Le altre lettere neotestamentarie differiscono da quelle paoline almeno per
tre motivi: sono indirizzate a più comunità contemporaneamente, non
presuppongono problematiche particolari, ma generali; sono discorsi scritti o
trattati piuttosto che lettere.
Le lettere di Giacomo, Giuda e Pietro, insieme alle
tre lettere di Giovanni, sono dette tradizionalmente "lettere
cattoliche", cioè non dirette ad una singola comunità, ma a tutti i
cristiani, come accade per la maggioranza di questi scritti.
- La lettera agli Ebrei è una predica dotta, messa per
iscritto e inviata a cristiani di origine ebraica, che si lasciavano
prendere dalla nostalgia per il culto fastoso del tempio di
Gerusalemme ed erano tentati di disertare le assemblee cristiane per
ritornare all'ebraismo. Ad essi l'autore dello scritto, un letterato
colto d'Alessandria e buon conoscitore della Bibbia greca, rivolge
un caldo invito alla perseveranza nella fede e nella vita cristiana.
- Anche la lettera di Giacomo, "fratello di Gesù",
cioè suo parente stretto e capo della comunità di Gerusalemme fino
al 62 d.C., anno della sua morte, è una sintesi dei suoi discorsi su
diversi aspetti della vita cristiana, specie di comportamento: ascolto
e attuazione della Parola (cf. Gc 1,16-26), attenzione
fattiva ai poveri (cf. Gc 2,1-13), fede attuata
dalle opere (cf. Gc 2,14-26), attenzione ai peccati di
lingua (cf. Gc 3,1-12) e alle discordie interne (cf.
Gc 4,1-12), avvertimenti ai ricchi (cf. Gc
4,13-5,6), pazienza nell'attesa della venuta del Signore (cf. Gc
5,7-11), esortazioni finali (cf. Gc 5,12-20).
- La lettera di Giuda, fratello di Giacomo, può non
essere dell'apostolo. Affronta infatti una situazione posteriore
all'epoca apostolica, tipica degli anni intorno all'80 d. C. Lo
scritto mette in guardia da predicatori ambulanti, che si introducono
nelle Chiese per corrompervi la fede e i costumi.
- Sulle due lettere di Pietro si discute se la prima sia
dell'apostolo; l'altra certamente non lo è - se non altro perché il
cap. 2 è una rielaborazione della lettera di Giuda - ed è da
ritenersi invece l'ultimo scritto neotestamentario (tra il 100 e il
125 d.C.). Ambedue le lettere hanno di mira sia fatti esterni alla
comunità, cioè la persecuzione che colpisce i cristiani, sia fatti
interni, come il turbamento portato dai soliti predicatori itineranti.
- Le tre lettere di Giovanni sono la traduzione della fede
in Cristo nella vita della comunità.
1 Giovanni è un discorso scritto, una fervida
esortazione alla vita cristiana: camminare nella luce attraverso la
rottura con il peccato, la pratica dell'amore cristiano e la rottura
con il mondo e gli anticristi (cf. 1 Gv 1,5-2,29); vivere da
figli di Dio attraverso le stesse condizioni (cf. 1 Gv
3,1-4,6); lasciarsi inondare dall'amore di Dio e vivere nella sua fede
(cf. 1 Gv 4,7-5,13).
- 2 e 3 Giovanni sono brevi biglietti,
indirizzati il primo a una Chiesa locale e il secondo a un
responsabile di un'altra comunità, per metterli in guardia contro
l'insorgere di eresie e il separatismo di alcuni responsabili locali.
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