Sono passati quasi quattro anni da quando, nel settembre
2001, avevo scritto Sciacalli,
sciocchi e sciagurati. Si potrebbero ripetere quasi
le stesse parole con la differenza che, nel frattempo,
le cose sono ancora peggiorate.
Anche questa volta non ho alcuna intenzione di aggiungere
inutili gocce ai fiumi di inchiostro e alle maree di parole
che hanno seguito il massacro del 7 luglio a Londra.
Londata di chiacchiere era inevitabile. Sono state dette
e scritte cose sensate compresa lovvia, quanto
doverosa, indignazione, il dolore e il compianto per le vittime,
il rispetto per lefficienza, la dignità e la
sobrietà con cui i servizi pubblici e i cittadini
hanno reagito allemergenza. Si sono aggiunte anche
parecchie scempiaggini, inutili divagazioni, pretestuose e confuse
dissertazioni sui motivi della mancata prevenzione e sui modi
per ridurre le probabilità di altri attentati,
eccetera. È sconfortante... ma anche questo,
purtroppo, è ovvio e inevitabile.
Pare che una lezione sia stata imparata.
Fra i molti meriti delle organizzazioni britanniche, palesemente
ben preparate ad affrontare la situazione, cè
stato anche quello di evitare notizie imprecise e premature,
nonché di impedire la diffusione delle immagini
più sanguinose e truculente non solo per
rispetto verso le vittime, o perché avrebbero
turbato gli spettatori della televisione o i
lettori dei giornali ma soprattutto perché
avrebbero mandato in solluchero i terroristi e i loro ispiratori.
Non mi risulta che ci siano state proteste per violazioni del
dovere di cronaca. Perché in questo caso
non si tratta di censura né, per quanto ne sappiamo,
di alcun ostacolo al diritto di informazione.
Cè però, anche questa volta, scarsa
attenzione per gli sciacalli. Non cè mai
stata tragedia umana in cui qualcuno non abbia cercato, con
odioso egoismo, di approfittare delle circostanze per trarne
qualche vantaggio personale. Non si ha notizia, in questo
caso, di qualcuno che abbia rubato il portafoglio o la
borsetta a una persona ferita o abbia cercato di vendere
informazioni reali o immaginarie. Forse quelle piccole
porcherie non ci sono state. Ma altre, certamente, ce ne sono
di cui probabilmente non saremo mai informati.
Possiamo chiederci, per esempio, che senso abbiano le
oscillazioni in borsa nelle ore successive alla notizia
dellattentato. Per quanto odioso e nauseante, è
purtroppo fondato il sospetto che qualcuno abbia realizzato
un rapido guadagno provocando o sfruttando unonda
speculativa. E sarebbe sorprendente se fra gli speculatori
non ci fossero quegli interessi legati alle centrali del
terrorismo che notoriamente dispongono di ampie risorse
finanziarie e che avevano il vantaggio di sapere in
anticipo ciò che stava per succedere.
Cè un rimedio? Non lo so. Se le grandi
organizzazioni di spionaggio hanno risorse efficaci per
tracciare i movimenti di denaro, ovviamente fanno
bene a non dirlo in pubblico. Il problema è che i
sistemi di occultamento delle transazioni sono utili anche a
molti interessi di varia specie, non sospettabili di
terrorismo, ma spesso collegati alle stanze del potere e
perciò indagini troppo precise potrebbero incontrare
parecchi ostacoli. Sembra che ci sia una sorniona
complicità anche da parte dei grandi sistemi di
informazione. Di questo genere di problemi si parla poco.
Cè anche, ovviamente, uninfinità di
profittatori. Da chi commercia in armi o esplosivi a chi
traffica in informazioni o specula sui soccorsi (cosa,
questultima, meno probabile nel caso di Londra, ma molto
diffusa in ogni sorta di catastrofi in giro per il mondo).
Non cè motivo di sorprendersi è sempre stato
così. E non è il caso di scandalizzarsi se
qualcuno che lavora a fin di bene è
costretto a pagare i servizi di qualche furfante. Non
cè mai stata una guerra pulita e questo
genere di conflitti è ancora più sporco del
solito. Ma dovremmo almeno essere consapevoli di quanto
disastrosi siano gli effetti non solo in termini di vite
umane distrutte, e di altre gravi sofferenze, ma anche di
premio a comportamenti fra i più
disgustosi e sciagurati che si possano immaginare.
Uno dei tanti modi per approfittare è
lantico e perverso gioco dello scaricabarile. Quante volte
ci siamo sentiti dire che questo o quel problema è
una conseguenza dellundici settembre?
Si tratta quasi sempre di fenomeni che erano nati prima
o che comunque hanno tuttaltra origine. È
fastidiosamente diffusa labitudine di attribuire a qualche
evento tragico o drammatico, o ad altre circostanze estranee,
la colpa di qualcosa, per nascondere o schivare
le vere responsabilità.
Ma cè dellaltro. Abbiamo letto e
ascoltato voci autorevoli dibattere sul problema
di come difendere libertà e democrazia senza sacrificarle
alle esigenze della protezione. Cè chi sostiene
che la libertà e i diritti civili devono essere difesi a
tutti i costi. E chi invece afferma che, per ostacolare gli attacchi,
dobbiamo sacrificare una parte delle nostre libertà.
Penso che abbiano sostanzialmente ragione i primi, perché
quando si comincia a evocare un pericolo come strumento
per la riduzione dei diritti umani si finisce in un circolo vizioso
di repressione. Il dibattito filosofico è tuttaltro
che irrilevante o astratto ma intanto alcune cose sono
già accadute, e altre stanno accadendo, che suscitano
molte perplessità.
Un caso
recentemente segnalato di violazione di diritti civili
nellinternet in Italia è solo una goccia nel mare.
Da quando esiste la rete si moltiplicano i pretesti per inaccettabili
censure e invadenze. (Fra quei pretesti cera il
terrorismo molti anni prima che il problema assumesse
le dimensioni attuali). Sarebbe pleonastico ripetere qui cose già
dette a proposito di crociate,
di bavagli, di
sequestri e di
demonizzazione.
Ma è importante capire che non si tratta solo dellinternet.
Fra le voci che puntualmente sorgono, dopo ogni tragico episodio,
per chiedere maggiori poteri di invadenza, ci sono inevitabilmente
quelle degli sciacalli, degli sciocchi e degli sciagurati.
Sciacalli perché consapevolmente approfittano
della situazione per ottenere risorse, strumenti, privilegi e
licenze di agire (senza freni né controlli)
che hanno tuttaltri fini. Sciocchi se non si rendono conto
delle conseguenze di ciò che fanno o che hanno intenzione
di fare. Sciagurati perché non capiscono quanto potranno
essere vittime del decadimento della società civile in
cui vivono. Poco importa quanto siano intenzionalmente
malvagi o umanamente stupidi.
Limportante è capire quanto sono nocivi.
Purtroppo lopinione pubblica, specialmente
quando ha percezioni di rischio e di paura, bada poco a questo
problema. Ma è importante ricordare che le insensate
persecuzioni contro migliaia di innocenti (o contro persone
colpevoli solo di piccole trasgressioni, ma
trattate come pericolosi assassini) non sono soltanto inutili
per la lotta contro la criminalità. Sono fortemente
dannose. Perché distraggono risorse dai problemi veri.
E perché intaccano quella civiltà che dicono
di voler difendere. Quando con il pretesto del terrorismo si
sacrificano le nostre libertà, si sta facendo uno
stupido favore ai terroristi.