Numero 36 10 agosto 1999 |
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1. Editoriale: Non è solo nostalgia |
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Fra le persone che frequentavano la rete cinque o dieci
anni fa, prima che dell'internet si riempissero i giornali e
le chiacchiere, c'è una diffusa nostalgia. Il senso di
un mondo perduto, il rimpianto di un'epoca finita. Come chi
ritorna dopo qualche anno su una spiaggia che ricordava
silenziosa e segreta e la trova piena di ombrelloni.
Una parte di quel mondo è irrimediabilmente
perduta. Non è più il tempo dei pionieri, della
fratellanza fra pochi che si sentivano in qualche modo
speciali per il solo fatto di usare uno strumento poco
conosciuto. L'internet non è ancora "per tutti e
di tutti", ma lo sta diventando; troviamo e troveremo in
rete l'umanità con tutte le sue caratteristiche, le
più magiche e interessanti come le più
banali.
Anche prima che si diffondessero gli accessi
all'internet, il sistema delle reti non era un'élite o
un mondo chiuso. Poteva entrare chiunque avesse la
curiosità e la voglia di farlo e la pazienza di
usare strumenti che oggi sembrano paleolitici ma funzionavano
bene. Ma eravamo pochi e tutto sembrava più intimo,
più casalingo; ci sembrava quasi di conoscerci tutti
per nome (o pseudonimo); avevamo la percezione di essere una
comunità.
Se ci lasciamo prendere dalla nostalgia, ci sentiamo a
disagio nella rete "di massa". La piccola trattoria
in cui ci incontravamo sembra diventata un supermercato o uno
stadio, con una folla anonima e indifferente. Ma non credo
che sia così.
Conosco parecchi "nuovi" utenti della rete.
Arrivati oggi, con una visione (all'inizio) completamente
diversa. Si aspettano una grande biblioteca e uno strumento
utilitario: qualcosa dove andare a cercare un'informazione o
una soluzione pratica; uno strumento di lavoro; un modo per
tenere corrispondenza con pochi amici. E basta. Per molti, la
situazione rimane quella. Ma alcuni, dopo un po', scoprono
valori inaspettati; l'esplorazione, lo scambio, l'incontro.
Le stesse cose che ci attiravano ai tempi, apparentemente
lontani, delle origini. Sono, probabilmente, una minoranza;
ma oggi come allora sono queste persone più curiose,
con più desiderio di scoperta e di dialogo, il tessuto
vivo della rete.
Molti oggi sembrano pensare all'internet come a un altro
"mezzo di massa", da usare come quelli che
già conosciamo. Un modo apparentemente semplice per
evitare di pensare e imparare, per riportare il nuovo nello
schema delle cose già note. Milioni di persone,
miliardi di dollari o di euro. Un altro "mercato di
massa" da cui ricavare, se possibile, un profitto senza
perdere troppo tempo a capirne la diversità. Ma non
è così.
Dobbiamo abbandonare la nostalgia; ma non dimenticare i
valori che le "piccole reti" di qualche anno fa ci
avevano insegnato. La parte più vitale e importante
della rete è e rimane un incrocio di comunità
grandi e piccole, che continueranno a tessere la loro tela e
potranno riservarci infinite sorprese. Non conoscerla, non
capirla, vuol dire restar fuori da una realtà che, in
un modo o nell'altro, diventerà sempre più
importante. Un'occasione sempre più interessante per
chi ha la voglia e la curiosità di capire; un rischio
sempre più grave per chi crede di poter ignorare
questa nuova realtà, o costringerla a obbedire a
vecchie regole.
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2. The Caring Economy (Gerry McGovern) |
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Ci sono così tanti libri sull'internet, o su temi
attinenti, che è impossibile leggerli tutti. E per di
più si somigliano spesso ripetono gli stessi
argomenti, le stesse formule, quasi sempre basate sulle
tecnologie più che sulle strategie d'impresa, sulla
cultura o sui rapporti umani. Dà un vero senso di
freschezza leggere il nuovo libro di Gerry McGovern; un
autore ben noto a chi legge abitualmente questa rubrica,
perché in varie occasioni ho citato qualcuno dei suoi
interessanti articoli.
Non è facile tradurre il titolo di questo libro:
The caring economy. Esprime un
concetto, secondo me, molto rilevante. L'importanza di aver
cura, attenta e personale, delle relazioni e dei rapporti
umani. Dice l'autore:
Il concetto di "aver cura" non è debole,
né banale. Sarà questo a determinare le
differenza fra il successo e l'insuccesso nell'era digitale.
Non è più tempo di spremere le imprese per
profitti di breve periodo. In questa battaglia del
cambiamento, abbiamo bisogno più che mai di una
visione più ampia. Dobbiamo ritornare al valore
fondamentale: i nostri clienti, cioè le persone. Se ci
prendiamo davvero cura di loro e offriamo prodotti e servizi
che riflettono questo atteggiamento, avranno altrettanto cura
di noi e saranno fedeli alla nostra marca. Insieme avremo
creato una relazione reciprocamente profittevole.
Non è un libro "leggero": 380 pagine
fitte di pensieri e di approfondimenti. Ma non è un
libro difficile e non è noioso. Gerry McGovern
scrive bene, con uno stile scorrevole, gradevole e e di
facile lettura. Soprattutto, il suo libro è libero da
tecnicismi e astruserie. Con limpida chiarezza e
semplicità, mette l'accento sui valori umani, sulle
relazioni, che sono la vera struttura di ogni lungimirante
impresa di marketing ma assumono un senso nuovo, un'urgenza
più immediata, quando si tratta dell'internet. L'opera
è basata su sette princìpi:
- L'era digitale richiede un nuovo modo di
pensare.
- Ne derivano nuovi criteri per la gestione dell'impresa,
che governano tutte le sue attività dalla ricerca e
sviluppo fino alla relazione con i clienti.
- Per questo è necessario che le tecnologie
diventino trasparenti e che si dia soprattutto importanza
alle persone.
- Le persone nell'era digitale sono più che mai
informate, educate, coscienti ed esigenti.
- Le persone sono attente. Soprattutto a se stesse.
Vogliono prendersi cura della loro famiglia, dei loro amici,
della loro comunità, dell'ambiente in cui vivono.
- Le imprese devono prendersi cura delle persone se
vogliono avere un successo durevole.
- L'internet è una rivoluzione nella comunicazione
umana, non nella tecnologia.
Questo spiega l'autore non è un libro sui
computer e sull'internet, sulle tecnologie e sul commercio
elettronico. Non si occupa di connessioni più veloci o
processori più potenti. Non parla di televisione
digitale o video-on-demand, né di astrusità
tecniche o hacker. Non è un libro sul downsizing o su
come usare l'automazione per ridurre il personale. Esplora
anche questi aspetti, ma non è questo il suo tema.
Questo è soprattutto un libro sulle persone (persone
nell'impresa che produce e vende, persone che comprano
prodotti o servizi) e come interagiscono nell'internet.
Non è un manuale; non offre soluzioni
prefabbricate o schemi imitativi. Questo è un testo di
base sulla situazione, sulle possibilità, sui
princìpi e sui metodi; ma contiene anche molti
suggerimenti pratici e soluzioni concrete.
Insomma non è un libro banale; affronta problemi e
possibilità con limpido realismo e con quella che (ne
sono sempre più convinto) è l'unica ottica
valida: badare soprattutto alle relazioni e ai valori
umani.
Uno dei pochi libri sull'argomento che, secondo me,
è davvero utile leggere.
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3. Nuovi numeri: un cambiamento? |
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La situazione dell'internet in Italia sta cambiando. Non
è facile capire bene come e con quali prospettive; ma
credo davvero che si stia entrando in una nuova fase. Per
capirne il senso sarà utile approfondire diverse
fonti. Cominciamo con un aggiornamento di quella serie di
dati che questa rubrica sta seguendo da quasi tre anni.
Tutti i sistemi di analisi hanno imperfezioni e
difficoltà. Nei mesi scorsi il calcolo del hostcount
in Europa ha avuto alcuni problemi tecnici. Per motivi non
chiaramente comprensibili, i dati italiani sono stati
particolarmente in crisi, con variazioni (specialmente
diminuzioni) difficilmente spiegabili. Sembra che il problema
sia stato finalmente risolto in luglio. Come sempre, non
è facile capire se si tratti di un'oscillazione
temporanea o di una tendenza più solida; ma per il
momento "prendiamo per buoni" questi dati anche
perché da osservazioni diverse emergono conferme di
una reale crescita dell'attività italiana in rete.
Naturalmente sarà necessario continuare l'osservazione
della tendenza nei prossimi mesi; ma intanto vediamo la
situazione come risulta dai dati ora disponibili.
Secondo le statistiche pubblicate da RIPE
(Réseaux IP Européens) il 6 agosto 1999, ci
sono 13 paesi in Europa con più di 200.000 host
internet. Ecco i dati, confrontati con quelli dello stesso
mese nei due anni precedenti.
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1997 |
1998 |
1999 |
Gran Bretagna |
899.938 |
1.321.905 |
1.594.533 |
Germania |
933.850 |
1.308.706 |
1.526.265 |
Olanda |
344.707 |
533.135 |
746.309 |
Francia |
311.985 |
447.153 |
618.852 |
Italia |
250.450 |
357.919 |
553.221 |
Svezia |
294.761 |
376.442 |
502.642 |
Finlandia |
396.352 |
438.730 |
474.671 |
Spagna |
172.179 |
258.015 |
369.146 |
Norvegia |
209.900 |
302.520 |
348.712 |
Danimarca |
137.495 |
200.433 |
317.706 |
Belgio |
90.268 |
180.896 |
309.476 |
Svizzera |
155.379 |
216.341 |
262.073 |
Russia |
86.420 |
175.930 |
227.619 |
Unione Europea |
4.029.499 |
5.721.261 |
7.390.527 |
Totale area |
4.840.248 |
6.982.995 |
9.148.276 |
Si notano, come sempre, differenze rilevanti fra i tassi
di crescita in diversi paesi. Mentre rimane incontrastato il
predominio dei due paesi più forti, Gran Bretagna e
Germania, nel resto dell'Europa la situazione si evolve e si
modifica. In questo quadro l'Italia sembra essere passata
dall'ottavo al quinto posto in "cifra assoluta";
è ancora molto arretrata rispetto al livello che
dovrebbe avere per essere in equilibrio rispetto alla sua
popolazione ed economia, ma c'è un segnale di quello
che potrebbe essere un inizio di recupero. Vediamo un
aggiornamento del grafico per i cinque "grandi
paesi" europei.
Host internet in 5 paesi europei 1996-1999 Fonte: RIPE (Réseaux IP Européens) dati
trimestrali numeri in migliaia |
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Nota: in questa analisi non è stato introdotto
alcun "correttivo" per il fattore minitel in
Francia. |
Specialmente negli ultimi 12 mesi i due paesi più
avanzati hanno una crescita relativamente più lenta,
ma la sostanza del quadro rimane invariata. Fra i tre
più arretrati, spesso in passato Francia e Spagna
hanno avuto una crescita più vivace dell'Italia;
occorreranno almeno altri tre mesi, se non sei, per capire se
questa tendenza sta cambiando in modo rilevante. Vediamo ora
un'analisi più estesa della situazione in Europa.
Host internet in 32 paesi nell'area Europa-Mediterraneo
32 paesi con più di 10.000 host internet (su 100 nell'area RIPE Réseaux IP Européens)
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Numero di host luglio1999 |
Variazione % in sei mesi |
Variazione % in un anno |
% su "Europa" * |
Host per 1000 abitanti |
Islanda |
27.083 |
+ 7,7 |
+ 28,0 |
0.3 |
99,9 |
Finlandia |
474.671 |
+ 0,8 |
+ 8,2 |
5,2 |
92,5 |
Norvegia |
348.712 |
+ 9,3 |
+ 15,3 |
3,8 |
70,4 |
Danimarca |
317.706 |
+ 5,4 |
+ 58,5 |
3,5 |
60,8 |
Svezia |
502.642 |
+ 21,6 |
+ 36,8 |
5,5 |
56,7 |
Olanda |
746.309 |
+ 16,6 |
+ 40,0 |
8,2 |
47,8 |
Svizzera |
262.073 |
+ 5,0 |
+ 21,1 |
2,9 |
37,1 |
Belgio |
309.476 |
+ 42,9 |
+ 71,1 |
3,4 |
30,6 |
Gran Bretagna |
1.594.533 |
+ 8,7 |
+ 20,6 |
17,4 |
26,3 |
Israele |
134.380 |
+ 14,8 |
+ 39,8 |
1,5 |
23,9 |
Austria |
190.080 |
+ 13,5 |
+ 24,8 |
2,1 |
23,6 |
Germania |
1.526.265 |
+ 3,2 |
+ 21,8 |
16,7 |
18,6 |
Irlanda |
65.213 |
+ 9,9 |
+ 33,6 |
0,7 |
18,2 |
Estonia |
26.892 |
+ 9,4 |
+ 34,0 |
0,3 |
17,6 |
Slovenia |
22.926 |
1,3 |
+ 7,0 |
0,3 |
11,2 |
Ungheria |
108.664 |
+ 9,5 |
+ 27,3 |
1,2 |
10,8 |
Francia |
618.852 |
0,7 |
+ 38,4 |
6,8 |
10,5 |
Repubblica Ceca |
105.286 |
+ 19,6 |
+ 48,0 |
1,2 |
10,5 |
Italia |
553.221 |
+ 33,7 |
+ 54,6 |
6,1 |
9,7 |
Spagna |
369.146 |
+ 19,7 |
+ 43,1 |
4,0 |
9,4 |
Portogallo |
66.783 |
+ 13,3 |
+ 35,0 |
0,7 |
6,8 |
Grecia |
66.690 |
+ 25,6 |
+ 65,7 |
0,7 |
6,4 |
Lettonia |
16,029 |
+ 6,7 |
+ 67,5 |
0,2 |
6,3 |
Slovacchia |
25.848 |
+ 12,0 |
+ 38,7 |
0,3 |
4,8 |
Polonia |
165.877 |
+ 12,4 |
+ 50,2 |
1,8 |
4,4 |
Lituania |
12.107 |
+ 19,1 |
+ 26,5 |
0,1 |
3,3 |
Croazia |
13.654 |
+ 72,3 |
+ 121,2 |
0,1 |
3,0 |
Bulgaria |
15,369 |
+ 27,8 |
+ 83,7 |
0,2 |
1,8 |
Russia |
227,619 |
+ 16,6 |
+ 29,4 |
2,5 |
1,6 |
Romania |
31,957 |
+ 21,2 |
+ 60,2 |
0,4 |
1,4 |
Turchia |
85.700 |
+ 83,8 |
+ 127,2 |
0,9 |
1,4 |
Ucraina |
25.960 |
+ 26,0 |
+ 39,2 |
0,3 |
0,5 |
Unione Europea |
7.390.527 |
+ 10,6 |
+ 29,2 |
80,8 |
20,2 |
Totale "Europa" * |
9.148.276 |
+ 11,8 |
+ 31,0 |
|
13,0 |
* L'area RIPE oggi comprende più di 50 paesi
extra-europei, ma il numero di host internet in quei paesi
è meno del 2 per cento del totale nell'area e
quindi influisce solo marginalmente sul calcolo
complessivo. |
Benché alcuni paesi dell'Europa orientale abbiano
una crescita veloce, per ora gli equilibri non cambiano in
modo rilevante; l'80 per cento dell'internet nell'area Europa
- Mediterraneo - Medio Oriente (che ora comprende anche una
parte dell'Africa settentrionale e centrale) rimane
concentrata nei paesi dell'Unione Europea. Due terzi in meno
di dieci paesi su cento: Germania, Gran Bretagna, Benelux e
Scandinavia.
All'interno di tutte le aree ci sono differenze
rilevanti. Per esempio nel Balcani, dove ora si concentra
l'attenzione dell'Europa e del mondo, la Slovenia ha una
presenza in rete molto più forte degli altri paesi
della ex Iugoslavia; c'è una crescita veloce in
Croazia; in Serbia, nonostante la crisi, la diffusione
dell'internet continua a crescere (ma la penetrazione
è ancora bassa: meno di un host per mille abitanti).
Molto arretrati altri paesi dell'area, e in particolare
l'Albania. Nel Medio Oriente rimane un enorme distacco fra
Israele e gli altri paesi; c'è una densità
relativamente elevata (sei host per mille abitanti) solo
negli Emirati Arabi.
Vediamo ora i consueti grafici, cominciando con quello
della densità.
Host internet per 1000 abitanti in 28 paesi 28 paesi nell'area RIPE con più di 20.000 host
luglio 1999 |
|
La parte verde delle barre indica la crescita
negli ultimi sei mesi. La parte gialla della barra riguardante la Francia
è una stima approssimata del fattore minitel. |
Si accorciano le distanze fra la Finlandia e gli altri
paesi scandinavi. Continua la crescita del Benelux. L'Italia
e la Spagna sembrano avvicinarsi ai livelli del paesi
più avanzati dell'Europa orientale, ma rimangono molto
al di sotto della media nell'Unione Europea.
Ancora più significativo è il prossimo
grafico, che valuta la diffusione della rete in rapporto al
reddito.
Host internet in rapporto al reddito (PIL) in 28 paesi 28 paesi nell'area RIPE con più di 20.000 host
luglio 1999 |
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Come nel grafico precedente, la parte verde delle barre indica la crescita
negli ultimi sei mesi. La parte gialla della barra riguardante la Francia
è una stima approssimata del fattore minitel. |
La posizione dell'Italia, nonostante la forte crescita
registrata in luglio, rimane molto debole. Non migliore la
situazione della Francia se non si tiene conto del minitel.
Si conferma la debolezza dalla Germania rispetto al peso
della sua economia. Vediamo di nuovo una posizione brillante,
in rapporto al reddito, di alcuni paesi dell'Europa
orientale; in particolare l'Estonia, la Repubblica Ceca e
l'Ungheria ma anche la Slovenia, la Slovacchia, la Polonia
e la Romania.
Per concludere questa analisi, vediamo un aggiornamento
della mappa dell'Europa.
Host internet per 1000 abitanti in Europa Elaborazione su dati RIPE Réseaux IP
Européens luglio 1999 |
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Il tratteggio sulla Francia indica l'anomalia minitel. |
Ricordiamo che la media generale in Europa è 13,
cioè al di sopra della categoria qui rappresentata in
verde chiaro, in cui si trova l'Italia; la media nell'Unione
Europea è 20, cioè al di sopra della categoria
verde scuro.
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