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A cura di Stefania Grassia
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E' stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 24 novembre scorso (n. 275) la legge di semplificazione 1999, la seconda delle leggi annuali varate allo scopo di snellire e ridurre la presenza dello Stato in molti settori delegando potere agli enti locali.
Il processo di semplificazione incide anche sul rapporto tra cittadini e Stato. Infatti vengono cancellati molti adempimenti burocratici costosi e complicati, allo scopo di consentire ai privati una maggiore agilità nella creazione e nella gestione di attività produttive e, più in generale, di rendere meno soffocante la presenza della burocrazia nella vita quotidiana dei cittadini.
Il processo di semplificazione è partito con la legge Bassanini 59 del 1997 che ridefiniva le funzioni dello Stato e delle sue amministrazioni, e impegnava il governo a emanare decreti per decentrare molte funzioni statali, indicate nel testo, a Regioni, Province e Comuni.
Gli strumenti del progetto sono due, di portata ed efficacia distinte:
La delegificazione consiste nella rinuncia del Parlamento a disciplinare gli aspetti di dettaglio e operativi - il come fare - per concentrarsi sulle norme fondamentali di indirizzo della vita sociale, politica ed economica.
La regolazione del come fare viene invece affidata al Governo e allo strumento del regolamento, più flessibile e duttile della legge e con un iter di formazione e eventuale modifica nel tempo assai più rapido.
La semplificazione dei procedimenti riguarda il contenuto del nuovo provvedimento e disegna le nuove procedure burocratiche studiate in modo da venire il più possibile incontro all'esigenza di alleggerimento del peso degli adempimenti burocratici a carico del cittadino.
Il regolamento governativo non si limita a riprodurre il contenuto della legge che sostituisce, ma rivede le procedure in modo da ridimensionare al massimo l'impatto sulla vita del cittadino.
I modi per farlo sono assai vari e vanno dallo sgravio di adempimenti (quando ad esempio, si impone alle pubbliche amministrazioni di "scambiarsi" i documenti necessari, invece di costringere l'interessato a richiederli e portarli da un ufficio all'altro), alla riduzione dei tempi, all'aumento del numero di autorità pubbliche a cui rivolgersi.
Ecco le novità più rilevanti: prima di tutto, l'estensione, al di fuori dell'ambito dei rapporti tra cittadino e pubblica amministrazione, di quella fondamentale "scorciatoia" negli adempimenti burocratici che è l'autocertificazione.
Da oggi la legge ammette infatti che si possano comprovare i propri dati personali (data di nascita, residenza, cittadinanza, ecc.) con una semplice autocertificazione, anche quando a richiederli sia un altro privato e non una pubblica amministrazione; occorre il consenso di chi riceve l'autocertificazione, che può - ad ulteriore garanzia - chiedere conferma scritta della veridicità del contenuto dell'autocertificazione all'amministrazione che normalmente rilascerebbe la certificazione.
Un'altra novita' riguarda i passaporti, che possono ora essere rilasciati e rinnovati non più solo dalle questure ma anche dai sindaci dei comuni.
(26 febbraio 2001)
1 - continua
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