Il
potere della stupidità
in inglese
Giancarlo Livraghi gian@gandalf.it maggio 2009
A un anno di distanza dalla terza edizione italiana, la novità di oggi (25 maggio 2009) è che esce The Power of Stupidity in inglese (per la prima volta come libro i lettori abituali di questo sito sanno che cerano già, fin dallinizio, testi su questo argomento anche in lingue diverse dallitaliano).
Forse questa è una cosa un po stupida. O è un atto di lucida, quanto bizzarra, follia? Lo diranno i fatti, nei prossimi mesi e anni. Certo è un po insolito che un autore italiano esca con un libro in unaltra lingua (che non è una traduzione) ed è altrettanto temerario che a pubblicarlo sia un piccolo editore italiano, che non ha distribuzione fuori dai nostri confini.
Ovviamente preferirei che avessse molti lettori. Se saranno pochi (come, allinizio, è probabile) mi interesserà comunque conoscere le loro opinioni. Saranno soprattutto loro a decidere se e come si potrà diffondere più ampiamente. Come è stato e continua a essere per ledizione italiana.
Alcune persone me lhanno chiesto. Per me sono importanti. Se fosse solo per loro, ne varrebbe la pena. Se qualcun altro lo vorrà, come potrà fare per averlo? È improbabile, almeno per ora, che lo trovi da un libraio vicino a casa. Ma può ordinarlo alleditore. O da Hoepli, Rizzoli e altre librerie online.
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Era quasi inevitabile che questo libro, presto o tardi, uscisse anche in inglese. È un ritorno allinizio di un ciclo che è cominciato tredici anni fa. Come spiegato nella premessa alledizione italiana, i primi testi su questo argomento erano usciti online, in inglese, nel 1996.
Dopo vari sviluppi è diventato un libro, in italiano, nel 2004 (come già detto, la terza edizione è uscita nel 2008).
Ma questo non è solo un ritorno alle origini lo studio del problema è in continua evoluzione.
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The Power of Stupidity non è una traduzione. I concetti sono gli stessi, ma è una riscrittura di tutto il libro. Con alcuni sviluppi che non ci sono nel testo italiano (ci saranno se un giorno, chissà quando, uscirà una quarta edizione).
Naturalmente non sono così matto da proporre a chi ha già letto il libro in italiano di rileggerlo in inglese (alcune cose aggiunte o sviluppate si trovano in articoli pubblicati online). Ma chi conosce questo nuovo testo mi dice che è, di nuovo, migliorato. Spero che sia davvero così, perché è sempre questa la mia intenzione. Il fatto è che non si finisce mai di imparare. Ogni volta che si ritorna a lavorare su un argomento si scopre che qualcosa può essere aggiunto, approfondito o spiegato meglio.
Non so neanchio perché, mentre linglese è strutturalmente più sintetico, questo libro ha trentadue pagine in più della terza edizione italiana. Non lho fatto apposta. Se è riuscito così, vuol dire che cera qualcosa in più da dire. (Il tema è inesauribile, ma non ho mai avuto e non ho la tentazione di farne unenciclopedia).
Una cosa che ho fatto intenzionalmente è sviluppare un po di più gli antidoti. Non solo nel capitolo conclusivo. Perché me lhanno chiesto i lettori. Ma anche perché ho capito che non basta spiegare la gravità del problema. Bisogna anche pensare alle soluzioni. Come ho sempre detto, fin dalle prime osservazioni che avevo pubblicato tredici anni fa, la stupidità non è eliminabile, ma non è invincibile.
Non ho mai pensato di proporre un manuale di sopravvivenza. Né un prontuario terapeutico. Ma capire il problema, conoscere le origini e le conseguenze della stupidità umana, vuol dire anche prevenire o correggere i suoi perniciosi effetti.
Già nella terza edizione italiana, rispetto alle due precedenti, era un po più sviluppato il tema rimedi e prevenzione. Una volta accettato il fatto che la stupidità fa parte della natura umana e nessuno può illudersi di esserne immune da un iniziale sgomento si passa, gradualmente, a un atteggiamento positivo. Che non può essere illusorio ottimismo, ma neppure deprimente rassegnazione.
Possiamo imparare molto, tutti i giorni, dalla stupidità nostra e da quella altrui. La constatazione, in sé, non è gradevole. Ma lo è la percezione di capire meglio e perciò diventare meno stupidi (e meno vittime della stupidità altrui).
Più ci penso, più mi convinco che è una sana e simpatica ginnastica mentale.
Molti lettori, del libro in italiano (o dei testi finora online in inglese) dicono che allinizio suscita imbarazzo e preccupazione, per la gravità del problema, ma poi un po per volta genera buonumore, perché ci si rende conto della possibiltà di risolverlo o almeno attenuarne le conseguenze.
Ho sempre sperato che ottenesse quel risultato. E ogni volta che ritorno sullargomento mi accorgo che mentre i perversi effetti della stupidità umana continuano a moltiplicarsi è piacevole, oltre che utile, capire come ridurre il suo insidioso potere.
Per una sintesi dellargomento, vedi
La guerra
quotidiana contro la stupidità
presentazione del libro in inglese
presentazine del libro in italiano