CAPITOLO VI - LA MAGNETIZZAZIONE
Magnetizzatori ad impulso
E' vantaggioso ridurre il numero delle spire che formano la bobina ed
aumentare il più possibile la corrente per ridurre al minimo l'autoinduttanza
ed evitare fenomeni oscillatori che provocherebbero la smagnetizzazione
della calamita.
La magnetizzazione in se stessa non dipende dalla durata dell'impulso
magnetizzante; però, soprattutto nel caso delle calamite metalliche
che hanno una bassissima resistenza elettrica specifica, le correnti di
Foucault generano un campo magnetico contrario a quello applicato. La
fig. 30 mostra l'effetto delle correnti indotte durante la magnetizzazione:
curva a) per impulsi brevi all'aumentare della corrente il flusso contrario
delle correnti indotte può diminuire il flusso magnetizzante, a
meno che, curva b), l'impulso di corrente sia lungo abbastanza in modo
che le correnti indotte decadano prima dell'impulso stesso. In pratica
per buoni banchi di magnetizzazione le durata dell'impulso è di
circa 0,01 secondi.
Il principio è indicato nella fig. 31:
1) il condensatore C è caricato alla tensione V in un tempo determinato
dalla resistenza R0
2) il condensatore viene scaricato sulla bobina L; se R è maggiore
di 2 Ö(L/C) l'impulso è
unidirezionale senza oscillazioni, altrimenti deve essere montato in parallelo
alla bobina il cosiddetto "diodo di riciclo" per smorzare la
semionda negativa. Quest'ultima caratteristica permette di utilizzare
il magnetizzatore anche come smagnetizzatore disinserendo il diodo di
ricircolo in un circuito oscillante.
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Per capire la ragione per la quale si usa magnetizzare a più poli,
cerchiamo di seguire un ragionamento intuitivo, poiché il calcolo
esatto sarebbe estremamente difficoltoso. Prendiamo ad esempio una calamita
cilindrica di lunghezza l e diametro d, magnetizzata lungo l'asse: se
la calamita è molto lunga (l/d~¥) le linee del campo si richiudono all'esterno
e sulle teste è Bs=Br; se invece la calamita si riduce ad un dischetto
(l/d~0) tutte le linee si richiudono attraverso la calamita e non si crea
campo esterno è Bs=0; si può stimare che nel caso di una
calamita di spessore uguale al diametro (l=d) il campo si richiuda metà
all'interno e metà all'esterno con Bs= ½ Br. Si intuisce
che la forza di attrazione (che è proporzionale a B2) aumenta con
l'aumentare dello spessore, ma oltre ad un certo valore non è più
né conveniente né pratico.
Con le calamite attuali, in particolare con quelle plastiche, ci si può
ricondurre alle condizioni di l/d favorevole mediante la magnetizzazione
a più poli. Si noti dalla figura seguente come la lunghezza "equivalente"
leq vari secondo i tipi proposti e come la richiusura del flusso all'interno
della calamita isotropa possa in certe condizioni renderla più
favorevole di quella anisotropa senza la richiusura del flusso mediante
una lamina di ferro.
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Si può generalizzare così:
·per basso spessore della calamita i poli devono essere più
fitti
·l'azione a distanza aumenta con la larghezza dei poli e lo spessore
della calamita
·nel caso di plastoferrite anisotropa con richiusura del flusso
posteriore si ha Bs=Br.
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