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UNIVERSITA’DEGLI STUDI LA SAPIENZA DI ROMA

Anno Accademico 2003/2004

EPG PSICOLOGIA DI COMUNITA’ RITA PORCELLI

ANALISI DI COMUNITA’

VECCHIO QUADRARO

A cura
di:
“I 5 elementi”

SERENA POLINARI
VALERIO FUSCO
LAURA ESPOSITO
LUCIA GALIOTO
ANTONELLA CELENTANO


PREMESSA


DEFINIZIONE DI COMUNITA’
(Martini, Sequi, 1988)

Un sottosistema socio-territoriale a confini amministrativi definiti (piccolo comune, quartiere di grande città, distretto socio-sanitario) dove si dispongono, in un mutuo scambio di influenze: individui e gruppi, ambiente naturale e ambiente costruito dall’uomo, bisogni e attività di interpretazione e di trasformazione della vita e delle risorse di cui dispone la comunità stessa.

Imparare a conoscere la propria comunità si rivela un fattore di fondamentale importanza se si considera che ogni territorio ha una sua connotazione specifica data dalla interrelazione di più fattori appartenenti ad ambiti diversi. Ne consegue che ogni comunità è un sistema complesso che, per essere conosciuto ha bisogno di essere considerato nell’insieme dei suoi elementi costitutivi. Una metodologia efficace per conoscere una comunità nei suoi vari aspetti e nelle sue dimensioni è l'analisi di comunità. Questa viene effettuata attraverso la lettura dei cosiddetti profili di comunità, ossia delle dimensioni che la caratterizzano.

L'utilizzo dello strumento dei profili di comunità si presenta come un valido mezzo per esplorare i punti forza e le aree problema che la comunità in cui l'individuo è inserito presenta. Ciò consentirà di valutare in quali interventi di innovazione e cambiamento coinvolgere i membri della comunità. Tale tecnica darà modo di conoscere il territorio, le strutture, i bisogni delle persone, le risorse e le carenze delle istituzioni e dei servizi offerti; metterà in contatto, creando così nuove connessioni, con le persone chiave della comunità, cioè con coloro che per il ruolo che svolgono sono inserite attivamente nella comunità.

Per tracciare un profilo di Comunità è necessario rilevare la molteplicità delle variabili di un territorio e la loro reciproca interdipendenza. Martini e Sequi (1988; 1996) hanno individuato 7 profili attraverso i quali leggere una Comunità. A questi, in seguito, ne è stato aggiunto un ottavo.

I profili che caratterizzano una Comunità sono: territoriale, demografico, delle attività produttive, dei servizi, istituzionale, antropologico, psicologico, profilo sul futuro.

Profilo territoriale

Comprende tutti i dati relativi al territorio: estensione, composizione fisica, clima, risorse naturali, infrastrutture, degrado ambientale, suddivisione degli spazi (abitativo, lavorativo, tempo libero, etc.) e la loro fruibilità.

Queste informazioni possono essere reperite negli uffici comunali o circoscrizionali e nelle sedi delle organizzazioni che forniscono e curano le infrastrutture e i servizi di base (illuminazione, rete idrica e fognaria, etc.). Per l'analisi di questo profilo possono essere utilizzate tecniche quali la passeggiata, che consiste nel far camminare per le strade del territorio, persone estranee alla comunità in esame, per far loro registrare e fotografare aspetti dell'ambiente fisico che li colpiscono, e fare un elenco degli aspetti positivi e negativi che riscontrano, descrivendo la prima impressione che quel luogo fa ad un estraneo. Altra tecnica è rappresentata dalle fotografie del quartiere, che consiste nel chiedere a membri di gruppi diversi di fotografare i luoghi che secondo loro danno un'immagine della loro città o del loro quartiere. Quindi si chiede anche a loro quali aspetti positivi e negativi del loro territorio le fotografie ritraggono.

Profilo demografico

Riguarda il numero degli abitanti, divisi per fasce d’età, sesso scolarizzazione, incremento/decremento della popolazione, flussi migratori e mobilità. Nella raccolta dei dati per questo profilo è importante l’approfondimento dei tipi di immigrazione, che risultano dai cambi di residenza, studiando le caratteristiche di chi chiede la residenza e di chi va a vivere altrove.

I dati per delineare questo profilo possono essere reperiti presso uffici pubblici quali: l’Anagrafe, l’Ufficio di collocamento, la Questura, l’Ufficio di immigrazione.

Profilo delle attività produttive

Le attività produttive vengono suddivise in: primarie, secondarie e terziarie e vanno connesse con le caratteristiche territoriali. Oltre ai dati riguardanti la presenza e lo sviluppo di tali attività, altre utili informazioni sono quelle relative all'occupazione della popolazione nei vari settori (stabilità lavorativa, disoccupazione, crisi del mercato, lavoro nero, etc.) e al tasso di nocività ambientale legato a determinate attività produttive.

Queste informazioni sono reperibili in parte presso strutture pubbliche (ufficio di collocamento, ufficio del lavoro, Camera di Commercio, Sindacati e Patronati, etc.) e in parte presso i privati. Esaminiamo, inoltre, se le organizzazioni che forniscono posti di lavoro nel territorio sono particolarmente esposte alla concorrenza internazionale.

Profilo dei servizi

I servizi vengono suddivisi in: sociosanitari, socioeducativi e ricreativo-culturali. Oltre ai dati riguardanti la presenza di tali strutture, è necessario conoscerne l'ubicazione e la facilità di accesso, il bacino di utenza, le modalità organizzative e di funzionamento. Questo permette di evidenziare le eventuali carenze e le potenzialità da sviluppare. E' utile tracciare, quando è possibile, la rete di collegamento tra le diverse strutture e servizi.

Per raccogliere i dati necessari è utile rivolgersi non solo agli uffici competenti (Provveditorato, ASL, Associazioni sportive e culturali) ma anche intervistare i responsabili dei vari settori, per avere un quadro il più dettagliato e realistico possibile.

Profilo istituzionale

Riguarda l'organizzazione politico-amministrativa che la comunità si è data, i suoi riferimenti ideologici, la presenza o meno di particolari istituzioni (commissariato, carceri, chiesa/e etc.) e i possibili legami con le problematiche sociali presenti nella comunità.

Tali informazioni sono reperibili presso i Consigli comunali e circoscrizionali, gli uffici giudiziari, l'ufficio elettorale, le sezioni di partito, etc. Un altro referente importante, a questo livello, è la chiesa, o le chiese, presenti sul territorio: intervistare il parroco o altre figure responsabili fornisce numerose informazioni sulle iniziative culturali e assistenziali da essa promosse e sul tipo di fruitori.

Profilo antropologico

Si delinea studiando la storia di una comunità dalla sua nascita, attraverso documenti di vario tipo (scritti, opere d'arte, feste e tradizioni, etc.). In tal modo è possibile conoscere i valori che la caratterizzano e identificare gli atteggiamenti individuali e sociali di fronte ai problemi che la riguardano direttamente e indirettamente: questo permette di comprendere, per esempio, il grado di coesione e di coinvolgimento dell'intera comunità alla vita dei singoli componenti.

Profilo psicologico

E' dato dalle dinamiche affettive, dal senso di appartenenza, dai fattori di identificazione collettiva. L'estensione e la densità delle reti sociali all'interno di una comunità (Sgarro, 1988) ci possono fornire numerose indicazioni sul grado di apertura/chiusura dei vari sottogruppi che convivono al suo interno, e quindi sul livello di partecipazione, collaborazione, sicurezza affettiva.

Questo profilo è il più difficile da tracciare, in quanto i dati che vengono raccolti non sono di natura oggettiva ma appartengono a dimensioni soggettive, più complesse da indagare e da interpretare.

Per riuscire a cogliere tali aspetti è necessario mettere in atto quella che Martini e Sequi definiscono "osservazione partecipante", cioè un buon livello di integrazione del ricercatore nel tessuto stesso della comunità e la capacità di osservare e cogliere tutta una serie di comportamenti, atteggiamenti, legami che ne creano il tessuto psicoaffettivo.

Per raccogliere tali tipologie di informazioni è importante individuare i luoghi di incontro sociale, sia formali (sedi di partiti e associazioni, parrocchia, centri ricreativi, etc.), che informali (piazze, "muretti", parchi pubblici, etc.); dopo aver raccolto tali primarie informazioni è importante verificare quante e quali persone sono coinvolte in questi momenti di aggregazione, così come è importante disegnare una "mappa" delle reti e del sostegno offerto e ricevuto all'interno di una comunità.

Per il profilo antropologico e psicologico si possono utilizzare una serie di strumenti di rilevazione: analisi di documenti e interviste sulla storia, le feste, gli eventi speciali della zona, distribuzione a gruppi rappresentativi di questionari sul senso di comunità e sul sostegno sociale percepito. Due tecniche di gruppo sono inoltre rappresentate dal disegno del quartiere e dallo sceneggiato in cui i membri dei gruppi coinvolti sono invitati a rappresentare il loro quartiere con un disegno o tramite una sceneggiatura di un film. Con l'utilizzo di tali tecniche proiettive emergono gli atteggiamenti e i vissuti che i vari sottogruppi hanno verso la comunità e il tipo di risposta emotiva che l'ambiente è in grado di evocare in loro.

Profilo sul futuro

Attraverso questo profilo vengono esplorate le aspettative sul futuro della comunità di appartenenza. Si cerca, inoltre, di individuare quali modelli di città e di convivenza vengono proposti dai mass media e come questi influenzino il modo di vedere il futuro.

Le informazioni vengono raccolte tramite interviste alle persone chiave della comunità e attraverso discussioni nei focus groups (gruppi di persone che esprimono la varietà degli attori sociali e comprendono sempre esponenti dei gruppi ritenuti più marginali o meno visibili).



LE INTERVISTE


Intervista al Presidente dell’ “Associazione Culturale Amici del Vecchio Quadraro”

Siamo venuti a conoscenza dell’associazione culturale “Amici del Vecchio Quadraro” grazie ad internet e, dopo un contatto telefonico, il presidente, subito molto disponibile, ci ha rilasciato l’intervista un pomeriggio di fine Maggio.

Da quanto tempo vive in questa comunità?
Vivo al Quadraro dal 1983.

Quali sono, secondo lei, gli aspetti positivi e negativi che caratterizzano questa comunità?
Positivi… posso dirvi che il Quadraro è un ambiente, un posto a misura d’uomo, ci sono case di tre piani, due piani, molte sono a piano terra e questo permette ovviamente un tipo di vita che è diverso da quello che si vive in un palazzone con cinquanta famiglie che spesso non si conoscono tra loro.
Un altro aspetto molto positivo ed interessante è il fatto che si vive sulla strada… uno fa le cose di casa, poi esce, si mette sul marciapiede ed incontra il vicino della casa a fianco… si scambiano quattro chiacchiere, anche perché ci conosciamo tutti, ci vediamo ogni mattina quando andiamo a lavorare, la sera al rientro… o la domenica.
Quasi tutte le case, nella parte posteriore, hanno il verde, il prato o l’orto, quindi mentre si è lì a lavorare, si scambia qualche parola con l’altro della casa a fianco… che magari ti chiede cosa hai piantato o come va il raccolto… sono piccole cose che però rendono la vita piacevole… è come vivere in un paesino inserito però in una grande città e questo è preziosissimo.

Una cosa positiva, quindi, è la presenza di molto verde.
Un'altra cosa importante è che chi sceglie di vivere al Quadraro lo fa proprio perché il Quadraro è in questo modo… per le sue caratteristiche che lo rendono un quartiere unico… chi sceglie di vivere qui lo fa perché ad esempio non vuole quello del piano di sopra che gli bussa o perché non vuole ascoltare tutto ciò che dice quello dalla parete affianco…nei palazzi è così.
La cosa negativa è che per tanti anni il Quadraro è stato totalmente abbandonato a se stesso… non si sapeva quale sarebbe stata la fine di questo quartiere… c’era infatti lo SDO che prevedeva in questa zona, la costruzione di strade e di una sopraelevata… per cui tutte le case sarebbero state demolite e gli abitanti trasferiti in altre zone della città… per questo molti si sono trasferiti ed hanno affittato le case a prezzi bassissimi… chi ci abitava non aveva nessun interesse a rimettere a posto le case, perché non erano di loro proprietà, chi le aveva affittate non aveva interesse a curare la manutenzione delle abitazioni perché i soldi dell’affitto erano inferiori alle spese che avrebbero dovuto affrontare… per cui nell’arco di 30/40 anni il degrado è stato totale… questa situazione di incertezza sul futuro ha determinato la trascuratezza del quartiere… la casa che ho acquistato nel 1983 era in stato di abbandono, le case erano in svendita… la mia casa l’ho pagata 18 milioni… una cifra bassissima.
Nell’arco di questi 20 anni il quartiere è totalmente cambiato…negli anni 90 si è iniziato a parlare di riqualificazione del quartiere, di recupero e soprattutto di un piano particolareggiato del Quadraro… per cui si è capito che si poteva investire sul Quadraro… molte persone hanno acquistato e ristrutturato le case… nel giro di 20 anni il quartiere è cambiato in qualità pur mantenendo le sue caratteristiche… sono rimaste le case basse circondate da verde che lo rendono un quartiere unico.
La nostra associazione “Amici del vecchio Quadraro” ha lavorato molto in questi dieci anni, affinché il quartiere conservasse queste caratteristiche e nel tempo il giudizio sul Quadraro è migliorato molto… prima era considerato un quartiere malfamato, un covo di delinquenti e ladri… oggi è stato invece rivalutato tanto che sono stati scritti molti articoli su questo quartiere storico di Roma ad esempio la “Repubblica” di poco tempo fa titolava “Il Quadraro come Trastevere”…inoltre sono stati pubblicati tre libri sulla storia del Quadraro.

Quali sono le cose che la legano di più alla sua comunità?
Prima di trasferirmi al Quadraro vivevo in un monolocale a piazza Navona… poi prima di sposarmi cercavo casa e sono arrivato qui tramite un annuncio sul giornale… la casa, come vi dicevo prima, era in pessime condizioni, ma era molto grande per cui io e la mia futura moglie decidemmo di acquistarla e risistemarla… così ho iniziato a frequentare questo posto nuovo per me, a conoscerlo e alla fine me ne sono innamorato… ora non lo cambierei per niente al mondo… al Quadraro sono legati tutti i miei ricordi più cari…è il posto in cui mi sento a casa.

Rispetto alle tradizioni potrebbe indicarci qualche festa, usanza o manifestazione che caratterizza questa comunità?
Non ci sono molte usanze o feste al Quadraro… c’è una processione religiosa che si fa a fine maggio, con la Madonna che viene portata per le vie del quartiere.
C’è poi la festa di San Giuseppe Cafasso, il santo a cui è intitolata la parrocchia del Quadraro, che si trova a Piazza Cardinale. Questa festa è ad Ottobre… è la classica festa di quartiere, con bancarelle, luci e fuochi d’artificio.
Al Quadraro non ci sono tradizioni proprio in virtù della situazione che vi ho illustrato prima… cioè quelli che abitavano qui se ne sono andati, hanno affittato le case a persone che, come me, non conoscevano le usanze o le tradizioni del posto … non c’è stata continuità nel tempo, per cui molte tradizioni si sono perse, non si sono tramandate.
Al Quadraro c’è, però, un personaggio storico, che tutti conoscono, che rappresenta un po’ la memoria del quartiere…è il barbiere del Quadraro … lui racconta episodi ed aneddoti molto divertenti... molti abitanti del quartiere vivevano facendo le comparse nei film girati negli studi di Cinecittà… Gino racconta sempre che da bambino, accompagnando il papà negli studi cinematografici per imparare il mestiere di barbiere, ebbe la fortuna di conoscere il grande Totò che un giorno gli regalò 100 lire…
Un altro personaggio famoso del Quadraro è Robertino, un cantante melodico che ebbe successo negli anni '60.
Una manifestazione molto importante è quella che si svolge ogni anno il 17 Aprile per il ricordo dell’episodio del rastrellamento.

Dall’analisi della documentazione storica di questo quartiere abbiamo potuto vedere che l’evento storico del rastrellamento del ’44 è particolarmente sentito. Secondo lei oggi come viene vissuto? Nella sua associazione ci sono iniziative in questo senso?
Questo evento del rastrellamento è particolarmente sentito da tutti gli abitanti del Quadraro, anche la nostra associazione lavora affinché si conservi una memoria storica. Il 17 aprile di quest’anno in occasione della ricorrenza il sindaco di Roma Walter Veltroni, a nome del Presidente della Repubblica, ha consegnato al Quadraro la medaglia d’oro al valor civile.
Oggi questo evento è ancor più sentito… nel 1983 quando mi sono trasferito qui se ne parlava poco, non c’erano molte iniziate in questo senso… c’era solo una lapide, in ricordo dell’episodio storico, in via dei Lentuli.
Guidi, una scrittrice molto brava, ha pubblicato su questo evento un libro scritto in collaborazione con Quaranta, uno dei 740 deportati.
Nel 2000 nel corso di una manifestazione a cui hanno partecipato molti politici è stato posto un monumento in ricordo del rastrellamento. Una cosa che ci tengo a sottolineare è che a dar vita alla manifestazione non è stata la VI circoscrizione, di cui il Quadraro fa parte, ma la X. Tutte le cerimonie si sono svolte nel territorio della X circoscrizione, anche il monumento è stato posto lì… inoltre il 17 Aprile la medaglia d’oro è stata consegnata alla X circoscrizione. Questo per tutti noi abitanti del Quadraro è motivo di grande delusione e di rabbia nei confronti della VI circoscrizione, di cui facciamo parte, che non si è mai interessata ad organizzare manifestazioni o iniziative in ricordo di questo evento storico che ha tragicamente colpito il nostro quartiere nel ’44.
Rispetto al rastrellamento, la nostra associazione ha idee diverse rispetto a quelle ufficialmente accettate: il Quadraro, infatti, non era un covo di partigiani o ribelli, era un quartiere come tanti altri, abitato da gente comune. Il rastrellamento fu una ritorsione… infatti nel corso di una rissa tra alcuni tedeschi e il “gobbetto del Quarticciolo”, in una trattoria su via Tuscolana, furono uccisi tre tedeschi. Queste cose le so perché la trattoria in cui ci fu la lite era di proprietà del padre del mio padrino di battesimo… mi sono state raccontate direttamente.
Per ritorsione, alcuni giorni dopo, furono prese 740 persone, deportate nei campi di concentramento… alcuni sono tornati, moltissimi purtroppo no.

Quali sono le iniziative che promuove l’associazione culturale “Amici del vecchio Quadraro”? E in che misura gli abitanti del quartiere partecipano a tali iniziative?
L’associazione culturale “Amici del vecchio Quadraro”, nel corso di questi dieci anni di attività, ha promosso una serie di iniziative culturali atte a recuperare e migliorare le caratteristiche sociali, residenziali, urbanistiche, commerciali e produttive del quartiere nonché tutelarne il patrimonio storico rappresentato dalla sua stessa struttura.
La nostra associazione, inoltre, vuole offrire un contributo positivo alla conoscenza di questo quartiere, facciamo anche un lavoro di informazione.
Qualche mese fa abbiamo organizzato un’iniziativa che ha riscosso molto successo, “Il balcone fiorito”. Abbiamo proposto a tutti gli abitanti del Quadraro di abbellire il proprio balcone con piante e fiori, l’iniziativa è stata accolta positivamente, quasi tutti gli abitanti del quartiere hanno partecipato.
Un’altra volta abbiamo presentato un progetto per costruire un giardino con un anfiteatro all’aperto, davanti alla scuola in via Sestio Melas… abbiamo raccolto 1500 firme, abbiamo lavorato al progetto anche insieme al comitato di quartiere… sembrava che si potesse fare, eravamo arrivati a un buon punto con le autorizzazioni e invece poi si è bloccato per alcuni intoppi burocratici… o almeno così ci hanno detto. A questo progetto abbiamo lavorato moltissimo, era molto articolato… avevamo proposto un’irrigazione sotterranea del giardino attraverso il riciclaggio delle acque della fontana; per l’illuminazione invece avevamo stabilito di mettere pannelli solari al di sopra della scuola che avrebbero permesso l’illuminazione del giardino e della scuola stessa.

Un giorno sul posto si è presentata una delegazione del sindaco, rappresentati della VI circoscrizione, vigili, forze dell’ordine, per supervisionare il luogo … sembrava fosse stato accettato il progetto e invece, qualche tempo dopo, hanno detto che non era possibile perché il terreno era di proprietà privata.

La nostra associazione, inoltre, promuove campagne di informazione sul Piano Particolareggiato che incombe sul Vecchio Quadraro; il Piano, che ha in sé aspetti positivi in quanto prevede una riqualificazione del quartiere, l’incremento di popolazione e un maggior numero di servizi, esercizi commerciali e verde pubblico, consente la demolizione dell’esistente e l’edificazione di nuove palazzine dotate di posto auto. Con l’attuazione del Piano particolareggiato il Vecchio Quadraro perderebbe le sue caratteristiche che lo rendono un quartiere unico, con case basse dotate di verde ed orto; il Piano, infatti, prevede la costruzione di palazzine dell’altezza di 13,60 metri, corrispondenti a quattro piani. È previsto un incremento della popolazione di 1800 unità, ciò comporterebbe la presenza di circa 750 autovetture in più circolanti sulle rete viaria di zona, quindi un aumento del traffico e dell’inquinamento. Una cosa molto grave è che sono previsti degli espropri.
È positivo il fatto che dopo decenni di abbandono e di degrado il Quadraro sia tornato fra gli interessi della Pubblica Amministrazione, il Piano Particolareggiato, però, non risponde alle aspettative di quanti, come noi, desiderano tutelare le originali caratteristiche urbane e socio-culturali dell’area.
L’associazione culturale Amici del Vecchio Quadraro chiede che l’altezza massima consentita per le nuove costruzioni sia ridotta alla metà e che si diano pari opportunità alla conservazione e alla riqualificazione dell’esistente rispetto alla demolizione, ricostruzione e innalzamento di nuovi edifici.
Chiediamo, inoltre, che sia consentito l’adeguamento alle normative sull’abitabilità per gli edifici esistenti ed, in secondo luogo, che vengano organizzati dalla Amministrazione Pubblica mutui a tassi agevolati, sgravi fiscali o altro, a sostegno di ristrutturazioni ed ampliamenti.

Come Presidente dell’Associazione e come cittadino, qual’è la sua percezione delle istituzioni?
Le istituzioni sono assenti, la Pubblica Amministrazione si fa “viva”solo quando ci sono le elezioni. Nel quartiere mancano molti servizi indispensabili, Posta, Banche, ASL….
La cosa positiva è che dopo anni di abbandono il Quadraro sia oggetto di interesse della Amministrazione, con il Piano Particolareggiato; la cosa che ritengo grave come cittadino è che si portino avanti dei progetti senza tener minimamente conto delle esigenze, dei desideri e della volontà degli abitanti del quartiere. La VI circoscrizione, inoltre, ha sempre dato false informazioni sul progetto, negando, anche di fronte a documenti scritti,che fossero previsti espropri; siamo stati noi, come associazione, ad informare gli abitanti del Quadraro.
Il nostro atteggiamento nei confronti della Pubblica Amministrazione non è solo di critica, ma anche di proposizione, cioè presentiamo dei progetti in alternativa ad altri.
Ad un problema possono esserci diverse soluzioni e noi cerchiamo di proporre quelle che rispondono maggiormente ai desideri e alla volontà degli abitanti del Quadraro.
Noi desideriamo una partecipazione attiva degli abitanti del quartiere al processo di progettazione degli interventi destinati alla comunità. Questo, però, non è apprezzato dalla circoscrizione, che continua ad ignorare il punto di vista degli abitanti del Quadraro.

COMMENTO:

Il ruolo rivestito dal presidente dell’ associazione culturale costituisce sicuramente un punto di vista privilegiato, perché in prima linea nel rapporto con il quartiere: con ogni sua carenza e risorsa. Sembra che l’intera associazione “Amici del Vecchio Quadraro” abbia un ruolo molto attivo sul territorio e si possono riscontrare, attraverso le parole del presidente svariati Punti di Forza del quartiere:

- Il Vecchio Quadraro è un “ambiente a misura d’ uomo”, tutti si conoscono e si incontrano quotidianamente. E’ come un piccolo paese inserito in una grande città e questo aspetto è giudicato “preziosissimo”.
- E’ una zona piena di spazi verdi.
- Negli anni ’90 si è iniziato a parlare di “riqualificazione del quartiere”, che ha iniziato a godere anche di una migliore considerazione dall’ esterno.
- Inoltre un articolo su “la Repubblica” di poco tempo fa titolava “Il Quadraro come Trastevere” e sono stati pubblicati tre libri sulla storia del quartiere.
- Relativamente alla ricca storia del Quadraro esistono dei personaggi che vivono al suo interno e costituiscono essi stessi una fetta di tradizioni che è rimasta in vita: tra questi Gino il barbiere.
- E’ molto presente il ricordo del rastrellamento nazista avvenuto nel ’44 nel quartiere, una ricorrenza molto sentita che fornisce un grosso contributo all’ identità storica della comunità e per la quale quest’anno il sindaco di Roma, Veltroni, ha consegnato al Quadraro la medaglia d’ oro al valor civile e nel 2000 è stato costruito un monumento proprio in memoria del rastrellamento.
- Tra le attività prevalenti dell’ associazione sono promosse “iniziative culturali atte a recuperare e migliorare le caratteristiche sociali, residenziali, urbanistiche, commerciali e produttive del quartiere nonché tutelarne il patrimonio storico rappresentato dalla sua stessa struttura”.
- Un altro aspetto altrettanto importante è costituito dal carattere informativo-divulgativo dell’ associazione stessa, che si impegna a fornire un contributo positivo alla conoscenza del quartiere.
- In questo senso sono emblematiche le campagne di informazione sul Piano Particolareggiato per il Vecchio Quadraro, che prevede, tra gli aspetti positivi, una riqualificazione del quartiere, l’incremento di popolazione e un maggior numero di servizi. Il presidente inoltre segnala come positivo il fatto che “dopo decenni di abbandono e di degrado il Quadraro sia tornato fra gli interessi della Pubblica Amministrazione” e come l’associazione si proponga altrettanto positivamente non rinnegando o rifiutando l’intervento delle Amministrazioni locali, bensì adottando un’ottica propositiva tesa all’arricchimento o alla modificazione dei progetti in funzione delle reali esigenze sentite sul territorio.

Tra gli aspetti negativi presentati nel corso dell’ intervista sono evidenziabili i seguenti Punti Debolezza della comunità:

- “Per tanti anni il Quadraro è stato totalmente abbandonato a se stesso”, in quanto era prevista nella zona la costruzione di nuove infrastrutture per cui tutte le case sarebbero state demolite e gli abitanti trasferiti in altre zone della città. Per questo molti si sono di fatto trasferiti ed hanno affittato le case a prezzi bassissimi e né abitanti né proprietari si accollavano i costi di eventuali ristrutturazioni, perciò in pochi decenni si era giunti ad un forte degrado delle strutture e della zona intera.
- A causa di tale degrado anche il giudizio esterno sul quartiere era molto peggiorato ed è stato per parecchio tempo considerato “quartiere malfamato”.
- Un’ altra conseguenza dell’abbandono del quartiere è stata la perdita di molte tradizioni, che non sono state tramandate.
- L’ episodio del rastrellamento, poi, oltre ad essere un evento di per sé spiacevole, conserva una serie di aspetti negativi nel presente, relativi al riconoscimento di quanto è avvenuto da parte delle amministrazioni locali. Infatti tutte le cerimonie si sono svolte nel territorio della X circoscrizione, ed anche la medaglia d’oro è stata consegnata alla X circoscrizione. Questi eventi vengono descritti dal presidente come motivo di grande delusione e di rabbia per tutti gli abitanti del Quadraro nei confronti della VI circoscrizione, di cui fanno parte.
- Per quanto riguarda il Piano Particolareggiato per il rinnovamento del quartiere l’intervistato sostiene che il Vecchio Quadraro perderebbe le sue caratteristiche che lo rendono un quartiere unico, con case basse e, a causa del forte incremento demografico, si manifesterebbe un aumento del traffico e dell’ inquinamento.
- La critica verso le istituzioni si rafforza nel momento in cui il presidente dell’associazione le definisce pressochè “assenti” e sottolinea che “la Pubblica Amministrazione si fa viva solo quando ci sono le elezioni”. Sostiene che “nel quartiere mancano molti servizi indispensabili, Posta, Banche, USL” e sottolinea come “grave” il fatto che si portino avanti dei progetti “senza tener minimamente conto delle esigenze, dei desideri e della volontà degli abitanti”.

Appare quindi evidente, secondo il presidente, un forte senso di abbandono e una sorta di incapacità di comunicazione tra le istituzioni e i membri della comunità, che non riconoscono i provvedimenti che dovrebbero andare a loro vantaggio, come utili, ma soprattutto non si sentono considerati come protagonisti del cambiamento, né valorizzati secondo la propria identità culturale e le proprie esigenze. Questo è forse l’aspetto più sentito e per il quale sono attivate parecchie risorse dell’associazione, innanzitutto con scopi informativo-divulgativi e contemporaneamente volte alla partecipazione attiva e diretta degli abitanti per ciò che riguarda l’ amministrazione e la gestione di risorse nel proprio territorio.

Le istituzioni, quindi, sono percepite come una minaccia alla comunità, alle sue caratteristiche.


Intervista a Gino, barbiere storico del Vecchio Quadraro

Il negozio di Luigi (Gino per gli amici e per tutti gli abitanti del Quadraro) si trova a pochi metri dalla stazione della metropolitana, in via dei Quintili. Sono appena le dieci del mattino ma nel suo negozio (e anche fuori) c’è già un fervido movimento di personaggi pittoreschi, tutti suoi amici. Si dimostra molto disponibile a rispondere alle nostre domande e, mentre lui continua ad “acconciare” un suo cliente, ci invita a cominciare:

Da quanto tempo vive al Vecchio Quadraro?
Dal 1947, avevo sette anni e venivo ad aiutare mio padre qui nella bottega

Quali sono, secondo lei, gli aspetti positivi e negativi che caratterizzano questa comunità?
Adesso… niente… il Vecchio Quadraro è finito. E’ diventato ormai come posso dire… multiculturale, multietnico. Tu pensa che prima al Quadraro eravamo 48.000 abitanti, e ci conoscevamo tutti, c’erano solo due spazzini e le strade erano sempre pulite. Lavoravamo tutti, certo pure ai tempi c’erano i furbi, e infatti il gioco “carta vince carta perde” se lo sono inventato qua, poi andavano al centro per “fregare” la gente coi soldi e li portavamo al Quadraro, qui so' nati i “sola”, che andavano a fare i “biscotti” ai ricchi e portavano i soldi al quartiere. C’era anche tanta brava gente, barbieri, calzolai, muratori, fabbri, tutte famiglie numerose e tutti che lavoravano.

E adesso sono tutti andati via?
Tutti via. Per la fame chi è andato in Germania chi in Francia…poi dopo hanno incominciato a dire che il Vecchio Quadraro doveva rinascere, essere ristrutturato, arricchito con nuovi palazzi…tutte chiacchiere chiacchiere e chiacchiere. Da quello che ricordo io ‘sto quartiere è rimasto sempre uguale, secondo me per il volere di qualche deficiente…Comune, circoscrizione, assessorato tutti insomma. Il problema è che questa non è mai stata una zona molto politica, e tu sai che quando un posto ha una grande importanza politica allora la stessa politica lo fa crescere. E qui non contiamo niente.

Cosa intende quando dice importanza politica?
La politica amico mio è una brutta bestia. Eh si, è proprio brutta perché ci stanno i famosi “beccaccini”, che approfittano dell’ignoranza della gente, e qua siamo sempre stati pronti ad abboccare alle promesse dei politici. Guarda per esempio il piano regolatore, sono trenta volte che lo fanno e siamo sempre da capo. Eh già ormai ci hanno proprio rimbambito.... E scusa la franchezza

Quali sono le cose che la legano di più alla sua comunità?
Tante, tante cose mi legano a questo posto…. Ma che scherzi! Io qua ho visto alternarsi quattro generazioni. L’altro giorno è venuto un signore che ha portato il figlio a tagliarsi i capelli e gli diceva “lo vedi quello sgabello col cavalluccio? Mio padre mi metteva là per farmi tagliere i capelli da Gino”. Amico mio dopo tanti anni queste sono cose che ti danno ancora tanta soddisfazione, perché vuol dire che ti sei fatto strada col lavoro in maniera onesta, renditi conto da solo, basta che ti guardi intorno

(infatti appesi al muro ci sono i diplomi delle più famose e prestigiose scuole internazionali come Parigi e Mosca, vicino a foto con i clienti che l’hanno reso famoso in tutta Italia, come Totò, Mastroianni e Alberto Sordi).

Io mi ricordo di quando avevo nove anni e venne Totò a farsi la barba. Mio padre si raccomandò cento volte di fare un buon lavoro e diceva “a Gì guarda che quello è principe, me raccomando a te…”, io però ero piccolo e mi tremava la mano per la paura di combinare qualche guaio e più io tremavo con il rasoio in mano più Totò si scansava per il timore di essere sfregiato. Alla fine però mi diede anche 100 lire di mancia…che mi padre se “fregò” subito.

Rispetto alle tradizioni, potrebbe indicarci qualche festa, usanza o manifestazione che caratterizza questa comunità?
Ma quale tradizione, qua non fanno più niente, prima sì che era un quartiere quando c’era Quadraccia…

Chi era Quadraccia?
Adesso è morto, era il padrone di un negozio di biciclette, il figlio faceva il ciclista, e lui una volta all’anno organizzava la corsa in bicicletta intorno al Quadraro con le sue bici. Poi c’era la corsa campestre. Adesso non ci stanno più le feste di zona o la festa del Quadraro, qua basta che si ricordano una volta l’anno del rastrellamento.
Anzi no… c’è la festa della parrocchia… però niente di particolare. Sempre le stesse cose. Una volta qua era pieno de pignatte, si faceva una festa al mese. Ormai è un quartiere amorfo. Anche perché a chi è venuto non gliene frega niente. E’ diventato un quartiere dormitorio.
Però questo è l’unico posto de Roma dove ancora respiri perché non ci stanno palazzi sono tutte case basse e ci arriva ancora bene il sole. Certi giorni pare un’oasi.

Lei ha anche clienti giovani?
E certo io non me faccio mancà niente…

Come vede in particolare i giovani di questa zona rispetto a quelli della sua generazione?
Vabbè sono cambiati in tutto ma perché è la vita che è cambiata. Però sono attaccati alla zona quello sì. Sono più fieri dei loro genitori di abitare al Quadraro. E’ ‘sta generazione di mezzo che ci ha rovinato.

Come titolare di un’attività commerciale si sente tutelato dalle forze dell’ordine?
Sì, ancora si vive bene. C’è stato un periodo un po’ così, qualche anno fa… ma adesso si vive abbastanza bene. Le guardie in giro ci sono e poi non è che ci sia tutta sta brutta gente…

Come membro della comunità qual è la sua percezione delle istituzioni?
Il problema di questo posto e che appena si inserisce qualche partito fa il bello e il cattivo tempo. E tu lo sai perché? Perché la gente non partecipa. Allora non partecipando la gente che succede? C’è un comitato di quartiere dove la gente può guardarsi i suoi interessi…però non funziona un gran che… e allora siamo come i cani senza museruola. Nessuno ci tutela e noi non ci tuteliamo da soli. Ma tu la sai l’ultima che hanno fatto a questo posto? Hanno venduto il cinema ai coreani. Io ancora non ci posso credere, quello era un cinema storico che al limite sarebbe potuto diventare un centro sociale per i giovani del posto, invece adesso ci fanno un luogo di preghiera per i coreani. Io non c’ho niente contro 'sta gente però nel nostro piccolo è come fare una moschea nel Colosseo. Se una cosa del genere fosse successa trent’anni fa qua c’era una sommossa che ci dovevano fermà a bastonate. Sempre perché la gente non si fa coinvolge, poi però, quando i giochi li hanno fatti, tutti si scandalizzano “…ma come il cinema ai coreani”, però quando ci stava da dire no tu stavi a casa a guardarti la televisione adesso che vuoi? Svegliamoci, anzi svegliatevi che io sono già sveglio da un pezzo, altrimenti finirete per fare gli schiavi di questa gente.

Commento

Gino è senza dubbio un personaggio chiave della comunità del Vecchio Quadraro. Per sua stessa ammissione il suo negozio è in quella zona dal 1947. La scelta di somministrare a lui l’intervista per l’approfondimento del profilo antropologico è scaturita tenendo conto di questa lunga militanza, ma anche della partecipazione attiva alla vita di quartiere e all’immagine che egli si è creato negli anni. Siamo venuti a conoscenza di Gino e del suo importante ruolo nel quartiere grazie al racconto del presidente dell’associazione culturale“Amici del Vecchio Quadraro”. Il suo negozio si allontana molto dagli standard tipici dei negozi di barbieri, sembra un circolo di amici e di artisti. In un angolo si trova una tastiera con un microfono che ogni tanto viene accesa per far cantare qualcuno (a volte Gino stesso). Per questo motivo Gino si autodefinisce piano–barbiere. Il suo salone è decisamente un crocevia di persone che vivono al Vecchio Quadraro (durante l’intervista, durata circa un paio d’ore, sono orbitati davanti la sua porta almeno una ventina di personaggi “storici” della zona). Grazie al suo modo di esprimersi diretto ed esplicito le sue risposte non necessitano di essere troppo interpretate, anzi i suoi messaggi sono chiari ed inequivocabili. L’idea chiave che pervade l’intervista a Gino è la sua sfiducia nelle istituzioni, colpevoli, a suo dire, di abbandonare la zona a sé stessa. Dalle risposte che Gino da alle domande sulla sua percezione delle istituzioni si evince che le ritiene responsabili di mancate promesse fatte alla comunità e la preoccupazione che nei prossimi anni la zona del Vecchio Quadraro possa esser colpita da una grande speculazione edilizia proprio per la latenza di decreti che possano regolamentare l’edificazione della zona. La responsabilità di questa situazione secondo Gino è anche dei membri della comunità stessa, che lui reputa poco partecipi. Anche Gino sottolinea la mancanza di feste particolari e la scomparsa di vecchie tradizioni che avevano fatto grande la sua generazione, perché non c’è stata una continuità storica, visto che molti abitanti del quartiere si sono trasferiti intorno agli anni '80.

Emerge un forte senso di appartenenza al quartiere, molto amato per le sue caratteristiche ( “non ci sono palazzi, si vede ancora il sole, è un’oasi”) e giudicato un posto ancora vivibile, sicuro e tranquillo.

Gino, mostra la sua preoccupazione per la presenza di molti stranieri nella zona, teme, infatti, che il quartiere cambi aspetto (cinema venduto ai coreani), perda le sue radici storiche.

Quello che senza dubbio traspare dall’intervista di Gino è il suo forte attaccamento al quartiere, un forte senso di appartenenza e la sua preoccupazione per i prossimi anni.


Intervista a Don Elvio, parroco della chiesa Santa Maria del Buon Consiglio


Sono le 18:15 di venerdì 4 giugno ’04, quando ci rechiamo alla chiesa di SANTA MARIA DEL BUON CONSIGLIO per incontrare il parroco dopo un precedente contatto telefonico.
Entrando in chiesa rimaniamo meravigliati dal gran numero di persone che partecipano alla messa, dal momento che non è domenica ma un giorno feriale.
Il parroco Don Elvio con la massima disponibilità ci riceve nel suo ufficio e iniziamo la nostra intervista.

Da quanto tempo svolge il suo apostolato in questa parrocchia?
Lavoro in questa parrocchia con l’incarico di parroco dal 1999.
Sono quasi 5 anni ormai e posso dire che dopo le prime difficoltà prevedibili tutto è andato bene. Mi sono sentito subito accolto dai miei parrocchiani e tutto il lavoro che ha seguito il mio arrivo è stato all’insegna della cooperazione con i fedeli e con altri 3 sacerdoti giovani, che sono impegnati in animazione pastorale e svolgono il loro ministero in questa parrocchia.

Quali sono secondo lei gli aspetti positivi e negativi che caratterizzano questa comunità ?
E’ davvero difficile per me rispondere a questa domanda…ed anche fare una descrizione della comunità del Quadraro, perché a mio modo di vedere si tratta di strutture composite.

Cosa intende dire?
Devi sapere che questa parrocchia per metà del suo territorio appartiene al Vecchio Quadraro e l’altra metà o forse più della metà è inglobata nel Nuovo Quadraro.
In questo senso ci sono notevoli differenze tra il modo di vivere e di percepire l’ambiente che ci circonda…io lo vedo!
Al Vecchio Quadraro la gente si conosce da 50 anni ed è come vivere in un paese. Chi si incontra nei negozi o per strada socializza, si ferma un attimo a chiacchierare. Come dicevo prima…. io lo vedo quando vado dal barbiere, ormai la sua bottega è diventata un punto di ritrovo per giovani e anziani. La gente si “vive” maggiormente. E’un ambiente a misura d’uomo!
Questo secondo me, è un aspetto positivo che caratterizza la comunità del Vecchio Quadraro che in qualche modo sembra “non sentire” il tempo che passa e continua a vivere genuinamente come si faceva un tempo quando le famiglie dovevano lottare per mettere insieme il pranzo e la cena.
Purtroppo non posso dire lo stesso del nuovo Quadraro dove l’aspetto negativo che per primo mi viene in mente è l’anonimato. Si tratta di un quartiere con pochi punti e luoghi d’aggregazione…un agglomerato urbano con palazzoni, dove nonostante la città offra molti servizi fruibili da un punto di vista immediato, manca molto la dimensione umana, dell’incontro e dei ruoli.
Può sembrare strano che due realtà sostanzialmente diverse possano convivere così vicine, eppure è così . Questo è un aspetto peculiare del Quadraro.

Quali sono le cose che la legano di più alla comunità?
Sicuramente il mio ministero, che mi permette di “incontrare” le persone, diverse tra loro, nei momenti più vari del ciclo della vita dalla gioia del matrimonio e dei battesimi al dolore terribile della morte che ugualmente coglie tutti “impreparati”.
Rispetto alle tradizioni potrebbe indicarci qualche festa, usanza o manifestazione che caratterizza questa comunità?
Non ci sono feste tradizionali che hanno alle spalle anni di storia proprio perchè il Quadraro ha subito in passato un periodo di abbandono da parte dei residenti che hanno lasciato tutto per andare alla ricerca di una “sistemazione migliore”. Questo ha fatto si che molte tradizioni andassero perdute.
La festa più sentita è la Via Crucis che si fa il venerdì santo percorrendo le vie del quartiere. Ci sono in tutto tre processioni. La più caratteristica è quella che attraversa le strade del Vecchio Quadraro che si svolge il 7 dicembre la vigilia dell’immacolata. Nonostante si celebri in inverno rimane la più partecipata. Qui la gente si attiva particolarmente ornando le vie con altarini e luci che fanno del Vecchio Quadraro un paesino in festa. Per ultima c’è la festa che dovrebbe essere della parrocchia; è una festa mariana che percorre le vie del nuovo Quadraro che però è poco sentita e si celebra alla fine di maggio.

Ci sono delle attività di animazione giovanile promosse dalla comunità parrocchiale? Se si, quali?
Si ce ne sono. Come attività maggiore abbiamo un oratorio parrocchiale che nasce dal lavoro dei giovani che si somma ormai da circa 20-30 anni. Da questo punto di vista c’è una “grossa” tradizione. A parte l’oratorio vecchio con Canepa fondatore degli oratori romani, sepolto nella nostra chiesa, ci sono diversi gruppi giovanili.
L’oratorio funziona prevalentemente ad uso interno, cioè per i ragazzi che frequentano i gruppi di catechismo fino alla cresima, e per coloro che sono membri dei gruppi giovanili. La domenica è aperto un po’ a tutti e se vogliamo anche nei giorni feriali però chiedendo di rispettare alcune regole affinché sia un ambiente educativo anche se a volte è difficile.
I gruppi sono autogestiti e seguiti dai sacerdoti giovani; frequentemente col bel tempo vengono organizzate gite.

Quale partecipazione riscontra nella sua comunità da parte dei fedeli?
La parrocchia ha in totale circa 40.000 abitanti. La chiesa è sempre piena, la messa della domenica è molto partecipata (circa 3.500 persone), ma del totale degli abitanti solo 8-9% a mio avviso, frequenta abitualmente la chiesa. Partecipano soprattutto molti giovani ed anziani. E’ carente la figura delle coppie di mezza età e delle coppie giovani, una sorta di vuoto tra i 35 e i 55 anni, anche perché forse un tipo di lavoro su questa fascia d’età è stato fatto poco. Si è lavorato molto su giovani e sulle persone anziane.

Come membro della comunità qual è la sua percezione delle istituzioni?
Il rapporto è buono, nel senso che le volte che ne ho avuto bisogno ho trovato gente disponibile. C’è un ottimo rapporto con la caserma dei carabinieri, con il comandante particolarmente disponibile. Ci sono contatti con la circoscrizione attraverso le assistenti sociali che lavorano nel territorio…di fatto degli scambi ci sono!
Alla “cooperativa Cecilia” che lavora nella circoscrizione a servizio dei disabili…diamo 4 giorni a settimana la disponibilità dei locali della parrocchia. E’ nato quindi un rapporto….c’è un consultorio familiare cattolico. C’è un rapporto sostanzioso con le istituzioni civili; qualche mese fa è stato aperto un reparto per donne portatrici di handicap in gravidanza con l’aiuto della circoscrizione e rappresenta forse il primo caso in tutta Roma. Questo progetto è stato fatto in collaborazione con la X circoscrizione, non con la VI.
Inoltre un altro contatto si è avuto quando c’è stata la commemorazione dell’episodio del rastrellamento. Grazie agli archivi parrocchiali di Don Rey ho potuto documentare tutte le persone che sono state deportate sia a Fossoli che in Germania .

COMMENTO

Dall’incontro con Don Elvio sono emersi in primo luogo gli aspetti duplici di questa comunità che si presenta come “una scatola cinese con delle sorprese”.
Ci riferiamo alle caratteristiche diverse che fanno del Quadraro un posto particolarissimo: da una parte il “nuovo” con strutture alte, anonime dove la gente non ha contatti, dall’altra invece il Vecchio Quadraro con case basse che fanno da contrasto ai palazzi e che conserva ancora la familiarità di un tempo, oggi caratteristica solo di qualche paesino.
La gente s’incontra per strada e condivide un pezzetto della propria vita!
Questo aspetto è stato particolarmente sottolineato da Don Elvio che, in quanto uomo di chiesa, uomo che vive tra gli uomini e che ha messo la sua vita a servizio degli altri, vorrebbe vedere e vivere più frequentemente queste “realtà”. Quindi “Vecchio Quadraro” ambiente a misura d’uomo, dove le feste parrocchiali sono motivo di gioia e di collaborazione comune, dove il parroco si sente protetto e collabora strettamente con le istituzioni, dove non ci sono differenze razziali ed etniche.
Dal punto di vista del parroco si possono cogliere diversi aspetti sia positivi che negativi della comunità.

Si possono così sintetizzare i Punti di forza:

- Il parroco si è sentito, dopo le prime, poche difficoltà, subito accolto dai parrocchiani.
- Giudica positivamente la dimensione ristretta del quartiere, che definisce “un ambiente a misura d’ uomo”, dove “la gente si vive maggiormente e sembra non sentire il tempo che passa”, continuando a “vivere genuinamente come si faceva un tempo”. Questo giudizio positivo viene anche rinforzato attraverso il confronto con il Nuovo Quadraro descritto come ambiente in cui predomina l’ anonimato, connotato negativamente.
- Tra le feste tradizionali religiose viene valorizzata la Via Crucis, all’ interno della quale sono presenti tre processioni e la più caratteristica è quella che si svolge all’ interno del Vecchio Quadraro (ricordando che la parrocchia raccoglie i fedeli sia del Nuovo che del Vecchio Quadraro).
- Ancora dal punto di vista delle tradizioni c’ e un oratorio parrocchiale presente ormai da circa 20-30 anni, molto attivo soprattutto per le attività con i giovani.
- Il rapporto con le istituzioni viene definito buono, in particolare con i carabinieri

Punti di debolezza:

- Grosse differenze tra il Vecchio ed il Nuovo Quadraro.
- Mancanza di feste tradizionali all’ interno del Vecchio Quadraro a causa di un periodo di abbandono da parte dei residenti.

Dunque si può concludere affermando che il punto di vista del parroco, basato anche su una fonte preziosa di informazione, quale può essere il confronto delle differenze tra contesti, risulta prevalentemente positivo, soprattutto rispetto al rapporto della parrocchia con le istituzioni e, tra le poche “note” negative, viene sottolineata la carenza di forti tradizioni, in un quartiere dove, sempre secondo il sacerdote, la forza maggiore è data proprio dalla dimensione raccolta (“dimensione umana”) e dall’incontro continuo fra gli abitanti.


I FOCUS GROUP


FOCUS GROUP 1

Il focus group 1 è composto da 10 persone, di età compresa tra 45 e 70 anni.

La riunione, durata circa 3 ore, si è svolta nell’abitazione di uno dei membri del gruppo; i componenti del gruppo si sono disposti a semicerchio, c’è stata una partecipazione alla discussione di tutti i membri e una comunicazione circolare.

Alla fase del brainstorming è seguita la discussione su ogni punto; abbiamo potuto notare un accordo generale tra i membri sui Punti Forza e Punti Debolezza emersi.

L’unico punto intorno al quale la discussione si è accesa è il Piano Particolareggiato, che, dopo lungo parlare, è stato considerato sia un punto forza, sia un punto debolezza.

È emerso un forte senso di appartenenza alla comunità; il quartiere è molto amato per le sue caratteristiche architettoniche (case basse, assenza di palazzoni) e per la presenza di molto verde (profilo territoriale); questo permette una vita “a misura d’uomo” (profilo psicologico) in un quartiere poco inquinato, tranquillo e percepito dai suoi abitanti come sicuro.

I membri della comunità hanno espresso un forte conflitto con la VI circoscrizione (profilo psicologico) che non tiene sufficientemente in considerazione i loro bisogni, desideri e le necessità del Vecchio Quadraro; le istituzioni sono percepite come poco presenti.

Gli abitanti del Vecchio Quadraro si sono molto uniti (forte senso di coesione) (profilo psicologico) nell’intento comune di difendere il quartiere, affinché non perda le sue caratteristiche e, per questo, hanno considerato come PF la presenza dell’associazione “Amici del Vecchio Quadraro”e del comitato di quartiere (profilo dei servizi).

Tra i punti debolezza, la presenza di poche tradizioni (profilo antropologico), è collegata al fatto che, negli anni, molti abitanti si sono trasferiti (profilo demografico).

Molti punti debolezza emersi rientrano nel profilo dei servizi (mancanza della ASL, di un centro anziani, di centri ricreativi e sportivi per ragazzi, della biblioteca, insufficiente servizio di nettezza urbana).

Il quartiere è poco inquinato (profilo territoriale) anche grazie alla presenza della metro (profilo dei servizi) utilizzata dagli abitanti del quartiere come mezzo per gli spostamenti, molto di più della macchina.

Territoriale
Punti forza Case basse; Presenza di verde (8); Area archeologica; Poco inquinamento; Ben collegato al centro (1).
Punti debolezza
Demografico
Punti forza Molti immigrati.
Punti debolezza Molti abitanti si sono trasferiti (4).
Attività produttive
Punti forza Attività di artigianato; Molti negozi; Forno che vende prodotti.
Punti debolezza Affitti alti; Poche opportunità di lavoro.
Servizi
Punti forza 4 Scuole (asilo, elementari, medie, superiori); Giardinetto attrezzato; Cinema; Associazione Culturale Amici del Vecchio Quadraro; Metro.
Punti debolezza Pochi servizi ufficio postale; Non è presente la ASL; Assenza centro anziani; Mancanza di centri ricreativi per i ragazzi; Insufficiente servizio di nettezza urbana; Pochi Pub; Assenza centri sportivi: Non è presenta una biblioteca.
Istituzionale
Punti forza 2 Chiese; 2 Caserme; Piano Particolareggiato (2); Comitato di Quartiere; Sedi di partito;
Punti debolezza Amministrato male politicamente; Diviso in due circoscrizioni (3); Pochi permessi per costruire case e per ristrutturazioni; Piano Particolareggiato (2); Poca manutenzione delle cose pubbliche (5).
Antropologico Culturale
Punti forza
Punti debolezza Poche tradizioni.
Psicologico
Punti forza Vita a misura d’uomo; Forte coesione tra gli abitanti; Integrazione multietnica; Quartiere tranquillo; Forte senso di appartenenza.
Punti debolezza Fama di essere un quartiere poco sicuro, con molta delinquenza (6); Vissuto di conflitto con la VI circoscrizione (7).
Futuro
Punti forza Il quartiere sarà più bello ed accogliente; Riqualificazione e ristrutturazione; Attuazione Piano Particolareggiato con le modifiche richieste; Ufficio postale, banca e servizi.
Punti debolezza Il quartiere rimarrà immutato; Perdita delle caratteristiche che rendono il Vecchio Quadraro un quartiere unico; Costruzione di palazzoni; Demolizione delle abitazioni presenti sul territorio.

Note:

1. I componenti del focus group si riferivano alle vie di comunicazione che collegano il Vecchio Quadraro al centro di Roma ( ad es. Via Tuscolana), per cui questo punto è stato assegnato al profilo territoriale.

2. Il Piano Particolareggiato è stato considerato dai membri del gruppo, sia un punto di forza, sia un punto di debolezza del profilo istituzionale: un punto di forza in quanto è un progetto di riqualificazione del quartiere che dimostra un interessamento della Pubblica Amministrazione; un punto di debolezza in quanto il Piano non risponde alle aspettative degli abitanti del quartiere, poiché prevede espropri, demolizioni di molte case presenti sul territorio e costruzione di palazzi di 4/5 piani che cambierebbero totalmente l’aspetto del Vecchio Quadraro.

3. Nel corso della discussione i componenti del gruppo focus hanno deciso di assegnare il punto “quartiere diviso in 2 circoscrizioni” al profilo istituzionale, poiché ciò che lamentano è il completo disinteresse dell’amministrazione pubblica verso alcune zone del quartiere confine tra la VI e la X circoscrizione. Alcune zone del Vecchio Quadraro, essendo al confine tra le 2 circoscrizioni, sono completamente abbandonate e non gestite politicamente né dalla VI né dalla X circoscrizione. Quello che i membri del gruppo lamentano in riferimento a questo punto è legato all’organizzazione politico amministrativa (profilo istituzionale) e non all’ubicazione e ai confini del quartiere (profilo territoriale).

4. Per molti anni il quartiere è stato completamente abbandonato a se stesso, infatti era prevista la costruzione di una sopraelevata e la demolizione delle case del Vecchio Quadraro; vista questa situazione di incertezza sul futuro molti hanno deciso di trasferirsi. Questo punto di debolezza del profilo demografico è anche collegato alla presenza di poche tradizioni, che si sono perdute negli anni, PD del profilo antropologico.

5. “Poca manutenzione delle cose pubbliche”, PD profilo istituzionale, infatti gli abitanti del quartiere rilevano poca attenzione da parte della VI circoscrizione alla manutenzione delle cose pubbliche. Ad es. se si rompono i giochi per i bambini al giardinetto, nessuno si preoccupa della riparazione.

6. I membri del gruppo focus soffrono molto il fatto che il quartiere non goda, ingiustamente, di una buona reputazione. È considerato dagli abitanti di altre zone di Roma un quartiere poco sicuro, con un alto tasso di delinquenza; in relazione a ciò i cittadini del quartiere reputano molto importante la presenza della Associazione culturale “Amici del Vecchio Quadraro” (PF profilo dei servizi) che lavora per far conoscere il patrimonio storico artistico del quartiere, le sue potenzialità.

7. I membri del gruppo hanno manifestato un vissuto di forte conflitto con la VI circoscrizione, in quanto si sentono abbandonati e non tenuti sufficientemente in considerazione nelle decisioni che riguardano la loro comunità.

8. I membri del gruppo si riferivano ad aree verdi private, ogni casa possiede l’orto ed il giardino.

Riepilogo Punti Forza - Punti deboli Focus Group 1
Punti forza
Punti deboli
• case basse
• vita a misura d’uomo
• presenza di verde
• forte coesione tra gli abitanti
• 2 chiese
• 4 scuole (asilo, elementare, medie, superiori)
• metro
• ben collegato al centro
• area archeologica
• giardinetto pubblico attrezzato
• molti immigrati
• integrazione multietnica
• quartiere tranquillo
• attività di artigianato
• poco inquinamento
• Piano Particolareggiato
• molti negozi
• forno che vende prodotti all’ingrosso
• 2 caserme
• cinema
• comitato di quartiere
• sedi di partito
• forte senso di appartenenza alla comunità
• associazione culturale Amici del vecchio Quadraro
• pochi servizi, ad es. ufficio postale
• amministrato male politicamente
• assenza della ASL
• quartire diviso in 2 circoscrizioni
• assenza centro anziani
• mancanza di centri ricreativi per ragazzi
• insufficiente servizio della nettezza urbana
• pochi permessi per costruire case o per la ristrutturazione
• affitti alti
• Piano Particolareggiato
• pochi pub
• poche tradizioni
• non è presente una biblioteca
• molti abitanti si sono trasferiti
• poche opportunità di lavoro
• poca manutenzione delle cose pubbliche
• assenza centri sportivi
• fama di essere un quartiere poco sicuro, con molta delinquenza
• vissuto di conflitto con la VI circoscrizione

PROFILO SUL FUTURO

Come sarà secondo voi tra 10 anni questa comunità?
La maggior parte dei componenti del focus group ritiene che il quartiere resterà così com’è, non ci saranno interventi di riqualificazione del Vecchio Quadraro da parte della Pubblica Amministrazione.
Gli altri membri del gruppo, invece, pensano che tra 10 anni il quartiere, pur conservando le sue caratteristiche, sarà più bello ed accogliente.

Cosa temete maggiormente per il futuro di questo quartiere?
Durante la discussione nel gruppo focus è emerso che il timore più grande degli abitanti del Vecchio Quadraro è che il quartiere perda le sue caratteristiche che lo rendono unico, che venga modificato con la costruzione di palazzoni e la demolizione delle abitazioni attualmente presenti sul territorio.
Un timore molto forte è, quindi, l’attuazione del Piano Particolareggiato, senza le modifiche richieste dagli abitanti del quartiere.

Cosa desiderate maggiormente per il futuro del Vecchio Quadraro?
Tutti i componenti del gruppo esprimono il desiderio che vengano attuati progetti di riqualificazione del quartiere, che venga ristrutturato mantenendo però le sue caratteristiche. Sperano che la Pubblica Amministrazione accetti le modifiche al Piano Particolareggiato proposte da una loro delegazione e che il quartiere, tra 10 anni, avrà la Posta, una banca, una biblioteca e tutti gli altri servizi che non sono presenti.


FOCUS GROUP 2

Il gruppo focus 2, composto da 6 ragazzi e 6 ragazze, di età compresa tra i 16 e i 23 anni, si e svolto nel giardino dell’abitazione di uno dei membri del gruppo ed è durato circa 4 ore.

Tutti i componenti del gruppo hanno partecipato attivamente ad ogni fase del lavoro, con una comunicazione circolare.

Anche tra i giovani è emerso un forte senso di comunità e di appartenenza al quartiere, in cui è possibile una vita serena (profilo psicologico) per l’assenza di traffico, smog e la presenza di molto verde ( profilo territoriale).

Il Vecchio Quadraro è descritto come un piccolo paese ( ci conosciamo tutti, quartiere tranquillo, case di 1/2 piani…) inserito, però, in una grande città, con tutti i privilegi collegati a questo ( metropolitana, Vicino a Via Tuscolana…).

I componenti del gruppo focus hanno considerato un punto di forza la presenza del Mausoleo di Alessandro Severo ( profilo territoriale) e a questo è collegato il malcontento verso la VI circoscrizione che non valorizza gli aspetti storico culturali del quartiere (profilo istituzionale).

Il quartiere è popolato da molti giovani (profilo demografico) che soffrono particolarmente l’assenza di pub, discoteche, sale giochi, centri sportivi (profilo dei servizi). Proprio per l’assenza di questi servizi, i membri del gruppo focus considerano un importante luogo di aggregazione e ritrovo l’oratorio, che organizza molte attività e gite per i giovani.

Territoriale
Punti forza Ben collegato al centro (1); Vicino a via Tuscolana; Assenza di smog; Poco traffico; Presenza di molto verde (2); Non ci sono palazzoni; Mausoleo di Alessandro Severo; Case di 1-2 piani.
Punti debolezza
Demografico
Punti forza Molti giovani.
Punti debolezza Molti abitanti si sono trasferiti (4).
Attività produttive
Punti forza Molti negozi.
Punti debolezza Affitti alti; Lavoro nero.
Servizi
Punti forza Metro; Scuole (asilo, elementari, medie, superiori); Giardino pubblico con giochi per bambini; Cinema; Oratorio; Centro bocciofilo.
Punti debolezza Pochi pub; Non c’è una biblioteca; Assenza centri sportivi; Non ci sono discoteche; Assenza di sale giochi; Non c’è l’ufficio postale; Servizio di nettezza urbana insufficiente.
Istituzionale
Punti forza 2 chiese
Punti debolezza Il Quadraro è diviso in 2 circoscrizioni (4); L’Amministrazione non valorizza gli aspetti storico culturali; Piano Particolareggiato.
Antropologico Culturale
Punti forza
Punti debolezza
Psicologico
Punti forza Quartiere tranquillo; Ci conosciamo tutti (3); Forte senso di comunità.
Punti debolezza Ci conosciamo tutti (3); Il quartiere non gode di una buona reputazione.
Futuro
Punti forza Costruzione centri sportivi, discoteche, pub, biblioteca; Aumento dei servizi.
Punti debolezza Il quartiere resterà immutato; espropri; Aumento delle criminalità, del traffico, dell’inquinamento.

Note

1. I membri del gruppo focus si riferivano alla vie di comunicazione ( profilo territoriale)

2. Si riferivano ad aree verdi private, ogni casa possiede il suo giardino od orto.

3. Il punto “ci conosciamo tutti” è stato considerato dai ragazzi sia un punto di forza, sia un punto di debolezza del profilo psicologico: un PF in quanto il fatto di conoscersi tutti crea un clima familiare, la consapevolezza di poter ricevere aiuto e collaborazione da tutti i membri della comunità; un PD in quanto i ragazzi lamentano un clima tipico di un piccolo paese, in cui tutti sanno tutto di tutti.

4. Per la spiegazione dell’assegnazione di questo punto rimandiamo al punto 3 del Focus Goup 1, le ragioni, infatti, sono le medesime.

Riepilogo Punti Forza - Punti deboli Focus Group 2
Punti forza
Punti deboli
• metro
• ben collegato al centro
• scuole (asilo,elementari, medie, superiori)
• vicino a Via Tuscolana
• assenza di smog
• quartiere tranquillo
• giardino pubblico con giochi per i bambini
• poco traffico
• cinema
• molti giovani
• presenza di molto verde
• ci conosciamo tutti
• 2 chiese
• non ci sono palazzoni
• case di 1/2 piani
• molti negozi
• oratorio
• Mausoleo di Alessandro Severo
• forte senso di comunità
• centro bocciofilo
• pochi pub
• non c’è una biblioteca
• assenza di centri sportivi
• affitti alti
• il quartiere non gode di una buona reputazione
• ci conosciamo tutti
• non ci sono discoteche
• assenza di sale giochi
• il Quadraro è diviso in 2 circoscrizioni
• non c’è l’ufficio postale
• lavoro nero
• l’amministrazione non valorizza gli aspetti storico culturali
• servizio di nettezza urbana insufficiente
• Piano Particolareggiato

PROFILO SUL FUTURO

Come sarà secondo voi tra 10 anni questa comunità?
Nel corso della discussione, tutti i componenti del gruppo hanno affermato che il quartiere resterà più o meno come ora; è emersa una scarsa fiducia nelle istituzioni ed in particolare nel lavoro della VI circoscrizione.

Cosa temete maggiormente per il futuro del Vecchio Quadraro?
La cosa che maggiormente preoccupa i membri del gruppo focus è l’attuazione degli espropri previsti dal Piano Particolareggiato, un aumento della criminalità, del traffico e dell’inquinamento.

Cosa desiderate maggiormente per il futuro di questo quartiere?
Tra i desideri espressi dai ragazzi c’è un aumento dei servizi ( Posta, ASL, banca), la costruzione di centri sportivi, discoteche, pub, biblioteca …
Un altro desiderio è che il Vecchio Quadraro non perda le sue caratteristiche e che non peggiori la qualità della vita.


SCENEGGIATO FOCUS GROUP 2


TITOLO: “Siamo solo noi”
GENERE: Commedia
PERSONAGGI: Sette ragazzi del Vecchio Quadraro

TRAMA:

Sette ragazzi del quartiere Vecchio Quadraro si organizzano per portare avanti quello che era un loro progetto da tempo.. la grande festa! In occasione della coincidenza di due compleanni all’ interno della comitiva del quartiere, da loro battezzata ormai da anni “Siamo solo noi” hanno deciso di esagerare!! Non solo una festa... ma un grande RAVE party! Niente di troppo illegale, sempre Comune permettendo, visto che nonostante mesi di sforzi non sono ancora riusciti a trovare un posto che non indispettisca “quelli là”…i responsabili della circoscrizione, sempre in contrasto o addirittura indifferente alle iniziative. Per loro significa molto più che ottenere un permesso: si tratta di riacquistare un diritto.

Non siamo mica trasparenti!” sottolinea spesso Marco, il leader della compagnia. Loro si che sono uniti! Si conoscono da quando erano piccoli ma crescendo hanno dovuto inventarsi di tutto per divertirsi un po’. Spesso sono costretti ad uscire dal loro quartiere per svagarsi un po’, perché lì sono davvero “solo loro”! Da anni sembrava che le istituzioni invece di valorizzare il quartiere lo stiano ingoiando! A loro piacciono troppo le loro casette, odiano i grandi palazzi, ma non sanno più dove incontrarsi... le loro casette sono rimaste le stesse, ma loro invece sono davvero cresciuti!! Dove sono i bei pub di cui Roma va fiera? Se li devono andare cercare chissà dove!

Ma questa volta il rave sarebbe stato grandioso! “Una vera figata!” diceva Paolo che è uno dei festeggiati.

Ma mancano solo 2 giorni e non hanno un posto! Magari lo potrebbero farlo per le strade, “...così inzozzeremo talmente tanto che quelli dell’ AMA dovranno passare per forza!

Marco però ha una grande idea... “Facciamolo in comune! Occuperemo gli uffici il sabato sera e vaii.. giù con la musica fino al giorno dopo!!

Noo... te sei un mito! Troppo fico! Gli uffici sono certamente più grandi di qualunque casa... e così poi quelli là ci vedranno per forza.. stamo a casa loro!!

Così, deciso ora e luogo, la comitiva dei “Siamo solo noi” si dirige compatta verso gli uffici della circoscrizione. Riescono ad entrare tutti da una finestra difettosa e, come da programma, iniziano la loro grande festa...

Forse sarà stata la musica, le luci, o forse i loro stessi cori, ad ogni modo il grande rave party viene presto interrotto dall’ arrivo della polizia e di alcuni funzionari del Comune che erano stati avvisati del caos.

I ragazzi si barricano dentro compatti e decisi a vincere la loro battaglia per lasciare gli uffici con la possibilità di avere altri posti, più adeguati dove riunirsi e festeggiare “Che li desiderino pure i loro uffici! Quanto noi desideriamo da sempre i posti nostri! Che vadano per strada loro per una volta!” Così Paolo esorta tutti a non muoversi da lì.

Esce solo Marco, che da buon “capo” va a “trattare”. Rientra dopo poco con uno sguardo incerto e dubbioso che trova smarrimento in tutti gli altri.

Non mi convincono, ma forse si può trovare qualche soluzione.. facciamo entrare solo quelli del Comune e parliamo, ok?

Tutti d’accordo aprono le porte e i funzionari chiedono alla polizia di non intervenire.

La comitiva “Siamo solo noi” offre da bere e da mangiare lasciando spiazzati gli impiegati. Parlano per un’ oretta. Mangiano anche la torta tutti insieme, poi però non vi sono le promesse che i ragazzi erano convinti di ottenere.. solo molta incertezza, la possibilità che si muova qualcosa.. Niente di certo, ma decidono di tornare per il momento tutti a casa. “ Forse siamo stati più chiari. Forse ora si sono resi conto di cosa significa!..” Chissà.. Per il momento però ancora solo molti desideri e non troppe speranze…

COMMENTO ALLO SCENEGGIATO:

L’analisi dello sceneggiato rivela che i giovani abitanti del Vecchio Quadraro non sembrano riporre molta fiducia nelle istituzioni.

Una cosa positiva evidenziata sia nel corso del focus group sia nello sceneggiato è che il quartiere si è mantenuto così com’ era (con le “casette”), non ha perso le sue caratteristiche, ma, purtroppo, non viene valorizzato in molti suoi aspetti: non viene pulito adeguatamente (“..così inzozzeremo così tanto che quelli dell’ AMA dovranno passare per forza!”), non ci sono molti locali o centri di ritrovo per i giovani.

E’ come un piccolo paese in cui tutti si conoscono, sono tutti molto uniti , solidali e coesi nel tentativo di migliorare la comunità, proponendo iniziative, che, però, nella maggior parte dei casi non vengono accolte. I ragazzi, come evidenziato anche dal titolo (“siamo solo noi”) si sentono soli ed abbandonati dalla circoscrizione.

Appare evidente il conflitto con le istituzioni, percepite come distanti (“quelli là”) o indifferenti.

Dal finale dello sceneggiato non emerge una visione particolarmente ottimistica, bensì quasi una triste presa di coscienza, sebbene accompagnata da “molti desideri”.


COMMENTO FINALE

Il nostro lavoro di ricerca sul Vecchio Quadraro è stato facilitato dalla disponibilità degli abitanti del quartiere, che ci hanno accolto con entusiasmo, desiderosi di far conoscere la loro comunità.

La zona, infatti, è penalizzata da una cattiva fama legata a stereotipi che la qualificano come luogo di degrado sociale e di criminalità dilagante.

L’ identità culturale del Vecchio Quadraro poggia su valori quali il contatto umano, l’incontro e la comunicazione tra i membri, facilitati da un ambiente a misura d’uomo (case basse, orti e giardini, assenza di palazzoni) completamente slegato dalla metropoli in cui si trova, che porta i suoi abitanti a definirlo “un paese all’interno di una grande città”. Si tratta di un quartiere tranquillo, poco trafficato e percepito dai suoi abitanti come sicuro.

Nel corso del nostro lavoro abbiamo riscontrato un forte senso di appartenenza alla comunità e di coesione tra gli abitanti, uniti nel salvaguardare le peculiarità del quartiere affinché esso non perda le sue caratteristiche, che lo rendono un luogo unico. A questo proposito le figure istituzionali vengono percepite come una minaccia al mantenimento dell’identità in quanto agiscono non tenendo sufficientemente conto dei desideri, delle esigenze, della volontà degli abitanti e delle caratteristiche culturali ed architettoniche del Vecchio Quadraro (vedi Piano Particolareggiato).

Sia nelle interviste che nei focus groups è emersa l’ assenza, o meglio, la progressiva scomparsa delle tradizioni causata da un massiccio trasferimento degli abitanti originari del Vecchio Quadraro; alla base di questa progressiva emigrazione vi era l’incertezza sul futuro del quartiere sul quale gravava la possibilità della costruzione di una sopraelevata. L’attuazione di questo progetto (fortunatamente non verificatasi) avrebbe portato a demolizioni ed espropri.

Uno degli eventi che ha maggiormente segnato la storia del quartiere è stato il rastrellamento nazista del 17 aprile del ’44; questo episodio è, ancora oggi, fortemente sentito dagli membri della comunità, per i quali è molto importante mantenere una memoria storica.

Anche per i giovani è fondamentale “custodire” l’identità storico-culturale della comunità e la dimensione ristretta che caratterizza il loro stile di vita. Entrambi i focus groups hanno sottolineato l’ assenza di servizi quali centri ricreativi e sportivi, pub, discoteche, ma anche biblioteca, centro anziani, ufficio postale e ASL.

Per i giovani l’oratorio in particolare rappresenta un luogo importante di aggregazione in cui trascorrere il tempo libero.


 

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