Il testo inviato dalla Associazione a tutti i componenti la Commissione Urbanistica - Luglio 1999 -


Il Piano Regolatore Generale di Roma sta, come è giusto che sia, subendo un processo di aggiornamento e mutamento che ne determinerà una nuova elaborazione. Elaborazione che, come affermato nel recente convegno sulla Ricerca sulla Città Storica e Consolidata condotta da STA/Piani per Roma per conto dell'Ufficio Nuovo Piano Regolatore svoltosi al Palazzo delle Esposizioni, "porta a ritenere indispensabile il passaggio da un concetto di Centro Storico ad uno più ampio di Città Storica, non come semplice estensione temporale dei valori storici e quindi mero allargamento di un perimetro ma come necessità di riconoscere, anche oltre i confini murari, il ricco palinsesto costituito dai luoghi dislocati in forme diffuse e articolate nel territorio della città e dell'agro, di remota fondazione e impianto ma anche di più recente formazione, che esprimono indiscutibili valori storici e spesso di centralità da salvaguardare e valorizzare". (ricerca sulla Città Storica e Consolidata condotta da STA/Piani per Roma per conto dell'Ufficio Nuovo Piano Regolatore, pag. 5).

Il quartiere Quadraro si trova contestualizzato in queste affermazioni in modo sbalorditivo: la Villa ad Duos Lauros, il Monte del Grano, Il Casale degli Angeli, l'antico tracciato della Via Tuscolana, la via di collegamento fra la Tuscolana e la Casilina, le antiche cave, l'impianto urbanistico di inizio novecento, la prima scuola di aviazione italiana, il rastrellamento del 17 Aprile 1944, la Resistenza, la ricostruzione degli anni '50, Pasolini, la sopravvivenza alla speculazione degli anni '70; tutto questo, e molto altro ancora, rende il quartiere un esempio di stratificazione storica la cui conservazione è fra le più rare in Roma.

Data quindi la particolare natura del luogo e viste le direttive indicate dalla ricerca suddetta riteniamo importante fare in modo che il Quadraro possa "evitare i rischi insiti nella deregolamentazione attuativa degli interventi di recupero previsti da recenti provvedimenti legislativi, [avere] un maggiore rimando a valle nella scelta delle categorie stesse all'interno comunque di precise regole di compatibilità con i caratteri fisici, tipologici ed architettonici di ciascun tessuto ed edificio." (op.cit., pag. 6). Questo vuol dire che è indispensabile che la normativa del Piano non permetta interventi di demolizione di strutture architettoniche tipiche del luogo consentendo poi l'edificazione di palazzine, magari di soli tre piani, ma di cemento e specchi fumé.

Riteniamo che il Quadraro possa con grande dignità fare parte della "rete diffusa di segni, fatta di piccoli nuclei, testimonianze isolate aree archeologiche e tracciati, che costituisce l'armatura più qualificante dell'intera città esistente esterna alla Città Storica più densa e compatta" (op. cit., pag 11). Viene ritenuto importante quindi per un Intervento Pubblico non disgregare quelle "parti urbane, esito di progetti unitari e sincronici oppure di processi complessi di stratificazione, in cui la struttura insediativa, i caratteri tipomorfologici prevalenti, le regole di conformazione, organizzazione e uso degli spazi definiscono specifiche e nominabili identità locali con un elevato e condiviso grado di riconoscibilità e consolidamento" (op. cit., pag. 12).

Non siamo in totale disaccordo con il Piano Particolareggiato, il profondo rispetto che muoviamo nei confronti del quartiere ci fa ritenere determinante un intervento di riqualificazione, ma riteniamo fondamentale ed imprescindibile che questo sia attuato rispettando la natura del luogo. La costruzione di due edifici lunghi circa cento metri ciascuno, a ridosso dell'antica struttura del Liceo Kant, inseriti nel Contratto di Quartiere e presentati come "volano" della riqualificazione del quartiere ci spaventano, perché ci risulta anomalo che il "volano" per una riqualificazione, presentata come rispettosa dell'esistente debba proprio essere uno dei tanti esempi di edilizia intensiva ed oltretutto adiacente ad edifici di carattere storico.

Fermo restando l'impianto generale del Piano, riteniamo però importante introdurre delle modifiche o aggiustamenti che possono, in qualche misura, rendere gli eventuali interventi meno contaminanti.

In primo luogo ci sembra importante considerare che il Piano, anche se presentato in variante di Piano Regolatore, non indica che tipo di Zona di P.R.G. dovrà essere considerato il Quadraro, così da conoscere le normative generali a cui attenersi per gli interventi.

In secondo luogo crediamo significativo ribadire che l'esistente edificato copre il territorio con un indice medio di 1,0 (1 mc/mq) e che il P.R.G. del 1962 applicava a questa zona un indice di fabbricabilità di 2,2 incrementando già di 1,2 mc/mq la capacità edificatoria. Non vediamo perché questo previsto "incentivo" debba essere innalzato, in particolare nei comparti M, a 3,0 ed addirittura, per quanto in una piccola zona, a 5,6.

 

Per il recupero edilizio del Vecchio Quadraro riteniamo quindi importante:

offrire la possibilità di effettuare manutenzione ordinaria e straordinaria per tutti gli edifici in regola (con concessione o condonati);

che siano imposti per gli eventuali nuovi edifici: altezze massime non superiori alla media di quelli circostanti, ed in ogni caso non oltre i tre piani effettivi, e tipologie edilizie ed architettoniche omogenee a quelle esistenti;

che vengano fornite precise indicazioni all'ufficio o commissione esaminatrice delle progettazioni unitarie per l'accoglimento di progetti basati sul recupero dell'esistente;

che, in luogo dei comparti misti di trasformazione, dove si produrrebbe una eccessiva concentrazione commerciale, siano offerte maggiori cubature non residenziali agli ambiti di progettazione unitaria, così da consentire la realizzazione di un tessuto commerciale ed artigianale "diffuso", di carattere compatibile con la consolidata struttura del quartiere.

 

Per ciò che riguarda il recupero urbanistico reputiamo primari i seguenti aggiustamenti:

che l'attraversamento di via di Centocelle dal percorso pedonale per l'accesso al futuro Parco di Centocelle sia realizzato su due livelli;

che siano accolti nel Piano i collegamenti ciclabili d'attraversamento così come proposti nella specifica osservazione;

che venga eliminata l'ipotesi del benzinaio previsto sull'area verde di via dei Lentuli;

che sia respinta l'ipotesi di inserimento della seconda corsia di Via di Centocelle a veloce scorrimento, su Via Sestio Menas dove si collocano le uscite di studenti di ben due plessi scolastici;

che venga riconosciuto l'edificio storico identificato dalla particella 178 del foglio 940;

che siano valutati i rischi di intervento su un territorio caratterizzato da antiche cave di pozzolana e che siano previsti sondaggi non invasivi preventivi agli eventuali interventi.

che venga prescritta la conservazione delle essenze arboree d'alto fusto presenti lungo il futuro percorso pedonale di via Cibele ed in generale in tutto il sub-comprensorio (come l'antica quercia sita all'angolo fra Via dei Lentuli e Via degli Juvenci).

 

Noi tutti speriamo che l'idea di far entrare a pieno titolo nella Città Storica anche pezzi importanti della nostra recente storia, atto che testimonia un cambiamento di sensibilità e cultura derivata da una concreta maturità urbanistica e dalle recenti ricerche, non venga vanificata o smentita dalla approvazione di un Piano Particolareggiato che pone presupposti "invasivi" su uno dei più significativi territori storici del settore Sud-Est di Roma.

 


L'Associazione Culturale Amici del Vecchio QUADRARO ed i cittadini del quartiere, comunque si indirizzi la decisione della Commissione Urbanistica, è felice che il luogo assuma in ogni caso un importanza storica, come d'altronde è abitudine di questo quartiere.

Riteniamo lusinghiero che: se il Piano Particolareggiato sarà valutato e modificato secondo le più recenti direttive indicate dalle attuali ricerche, rispettose della qualità dell'esistente, saremo segnalati come il primo esempio derivato da tali ricerche; se di contro verrà approvato così com'è, con i presupposti indicati da studi effettuati negli anni passati, saremo divulgati come l'ultimo errore prima della adozione delle direttive stesse.

 


 

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