Il potere della stupidità
Kali
Premessa


Questa terza edizione è diversa dalle prime due.

Non per la sostanza dei ragionamenti, che in questi anni ha trovato ulteriori conferme. Ma per alcune aggiunte, frutto di cose che ho imparato nel frattempo – e di interessanti osservazioni dei lettori – che hanno portato a parecchi approfondimenti su diversi asoetti del problema. Si trovano in varie parti del libro, in particolare nei capitoli 21, 23, 24, 25 e 30.

Ciò che ho scritto è il frutto di un lungo percorso. I dubbi e le preoccupazioni sulla stupidità umana (a cominciare dalla mia) mi affliggono fin dall’infanzia. Poi avevo letto qualcuno dei (non molti) libri sull’argomento.

Ma soprattutto lo studio della storia, come l’osservazione delle vicende quotidiane, mi hanno continuamente portato a constatare come la stupidità sia la più grande forza distruttiva in tutta l’evoluzione del genere umano. Ed è sorprendente quanto poco il problema sia studiato e capito.

Non avevo mai avuto la tentazione (o l’arroganza) di scrivere un libro sulla stupidità. Né oggi ho la pretesa (che sarebbe sciocca) di saper trattare questo spinoso argomento in modo esauriente – e tantomeno di poterne proporre una sistematica soluzione.

Uno dei problemi è la difficoltà di definire che cosa sia la stupidità – o l’intelligenza. Possiamo, tuttavia, ragionare sulla stupidità umana, e sulle sue perniciose conseguenze, anche senza una rigorosa definizione teorica del concetto.

Capire la stupidità vuol dire soprattutto valutarne le conseguenze pratiche. Cosa che avevo sempre cercato di fare, ma senza approfondire quanto avrei dovuto la natura del problema e i metodi per affrontarlo.

Da anni mi stavo chiedendo se fosse possibile ragionare in modo un po’ meno disordinato su questo argomento. L’occasione per cominciare a riordinare i miei pensieri si presentò quasi per caso, nel 1996, quando in un giro di dialoghi internazionali nell’internet mi fu chiesto di tentare una sintesi delle mie osservazioni sulla stupidità umana.

Scrissi un breve testo in inglese, intitolato The Power of Stupidiy, che fu pubblicato su un sito web americano, Entropy Gradient Reversals, nel giugno 1996. Non sapevo di aver messo in moto una vicenda che è durata dodici anni e che si è tradotta, quattro anni fa, nella prima edizione di questo libro.

Naturalmente pubblicai quel testo anche nel mio sito web – gandalf.it – ma nel frattempo si era diffusa in rete una estesa discussione sull’argomento. Una delle conseguenze fu l’uscita di The Power of Stupidiy – Part Two.

Uno dei dibattiti avvenne in un forum internet israeliano, dove lo lesse una persona in Messico, che nel 1998 decise di fare una traduzione spagnola dei primi due testi – El poder de la estupidez.

Per quattro anni non ci furono altre aggiunte. Continuavano i dibattiti e gli scambi di corrispondenza, che mi stimolavano a ragionare – e mi frullava nella mente l’idea che una prospettiva diversa si potesse impostare rovesciando il titolo: The Stupidity of Power. Intanto avevo parecchie richieste di pubblicazione dei miei commenti sulla stupidità anche in italiano.

Così nel 2002 uscì La stupidità del potere, in italiano e in inglese – insieme ai testi italiani delle prime due parti. Seguirono poi altri articoli, che si trovano online in http://gandalf.it/stupid/ – dove compariranno, se e quando ci saranno, eventuali altre aggiunte, correzioni o traduzioni.

Un’altra sorpresa è venuta nel 2004 da alcuni editori, che mi hanno proposto di pubblicare queste cose come libro. Per amicizia e simpatia ho scelto una casa editrice esordiente, Meaed – e mi fa molto piacere che abbiano voluto Il potere della stupidità come il primo titolo della loro nuova impresa editoriale.

Da allora il libro ha continuato ad evolversi, fino a un nuovo sviluppo in questa tarza edizione.

Ringrazio i lettori per le loro stimolanti osservazioni. Mi hanno aiutato a capire che ragionare sulla stupidità può essere divertente – indurre a un certo buonumore. Può sembrare strano, per un argomento così preoccupante. Ma il fatto è che conoscere la stupidità è un modo per evitarne, almeno in parte, le conseguenze.

Non mi illudo che queste poche pagine possano riassumere un tema così vasto. Ma se (come dicono i commenti dei lettori) sono riuscito a suscitare almeno un po’ di curiosità e qualche stimolo a capire meglio il problema, sembra che non sia stato inutile per me scriverlo – e soprattutto per chi legge dedicare un po’ di tempo a un argomento spesso trascurato.


Giancarlo Livraghi – maggio 2008




Post scriptum – maggio 2009

Un anno dopo la terza edizione italiana
è uscito The Power of Stupidity in inglese
(che non è una traduzione, ma un nuovo sviluppo
su questo “inesauribile” argomento).




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