Giancarlo Franceschetti MAGNETI PERMANENTI


CAPITOLO II
LE GRANDEZZE MAGNETICHE

Le grandezze magnetiche

 
CAPITOLO II - Le grandezze magnetiche

Le grandezze magnetiche

Da quanto è stato esposto nel capitolo precedente si deduce che può essere elaborato un metodo puramente operazionale con cui ricavare e utilizzare le leggi del magnetismo: esso poggia sui concetti dell'elettricità, ormai familiare, per creare una base intuitiva di ragionamento che permette una rapida assimilazione dei procedimenti di calcolo, riducendo notevolmente le possibilità di confusioni e di errore, sempre restando concettualmente rigorosi.

 

Le grandezze fondamentali del magnetismo sono le grandezze vettoriali H (forza magnetica) e B (induzione magnetica) che definiamo così:

 

H è il risultato di quella misura eseguibile con un magnetometro (solenoide di Rogowski) che, al pari di un elettrometro, misura la differenza di tensione magnetica tra due punti;

B è il risultato di quella misura eseguita con un flussometro che, similmente ad un amperometro, misura quante "linee" di B attraversano una data area.

 

E' allora evidente che si può far corrispondere al vettore campo elettrico E il vettore campo magnetico H ed al vettore densità di corrente J il vettore induzione magnetica B, e derivare da H e B tutte le altre grandezze magne­tiche, con lo stesso procedimento logico col quale da E e J si sono ricavate le grandezze elettriche.

 

Va notato che questa corrispondenza è puramente operativa, poiché la stessa analogia, si può fare con un circuito idraulico in cui la pressione corrisponde alla tensione magnetica e la portata al flusso di B.

 

La tabella II fornisce un quadro sinottico intuitivo delle corrispondenze tra circuito elettrico e circuito magnetico.