In che modo una persona traumatizzata ricorda il suo o i suoi
traumi?
Non esiste un unico modo in cui si presentino i ricordi,
ma ci sono diverse modalità caratteristiche di ricordare
eventi traumatici.
Infatti, il modo in cui i ricordi traumatici si presentano ad una
persona variano in funzione delle diverse componenti del ricordo
che, in qualche modo, risultano inadeguate e comunque diverse rispetto
al nomale modo di ricordare. Se, ad esempio, noi ricordiamo un evento
molto piacevole non troppo lontano nel tempo, ad esempio le ultime
belle vacanze al mare, ricorderemo qualcosa come alcune immagini,
la sensazione del calore del sole o dell'acqua sulla pelle, il profumo
del mare o di qualche specialità gastronomica del posto, l'emozione
che ci dava l'essere lì, quello che abbiamo fatto, ed esprimiamo
dei commenti e delle valutazioni sulle vacanze stesse: in poche parole,
in poco tempo abbiamo libero accesso al ricordo nelle sue componenti
sensoriali, emotive, comportamentali, immaginative, di significato.
Ogni componente del nostro ricordare, inoltre, risulta chiaramente
amalgamata ed in sintonia con le altre.
In presenza di ricordi traumatici, invece, la libera compresenza
armonica di sensazioni, immagini, comportamenti, emozioni e significati,
non è possibile [si tratta del SIBAM model di Levin, 1991,
1994] ma si ha a che fare con una grande variabilità nel modo
in cui queste componenti o il loro rapporto reciproco sono alterate
rispetto all'abituale modo di ricordare. Alcune modalità sono
le seguenti:
1. Innanzitutto le emozioni possono essere peculiari:
alcuni ricordi sono così carichi emotivamente tanto che è impossibile
parlarne anche dopo anni di psicoterapia, oppure risultano essenzialmente
impermeabili ad ogni tentativo di rielaborazione verbale. Possono
esserci ricordi estremamente intrusivi, ripetitivi, sempre uguali
a sè stessi da anni, che non sembrano risentire di un approccio
verbale, specialmente se ciò che si ripresenta alla memoria è sovraccarico
di emozioni e non è esprimibile in parole, come sensazioni
viscerali o frammenti sensoriali dei ricordi, la materia prima di
cui paiono essere costituiti i ricordi altamente traumatici (Levin,
Lazrove, van der Kolk, 1999).
2. Alcuni meccanismi di fesa della nostra mente
[Meccanismi dissociativi e di esclusione delle informazioni] possono
condurre alle seguenti situazioni:
a) rendere vuoti emotivamente i ricordi: esprimibili verbalmente,
ma difficilmente modificabili attraverso le parole in quanto le
emozioni ed il corpo non partecipano alla psicoterapia o alla comunicazione
umana autentica e profonda; se si riesce a mobilitare queste emozioni,
le parole non sembrano essere il miglior strumento per la loro
gestione e rielaborazione;
b) creare veri e propri stati dell'Io in vari gradi dissociati
dall'ordinario flusso di consapevolezza e dalla personalità dominante
(Phillips, Frederick, 1995), ovvero vere e proprie aree separate
della mente con una relativa autonomia rispetto alla totalità della
mente della persona;
c) produrre amnesie più o meno ampie, fino alla completa
dimenticanza dell'esistenza di un evento passato; una forma di
memoria che invece non ha bisogno di parole, la memoria procedurale,
fatta di schemi comportamentali e sensomotori, emozioni, sensazioni,
tende a persistere e a condizionare la persona, e si presenta come
intrinsecamente incommensurabile con la parola.
d) La presenza dei ricordi in stati di coscienza diversi da quello
ordinario e quindi praticamente impossibili da richiamare alla
nostra consapevolezza "a comando".
3. La presenza di ricordi traumatici di originerelazionale
si può anche manifestare attraverso particolari dinamiche
relazionali all'interno del rapporto terapeutico. Le esperienze di
trascuratezza emotiva e di abuso nelle loro molteplici sfaccettature
posso produrre modalità relazionali distorte che, in modo
automatico, possono, ad esempio, portare il paziente alla manipolazione
del rapporto terapeutico così da riprodurre un'ulteriore vittimizzazione
del paziente stesso, oppure abbandono, rifiuto, eccessiva intimità o
fusione, violenza psicologica, abuso sessuale e, in generale, ad
effettuare test [di traslazione] per valutare la "tenuta psicologica" dello
psicoterapeuta oppure valutare quanto lo psicoterapeuta stesso si
dimostrerà diverso dalle persone che hanno fatto stare male
il paziente nel corso della sua vita.
4. Possono essere presenti frammenti di ricordi
intrusivi, che non si riescono a collocare adeguatamente in un coerente
contesto spazio temporale.
5. è possibile che una persona possa essere
tormentata da un ricordo al quale non corrisponde un evento fattuale
reale oppure da un ricordo che distorce in modo più o meno
ampio la realtà fattuale (si veda il paragrafo sui cosiddetti "falsi
ricordi")
6. Quando un evento traumatico si è ripetuto
più volte nel tempo,è frequente che una persona abbia
difficoltà a capire quante volte si è verificato, in
quale momento, ed a ricostruire l'esatto svolgersi degli eventi.
Sembra che i ricordi siano stati assemblati in uno o pochi eventi
prototipici, schemi degli eventi stessi, come avviene frequentemente
nell'abuso sessuale intrafamiliare protratto nel tempo.
7. è possibile che alcuni eventi traumatici
siano impossibili da recupare verbalmente e congruentemente perchè avvenuti
prima che il cervello fosse in grado di collocarli in un contesto
spazio-temporale (si veda oltre il paragrafo sulla neurologia
e biochimica dei ricordi traumatici).
8. La disarmonia del ricordare appare frequentemente
quando una persona ricorda un evento traumatico accaduto durante
l'infanzia ed esprime valutazioni di merito all'accaduto come se
avesse la maturità psicologica presente al momento in cui è accaduto
l'evento traumatico. Ad esempio, è molto frequente che persone
abusate sessualmente in età infantile in ambito intrafamiliare
si sentano in colpa a molti anni di distanza perchè, a torto,
ritengono di essere almeno in parte responsabili dell'accaduto in
quanto si sarebbero dovute rifiutare più attivamente oppure
avrebbero dovuto evitare sistematicamente la persona abusante: questo è il
ragionamento di un bambino o di un ragazzino, non di una persona
adulta. |