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L'altro giornalismo

... a Napoli

In una città vulcanica come Napoli, fin da bambino ho imparato che c'è un altro giornalismo, fatto cantando, recitando, raccontando storie o trasfigurando la realtà che si ha intorno, in modo che tutti possano sapere e comprendere.

Edoardo Bennato Ho imparato con cari amici come Edoardo Bennato e Tony Cercola, Lucio Seneca e Giorgio Verdelli, ma anche con tanti personaggi anonimi, felici o disperati, incontrati negli spazi solari o tetri della Napoli degli Anni Sessanta, Settanta e Ottanta.

Tony CercolaCon i ragazzi degli scantinati del Parco Matarazzo, dove trentacinque anni dopo è ancora di casa la musica, tra i carrettieri e gli studenti dell'Osteria delle Rose a Fuorigrotta, nei locali off come il Play Studio di Arturo Morfino o l'Hard Rock e il City Hall Café di Dino Luglio, nelle case del popolo della periferia sventrata tra Portici e Ponticelli o nelle radio private della prima generazione, palcoscenico e rifugio palpitante di una cultura nuova, poi strangolata dal degrado politico, istituzionale e ambientale di Partenope.

Raffaele CasconeSeguendo le orme tracciate da amici come Raffaele Cascone, che porto' il nostro linguaggio e la nostra musica per la prima volta alla Rai, nel 1973 con il programma "Per voi giovani", molti di noi trovarono lo strumento ideale di comunicazione proprio nella radio, prima locale e poi nazionale.

Romanzo, canzone, poesia, commedia o saggio, l'arte partenopea di comunicare si esprime spesso con un giornalismo, scomodo e difficile, che ha un gruppo di maestri illustri, come Eduardo De Filippo, e tanti piccoli eroi meno noti.

ALEX JURLARO

Alex JurlaroUn discorso a parte merita Alex Jurlaro, scomparso da poco, dopo aver attraversato la realtà italiana con coraggio e forza in diversi campi dell'altro giornalismo, senza cedere ai compromessi dell'Italietta divoratrice di miti inventati dalle lobby del momento.

Nei suoi testi (blues, canzoni, racconti) c'e' un pezzo delle inquietudini, degli ideali e delle vicende che appartengono alle generazioni della Rock-era. E c'è anche profezia di ciò che sarebbe accaduto. Come nei due romanzi incompiuti:  "Romanzo Napoletano, ovvero la Rivoluzione del 1999", scritto nel 1986, dove si vaticina la Repubblica del Meridione nel 1999, con a capo un eroe popolare alla Bassolino; e "Non sono il bassista di passaggio", scritto dieci anni più tardi, giocato fra la nuova realtà americana di fine Millennio e i continui richiami all'Italia pre e post Tangentopoli.


... nel Resto del Mondo

Phil OchsIn tutto il mondo esistono forme artistiche di dare notizie, denunciare realtà, raccontare vicende altrimenti destinate a restare nell'ombra o a passare alla storia nella versione costruita dal potere, la verità ufficiale. L'altro giornalismo, come i talking blues o le canzoni degli hobo negli Stati Uniti, con i suoi martiri spesso dimenticati.

Phil Ochs per tutti, il cantautore morto suicida dopo essere stato emarginato dal sistema americano alla fine degli Anni Sessanta per le sue denunce brucianti che definiva, col titolo del suo più celebre Long Playng, "All the news that's fit to sing", cioè "Tutte le notizie adatte ad essere cantate".


Segnala gli "altri giornalisti"Cliccando questo bottone, segnala i nomi e i relativi link degli "altri giornalisti" di Napoli o del Resto del Mondo che che secondo te meritano di essere inseriti nella lista che troverai qui sotto.

Tenteremo di formare assieme un elenco e di riempirlo con opere e siti. Al nome, o ai nomi, che indichi aggiungi per favore una breve descrizione dei personaggi e dei meriti che, secondo te, hanno nel fare informazione in forma artistica..

Edoardo Bennato
"Non potro' mai far carriera nel giornale della sera, anche perche' finirei in galera", canta non a caso Edoardo in tema di "altro giornalismo". Cantautore napoletano che dalla fine degli Anni Sessanta ironizza sulle malefatte del potere e spinge i ragazzi a combattere con l'arma della fantasia contro "i marpioni" che, come il Gatto e la Volpe, vogliono fare di noi dei burattini.

Tony Cercola.
Il primo "percussautore" italiano, cantautore delle percussioni. Quando suona, recita o racconta, Tony usa i suoni dei suoi strumenti, le voci e le volute del suo corpo, le parole onomatopeiche che inventa, quelle napoletane che gli sgorgano spontanee, quelle italiane conquistate in anni di confronto quotidiano con il microfono di una radio: tutto per rendere in modo vivido, ironico e struggente la realtà che ha davanti, fatta di ingiustizie, violenza, conflitti e contrasti. Realtà del Sud. E i suoi suoni incontrano e abbracciano i Sud di tutto il mondo.

Enzo Gragnaniello
Il giardiniere del Comune di Napoli che ha mescolato nei suoni della sua voce l'anima profonda, la poesia, le grida disperate e le passioni vitali del popolo partenopeo e dei dominatori che sotto il Vesuvio hanno lasciato il segno.

Bisca
Bisca, 99 Posse, Almamegretta, Daniele Sepe, Zezi di Pomigliano d'Arco, hanno come comune denominatore quello di comunicare, esclusivamente in dialetto napoletano, il disagio e i contrasti di una città che non si può più riconoscere nelle vecchie icone "sole, pizza e mandolino" ma, dagli anni '80 (direi dagli anni '70 ndr), piuttosto nei suoi problemi quotidiani: disoccupazione, corruzione, inquinamento, delinquenza, droga...(Paolo)

99 Posse
Con i Bisca, i 99 Posse sono i portavoce degli emarginati, disoccupati, studenti e autonomi napoletani che all'inizio degli anni '90 hanno creato un vero e proprio movimento antagonista. La musica, di influenza reggae, ska, funk, hip hop, è per loro un mezzo per comunicare esplicitamente(al limite dello slogan) le proprie idee e il proprio disagio. CD: Incredibile opposizione tour '94.

Almamegretta
"Io so' cresciuto miez' a 'na via, miez' e mariuoli, miez' a polizia, e allora che vulite si vendo a cucaina, si voglio magna' pur' io sera e matina, si voglio sta pur' io comm' e figlie re signure che renare dint' a' sacc' e che e vestite buone." "O' buono e o' malamente", Almamegretta - Animamigrante.

Daniele Sepe

Zezi

Igor Jambasov
Quando scoppiò la guerra in Kossovo, il 25 marzo 1999, tutti i musicisti di Skopje, Macedonia, dove era il fronte delle forze alleate a 17 chilometri dal confine con il Kosovo, andarono dall'attore Igor Jambasov a dirgli: "Igor, dobbiamo fare qualcosa per i fratelli serbi". E Igor rispose: "No, dobbiamo fare qualcosa per la nostra Macedonia". E con la sua voce profonda e vissuta cantò "Welcome to the Hotel Macedonia", un testo in stile rap sulla canzone degli Eagles "Welcome to the Hotel California".

Meno di una settimana dopo, la canzone, registrata abusivamente durante le prove di un concerto, era in onda su tutte le radio e le televisioni della Macedonia, trasformata nell'inno ufficiale che gridava la voglia di uscire subito dal conflitto.

Un giorno Igor mi aspettò invano oltre tre ore per un'intervista nel parco di Skopje. Nel campo profughi di Stenkovec1 avevo trovato un caso di incredibile separazione famigliare ed ero rimasto a filmarlo. Non volle mai più venire ad un appuntamento.

In seguito ho fallito tre volte il tentativo di portarlo in Italia, in una manifestazione o in un programma televisivo per farlo conoscere, come merita, al pubblico italiano. Igor aveva accettato di venire nel nostro paese. Questo bluesman, interprete delle inquietudini dei Balcani, attende ancora...Welcome to the Hotel Macedonia, Igor!

Phil Ochs
"Ochs isn't dead, he's only missing in action", Ochs non è morto, è solo disperso durante una missione, amano dire di lui i ragazzi americani coi capelli brizzolati

Bob Dylan
Quando apparve sul palco del Newport Festival, nel 1963, era già una celebrità. A 22 anni, a Robert Zimmerman bastò dire: "I wanna sing Blowing in the wind", per scatenare un'ovazione del pubblico e far correre in scena alcune decine di artisti a fargli da controcanto. Secondo alcuni c'è troppa ambiguità dietro il suo linguaggio carico di simbolismi, surrealismo, visioni. Ma, milioni di giovani degli anni '60 e '70 hanno capito perfettamente quello che diceva.

Robert Johnson
In soli 27 anni di vita, Robert Johnson cambiò il corso del Blues. Si dice che per riuscire a suonare la chitarra nel suo stile irripetibile, avesse venduto l'anima al diavolo. In realtà, doveva ringraziare Dio per le lunghissime dita che gli consentivano spostamenti quasi innaturali fra le corde. I suoi testi sono i più analizzati della storia della musica nera. Passione e intensità sono fulminanti e si aprono con semplicità un varco nel profondo dell'infelicità umana. Dopo due uniche, eccezionali registrazioni, lo uccise il whiskey corretto alla stricnina di un proprietario di night tradito. La moglie non aveva resistito a quella voce stregata.


 
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