Banche, assicurazioni e grossi gruppi finanziari. Sono loro che, in Italia, detengono il 20% di immobili non residenziali (il resto appartiene tutto allo Stato)
Un enorme patrimonio immobiliare, che rende poco o niente (quello dello Stato meno dell'1%). Era (ma in parte lo è ancora) l'assurda contraddizione della proprietà immobiliare italiana, frutto di un'ottica arretrata per la quale l'immobile "non rende ma difende" l'investitore dalle congiunture macroeconomiche negative. Un patrimonio in condizioni mediamente tutt'altro che ottimali, in certi casi non a norma, gestito con scarsa attenzione (non di rado mancano gli inventari e parte della documentazione) e scarsa sensibilità verso aspetti che oggi sono invece percepiti come fondamentali in qualunque settore dell'economia: capacità di reddito, ottimizzazione della gestione, valorizzazione.

Gli istituti bancari e le grandi organizzazioni finanziarie stanno seguendo con maggiore attenzione la via dell'outsourcing sul mercato dei servizi di facility management, ovvero i servizi di supporto alla gestione degli edifici e del patrimonio immobiliare (manutenzione delle strutture, gestione Atm, sicurezza, gestione archivi documentali, ecc.). Ebbene, in base a quanto emerge dalla ricerca "Prospettive e Potenzialità del Mercato del Facility Management nel Settore Bancario", realizzata dal Politecnico di Milano fra marzo e ottobre 2002, il 66% delle banche italiane interpellate ha dimostrato di conoscere le peculiarità del facility management mentre l’83% del campione dà una valutazione positiva sulla qualità dell'offerta attuale dei servizi in questione e utilizza vendor list per selezionare i fornitori. Dalla ricerca risulta anche che in media le banche spendono per i servizi di facilty management 98,55 euro all'anno al mq (con un minimo di 25,71 e un massimo di 200 euro) e che i contratti vanno da un minimo di 20 a un massimo di 250. Nessuno degli istituti bancari analizzati dal Politecnico utilizza comunque il global service.

L’ingente patrimonio immobiliare detenuto dalle banche, dalle assicurazioni e dagli enti previdenziali sembra da queste indagini contraddistinto da elevati costi di gestione e da una limitata capacità di reddito. Sembra inevitabile che in futuro per questi investitori tradizionali l’adozione di scelte gestionali maggiormente improntate a criteri di efficienza e redditività.
Gli strumenti con cui gli investitori istituzionali esteri (soprattutto in Francia e Gran Bretagna) gestiscono i propri patrimoni immobiliari sono il Building management e il Facility management. TERRAMATICA si pone anche in questo settore di mercato come partner tecnologico indispensabile per le nuove figure professionali che stanno sorgendo in queste grandi organizzazioni: il gestore patrimoniale (Asset manager) e il gestore immobiliare (Property manager) che manifestano con sempre maggior urgenza la necessità di effettuare interventi razionali e coerenti nel processo di gestione.
 
     
 
 
 
Home  
 
Industria  
Banche e Assicurazioni  
Distribuzione