Fonti pagane
Le testimonianze di Tacito, Svetonio e Plinio si collocano tra l'anno 110 e
l'anno 120, ovvero 70-80 anni dopo la morte di Gesù, avvenuta intorno all'anno
30. Esaminiamo in particolare le informazioni che ci vengono da Tacito, grande
scrittore e storico romano.
Egli, nella sua opera gli Annali, scritti sotto l'imperatore Traiano nel 116
o 117, dedica un brano all'incendio di Roma, avvenuto nell'anno 64 quando era
imperatore Nerone. L'imperatore, per allontanare i sospetti da lui, accusò i
cristiani e li sottopose a tortura. Scrive Tacito:
«Nerone allora, per troncare quelle voci (sull'incendio di Roma), fece
passare per colpevoli e sottopose a raffinatissimi tormenti coloro che il volgo
chiamava Cristiani... Cristo, il fondatore della setta, dal quale avevano preso
il nome, era stato giustiziato dal procuratore Ponzio Pilato sotto il regno di
Tiberio» (Annali, XV Zanichelli, Bologna).
Quindi secondo Tacito:
- Cristo è il fondatore di una setta, i cui adepti vengono chiamati cristiani;
-
venne giustiziato da Ponzio Pilato, ai tempi dell'imperatore Tiberio.
Fonti ebraiche
Giuseppe Flavio, storico ebreo vissuto nel primo secolo dell'era cristiana,
nel suo libro Antichità Giudaiche, scritte tra il
93 e il 94, riferisce della morte violenta di Giacomo, parente di
Gesù, «chiamato il Cristo» e, in un altro passo scrive: «In questo tempo
visse Gesù, uomo sapiente, seppure bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore
di opere meravigliose. Ed attirò a sé molti Giudei».
Quindi Cristo, agli occhi di un ebreo come Giuseppe Flavio, non solo è
esistito, ma aveva anche grande potere e fascino.
In conclusione: i brevi accenni che vengono fatti su Gesù concordano tutti
nell'affermare la sua esistenza storica. Non ci dobbiamo però stupire di questa
«scarsità» di informazioni. Dobbiamo infatti tenere presente che i grandi
mezzi di informazione che abbiamo oggi non esistevano e le notizie, quindi, non
si diffondevano molto rapidamente; inoltre, le vicende della Palestina, lontana
dal «centro» dell'Impero, avevano poca importanza per gli storici romani, e
del cristianesimo si parlava soprattutto a motivo delle persecuzioni che
suscitava, ma esso non aveva ancora alcun peso nella vita pubblica.
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