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                             Cenni storici sullo sviluppo della Cucina Italiana

Parte I

bullet0 - Premessa
bullet1 - I tempi piu' remoti
bullet2 - L'anno 0
bullet3 - Il Medioevo ed i Comuni
bullet4 - Il Rinascimento
bullet5 - La Rivoluzione francese
bullet6 - L'Unita' d'Italia


                                                         

 

Parte II

 

Parte III

0 - Premessa

L’alimentazione è stata da sempre un parametro fondamentale per il diffondersi della vita sulla terra : da essa deriva direttamente l’esistenza medesima dell’individuo e quindi della sua specie. Una giusta e corretta alimentazione permette al singolo individuo di avere più possibilità di sopravvivere e svilupparsi intellettualmente rispetto ad un altro malnutrito : una dura legge certo, che tuttavia, vige ancora oggi nel nostro tormentato secolo.
In questo piccolo compendio cercheremo di analizzare, nello stretto ma importante ambito italiano, l’evolversi dell’alimentazione da ‘primordiale bisogno’ in ‘cucina’. Daremo un veloce e sintetico sguardo alle tappe storiche più significative della nostra cucina nazionale. Non parleremo di grandi cuochi e lussuosi ristoranti, cercheremo invece di capire la vera essenza del ‘cucinare all’italiana’ : cercheremo di comprendere il perché di quello strano e irrefrenabile impulso che ci fa scegliere un certo piatto rispetto ad un altro. La cucina è parte integrante della ‘cultura di un popolo’ e noi tutti riusciremo a comprenderla meglio solo quando prenderemo coscienza di far parte attivamente di quel popolo.

Indice

1 - I tempi piu' remoti

I più antichi ritrovamenti di essere umani vengono datati alla fine del Terziario, o meglio del medio Pleistocene inferiore, e riguardano popolazioni di esseri già con un barlume di intelligenza chiamati Australopiteci o Preominidi. Queste comunità primordiali non conoscevano il fuoco ma erano in grado di costruire piccoli utensili ; tra questi sono stati ritrovati piccole lance, monili e ciottoli scavati per poter bere comodamente l’acqua o servire all’occorrenza da mortaio per il confezionamento di semplici cibi.
Più avanti nel tempo troviamo popolazioni di Pitecantropi, conoscitori del fuoco, e quindi presumibilmente consumatori di cibi cotti, più digeribili e sicuri rispetto a quelli crudi. Il Pleistocene è un’era geologica che va dal 600.000 AC al 10.000 AC, storicamente e antropologicamente questo periodo viene chiamato Paleolitico.
Numerosi sono i ritrovamenti di resti umani scoperti sul territorio italiano e databili al Paleolitico; essi si trovano principalmente nell’entroterra e lungo le coste della nostra penisola che si affacciano sul mar Tirreno, mentre nelle regioni settentrionali (Piemonte, Val D’Aosta, Lombardia, e Tre Venezie), ricoperte da una spessa coltre di ghiaccio, lo sviluppo di insediamenti umani è stato praticamente impossibile durante questo periodo.

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2 - L’anno 0

Con un balzo di 10.000 anni giungiamo all’anno 0 : l’Impero Romano è padrone del mondo occidentale. Le regioni occidentali a noi più vicine hanno visto la nascita e l’evoluzione di popoli con usi e costumi molto diversi tra loro. L’alimentazione si è diversificata e l’incombenza del potere Romano ha permesso una forte accelerazione agli scambi culturali tra i vari popoli e le miriadi di etnie presenti sul territorio dell’impero.
L’Italia ora è forzatamente unita, ci vorranno quasi diciannove secoli per ritrovarla tale; da questo momento il nostro attuale Paese si posizionerà a metà strada tra il Nord ed il Sud e tra l ‘Est e L’Ovest dell’Europa : un continente che per ora esiste solo dal punto di vista geografico e non certo da quello etnico. Parecchie cose sono cambiate rispetto al Paleolitico : gli uomini ora non devono più lottare solo per la sopravvivenza fisica, ora hanno idee, culture e Dei da far valere, non sono più tutti uguali, tra loro si possono trovare i ricchi ed i miserabili. L’alimentazione è di ‘classe’ e ciò che i potenti sperperano in una giornata di banchetti potrebbe bastare alla sussistenza settimanale di migliaia di disgraziati. Una situazione, purtroppo, sostanzialmente simile a quella dei giorni nostri !
. Non si può ancora parlare di una ‘cucina italiana’, ‘romana’, o ‘regionale’ che dir si voglia : la cucina è essenzialmente ‘etnica’ e all’interno dell’etnia, differenziata a seconda delle possibilità finanziarie dell’individuo.

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3 - Il Medioevo ed i Comuni

Con il termine Medioevo viene indicato il periodo storico compreso tra il 476 (caduta dell’Impero Romano) e il 1492 (scoperta dell’America)
. L’Alto Medioevo (secoli dal V al X) è caratterizzato dalle invasioni di popolazioni cosiddette ‘barbare’ che, venuta meno la prevalenza militare del dominio di Roma, invadano con continuità il nostro Paese, instaurando regni e dominazioni di lunga durata che incidono profondamente sugli usi e costumi delle popolazioni locali. Con queste invasioni anche le abitudine culinarie degli ‘italiani’ subiscono una radicale modificazione, differenziandosi molto tra il Nord, il Centro ed il Sud del territorio.
Specialmente nel Nord del Paese si diffondono piatti tipici delle popolazioni nordiche : il clima, più rigido che al Sud, favorisce la rapida diffusione di piatti caldi molto sostanziosi su tutto il territorio settentrionale.
L ‘inizio del Basso Medioevo (secoli dal XI al XV) vede l’Italia del Nord sotto l’influenza del Sacro Romano Impero teutonico, quella del Centro assoggettata al potere Pontificio ed il Sud del Paese sotto il dominio del Regno di Sicilia, di fatto Vassallo dello Stato Pontificio.
In questa complessa situazione si inserisce un evento molto importante per la futura storia del nostro Paese : la nascita del Comuni, che con i loro principi di libertà e indipendenza cercano, unendosi in raggruppamenti organizzati, di far valere i propri diritti anche con la forza.

I Comuni rappresentano non più una etnia che cerca rivalsa verso altri popoli ma bensì l’unione di ‘uomini liberi’ che anelano alla libertà sia politica che economica del loro territorio, superando le classi e le estrazioni sociali di provenienza dei singoli. Anche l’alimentazione si differenzia molto da Comune a Comune e si può senz’altro affermare che la cucina di questi raggruppamenti umani è il primo tentativo di ‘cucina italiana moderna’.
La fine del medioevo vede in Europa il formarsi dei grandi Stati dell’età moderna e L’Italia, ancora molto frazionata , dominata al Sud e sulle grandi isole dagli Aragona.

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4 - Il Rinascimento

Il termine Rinascimento (XVI secolo), usato per primo dal Vasari, esprime la certezza di essere veramente alla soglia di una ‘nuova era di rigenerazione dell’umanità’. L’uomo viene concepito come entità individuale in sé completa e autonoma (microcosmo) e contrapposto all’infinità dell’universo (macrocosmo). A lui spetta il compito di dominare e asservire tutte le forze della natura. Un concetto questo ‘rivoluzionario’ che pone l’uomo come artefice di sé stesso, ‘dominatore’ degli eventi, quindi non più succube dei medesimi.
In questo secolo tutta la cultura e le arti umane vengono tenute in grande considerazione e anche la cucina si arricchisce di spontaneità e fantasia ; le ricette più rinomate iniziano ad essere raccolte in ‘manuali del cucinare’, a disposizione però soltanto delle persone più colte.

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5 - La Rivoluzione francese

La Rivoluzione francese (1789) è un evento storico di portata eccezionale : essa varcherà ben presto gli angusti confini del territorio francese per dilagare nel mondo intero con i suoi ideali, forse oggi un po’ utopistici, di uguaglianza, libertà e fratellanza di tutti gli individui. I secoli che seguiranno il XVII saranno profondamente ‘segnati’ dalla Rivoluzione francese che verrà sempre citata, a volte ingiustamente, come esempio ora di anelito indiscriminato alle libertà individuali, ora di prevaricazione dei diritti delle moltitudini di diseredati rispetto ai pochi ricchi e potenti. Con la Rivoluzione francese viene rivalutata un tipo di cucina più semplice e popolare, ma non per questo, meno gustosa. I banchetti e le feste, ai quali le nobiltà francesi erano molto affezionati, vengono marcati ‘reazionari’ e quindi banditi totalmente. Anche le cucine degli altri Paesi non tarderanno ad essere soggette a questa ventata innovativa che si trasformerà ben presto in un nuovo ‘stile di vita’.

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6 - L’Unità d’Italia

Nel 1872 muore Mazzini, nel 1878 Vittorio Emanuele II e quattro anni più tardi Garibaldi : essi sono stati i veri artefici dell’Unità d’Italia e con la loro morte si chiude un capitolo fondamentale della storia del nostro Paese.
Ora l’Italia è unita da Nord a Sud, è una monarchia con un Parlamento nel quale la ‘Destra storica’ da sempre al potere è stata battuta dalle ‘Sinistre’ (1876-87 Ministeri Depretis), il Re è il freddo e autoritario Umberto I, ed il nostro Paese incomincia a pensare addirittura a politiche imperialiste.
E’ proprio in questo preciso contesto storico che nasce a mio avviso la vera ‘cucina tradizionale italiana’ come la intendiamo ai nostri giorni. Nasce dopo secoli e secoli di invasioni, di domini stranieri, di lotte fratricide interne, di conflitti derivanti dalla presenza dello Stato Pontificio sul territorio del nostro Paese; prende vita nelle campagne ancora incontaminate da fertilizzanti ed antiparassitari troppo violenti per la natura, nelle case contadine nelle quale nonni e nipoti vivono sotto lo stesso tetto, e dove almeno tre generazioni condividono gli stessi ambienti domestici e si ritrovano tre volte al giorno intorno ad una tavola per celebrare il ‘rito del pasto’.
Da questo momento il cucinare in Italia potrà chiamarsi ‘cucina italiana’, e le diversità culinarie tra Nord e Sud, Est e Ovest del Paese non saranno manifestazioni in contrapposizione, ma bensì sfumature di un unico modo di intendere l’alimentazione.

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