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La "Alberata" di Ginkgo Biloba


Il Quadraro ospita l'unica via alberata di Ginkgo Biloba di Roma

Via dei Lentuli, l'antico tracciato della Via Tuscolana.


Sopravvissuto esemplare di una flora preistorica di oltre 250 milioni di anni fa, Ginkgo biloba è l'unico superstite della classe delle Ginkgoinae. Ritenuta estinta fino al XVIII secolo e conosciuta in Europa solo attraverso reperti fossili, la Ginkgo è stata introdotta per la prima volta in Italia nell'Orto Botanico di Pisa, da dove si è in seguito diffusa come pianta ornamentale, decorativa per le caratteristiche foglie bilobate e resistente alle malattie e all'inquinamento. Ha resistito ai peggiori inquinamenti del ventesimo secolo ed in particolare ai residui della bomba atomica di Hiroshima.

IL GINKGO

Il ginkgo, il più antico degli alberi, è sulla terra dall'era dei dinosauri.
Dicono che le sue foglie a ventaglio allevino l'asma, il mal di testa e gli acciacchi della vecchiaia.
Ed è inoltre provato che quelle foglie sono il miglior rimedio contro la cattiva memoria. Quando la bomba atomica trasformò la città di Hiroshima in un deserto annerito, un vecchio ginkgo cadde fulminato vicino al centro dell'esplosione. L'albero rimase calcinato come il tempio buddista che proteggeva. Tre anni dopo, qualcuno scoprì che una lucina verde spuntava nel carbone. Il ginkgo aveva buttato fuori un germoglio. L'albero rinacque, aprì le braccia, fiorì. Quel superstite della strage è ancora là.

(Traduzione di Marcella Trambaioli)
il manifesto, 2-4-03

Al Quadraro, il Ginkgo Biloba è costretto a resistere all'incuria dell'Amministrazione.
La scarpata sul lato di Via Tuscolana viene curata saltuariamente, e comunque il libero proliferare di piante parassite come l'Ailanto e la Robinia ostacolano e minacciano lo svilupparsi della nostra rarità.

Un albero sacro....

Gimnosperma di notevoli dimensioni (fino a 40 metri di altezza), la Ginkgo deve la sua sopravvivenza al culto dei monaci buddisti cinesi, per i quali è considerata un albero sacro. Sebbene si sia notevolmente diffusa per le sue caratteristiche decorative, per alcuni usi pratici in cosmetica e come pianta medicinale (in particolare come tonico venoso usato per flebiti e emorroidi), la Ginkgo è probabilmente scomparsa allo stato spontaneo. Gli esemplari maschili sono quelli più frequentemente coltivati a scopo ornamentale in quanto le piante femminili producono degli ovuli di odore rancido: il loro contatto può provocare lievi dermatiti a causa della presenza di acido ginkgolico e di un fenolo, il bilobolo.

I reperti fossili lo diedero per estinto dopo un'esistenza durata senza mutazioni per 200 milioni di anni, fu ritrovato in Cina nel diciottesimo secolo.
La scoperta di quel "fossile vivente" creò tanto scalpore che
Johann Wolfgang von Goethe, il grande poeta, scienziato e filosofo, vi dedicò questi versi :


Ginkgo biloba

Queste foglie d'albero d'Oriente,
c
he sono state donate al mio giardino,
rivelano un certo segreto,
che compiace me e i saggi.
E' forse una creatura vivente
chi si è divisa?
son due che hanno deciso
di manifestarsi in uno?
Per rispondere a tale domanda,
ho trovato la giusta risposta:
non noti, nei miei versi,
c
he son io uno e doppio?


PARTE UTILIZZATA: la foglia.

PRINCIPI ATTIVI PRINCIPALI: Glicosidi flavonoidici, Bisflavonoidi di ginkgetolo, Isoginkgetolo, Bilobetolo, Diterpeni lattonici, Sesquiterpeni lattonici.

PROPRIETA' GENERALI PRINCIPALI: I bisflavonoidi agiscono sulle membrane cellulari stabilizzandole e bloccando la perossidazione lipidica ed i radicali liberi. Si nota una migliore regolazione vasomotoria. Si è riscontrata un'azione regolarizzante della secrezione sebacea soprattutto in pelli secche e devitalizzate.

INDICAZIONI:: Vasculopatie periferiche con edemi, spasmofilie bronchiali e gastrointestinali con interessamento della regolazione tonica vasale. Nel trattamento di pelli devitalizzate, senescenti e comunque con ipofunzionalità secretiva sebacea.


Da tempo immemorabile, in Giappone, vengono inserite le sue foglie fra le pagine dei libri per proteggerli dai parassiti.

Il Ginkgo è considerato un sopravvissuto giurassico, esemplare di una flora preistorica vecchia di oltre cento milioni di anni, testimone dell’epoca dei dinosauri. Per questa sua antica evoluzione è considerato un fossile vivente.

Le sue foglie hanno una caratteristica forma a ventaglio e sono palmate. Si suppone che questa particolare morfologia arcaica rappresenti un passaggio fra aghifoglie e latifoglie, tuttora esistenti. Gli fu data la denominazione "biloba" in quanto le sue foglie presentano due lobi.

Le foglie crescono a mazzetti lungo i rami, sui quali si sviluppano anche gli apparati riproduttori.

Con l’espandersi di molte coltivazioni, diventa difficile trovarla allo stato selvatico. Fu comunque salvata dai monaci buddisti che lo coltivavano attorno ai templi come albero ornamentale e di protezione contro il fuoco. Esposta a temperature elevate, la pianta inizia infatti a secernere una resina che ritarda la sua combustione: un’autodifesa davvero incredibile.

Dopo la medicina cinese anche quella occidentale ha scoperto questa pianta come un interessante rimedio terapeutico particolarmente adatto a lenire disturbi arteriosclerotici, intervenire sul calo di memoria, le difficoltà a ricordare, la debolezza di concentrazione, le vertigini e gli acufeni (detti anche tinniti, cioè fastidiosi fischi nell'orecchio che non hanno origine da suoni esterni.).

L'estratto delle foglie, grazie ad un'azione vasodilatatrice, migliora l’irrorazione sanguigna dei tessuti nonché l'apporto d'ossigeno. A trarne beneficio sono soprattutto la circolazione cerebrale e la microcircolazione periferica. Ottimi risultati vengono riscontrati anche da chi soffre di emorroidi, varici, fragilità dei capillari, insufficienza venosa e vertigini. Grazie alla sua azione anti-ossidante contro i radicali liberi e all'alto contenuto di flavonoidi, terpeni,carotenoidi e vitamina C, viene utilizzata anche dall'industria della dermocosmesi per preparati antietà o contro la cellulite.

Il Ginkgo è alto in media 23 metri (ma raggiunge, come detto, i 40). Non è né una conifera, né una latifoglia, ma fa parte di un gruppo a se stante.

Il Ginkgo è uno dei rari esempi di fossile vivente, perché è rimasto quasi immutato per più di 200 milioni di anni.

E' un'erba molto popolare nel mondo, usata per migliorare l'afflusso di sangue al cervello, per migliorare la memoria e lo stato di coscienza nell'anziano e la circolazione del sangue in generale. Usata anche per rallentare la progressione della malattia di Alzhaimer.


Il Ginkgo fu citato per la prima volta nel 2800 a.C. nella materia medica cinese, Pen T'Sao Ching. Il Gingko viene citato per l'uso nelle malattie respiratorie, così come per i benefici sulla funzione cerebrale. Tradizionalmente, è stato usato per le perdite di memoria.


L'albero di Ginkgo Biloba non deve essere mai potato. I rami, una volta tagliati, necrotizzano fino alla congiunzione con il tronco
.


 

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