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La filosofia del Nippon Kempo

Il sacerdote buddhista, Baso Michikazu, alto prelato della scuola Zen, disse: " Calma nel cuore, via della rettitudine".
Anche il sacerdote Nansen Fugan rispose in tal modo a Choshu Osho il quale gli poneva l'interrogativo " qual'è la Via dell'Illuminazione ? ".
Tale Via non è la Via del Budo ( arti marziali o militari ), del Sado ( arte del the ) o del Kado ( arte della disposizione dei fiori ), ma è la " Via del Buddha, l'Illuminazione dello Zen".
Per quel che riguarda la Via del Budo, colui che malgrado le difficoltà riesce ad affrontare la realtà senza paura, senza smarrirsi, impassibile come uno specchio, serenamente, con la " calma nel cuore ", viene detto grande maestro ( Meijin ).
La più grande differenza tra il budo e le altre " Vie " consiste nel rischio della vita stessa insito nel primo.
In che modo il confronto con la morte e il rischio della vita possono forgiare l'umanità ?.
Qualora mancasse tale elemento non si potrebbe parlare di budo.
Il kempo è una lotta corpo a corpo.
Tale lotta comporta non solo esercizio e competizione ma anche combattimento reale tra due atleti; questo è l'elemento che può portare a considerare il kempo un'attività pericolosa.
Inoltre eventuali incidenti o problemi possono far si che i più inesperti si formino l'errata idea di eccessiva pericolosità di questa pratica.
Il kempo, preso in esame dal punto di vista pratico, è stato utilizzato dalla Polizia come tecnica per effettuare arresti e dalle Forze terrestri di Autodifesa come lotta a mani nude.
Questo tipo di lotta, quando da arte è diventata sport, non è stata considerata come una tecnica per atterrare l'avversario ma, attraverso le competizioni, gli atleti si allenano con il massimo impegno e provano le migliori tecniche di cui sono in possesso.
L'avversario non è un nemico ma piuttosto un amico, un compagno con il quale affinare lo spirito del budo.
Quando si acquisisce consapevolezza della propria abilità, si acquisisce la capacità di fare attenzione e curarsi dei compagni più deboli.
Dando la dovuta importanza allo spirito di combattimento razionalmente dominato e usando tale lotta come mezzo di crescita umana, spero che si possa arrivare, attraverso la pratica, ad acquisire padronanza totale e a divulgare ampiamente un nuovo " Budo - sport - Kempo ".
Per quanto riguarda il budo, lo sport, le arti in generale, non vale il detto " esercitati e diventerai bravo ".
Talento naturale, forza mentale, forza fisica, statura, peso ed altre doti fisiche sono importanti.
Stando a quanto disse il grande maestro Daruma, considerato il padre dello Zen e del kempo, non bisogna aspettarsi un dato risultato o un certo vantaggio ma occorre puntare sulla tecnica e la volontà, sull'esercizio; insomma, se si persevera qualche buon risultato si ottiene.
Anche rispettare la Via, migliorare le tecniche.
I giapponesi usano molto volentieri l'ideogramma ( il secondo dei due che compongono la parola kempo ), che è presente anche nel sudetto insegnamento.
Si può leggere in due modi, " Do " e " Michi ", ed è anche lo stesso che si usa per scrivere Shinto ( Shintoismo ), Budo ( Buddhismo ), Geido ( arti ), Budo ( arti marziali come il Kendo, il Judo...), inoltre Bushido ( la Via del guerriero ), Shonindo ( la Via del commercio ) e via dicendo, praticamente le vie dell'umanità.
Quando si parla di apprendimento nelle arti, non si usa l'ideogramma che significa " Arte " ma quello che significa " Via ".
È essenziale capire e ricordare che di fronte ad una difficoltà è più importante la volontà che la conoscenza delle cose.
Non temere di sbagliare, avere la forza di continuare ed essere coraggiosi: ecco cosa ci apre la via del futuro.


A qui, esprimendo di seguito l'essenza del kempo :

" IL NOSTRO CREDO "

Pratichiamo il kempo per coltivare e temprare con le nostre forze lo spirito della Via della Virtù.
Con animo pronto a ricambiare le cortesie con gioia ( per servire il mondo e gli uomini ) ci impegnamo con tutte le nostre forze per la pace di tutti i popoli.


" IL PROPRIO IO "

Il kempo è un metodo per distruggere il proprio " Io " per poter toccare il vero potere della vita.


" LO SPIRITO DEL KEMPO "

1) Mantenere sempre gli impegni.

2) Non voltare le spalle al nemico.

3) Mai lamentarsi.

4) Avere il senso della vergogna.

5) Vedere il giusto senso seguirlo indica assenza di coraggio.


Il maestro Sawayama detestava i movimenti prestabiliti o fissi e i riflessi condizionati insiti nei kata e inventò il Rankeiko svolto con l'armatura indosso.
Personalmente però vorrei dei kata nati dall'esercizio con l'armatura e non nati da una lotta disperata; non un kata frutto di studi razionali ma piuttosto riuscire ad ottnere delle tecniche utili in un combattimento reale.
Inoltre miro a costruire un kempo che non si basi eclusivamente sull'allenamento con l'armatura.

Il kempo dorme nella natura dell'uomo.
Fatelo risvegliare...la Via è la crescita.


( da " Nihon kenpo " di Sawayama Sokai )


Il seguente è invece un estratto da " Kenpo kyotei " di Mori Ryonosuke :

" Il kempo è la Via per entrare in contatto con la propria grande forza vitale sconfiggendo il proprio piccolo ego ".

" IL SIMBOLO SIGNIFICATIVO DEL KEMPO "

Da qui è certamente derivato il nostro stemma che comprende gli ideogrammi di " cuore " ( Kokoro ), " Corpo " ( Tai ), " Spirito " ( Shin ), " Forza" ( Chikara ), " Tecnica " ( Waza ), " Abilità " ( Jutsu ), " Regola " ( Ji ), " Via " ( Do ).

Tra le cose che ha appreso dal maestro, mi è rimasta particolarmente impressa l'ammirazione per la sua filosofia del kempo, sentimento che nutrivo all'epoca in cui lo stimavo e lo rispettavo.

© Copyright 1998 - 2002 A.R.N.K.

Contattando direttamente al maestro :
Francesco Paolo Faraone