Nel quale si descrivono esseri biasimevoli ed assai pericolosi
per gli esseri umani.Qui si parla della loro forma, dei luoghi che preferiscono
abitare e di quant'altro ci è stato possibile render chiaro.

E il viaggio cominciò dalle fine dove mi fermai all’ombra
torrida delle dune rosse senza requie, senza pace per la mente stanca, senza
buio per i miei occhi bianchi.
Qui attesi la notte che scende rapida come il mutare dei venti. Dall’ombra delle
dune rosse viene il delirio e il racconto dello stanco viaggiatore.
Nella notte di plenilunio vidi con occhi umani, lucidi globi avidi di
conoscenze. Nella notte di novilunio vidi, con occhi distanti ed incorporei, la
visione dannata, la visione maledetta che ricama e tesse le folli trame attorno
ai miei polsi ed alle mie caviglie.
Vidi sette cavalieri sulla duna e non erano che ombre. Ombre con larghi mantelli
e turbanti scuri e indicavano lontano. Guardai il cielo e non vi scorsi nessuna
costellazione amica. Guardai la terra ed era sabbia nera.
Il primo dei sette parve muoversi e gli altri sei indietro tornavano. Indietro
nel nulla. Seguii il primo con passi lenti di calcagni rosi dalla calura.
Scalammo sette dune ma le mie gambe sembrarono rafforzarsi sulla scia dei passi
argentei del destriero, una cavalcatura nera con occhi brillanti e muso sottile.
Giunti che fummo sulla sommità della settima duna, il cavaliere mi guardò ed io
non vidi i suoi occhi. [...]
