La reale entità dell'urgenza dipende da caso a caso. Ad esempio, un distacco superiore che non ha ancora coinvolto la regione maculare dovrebbe essere operato entro 24-48 ore, poichè è assai probabile che si estenda coinvolgendo la visione centrale; se questo non è possibile, al paziente andrà prescritto assoluto riposo e, talora, una determinata posizione del capo. Per contro, un distacco inferiore (che ha meno tendenza ad estendersi) può attendere un tempo superiore.
Ciò premesso, diremo che vi sono sostanzialmente due strade per il trattamento chirurgico del distacco di retina:
La chirurgia ab externo
Il principio della chirurgia episclerale è quello di risolvere il distacco spingendo la parete dell'occhio verso la retina distaccata. Si usano bande e blocchi in silicone suturati alla parete oculare, in modo da provocarvi un'impronta permanente. La retina si riattacca facendo uscire il liquido al di sotto di essa attraverso una microincisione nella superficie sclerale. Il risultato viene consolidato praticando dei congelamenti oppure dei trattamenti laser che daranno luogo, con il tempo, a saldature cicatriziali.
La chirurgia ab-interno
Con la vitrectomia si entra nell'occhio (attraverso minuscoli forellini) con strumenti di microchirurgia e si affronta il distacco di retina dall'interno.
In realtà, il termine "vitrectomia" indica l'asportazione del vitreo, che in effetti è solo uno dei passaggi in questo tipo di interventi; tuttavia, è invalso nell'uso il suo impiego per indicare l'intera procedura. La retina viene riattaccata dall'interno, dopo aver eliminato le trazioni che la mantenevano sollevata. In questo caso il liquido sottoretinico fuoriesce di solito dalla stessa rottura retinica che ha provocato il distacco; la cavità vitreale viene infine riempita con un mezzo tamponante (gas oppure olio di silicone). Maggiori dettagli su queste procedure sono riportati nella pagina relativa alla chirurgia vitreo-retinica.
In pratica
Entrambe le tecniche, come è logico, presentano vantaggi, svantaggi, rischi e benefici. Quale delle due scegliere?
La risposta è che nessuna delle due è migliore dell'altra, tanto che spesso si ricorre ad una associazione tra di esse. In generale, si preferisce conservare il vitreo (evitando la chirurgia ab interno) se il quadro clinico lo consente, ovvero se il distacco può essere risolto con la semplice chirurgia episclerale: i risultati funzionali sono migliori ed il tasso di complicanze inferiore.
La vitrectomia è altresì obbligata in alcune forme cliniche, come quelle accompagnate da emorragia vitreale o da rottura retinica gigante.
I risultati e le complicanze
Nelle statistiche internazionali il tasso di successo della chirurgia per distacco di retina varia dal 50 al 100% a seconda del tipo di distacco e di numerosi altri fattori, tra cui l'anzianità del distacco stesso, l'età del paziente, il numero e la posizione delle rotture retiniche, la presenza o meno di miopia elevata e motli altri ancora.
E' importante considerare che si tratta di una chirurgia pesante e complessa, con un elevato tasso di complicanze anche quando correttamente programmata ed eseguita. La più temibile causa di insuccesso è la PVR (sigla di Proliferative Vitreo-Retinopathy), caratterizzata dalla crescita incontrollata di membrane cicatriziali che arricciano e sollevano la retina causando recidiva del distacco.
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Pagina aggiornata il: 6 ottobre 2011
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