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Da: Giorgio Bocca, Storia dell'Italia partigiana, Editori Laterza - Bari 1966

La resistenza nelle borgate.

Nelle borgate si formano due tipi di resistenza, spesso vicine, mai unite in una forza omogenea. C'è una resistenza popolare, prepolitica, condotta da giovani predisposti dalla vita grama alla ribellione; e c'è quella politica degli intellettuali, degli artigiani, degli operai appartenenti al movimento trotzkista di Bandiera Rossa. Si formano così bande dell'uno e dell'altro tipo a Centocelle, Torpignattara, Quadraro, Tiburtino, la cui storia è poco nota, difficilmente ricostruibile poiché non fa capo ad alcuno dei centri resistenziali, anzi è da essi deliberatamente obliata.

Le bande lazzaronesche si battono all'unico fine immaginabile dai loro componenti: difendersi dalle razzie tedesche e procurarsi cibo per sopravvivere. È inevitabile che nel calore dell'azione venga fuori l'astio classista, la rabbia dei dimenticati; dove manca una guida forte questa carica protestataria sfocia nel banditismo, genera personaggi come Giuseppe Albani detto "il gobbo del Quarticciolo". Passatore deforme: la sua banda attacca i forni per distribuire la farina alla popolazione, ma gliene resta sempre da vendere alla borsa nera; ingaggia combattimento con un plotone tedesco sorpreso in una trattoria presso Cinecittà, ma i suoi membri eliminano i loro nemici personali; va a tendere imboscate al nemico sull'Appia Nuova, ma anche a derubare di notte i contadini di Monte Mario.

Dove invece intervengono gli uomini di Bandiera Rossa il furore popolare si trasforma in manifestazioni corali e consapevoli di antifascismo. Per esempio in marzo alla borgata Gordiani la banda locale tende un'imboscata ai fascisti venuti per rastrellare giovani; agli spari la popolazione scende in piazza e caccia i militi. Tutte le borgate del resto sono zona infida per l'occupante e per il collaboratore, il Quadraro soprattutto. Moellhausen, il consigliere d'ambasciata nazista è solito dire: "Chi vuole sfuggirci ha due strade: o va in Vaticano o al Quadraro". È un'ardua impresa sorvegliare i formicai che circondano, con la loro ignota miseria, la città storica. Ci si prova il questore Caruso, manda al Quadraro un commissario fidato, certo Stampacchia. Arriva il 21 di febbraio. La sera stessa appaiono sui muri delle scritte: "Calmati, Stampacchia, se no ti facciamo la pelle". Quattro giorni dopo lo fulminano a rivoltellate sulla porta di casa. Seguono decine di azioni, uno scontro a fuoco con i tedeschi a Frascati, sabotaggi.

Il movimento di Bandiera Rossa riesce ad affiliare centinaia di persone, ma quando tenta di creare una organizzazione e rapporti di massa, fallisce. Ci prova in marzo e aprile organizzando nelle borgate collette di denaro e di cibi per i carcerati, per stabilire quel primo legame concreto facilmente comprensibile fra la cittadinanza e la minoranza armata. Ma il sottoproletariato è una pasta difficile e sfuggente, quasi sempre si torna alle manifestazioni di un ribellismo tanto spontaneo quanto privo di prospettive.



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