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CAPITOLO II - Le grandezze magnetiche Le grandezze magnetiche Da quanto è stato
esposto nel capitolo precedente si deduce che può essere elaborato un
metodo puramente operazionale con cui ricavare e utilizzare le leggi del
magnetismo: esso poggia sui concetti dell'elettricità, ormai familiare,
per creare una base intuitiva di ragionamento che permette una rapida
assimilazione dei procedimenti di calcolo, riducendo notevolmente le possibilità
di confusioni e di errore, sempre restando concettualmente rigorosi.
Le grandezze fondamentali
del magnetismo sono le grandezze vettoriali H (forza magnetica) e B
(induzione magnetica) che definiamo così:
H è il risultato di quella misura
eseguibile con un magnetometro (solenoide di Rogowski) che, al pari di
un elettrometro, misura la differenza di tensione magnetica tra due punti; B è il risultato di quella misura
eseguita con un flussometro che, similmente ad un amperometro, misura quante "linee" di B attraversano una data area.
E' allora evidente
che si può far corrispondere al vettore campo elettrico E il vettore campo magnetico H ed al vettore densità di corrente J il vettore induzione magnetica B, e derivare da H e B tutte le altre grandezze
magnetiche, con lo stesso procedimento logico col quale da E e J si sono ricavate le grandezze elettriche.
Va notato che questa
corrispondenza è puramente operativa, poiché la stessa analogia, si può
fare con un circuito idraulico in cui la pressione corrisponde alla tensione
magnetica e la portata al flusso di B.
La tabella II fornisce
un quadro sinottico intuitivo delle corrispondenze tra circuito elettrico
e circuito magnetico.
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