E' possibile suddividere le forme di abuso psicologico
nei confronti di un minore in due grandi categorie:
1) patologia
del cure e 2) maltrattamento
Patologia delle cure
La patologia delle cure nei confronti di un minore può assumere
la forma dell'incuria, fenomeno che si genera «quando le persone
legalmente responsabili del bambino non provvedono adeguatamente
ai suoi bisogni sia fisici, sia psichici in rapporto all'età e
al momento evolutivo» (Montecchi, 1998). Fenomeni di tale trascuratezza
si generano frequentemente in contesti sociali degradati, in presenza
di gravi disturbi psicopatologici nei genitori (compreso l'abuso
e la dipendenza da alcol e da stupefacenti) o di insufficienza mentale
in almeno uno di essi; tipicamente, almeno uno dei genitori è stato
oggetto di incuria da parte dei propri genitori.
La patologia delle cure nei confronti di un minore
può assumere anche la forma della discuria, ovvero dell'applicazione
nei confronti di un minore di strategie di cura inadeguate, per esempio
stimolandolo eccessivamente all'autonomia o all'autocontrollo, richiedendogli
prestazioni eccessivamente complesse per la sua età o, al
contrario, proponendogli strategie di cura anacronistiche, che non
gli consentono di perseguire secondo un normale sviluppo le tappe
ecologiche della crescita e di acquisizione di autonomia (comportamentale,
di pensiero, di gusto, emozionale, sociale).
Maltrattamento e violenza psicologica
I modi in cui è possibile maltrattare un minore ed
imporgli una qualche forma di violenza psicologica sono praticamente
infiniti e posso essere più o meno espliciti. Alcuni esempi
sono i seguenti:
- il ricorso a punizioni eccessivamente dure o eccessivamente frequenti.
- farlo vivere facendolo sentire costantemente sotto osservazione
e giudicato;
- impedirgli di esprimere determinate emozioni e comportamenti,
come la rabbia ed il pianto;
- esporlo a continue tensioni familiari, caratterizzate da liti
verbali e/o fisiche; in questo contesto, investirlo direttamente
o indirettamente del ruolo di pacificatore o risolutore delle
liti coniugali oppure mostrandogli continuamente la "cattiveria" o
l'inadeguatezza di un genitore, in tal modo svalutandolo o privandolo
del proprio ruolo genitoriale;
- farlo vivere in un clima familiare costantemente caratterizzato
da angoscia o terrore: la famiglia, da fonte di serenità e
sicurezza, diventa il luogo della paura e dell'angoscia;
- fare ricoprire al minore il ruolo di un partner, assente, o
con il quale si ha un rapporto degradato. In tal senso,
è anche possibile che ad un abuso psicologico si affianchi
un abuso sessuale, che è sempre
comunque anche una forma di abuso psicologico.
Qualunque forma assuma l'abuso psicologico, in ogni
caso tende pesantemente ad interferire con un adeguato sviluppo psicofisico
del bambino: autonomia (del pensiero, sociale, dei gusti, decisionale,
etc.), autostima, sviluppo di capacità interpersonali e di
risoluzione dei problemi, conoscenza dei propri desideri e bisogni
autentici, modulazione delle proprie emozioni secondo modalità ecologiche,
sviluppo adeguato del sistema comportamentale dell'attaccamento.
Ci sono ampie indicazioni del fatto che crescere in condizioni psicologicamente
cronicamente molto svantaggiose da un punto di vista psicologico
interferisca anche sullo sviluppo fisico ed intellettivo del bambino.
Nonostante l'abuso psicologico venga spesso sottovalutato
e sia raramente l'oggetto di notizie da rotocalchi, da un punto di
vista psicoterapeutico, le conseguenze a lungo termine di un abuso
psicologico grave e protratto nel tempo sono probabilmente di più difficile
risoluzione di un abuso fisico e sessuale di pari intensità.
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