Radici filosofiche ed ideologiche

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L’opera che divenne la “Bibbia” del partito fu il “Mein Kampf” (la mia battaglia), scritto da Hitler tra il 1924 e il 1927, nel periodo in cui venne incarcerato per il fallito tentativo del colpo di stato a Monaco (Putsch di Monaco, 1923). Hitler sviluppò le sue teorie politiche partendo dall'attenta osservazione di quelle dell'Impero Austro-Ungarico, credendo che questo fosse indebolito dalla diversità etnica e linguistica.

Il cuore dell'ideologia nazionalsocialista era il concetto di razza. La teoria nazista ipotizzò la superiorità della razza ariana come "razza dominante" su tutte le altre e in particolare su quella ebraica. Per il nazionalsocialismo una nazione era la più alta espressione della razza, quindi una grande nazione derivava dalla creazione di una grande razza.

È comunque sbagliato pensare che il nazismo fosse incentrato solo sul concetto di razza. Le radici ideologiche del nazionalsocialismo sono molto più profonde e possono essere trovate sia nella tradizione romantica dell'Ottocento che in un'interpretazione sociale del darwinismo.
Molto spesso il pensiero del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche è indicato come principio del nazismo, soprattutto nella descrizione del "Superuomo", cioè colui che affronta il caos della vita senza rifugiarsi nelle certezze costruite dall'uomo, colui che accetta il dolore e le contraddizioni e che è artefice di una morale autonoma, creando i propri valori. Secondo Hitler, invece, il Superuomo era l'uomo ariano che, con ogni mezzo, anche attraverso l'uso della violenza, doveva riordinare il mondo secondo la differenza razziale. Egli doveva trionfare su una massa di deboli e di schiavi.
Tuttavia bisogna ricordare che Nietzsche non solo era profondamente infastidito dagli antisemiti, ma che mai nei suoi libri pubblicati prima della morte aveva inteso in senso razziale il primato del Superuomo, da intendersi piuttosto come intellettuale. Oltretutto, egli era contrario alla concezione di superiorità dello Stato; anzi, era convinto che l'individuo fosse oltre la nazione. È per questo che Nietzsche non può e non deve essere definito il precursore del nazismo.

Altre radici filosofiche del nazismo si possono ricercare nel pensiero di Fichte e di Hegel. Il primo credeva che il popolo tedesco si sarebbe sollevato al di sopra degli altri popoli, non per motivi di razza, ma come grande portatore di cultura. Hegel, con la sua concezione di "Stato Etico", sosteneva che lo Stato ha il compito di stabilire e promulgare una morale, dove il singolo è finalizzato al suo bene superiore. È da questa idea di "Stato al di sopra del cittadino" che nasce la concezione di "Stato Totalitario".


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