
il Santo non è mai rappresentato da solo, in posizione centrale
e rivolto a chi lo invoca; infatti nella tela del Bellini (nella cappella
di S. Gaudenzio in S. Francesco) è rappresentato inginocchiato
e rivolto alla Vergine Maria; nel quadro del Ramazzani (in fondo a S.
Francesco) è di "spalle" e rivolto verso il Crocifisso.
E neanche l'immagine dipinta dal Cattani in S. Croce (Cappella del SS.mo)
è proponibile per la venerazione. Inoltre nessuna di queste Immagini
è stata capace di imporsi alla considerazione e alla venerazione
della gente tanto che, chiedendo a moltissime persone: "Ha in mente
una immagine di San Gaudenzio?", tutti rispondono negativamente.
Per questo ritengo giusto "dare un volto" a San Gaudenzio, facendo
dipingere una Immagine che entri in tutte le famiglie e nella memoria
di tutti come l'Immagine del Santo Patrono. Penso anche che non occorra
far riferimento a quelle già esistenti, in quanto, essendo state
tutte dipinte più di mille anni dopo la morte del Santo, nessuna
lo ritrae nella sua vera fisionomia (come del resto si è verificato
per tutti i santi antichi). Ti chiedo perciò una tela con la sola
figura di San Gaudenzio, rivolto a chi lo invoca. Gradirei che ai suoi
piedi, fosse raffigurata la città di Ostra come è oggi,
per "situare" la devozione al Santo nell'oggi della nostra storia.
Il volto dovrà essere sereno, paterno e invitante alla preghiera,
la mano benedicente. Questa diverrà l'Immagine ufficiale che verrà
riprodotta sulle "immaginette" da distribuire e, in immagini
più grandi, da consegnare alle Famiglie di Ostra ed anche agli
Ostrensi residenti fuori Ostra. Verranno inviate anche a Rimini, Ovada
e dovunque ne facciano richiesta. In "corso d'opera" potremo
precisare meglio i diversi significati e simboli. Questa Immagine verrà
collocata in S. Croce, al centro della "Cappellina" dove si
trova S. Maria Goretti (che troverà posto sulla parete di destra
della stessa Cappellina, mentre sulla parete di sinistra sarà posta
in venerazione l'immagine del Beato Pio IX). La tela avrà le seguenti
dimensioni: cm 190 x 104 e il lato superiore sarà a semicerchio.
In attesa di ammirare la tua opera, ti ringrazio per aver accettato l'incarico,
ti auguro "buon lavoro" e ti saluto cordialmente!
l'Arciprete e Priore
Umberto Gasparini sac.
La "nuova" Immagine di San Gaudenzio
Commento di Mons. Angelo Mencucci Pres. Comm. Dioc. Arte Sacra.
L'iconografia di S. Gaudenzio si è arricchita di una nuova
Immagine (consegnata al Parroco il 10 agosto 2001) che, ne siamo convinti,
entrerà nella mente di tutti noi Ostrensi come l'immagine che più
di tutte ci aiuterà ad invocare il nostro celeste Parono, affidando
a lui le nostre preghiere e richieste, perchè le presenti al Signore.
Il dipinto è stato eseguito dal nostro concittadino Piergiovanni
Antici, un autentico artista che, pur non rinunciando all'impostazione
classica, si qualifica per la modernità del linguaggio cromatico
e dello stile figurativo. Vivace e delicato nei colori, teologico nei
simboli e nell'impostazione, San Gaudenzio vi è rappresentato nei
paramenti ed insegne episcopali: mitria, piviale e stola, croce pettorale
e il pastorale nella mano sinistra. Ma ciò che si impone all'attenzione
dell'osservatore sono: il volto sereno, amabile e benevolmente rivolto
verso chi lo guarda e lo invoca, lo sguardo dolce, accogliente e rassicurante,
gli occhi luminosi che si posano paternamente su chi gli sta di fronte
ed invitano alla preghiera, la mano destra alzata e benedicente sulla
"sua" Città che si stende ai suoi piedi (Ostra 2000)
con la sua gente, il paesaggio, i campanili, le torri, il municipio, le
case, i campi fertili e, in primo piano, il Santuario Diocesano della
Madonna della Rosa. Un dipinto che, con linguaggio pittorico, commenta
mirabilmente il Prefazio della Liturgia dei Santi: "Nei tuoi Santi,
Signore, risplende la tua gloria; nella loro vita ci offri un esempio,
nella loro protezione un aiuto; confortati dalla loro testimonianza affrontiamo
il buon combattimento della fede per condividere, al di là della
morte, la stessa corona di gloria".
Commento critico della Dott.ssa Lara Cicetti critico d'arte
(Bergamo)
"La richiesta del committente (il Parroco) si rivela precisa nel
fornire dettagli sulla rappresentazione del Santo Patrono,particolari
motivati da un sincero interesse divulgativo finalizzato alla devozione
degli Ostrensi. Piergiovanni Antici raffigura sulla tela i particolari
che contraddistinguono il santo e quindi, la sua storia, il suo martirio,
con lo stile che da sempre segna il suo fare pittorico, che predilige
la cura dei volti, dei gesti e la caratterizzazione psicologica del soggetto.
S. Gaudenzio ci appare con le insegne della mitra, del pastorale e degli
abiti pontificali, in atto benedicente circondato da angeli, che da un
lato dispensano grazie e dall'altro ricordano il martirio del santo, con
la simbolica palma e con lo sguardo estasiato. La composizione si concentra
maggiormente sulla figura del santo, sulla sua espressione estemamente
dolce, ma anche forte, che rivela la volontà della fede. L'atmosfera
attorno al santo è rarefatta, trascendente, così come i
suoi abiti; la realtà della storia, del personaggio, evidente nel
volto, quello di un saggio e nelle mani, così concrete, si fa spiritualità
nelle vesti, nella definizione del corpo, il quale si fonde con l'aria
sospesa del cielo. Di particolare cura è la definizione cromatica,
così attenta negli elementi del volto e delle mani ma sempre più
assorbita dalla dimensione della astrazione nella descrizione delle vesti,
della stola e del piviale. Qui dominano l'oro e l'azzurro. Lo sfondo riprende
questi colori, in un degradare senza soluzione di continuità, ma
ne perde il nitore per rifugiarsi in una dimensione spirituale inafferrabile,
più evidente nell'accendersi di una luminosità intensa,
simbolo della santità del soggetto rappresentato. Nel complesso
l'opera denota una sensibile armonia compositiva, che richiama in maniera
evidente le rappresentazioni sacre della tradizione artistica, un equilibrio
sottolineato dalle diagonali costituite dalla mitra, dal pastorale e dalla
posizione degli angeli, che prolungano linee immaginarie all'interno del
dipinto, le quali confluiscono nell'asse centrale costituito dal corpo
del santo. Intorno alla figura è costruita, quindi, tutta la composizione
pittorica, sia a livello grafico che a livello cromatico-luminoso. Nella
parte inferiore del dipinto, la rappresentazione della città di
Ostra è di una precisione fotografica quasi a voler ritrarre e
puntualizzare quel caratteristico panorama che distingue la bella cittadina
in provincia di Ancona: le colline, i campanili delle chiese, anche fuori
città, il centro storico, la vegetazione e l'inconfondibile paesaggio
agricolo marchigiano, i suoi colori, così realistici, quelli del
mattone, del campo coltivato, del verde degli alberi che si staglia nelle
strade di campagna. La realizzazione, apparentemente così tradizionale,
di un soggetto sacro, diviene dunque re-interpretazione dello stesso soggetto,
in cui la dimensione spirituale dell'uomo può ancora fondersi con
la vita e la realtà quotidiana, anche in un'epoca, quella odierna,
dominata dal materialismo. E' questo in fondo il messaggio che scaturisce
dall'opera e queste intenzioni sono evidenti nella richiesta del committente;
la stessa collocazione in Santa Croce, renderà di certo l'immagine
nota e conosciuta agli abitanti di Ostra fino a rappresentarne, probabilmente,
uno dei simboli della vita religiosa".
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