Note sullo sviluppo psicomotorio del bambino
Un quadro d'insieme
Tappe dello sviluppo psicomotorio
Alcune tappe dello sviluppo |
Bambino vedente |
Bambino non vedente o gravemente ipovedente |
Sorride all'adulto |
Entro mesi 3 |
|
Vocalizza |
Entro mesi 3 |
|
Mantiene la testa in equilibrio |
Entro mesi 3 |
4,2 (100%), range (3 - 6), SD ±1.35 |
Afferra un oggetto |
Entro mesi 5 |
|
Seduto con appoggio |
Entro mesi 6 |
7,1 (100%), range (6 - 9), SD=1.21 |
Si afferra i piedi |
Entro mesi 6 |
|
Rotolamento |
Entro mesi 6 |
10,4 (100%), range (8 - 16), SD=2.63 |
Striscio |
Entro mesi 6 |
15 (55,15%), range (10 - 25), SD=10,37 |
Lallazione |
Entro mesi 6 |
|
Seduto senza appoggio |
Entro mesi 9 |
10,3 (100%), range (8 -16), SD=2.73 |
Sta in piedi tenendosi ad un sostegno |
Entro mesi 9 |
15,3 (100%), range (12 - 28), SD=5.19 |
Dice una parola a significato |
Entro mesi 9 |
|
Procede a quattro zampe |
Entro mesi 10 |
|
Cammina da solo |
Entro mesi 14 |
19,8 (100%), range (13 - 32), SD=9.44 |
I dati della tabella precedente sono ricavati dal seguente articolo di E. Fazzi et Al (1999):
"Il bambino non vedente: peculiarità e problematiche del suo sviluppo neuropsichico"
dalla rivista
"Attualità in neuroftalmologia dell'età evolutiva" edizioni Francoangeli/Sanità"
Perchè sollecitare il controllo del capo
Il controllo capo è l'espressione e la testimonianza dell'interazione ed integrazione
di sviluppi funzionali diversi. Lo sviluppo della vista ha un ruolo importante in questo
controllo posturale.
L'interesse per ciò che è visibile nell'ambiente (entro 10 giorni di vita il bambino
è già capace di fissare e di volgere il capo verso una sorgente di luce diffusa)
e la conseguente esplorazione visiva (lo sguardo segue un oggetto che si sposta, già
nel 23^° giorno) sollecitano lo sviluppo dell'abilità di controllare la posizione del capo
e di adattarla al campo di esplorazione.
Alla fine del terzo mese il bambino è capace di seguire con gli occhi i movimenti
delle proprie mani e di studiarne a lungo gli spostamenti (presupposti per
la coordinazione occhio-mano e della prensione degli oggetti che culmineranno
nelle prassie).
Perchè sollecitare la stazione seduta
Stazione seduta: a circa 9 mesi il bambino controlla quasi del tutto la situazione:
può voltarsi per prendere gli oggetti e tornare in posizione di equilibrio; può anche
passare dalla posizione supina a quella seduta e viceversa.
L'importanza dell'acquisizione della stazione seduta autonoma permette di liberare
gli arti superiori e di adibirli al compito più specifico della prensione.
Nel controllo della posizione seduta interviene l'informazione visiva che fornisce
l'orientamento ottico. L'interrelazione tra controllo posturale e afferente visive esiste
fin dall'epoca neonatale. Nel corso di questi mesi, però, gli effetti di tale interazione
diventano piuttosto vistosi.
Con l'accrescersi delle abilità posturali si arricchisce e si perfeziona l'esplorazione
visiva; l'interesse suscitato dall'ambiente visto da un'angolatura/ottica diversa,
a sua volta contribuisce a consolidare le acquisizioni posturali. Il bambino impara
ad organizzare adattamenti posturali sempre più complessi, idonei a mantenere
stabilmente l'equilibrio e congrui con il suo desiderio di esplorazione e di azione
sull'ambiente. Già intorno al 4° mese, quando la posizione seduta è mantenuta con
sostegno, il bambino inizia ad indicare con il dito. Tale gesto può essere
accompagnato dall'emissione di suoni. Tale acquisizione, con i caratteri preminenti
di tappa motoria, ha il significato più articolato di evento nel quale si intrecciano
le valenze affettive e le spinte cognitive su di un substrato neuromotorio,
per assumere il valore di un comportamento.
Perchè sollecitare la stazione eretta
Tradizionalmente si situa al 9° mese l'epoca più abituale di raggiungimento
della stazione eretta.
Tappa evolutiva di fondamentale importanza; l'universo visibile si arricchisce
e l'orizzonte si allarga.
Perchè sollecitare la deambulazione
Intorno ai 13-14 mesi il bambino si lascia e deambula senza appoggio.
Con la locomozione il bambino passa dallo "spazio prossimo"che era quello del
campo immediato della prensione, allo "spazio locomotorio".
Si tratta di uno spazio misurato con le traiettorie e i percorsi variabili che il proprio
corpo disegna.
Relativamente alle possibilità sensoriali da un lato e posturo-motorie dall'altro,
si avvia la costruzione dello "spazio pratico".
Perchè sollecitare la prensione
La prensione consiste nell'atto di sollevare gli arti verso l'oggetto (atto di puntare)
e di quello successivo di chiusura della manointorno all'oggetto stesso, dopo aver
raggiunto il bersaglio.
Prima che compaia l'atto di puntare all'oggetto, avviene un importante fenomeno
preliminare: verso le 12 settimane, la vista dell'oggetto produce movimenti delle
braccia che investono la zona destinata alla prensione. Pertanto, inizialmente la
vista fornisce lo stimolo al movimento e ne controlla l'esecuzione.
Ancora intorno ai 6 mesi il bambino deve vedere l'oggetto e simultaneamente
la sua mano. Solo successivamente (dopo i 6 mesi) il bambino impara ad
afferrare tutto ciò che vede, indipendentemente dalla visione della mano.
Egli comunque porta davanti agli occhi qualunque oggetto preso fuori
dal campo visivo.
Nei mesi seguenti, alle informazioni visive, le quali ora permettono di
apprezzare anche la distanza e la posizione dell'oggetto, si associano quelle
propriocettivo-cinestesiche, che forniscono i mezzi per controllare l'atteggiamento
dell'arto superiore durante tutto il movimento.
La tappa della prensione segna una svolta significativa nello sviluppo della
percezione spaziale. Con l'evolversi di tale acquisizione si va realizzando
la coordinazione prassica occhio - mano - bocca. La mano che afferra e porta
alla bocca gli oggetti entra nel campo visivo.
Da questo momento il bambino si costruisce uno spazio più omogeneo poiché
l'oggetto viene localizzato laddove è stato visto e toccato. .
Lo spazio è ora unificato ma centrato ancora sull'oggetto. Si tratta dell'acquisizione
di uno spazio le cui coordinate sono date dall'esperienza tattile e visiva insieme ma
dove è ancora assente la nozione di permanenza dell'oggetto propriamente detta.
Sviluppo delle prassie: l'attività della mano usata intenzionalmente, diviene
l'espressione di un'organizzazione del movimento che integra due poli: quello
della gnosia (conoscenza) e della prassia (schema motorio).
L'atto motorio della mano che ricerca un oggetto indica un'iniziativa ideomotoria
in quanto il movimento verso l'oggetto si carica di intenzionalità prattognosica.
A partire dai 9 mesi il bambino ha acquistato l'iniziativa di compiere un gesto attivo
per allontanare un ostacolo che gli impedisce di prendere un oggetto. Parallelamente,
e come conseguenza della necessità di superare gli ostacoli per raggiungere una
soluzione, avviene la scoperta di mezzi nuovi che gli consentono di raggiungere
lo scopo (problem solving). Ciò dimostra il passaggio dalla singola azione
a una sequenza supportata da un progetto mentale.