Si tratta di una malattia molto seria, poichè comporta quasi invariabilmente una notevole diminuzione della capacità visiva, con particolare riferimento alla lettura ed alla visione da vicino: sono le funzioni svolte normalmente dalla regione maculare. In alcuni casi può essere bilaterale (anche se a diverso livello di evolutività).
Assieme al pucker maculare ed altre patologie minori, il foro maculare rientra in quella serie di patologie cosiddette "dell'interfaccia vitreo-retinica", cioè del confine tra la retina ed il vitreo. I disordini a questo livello sono frequenti e la macula può farne le spese per la sua estrema sottigliezza e delicatezza, legata alla mancanza di tessuto di sostegno a sua volta finalizzata a lasciare il massimo spazio ai fotorecettori ed alle cellule "nobili" della retina.
Cosa c'è da sapere
Pochi concetti essenziali:
Forme cliniche
Le forme principali che si incontrano nella pratica clinica sono essenzialmente tre:
Trattamento
Il trattamento chirurgico mira ad eliminare la causa della malattia..
Nel foro maculare idiopatico sussiste indicazione alla chirurgia vitreale, volta alla rimozione della o delle membrane vitreali antistanti la regione del foro. Si associa tamponamento con gas (più raramente olio di silicone) che ha lo scopo di premere sui bordi del foro, favorendone il riaccollamento e la chiusura. Per questo motivo il paziente deve mantenere, nei giorni successivi all'intervento, una posizione a faccia in giù dando modo al gas di tamponare la retina centrale.
Nel foro maculare miopico la vitrectomia può essere indicata; tuttavia, in molti casi si preferisce o si associa l'impianto di un blocco episclerale a sede maculare, che ha lo scopo di contrastare lo sfiancamento della parete oculare a livello dello stafiloma miopico (principale causa della malattia).
Nelle forme traumatiche l'atteggiamento è variabile e l'intervento risulta spesso non indicato.
Risultati della chirurgia
E' importante spendere qualche parola su questo argomento.
Il miglioramento della tecnica e l'adozione della chirurgia mini-invasiva hanno notevolmente migliorato i risultati anatomici, cioè la percentuale di casi in cui si riesce ad ottenere una chiusura del foro retinico.
Ben diverso, purtroppo, il discorso che riguarda i risultati funzionali: la maggior parte dei pazienti ha un recupero visivo scarso, talora con persistente deformazione delle immagini.
Il consiglio chirurgico, quindi, si basa (oltre che sul quadro clinico) su un'analisi della condizione generale del paziente, inclusi gli aspetti emotivi e psicologici, la condizione sociale, la stima della capacità di collaborare (in particolare nel periodo post-operatorio).
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Pagina aggiornata il: 27 novembre 2008
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