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giorgiana masi |
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25 anni
Roma 12 maggio 1977 Manifestazione per gli 8 referendum radicali: a piazza Navona il palco per la manifestazione è pronto (ore 13), poco dopo su di esso si abbatte la furia delle forze dell'ordine e alle 13,30 si ha la protesta in Parlamento di Pannella: alle 13,40 la protesta di Balzamo e alle 13,45 quella della triplice sindacale. Alle 13,55 Cossiga si rifiuta di incontrarsi con una delegazione di parlamentari PSI, DP e PR in merito al divieto della manifestazione. Alle 14 Polizia e Carabinieri intensificano il blocco alle strade di accesso a Piazza Navona; alle 14,15 Cossiga afferma che piazza Navona non gode di alcuna forma di extraterritorialità che impedisca la presenza di forze dell'ordine. Il blocco è totale alle 14,15. Alle 15 davanti palazzo Madama un primo pestaggio ha come vittime un gruppo di giovani radicali che portavano un tavolo per la raccolta delle firme; fra i picchiati il deputato Mimmo Pinto di LC. Poi la prima carica condotta da una trentina di carabinieri armati di fucile. Tre giovani sono duramente picchiati, ammanettati, caricati su un cellulare e condotti via. Vengono spintonati e picchiati anche giornalisti e fotografi: a questi ultimi si impone di consegnare i rullini impressionati. Alle 15,30 Pannella giunge davanti a Palazzo Madama, poi telefona a Ingrao (presidente della Camera). Alle 15,45 un funzionario di P.S. avvicina un gruppo di dimostranti (in corso Vittorio), dopo uno scambio di improperi ordina il primo lancio di candelotti. La gente fugge. Il cronista del Messaggero scrive: "Contro giovani che sostano sotto un arco avanza un altro reparto di P.S. partono slogans e il solito grido di "scemi, scemi,". La polizia risponde con sette-otto candelotti sparati ad (DP), Ligheri (DC) Pinto (DP), Costa, Giovanardi, Magnani Noya Maria. In questa occasione Pinto denuncia l'aggressione subita e Pannella sferra un violento attacco al governo (latitante) . Ore 19,45: due grosse motociclette dei vigili urbani arrivano sul lungotevere degli Anguillara, all'angolo con piazza Belli. Le montano tre vigili in divisa e un uomo in borghese, un vigile scende, impugna la pistola e spara ad altezza d'uomo, in direzione dei dimostranti in piazza Belli. Ore 19,55: Parte, improvviso e preceduta da un fitto lancio di lacrimogeni, una carica da parte dei carabinieri e poliziotti attestati su via Arenula. Giorgiana Masi ed Elena Ascione vengono colpite quasi contemporaneamente, la Masi (accanto a cui era il suo ragazzo, Gianfranco Rapini) al centro di piazza Belli, la Ascione mentre fuggiva verso piazza Sonnino. Le testimonianze sono concordi: i colpi sono stati sparati da ponte Garibaldi, dove in quel momento, al centro, si trovavano carabinieri e poliziotti appoggiati ad una o due autoblindo. Le vittime vengono accompagnate all'ospedale: Giorgiana arriva già morta. Il bilancio finale della giornata: da parte civile si hanno un morto (Giorgiana Masi), 10 feriti da arma da fuoco e varie decine da corpi contundenti vari; da parte militare si ha un carabiniere (Francesco Ruggieri) ferito (non si sa da che cosa) ad un polso. Nei giorni seguenti viene arrestato Raul Tavani, condannato poi a circa 2 anni e 4 mesi per detenzione di materiale esplosivo. Il giorno dopo, nel quartiere dove abitava Giorgiana Masi a MonteMario, la polizia assalta e spara all'Istituto Tecnico "Fermi". A Ponte Garibaldi il sit-in femminista sarà caricato ancora dalla Polizia.
L'inchiesta per l'omicidio si concluse nel 1981 con una sentenza di archiviazione del giudice istruttore Claudio D'Angelo "per essere rimasti ignoti i responsabili del reato". Successive indagini hanno tentato, senza risultati significativi, di individuare gli autori dello sparo mortale in un "autonomo" deceduto da tempo, oppure nel lattante Andrea Ghira, uno dei tre fascisti condannati per il massacro del Circeo.
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Email su Indymedia (maggio 2005)
i video
Video2 (AVI 23,4M altezza d'uomo. I manifestanti si ritirano, poi torneranno indietro e la scena si ripeterà. Fino a questo momento nella zona dei disordini non si sono visti "sampietrini" ne molotov". Ore 16: vengono notati (piazza della Cancelleria) per la
prima volta uomini in borghese armati di pistola o pistola mitragliatrice,
apparentemente in buoni rapporti con i poliziotti. Vengono sparati
lacrimogeni a decine. La polizia ora carica di nuovo, violentemente: una
quindicina di persone, tra cui molte ragazze e una donna anziana vengono
travolte, cadono. Gli agenti circondano i caduti e colpiscono
indiscriminatamente tutti con calci e manganellate. Viene colpita anche
una donna anziana. Alcuni candelotti vengono sparati ad altezza d'uomo,
altri contro le finestre e la gente che vi si affaccia: due centrano due
finestre, in via dei Baulari e in vicolo dell'Aquila. Un candelotto
sparato ad altezza d'uomo ha colpito (ore 18,30) la vetrina di un bar in
Corso Vittorio, 248, ho chiesto al proprietario: "chi ha sparato?
" "La polizia" mi è stato risposto. All'angolo di via dei
Baulari c'è un giovane che sta camminando: dall'ultima camionetta parte
un candelotto che lo colpisce in pieno, alle spalle, e lo fa finire
tramortito a terra. Cinque agenti sce
giorgiana masi
25
anni Ore 16,20: in via Sant'Agostino un reparto di carabinieri
risponde al grido di "scemi, scemi" con un lancio di candelotti
ad altezza d'uomo. Un giovane viene colpito e rimane atterra. Ore 16,30: Largo Argentina viene coinvolta nella
"guerriglia"; l'aria è irrespirabile per il fumo dei
candelotti: dieci persone a bordo di un autobus della linea 87 vengono
colte da malore; vengono trasportate all'ospedale, gli si diagnostica
un'intossicazione. Ore 17: dimostranti cominciano ad affluire in Viale
Trastevere (caricati a Piazza Navona e Campo dei Fiori). Ore 17-17,30: nella zona di Piazza Navona e adiacenze
ancora lancio di candelotti e blocco degli accessi in dette zone. Ore 17,45: in Piazza della Cancelleria "ci sono
agenti in borghese, sparano ad altezza d'uomo". In quattro o cinque
portano via un ragazzo ferito a una mano. Un giovane riceve un candelotto
in pieno viso, sull'occhio sinistro. Un altro ancora è ferito a una
gamba. Fra gli agenti di Ps che aprono il fuoco viene ritratto in una foto
Giovanni Santone, in forza alla squadra mobile. Ore 18,15: compaiono le prime molotov (zona di Piazza
Navona): due o tre al massimo. Ma sono in molti che urlano: "fermi
siete pazzi". La situazione si fa sempre più tesa. Ore 18,50: divergenze fra i dimostranti sui metodi con
cui proseguire la "manifestazione". in realtà mai iniziata. Ore 19,00: la violenza degli .scontri sembra diminuire.
Poi verso le 19 l'allievo sottufficiale carabiniere Francesco Ruggieri, di
25 anni, viene ferito (ponte Garibaldi, lato via Arenula) a un
polso: la natura della ferita non è affatto chiara. Il fotografo di
"Panorama". Rudy Frei, viene malmenato dalla polizia, che lo
costringe a consegnare il rullino impressionato. Ore 19,10: primi interventi in Parlamento: Pannella
(PR), Corvisieri ="justify" style="line-height: 100%; margin-top: 0; margin-bottom: 0"> Roma
12 maggio 1977 Manifestazione per gli 8 referendum radicali: a piazza
Navona il palco per la manifestazione è pronto (ore 13), poco dopo su di
esso si abbatte la furia delle forze dell'ordine e alle 13,30 si ha la
protesta in Parlamento di Pannella: alle 13,40 la protesta di Balzamo e
alle 13,45 quella della triplice sindacale. Alle 13,55 Cossiga si rifiuta
di incontrarsi con una delegazione di parlamentari PSI, DP e PR in merito
al divieto della manifestazione. Alle 14 Polizia e Carabinieri intensificano il blocco
alle strade di accesso a Piazza Navona; alle 14,15 Cossiga afferma che
piazza Navona non gode di alcuna forma di extraterritorialità che
impedisca la presenza di forze dell'ordine. Il blocco è totale alle
14,15. Alle 15 davanti palazzo Madama un primo pestaggio ha
come vittime un gruppo di giovani radicali che portavano un tavolo per la
raccolta delle firme; fra i picchiati il deputato Mimmo Pinto di LC. Poi
la prima carica condotta da una trentina di carabinieri armati di fucile.
Tre giovani sono duramente picchiati, ammanettati, caricati su un
cellulare e condotti via. Vengono spintonati e picchiati anche giornalisti
e fotografi: a questi ultimi si impone di consegnare i rullini
impressionati. Alle 15,30 Pannella giunge davanti a Palazzo Madama, poi
telefona a Ingrao (presidente della Camera). Alle 15,45 un funzionario di P.S. avvicina un gruppo di
dimostranti (in corso Vittorio), dopo uno scambio di improperi ordina il
primo lancio di candelotti. La gente fugge. Il cronista del Messaggero
scrive: "Contro giovani che sostano sotto un arco avanza un altro
reparto di P.S. partono slogans e il solito grido di "scemi,
scemi,". La polizia risponde con sette-otto candelotti sparati ad
b)
Ore 19,45: due grosse motociclette dei vigili urbani arrivano sul lungotevere degli Anguillara, all'angolo con piazza Belli. Le montano tre vigili in divisa e un uomo in borghese, un vigile scende, impugna la pistola e spara ad altezza d'uomo, in direzione dei dimostranti in piazza Belli. Ore 19,55: Parte, improvviso e preceduta da un fitto lancio di lacrimogeni, una carica da parte dei carabinieri e poliziotti attestati su via Arenula. Giorgiana Masi ed Elena Ascione vengono colpite quasi contemporaneamente, la Masi (accanto a cui era il suo ragazzo, Gianfranco Rapini) al centro di piazza Belli, la Ascione mentre fuggiva verso piazza Sonnino. Le testimonianze sono concordi: i colpi sono stati sparati da ponte Garibaldi, dove in quel momento, al centro, si trovavano carabinieri e poliziotti appoggiati ad una o due autoblindo. Le vittime vengono accompagnate all'ospedale: Giorgiana arriva già morta. Il bilancio finale della giornata: da parte civile si hanno un morto (Giorgiana Masi), 10 feriti da arma da fuoco e varie decine da corpi contundenti vari; da parte militare si ha un carabiniere (Francesco Ruggieri) ferito (non si sa da che cosa) ad un polso. Nei giorni seguenti viene arrestato Raul Tavani, condannato poi a circa 2 anni e 4 mesi per detenzione di materiale esplosivo. Il giorno dopo, nel quartiere dove abitava Giorgiana Masi a MonteMario, la polizia assalta e spara all'Istituto Tecnico "Fermi". A Ponte Garibaldi il sit-in femminista sarà caricato ancora dalla Polizia.
L'inchiesta per l'omicidio si concluse nel 1981 con una sentenza di archiviazione del giudice istruttore Claudio D'Angelo "per essere rimasti ignoti i responsabili del reato". Successive indagini hanno tentato, senza risultati significativi, di individuare gli autori dello sparo mortale in un "autonomo" deceduto da tempo, oppure nel lattante Andrea Ghira, uno dei tre fascisti condannati per il massacro del Circeo.
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Email su Indymedia (maggio 2005)
i video
Ore 16,20: in via Sant'Agostino un reparto di carabinieri risponde al grido di "scemi, scemi" con un lancio di candelotti ad altezza d'uomo. Un giovane viene colpito e rimane atterra. Ore 16,30: Largo Argentina viene coinvolta nella "guerriglia"; l'aria è irrespirabile per il fumo dei candelotti: dieci persone a bordo di un autobus della linea 87 vengono colte da malore; vengono trasportate all'ospedale, gli si diagnostica un'intossicazione. Ore 17: dimostranti cominciano ad affluire in Viale Trastevere (caricati a Piazza Navona e Campo dei Fiori). Ore 17-17,30: nella zona di Piazza Navona e adiacenze ancora lancio di candelotti e blocco degli accessi in dette zone. Ore 17,45: in Piazza della Cancelleria "ci sono agenti in borghese, sparano ad altezza d'uomo". In quattro o cinque portano via un ragazzo ferito a una mano. Un giovane riceve un candelotto in pieno viso, sull'occhio sinistro. Un altro ancora è ferito a una gamba. Fra gli agenti di Ps che aprono il fuoco viene ritratto in una foto Giovanni Santone, in forza alla squadra mobile. Ore 18,15: compaiono le prime molotov (zona di Piazza Navona): due o tre al massimo. Ma sono in molti che urlano: "fermi siete pazzi". La situazione si fa sempre più tesa. Ore 18,50: divergenze fra i dimostranti sui metodi con cui proseguire la "manifestazione". in realtà mai iniziata. Ore 19,00: la violenza degli .scontri sembra diminuire. Poi verso le 19 l'allievo sottufficiale carabiniere Francesco Ruggieri, di 25 anni, viene ferito (ponte Garibaldi, lato via Arenula) a un polso: la natura della ferita non è affatto chiara. Il fotografo di "Panorama". Rudy Frei, viene malmenato dalla polizia, che lo costringe a consegnare il rullino impressionato. Ore 19,10: primi interventi in Parlamento: Pannella
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