Al tempo di Gesù

Tutti gli ebrei avevano la stessa religione ma non tutti la praticavano allo stesso modo. C'erano diversi gruppi religiosi e sociali dei quali si parla anche nei Vangeli.

I farisei e gli scribi (o dottori della Legge)

  • l .farisei erano dei laici: non appartenevano all'ordine sacerdotale. Amavano intensamente la legge di Dio. Per essere sicuri di osservarla, moltiplicavano i precetti, correndo quindi il rischio di dimenticare che la salvezza rimane sempre dono di Dio e non è frutto o ricompensa delle opere umane. Erano molto ammirati dalla gente per la loro perfezione nell'osservanza della Legge.
  • Gli scribi erano specialisti nello studio della Bibbia e nella spiegazione dei precetti della Legge. Si facevano chiamare «rabbi», cioè maestri. Erano quasi tutti farisei.

I sadducei, i pubblicani, gli zeloti

  • Ricchi e potenti, i sadducei erano sacerdoti. Tra loro veniva scelto il sommo sacerdote. Collaboravano con i romani. Non credevano alla vita dopo la morte.
  • I pubblicani erano esattori delle tasse per conto dei romani e sfruttavano la povera gente. Per questo erano odiati da tutti.
  • Gli zeloti erano accesi nazionalisti. Facevano resistenza armata per liberare il popolo dalla occupazione romana.

I samaritani e i pubblicani

  • I samaritani erano gli abitanti della Samaria. Credevano nello stesso Dio dei giudei, ma si rifiutavano di adorarlo nel Tempio di Gerusalemme. Avevano costruito un altro tempio su un monte della loro regione: il Garizim. Tra giudei e samaritani c'era disprezzo e odio.
  • I pagani erano presenti soprattutto in Galilea. Molti di loro appartenevano all'esercito romano.

Il Sinedrio

  • Al tempo di Gesù, l'istituzione suprema della nazione ebraica era il Sinedrio (parola greca che significa «consesso»). Era formato dai sommi pontefici e dai sacerdoti più importanti; dagli anziani, cioè i capi delle famiglie patrizie laiche; dagli scribi o dottori della Legge.
  • Il Sinedrio, composto da 71 membri, era contemporaneamente Corte di Cassazione, Consiglio di Stato e Università teologica. Di sua competenza erano gli affari religiosi, amministrativi e giudiziari della Giudea; aveva una propria polizia e poteva emanare sentenze di morte, benché non potesse eseguirle senza il consenso dei romani. I processi erano regolati da norme procedurali dettagliate e molto rigorose.

La vita religiosa

  • La vita religiosa dell'ebreo cominciava con la circoncisione. Praticata al bambino l'ottavo giorno dalla nascita, era il segno esteriore dell'appartenenza, alla stirpe di Abramo. Ma la discendenza di Abramo era diventata popolo di Dio con l'Alleanza del Sinai e con il dono della Legge. Vivere secondo la Legge era vivere nella volontà di Dio. Questo era perciò il grande ideale religioso dell'ebreo.
  • I profeti, denunciando le infedeltà all'Alleanza, tenevano viva l'attesa del Messia. Impegno per l'osservanza della Legge e attesa messianica erano gli elementi essenziali della vita religiosa.

Il Sabato e il Tempio

  • L'osservanza del Sabato era oggetto di minuziose prescrizioni da parte dei rabbini. Gli ebrei praticanti si riunivano al sabato nella sinagoga per ascoltare la lettura e il commento della Bibbia, per cantare i salmi e per pregare.
  • Ogni centro abitato, anche il più piccolo, aveva una sinagoga che serviva pure da scuola, da «municipio» e da tribunale. Nelle sinagoghe non c'era l'altare per il sacrificio, ma il «tabernacolo» con i «rotoli della Legge», cioè le pergamene su cui era scritta la Bibbia.
  • L'unico luogo di culto era il Tempio di Gerusalemme, segno della fede nell'unico vero Dio e della sua presenza in mezzo al popolo. Solo qui si potevano offrire sacrifici a Dio. Tutti i giorni, mattino e sera, il popolo si riuniva davanti al Tempio per la preghiera e i sacerdoti offrivano a Dio il sacrificio di un animale.

Il sacerdozio

I sacerdoti ebrei erano molto numerosi e l'incarico del servizio sacerdotale si trasmetteva di padre in figlio. Al vertice della gerarchia sacerdotale stava il sommo sacerdote. Come capo del Consiglio o Sinedrio, disponeva anche di importanti prerogative nel campo amministrativo e giudiziario.

Le grandi feste

  • Le cerimonie erano maestose, soprattutto nei giorni delle grandi feste, che ricorrevano più volte all'anno. Per molti ebrei esse erano l'occasione per andare in pellegrinaggio a Gerusalemme, la «città santa», segno - con il Tempio - dell'unità del popolo.
  • Le feste più importanti erano:
  •         la Pasqua, a ricordo della liberazione dalla schiavitù egiziana;
  •         la Pentecoste, che si celebrava cinquanta giorni dopo la Pasqua: si  ringraziava Dio per il dono della Legge e per l'Alleanza;
  •         la Festa delle Capanne: cadeva in autunno e la gente costruiva delle capanne nelle quali viveva per una settimana, ringraziando Dio di essersi preso cura del popolo durante i lunghi anni della traversata del deserto.
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