L'attività Propagandistica

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« Quando entrai nel partito mi assunsi subito la direzione della propaganda. […] Ogni propaganda dev'essere necessariamente popolare e adattarsi al livello intellettuale e alla capacità recettiva del più limitato di coloro ai quali è destinata.[…] Ogni propaganda efficace deve concretarsi in pochissimi punti e saperli sfruttare come apoftegmi affinché anche l'ultimo figlio del popolo possa formarsi un'idea di quel che si vuole. La finalità della propaganda non consiste nell'andar contro i diritti degli altri, ma nel mettere esclusivamente in evidenza i propri […]»

Hitler-“Mein Kampf”









La storia ci ha lasciato tracce indelebili di quanto e come i governi abbiano agito nel contribuire a limitare il libero pensiero, manipolando le coscienze con false promesse e ingannando le masse. Il monopolio dell’informazione e l’importanza riconosciuta alle tecniche della propaganda furono aspetti tipici della dittatura nazista. La propaganda su vasta scala, condotta con tecniche nuove, adatta alle caratteristiche della società moderna e di massa, fu l’arma vincente del nazismo. L’uomo che se ne assunse il compito, con straordinario successo, fu Joseph Goebbels, grande collaboratore di Hitler e straordinario oratore. Con il suo eccezionale talento contribuì non poco alla scalata al potere del nazismo. Grazie a questo uomo, minuto e menomato nel fisico ma di straordinaria intelligenza, l’ideologia nazionalsocialista divenne il punto di riferimento nella vita quotidiana di ogni tedesco.

Negli anni che precedettero la sua nomina a cancelliere del Reich, Adolf Hitler utilizzò sempre con maggior frequenza Goebbels nell’opera di persuasione delle masse e per riportare la Germania, umiliata dalle potenze vincitrici, ai fasti di un tempo. Nominato capo dell’ufficio della propaganda nel 1929, Goebbels concentrò nelle sue mani un potere smisurato, avente l’assoluto controllo su cinema, musica, stampa, teatro, radio, arte e televisione. La radio, più di ogni altro mezzo, assunse un ruolo di primo piano. I programmi trasmessi, in cui erano simultaneamente presenti svago ed informazioni al fine di aumentare il numero degli ascoltatori, erano costituiti per lo più da discorsi del Führer, marce ufficiali o conversazioni sul razzismo. La radio diventava così la voce ufficiale dello stato. La propaganda nazista produsse documentari e film volti ad affermare le dottrine codificate nel Mein Kampf e dunque a persuadere i tedeschi circa la necessità di eliminare quelle che venivano considerate le razze etnicamente inferiori, ad inculcare la più totale devozione e fiducia nel proprio Führer e ad affermare la grandezza di un Reich che sarebbe durato almeno 1000 anni.

Il Reich era come un'esposizione permanente dell' hitlerismo e, quando per qualche speciale avvenimento conveniva incitare le masse, le vetrine esibivano, tra ghirlande di fiori, migliaia di ritratti del Führer. Tutto ciò che si vedeva e che si udiva non era altro che un riflesso della presenza nazista.

Così il popolo tedesco, materialmente schiacciato dal peso di una propaganda che lo perseguitava in ogni angolo di strada, in ogni giornale, in ogni altoparlante, finì per cedere.












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