Oristano - S.E. Mons. Ignazio Sanna Arcivescovo Metropolita di Oristano

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Oristano

ARCIDIOCESI
 
 

                                    Basilica del Rimedio


In origine la chiesa del Rimedio era la parrocchiale di un paese distrutto, Nuracraba. Dal 1957 ha assunto il titolo di Basilica minore. Le forme attuali della chiesa, a croce latina, con un tamburo a cupola all' incrocio dei bracci, rimandano al secolo XIX, benché il culto del Rimedio rimonti almeno al Cinquecento. All' interno, sull' altare Maggiore, possiamo ammirare il simulacro ligneo della Madonna del Rimedio, di bottega sardo - campana della prima metà del Seicento.


       Madonna del Rimedio

Madonna del Rimedio , compatrona della diocesi di Oristano, venne incoronata il 7 settembre 1952. La festa cade l'8 ed è preceduta dalla novena (29 agosto – 6 settembre).

                    La chiesa di S. Francesco

La Chiesa di San Francesco è annessa al convento dei Minori conventuali, nella via Sant'Antonio nel centro storico della città. La primitiva struttura risale al XIII secolo. Agli inizi dell'Ottocento il complesso si trovava in stato di avanzato degrado per cui la chiesa fu abbattuta e ricostruita con la direzione del Cima, sotto le forme del Classicismo. Dell'antica chiesa sopravvive una parte della facciata in conci di trachite e calcare. All'interno ricordiamo le quattro cappelle dedicate al Crocifisso, alla Vergine di Bonaria, a Sant'Antonio di Padova e all'Immacolata e l'altare maggiore in marmo dedicato a San Francesco abbellito da un prezioso organo. Sappiamo che nell'annesso monastero erano, un tempo, custoditi straordinari documenti della cultura e dell'arte giudicale. Nell'antico chiostro avevano luogo le solenni e importanti adunanze giudicali, come ci testimoniano delle iscrizioni.Nella sagrestia sono custoditi il pannello centrale di un grande retablo di Pietro Cavaro del 1533, raffigurante San Francesco che riceve le stigmate e una pregevole statua marmorea di Nino Pisano del1368, ritenuta per tradizione di San Basilio Magno. Nella Chiesa di San Francesco si può ammirare un importante e suggestivo capolavoro di scultura: il crocifisso ligneo del 1350, di scuola gotica spagnola, detto "di Nicodemo". Si tratta del prototipo, insuperato, della numerosa serie di crocifissi lignei databili tra il XV e XVI secolo, conservati in Sardegna.

   LA BASILICA ROMANA DI SANTA GIUSTA

Edificata nel 1135 - 1145 . Fu sede di diocesi nel Medioevo sino al 1503 La prima domenica di agosto, nello stagno della cittadina, i pescatori locali organizzano la tradizionale regata dei “fassonis”, le barche costruite con intrecci di giunchi di palude.

CHIESA PALEOCRISTIANA DI SAN GIOVANNI DI SINIS





Interno della basilica paleocristiana del VI secolo. Il tempio, insieme all'antico battistero presente negli scavi di Tharros, può definirsi la culla della fede cristiana in diocesi.


ANTICHISSIMO SANTUARIO MARIANO: N.S DI BONACATU IN BONARCADO



Il santuario è opera tardo romana o primo bizantino. Risale al VI o agli inizi dl VII secolo. È, forse, il santuario mariano più antico della Sardegna

                 ALTARE SANTUARIO BONACATU



I monaci camaldolesi portarono da Pisa ed intronizzarono nel santuario una dolcissima ceramica raffigurante la Madonna col Bambino. Presumibilmente l'opera è dei fratelli Pisano o della loro scuola. Il titolo “Bonacatu” è tipicamente sardo, anche se di radice latina, e starebbe a significare: Madonna della buona accoglienza” o della “Buona ospitalità”. La festa si celebra il 19 settembre.

           LA PENISOLA DEL SINIS



La penisola del Sinis, un sito di straordinario interesse naturalistico e archeologico.

                LA CORSA DEGLI SCALZI DI CABRAS

In occasione della festa di San Salvatore, la prima domenica di settembre si ripete una delle manifestazioni più antiche e suggestive dell'isola: la Corsa degli Scalzi in onore di San Salvatore. Diverse centinaia di giovani e adulti, vestiti con il saio bianco, scalzi, portano il simulacro dalla parrocchiale sino al santuario di San Salvatore. È una vera festa di popolo.




   "SA SARTIGLIA" LA STORIA CORRE A CAVALLO  


Essa costituisce il valore culturale più alto degli Oristanesi. Trae origine dauna giostra militare saracena, propabilmente importata in Europa ne XII secolo. Il momento centrale consisteva nell'infilare con la spada un anello appeso ad un filo, cavalcando a velocità sfrenata.Essa conferma la tradizione nel periodo del Carnevale.

PALAZZO DEL COMUNE








                          TORRE DI MARIANO II



Torre di Mariano II, detta di S.Cristoforo. Fu edificata nel XIII secolo da maestranze toscane su ordine del Giudice Mariano II che allora guidava il Giudicato d'Arborea.           

                      ELEONORA D'ARBOREA



Eleonora d'Arborea è la più significativa delle figure femminili della storia italiana. Figlia di Mariano IV nacque tra il 1340 e il 1342, divenne sposa del genovese Brancaleone Doria e fu giudicessa d'Arborea dal 1383 all'anno della morte 1404. La sua fama è legata alla "Carta de Logu" codice di leggi in lingua sarda contenente principi giuridici di grande modernità.

La Città di ORISTANO...un po' di storia


Le tracce più antiche della presenza umana nel territorio di Oristano risalgono al VI millennio a.C. quando alcune comunità si insediarono nella zona. Nel XV secolo a.C. iniziò a diffondersi la civiltà dei nuraghi, tipiche costruzioni tronco-coniche destinate alla difesa dei villaggi. Sul promontorio di Capo San Marco troviamo, infatti, il nuraghe Baboe Cabitza, di grande bellezza sono quelli situati nell'entroterra ( Nuraghe Losa di Abbasanta, Iloi di Sedilo, Domu Beccia di Uras).Nel IX secolo iniziarono i primi sbarchi dei mercanti fenici sempre alla ricerca di comodi approdi e di popolazioni con cui commerciare . In questi luoghi si trovava quella che fu la progenitrice di Oristano: Tharros, città fenicia sulle coste del Sinis. Nel IX secolo era già centro di incontro di genti e culture, fu città fortezza di grande importanza pe i cartaginesi e per i romani. Fino al 1000 Tharros ebbe un ruolo di preminenza rispetto ai paesi vicini , poi con le incursioni dei Saraceni, gli abitanti si spostarono verso l'interno. La nuova città fu chiamata Maristanis o Aristanis, cioè "fra gli stagni". Oristano divenne capitale del Giudicato di Arborea, trovò il suo massimo splendore nei periodi di governo di Mariano IV e di Eleonora di Arborea durante i quali la città controllò tutta la Sardegna tranne Alghero e Cagliari.Dopo la sconfitta di Guglielmo II a Sanluri dall'esercito del regno di Sardegna , nel 1409, Oristano passò sotto la dominazione spagnola.Abbandonata ad incursioni di pirati, sommosse popolari, pestilenze e carestie alla fine del 1600 divenne l'ultima fra le città regie della Sardegna.Neppure con l'avvento dei Savoia, 1718, la situazione cambiò. Oristano venne privata delle funzioni amministrative e venne lasciata all'abbandono.Nell'urbanistica è posssibile ritrovare le sue vicende storiche: di spiccata impronta medioevale nel periodo giudicale, con le case disposte in modo compatto all'interno delle mura, con le carqtteristiche strade strette e tortuose e piccole piazze. Le case basse e modeste in "ladiri" con orti e giardini, si alternavano alle case della borghesia e ad alcuni palazzi signorili. Il centro amministrativo si trovava verso al Porta Mare, mentre il centro commerciale era situato verso la Porta Pontis, o Porta Manna. L'assetto medioevale della città fu mantenuto intatto lungo il corso dei secoli, fino ad arrivare all'unità d'Italia. Oggi Oristano presenta un fascino tranquillo, a forma radiocentrica da piazza Eleonora con direttrici per i punti cardinali. L'urbanizzazione si è estesa e sono nati così.

- S.E. Mons. Ignazio Sanna © Copyright 2012 Oggi è il e sono le ore Aggiornato il 01/01/2017 - Creato da Mara Silvetti

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