|
||||||||||
|
||||||||||
|
||||||||||
|
CAPITOLO III - MAGNETISMO ELEMENTARE L'anisotropia magnetocristallina L'energia necessaria alla formazione dei domini di chiusura è essenzialmente determinata dall'anisotropia del cristallo, cioè l'energia associata con la magnetizzazione dipende dalla direzione secondo la quale è applicata la forza magnetizzante. Per esempio si vede dalla fig. 17 la dipendenza dalla magnetizzazione della direzione del campo applicato per un monocristallo di ferro che ha struttura cubica: la direzione parallela agli spigoli [100] è una direzione preferenziale.
L'anisotropia magnetocristallina deriva dall'accoppiamento tra lo spin e il momento orbitale dell'elettrone; le proprietà direzionali dell'orbita elettronica sono strettamente connesse con la struttura cristallina, da ciò deriva che gli assi di facile magnetizzazione sono in stretto legame con essa. Consideriamo un
materiale a struttura esagonale (per esempio Co metallico o ferriti tipo
M, W, Y), sia q l'angolo tra la magnetizzazione I
e l’asse cristallografico c.
L’energia in funzione di q è data in prima approssimazione da:
Ean
=K
sen2 q
se K è positivo (come per il Co a temperatura ambiente e per le ferriti M e Y) la direzione di magnetizzazione facile è l’asse c; se invece K è negativo tale direzione è su nn piano ortogonale a c (ferriti Y). In un materiale a struttura cubica (per esempio Fe o Ni) l’espressione è la seguente: Ean = K (a12a22 + a12a32 + a22a32)
in cui a1,
a2, a3 sono i coseni direttori del vettore
magnetizzazione rispetto agli assi del cubo. Qui se K è positivo il minimo
dell’energia si ha per le direzioni [100] perché il minimo si ha quando
l’espressione tra parentesi è minima, in questo caso zero; se K è negativo
il minimo si ha quando invece ha il valore massimo (a1 = a2
= a3
=1) cioè le direzioni facili sono [111].
|