Nelle nostre Bibbie i libri dei profeti sono
ordinati sulla base della loro importanza, per così dire, ed estensione.
Perciò abbiamo prima i cosiddetti quattro grandi profeti: Isaia,
Geremia (cui fanno seguito il libro delle Lamentazioni,
attribuito dalla tradizione a questo profeta, e poi il libro che porta il
nome del suo discepolo Baruc), Ezechiele e Daniele
(che, però, più che profetico, è un libro apocalittico); poi i dodici
cosiddetti "profeti minori": Osea, Gioele,
Amos, Abdia, Giona, Michea,
Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo,
Zaccaria, Malachia.
Dal punto di vista storico, invece, distinguiamo tra profeti
dell'epoca monarchica: Amos e Osea per il regno del nord (VIII
sec. a.C.), Michea, Isaia (Is 1-39), Geremia,
Sofonia, Naum e Abacuc per il regno del sud (VIII-VII
sec. a.C.); profeti dell'esilio: Ezechiele e "Secondo
Isaia" (Is 40-55) (VI sec. a.C.); profeti del
dopo-esilio: Aggeo, Zaccaria (Zc 1-8), "Terzo
Isaia" (Is 56-66), Malachia, Abdia, Gioele,
Giona, "Secondo Zaccaria" (Zc 9-14) (V-III sec.
a.C.). Il libro di Daniele è da porsi verso la fine della prima
metà del II sec. a.C.
Eccone alcuni:
- Osea, nello stesso regno del nord, denuncia l'infedeltà
d'Israele verso il suo "sposo" JHWH, al quale, come
una sposa, si era legato con l'alleanza, ma che ha tradito dandosi
agli "amanti", le varie divinità cananee. Osea è anche il
profeta che proclama l'amore misericordioso di Dio, che perdona
e reintegra nella sua intimità il popolo infedele.
- Isaia è il primo grande profeta del regno di Giuda.
La sua predicazione si svolge dal 740 al 700 a.C. Egli è
presente in tutti gli aspetti della vita del popolo: quelli politici,
come consigliere del re, e quelli religiosi, come denunziatore, al
pari di Amos, delle ingiustizie sociali e di un culto senza anima e in
stridente contrasto con la vita morale. A tutti propone la fede
incrollabile in JHWH, più potente di tutti i nemici e delle
potenze ritenute invincibili, come l'Assiria (cf. Is
7,9b; 28,16; 30,15). È il profeta del messianismo regale,
attraverso il quale Dio si fa vicino al suo popolo nei momenti
difficili (cf. Is 7-12). Il suo stile è tra i più elevati
della poesia ebraica. La sua profezia è contenuta nei cap. 1-39
del libro che porta il suo nome, formato da piccole raccolte, cui i
discepoli collegarono diverse aggiunte (in particolare le due
"apocalissi" dei cap. 24-27 e 34-35).
- Un secolo dopo, in Giudea, sono profeti Geremia e Sofonia.
Nessuno come Geremia ha unito le vicende personali alle
sorti della sua profezia. Carattere mite e, all'inizio della sua
missione, giovane inesperto, deve affrontare il momento più difficile
e decisivo della storia della nazione giudaica, quello che conduce
all'esilio in Babilonia (587 a.C.). Egli tenta di tutto: scuote
il torpore del popolo con una predicazione che chiede una radicale
conversione.
- Ezechiele è sacerdote e insieme profeta.
Deportato in Babilonia con la prima ondata di esiliati, inizia nel 593
a.C. a predicare la penitenza, ma al tempo stesso preannunzia
l'ulteriore castigo che sta per abbattersi su Gerusalemme (cf. Ez
1-24). La seconda parte del libro raccoglie la predicazione del
profeta dopo la distruzione della città e la seconda deportazione
(587 a.C.).
- Il libro di Daniele non contiene la predicazione di un
profeta, ma una serie di racconti edificanti e soprattutto di testi
caratterizzati dallo stile apocalittico, con sogni svelati, visioni e
previsioni di un futuro prossimo. Il suo scopo è offrire una
visione della storia che dia coraggio e speranza ai giudei al
tempo della persecuzione di Antioco IV Epifane (164 a.C.). Daniele ha
visioni e sogni, con i quali descrive attraverso simboli il
persecutore, la sua azione nefasta, ma anche la sua fine. Questa
assicura l'avvento del regno dei santi, simboleggiati da un "figlio
di uomo" il cui potere non tramonterà mai (cf. Dn
7,13-14).
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