Sapere non è nulla, immaginare è tutto.
Non esiste altro se non ciò che si immagina.


Anatole France, (1844-1924)

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Il Proemio
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Estratti dal Necronomicon:

E' con grande umiltà che un modesto bibliotecario, quale io mi ritengo, si accinge a consegnare al tipografo questa semplice ed onesta operetta compilativa.

Tale scritto mi fu commissionato diversi anni orsono da un illustrissimo ed eccellentissimo Signore la cui modestia mi ha dissuaso, non senza difficoltà, dal citare il suo nome nonché i suoi natali.

Benché il desiderio di conoscenza di questo benevolo Signore fosse assai grande e incolmabile fosse il suo amore per le carte, egli non era nella condizione, per essere fisicamente impedito, di poter consultare gli scritti ed i libri di cui sono pastore nella grande biblioteca della nostra città.

Senza timore ammetto le mie perplessità riguardo questo lavoro, per le difficoltà che ho incontrato nel rimettere assieme le misere carte scomposte e non collazionate sulle quali e per le quali ho tanto lavorato. Confido nella misericordia dei virtuosi Lettori che troveranno più di qualche errore in questo scritto, per il quale si è deciso di adoperare la bella lingua Latina non già per gusto né per vanità dell'intelletto, ma per accontentare il meritevole Signore che la commissionò, la cui preoccupazione fu di consentirne la lettura ai molto dotti letterati di altre terre, che lo accompagnano nei suoi studi.

[...]

E se i miei candidi Lettori avessero la bontà di giudicare ispirata questa mia opera, così come ebbe a fare il mio Signore alla fine della prima sua lettura, mi farebbero cosa assai grata essendo essa la mia prima ed ultima e perciò vi sono non poco affezionato. Affetto che tuttavia non può esimermi da una raccomandazione, per la quale basteranno le parole già adoperate da altri nella descrizione del Treitè Des Superstition Del Signor Thiers. Di questo testo, conservato nella biblioteca di un nostro affine, un litteratissimo e saggio Abate ebbe così a dire: "Si trova in questo trattato una dottrina prodigiosa, per provare che le superstizioni sono da condannarsi. Sarebbe cosa desiderabile, che un sì valent'uomo avesse usato uno studio eguale per dimostrare, che esse sono molto ingannevoli in ciò, che promettono".

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