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Classsificazione dei falsi Necronomicon
A. Il Necronomicon di Wilson, Hay, Turner, Langford Il discepolo lovecraftiano Colin Wilson, nell’articolo The Necronomicon, the Origin of a Spoof, che apparve nel Crypt of Cthulhu e fu ristampato nel Black Forbidden Things: Cryptical Secrets from the "Crypt of Cthulhu", edito da Robert Price, scrisse: “Essendo sottotitolato come libro dei nomi morti, chiunque possieda una piccola conoscenza del latino lo riconoscerà immediatamente come un falso, dal momento che la parola Necronomicon significa Libro delle Leggi Morte.” Questo è solo uno dei tanti bachi che si presenterebbero continuamente agli occhi di chiunque decidesse di accedere alla sua versione. Infatti come prendere sul serio una persona che non distingue il greco dal latino? Onde evitare divagazioni rimandiamo la questione relativa all’etimologia al prossimo capitolo. Wilson racconta che un giorno George Hay gli chiese di scrivere un’introduzione per un suo libro di terribili storie dedicate al Necronomicon. I racconti ruotavano tutti sul solito tema dello studioso, che trovato il tomo infernale, evocava potenti divinità che poi sfuggivano al suo controllo. Illuminato dalla tematica, Wilson pensò di perfezionale l’intuizione dell’amico e gli propose di scrivere qualcosa che essi avrebbero potuto spacciare per Necronomicon. Alla base di tutto avrebbero utilizzato un resoconto – fittizio naturalmente - di David Langford, circa delle analisi fatte al computer che rivelavano l’esistenza del libro maledetto, identificato con un manoscritto di John Dee intitolato Liber Logaeth. Portata a termine l’opera, Rober Turner, un vero esperto in pratiche magiche, aggiunse un’altra sezione tradotta (stando a quanto disse) direttamente dal Liber Logaeth. Alla fine il volume risultò degno di un vera e propria originale raccolta di racconti sull’occulto, grazie alla presenza di alcune formule nelle quali erano stati inseriti alcuni nomi di mitici dei. Nell’introduzione Wilson mostrò grande abilità nel mescolare fatti e fantasie. Ma non tutto poteva essere dimostrato, come il fatto che il padre di H.P. Lovecraft appartenne alla “Massoneria Egizia” nella quale avrebbe imparato ogni sorta di bizzarro segreto sull’occulto, causa della sua reale infermità mentale che lo avrebbe portato ad una rapida morte. In una lettera una lettera scritta da Dominic Purcell leggiamo: “L’opera include anche due saggi che probabilmente furono scritti in occasione della scoperta del manoscritto, i quali sottolineano il suo estremo valore e potere. Essi sono: "Dreams of Dead Names: The Scholarship of Sleep" di Christopher Frayling, -- che contiene un accurato resoconto sull’invenzione di Abdul Alhazred and the Necronomicon operata da Lovecraft e "Lovecraft and Landscape", di Angela Carter.” Oltre a questo c’è poco da dire sul libro di Turner. L’introduzione sarà interessante solo per coloro la cui conoscenza di base permette di separare realtà da fantasia. Alcuni trovano interessanti le informazioni del testo di Langford. Tuttavia la maggior parte degli studiosi ricordano che ci sono libri interi su questo argomento, sicuramente più seri e completi. Inoltre, se fatta un’accurata analisi stilistica del Necronomicon, esso risulta privo di valore estetico. Anche l’uso dei Miti di Cthulhu è sospetto. Il ben conosciuto distico criptico è più volte citato erroneamente: «That which is not dead which can eternal lie...» (“non è morto ciò che può attendere in eterno e con il volgere di strane ere anche la morte muore”). Le altre discordanze con le concezioni di Lovecraft appaiono ben chiare. Shub-Niggurath appare come una divinità maschile, mentre in Lovecraft questo essere è chiaramente femmina. I Grandi Antichi sono correlati con i quattro elementi in uno schema tratto da Agust Derleth che non appare mai nelle opere di Lovecraft. L’opera tiene conto anche dello scontro tra gli Dei Primigeni e i Grandi Antichi, un’altra innovazione tratta da Derleth. Da ciò risulta che la maggior parte del materiale di questa versione del Necronomicon, non risulta essersi ispirata ai Miti di Cthlhu, ma ai differenti Miti di Derleth (naturalmente senza considerare le formule). In seguito a questa pubblicazione apparve un secondo testo intitolato R'lyeh Text e compilato dallo stesso gruppo di lavoro, che affermò di aver continuato la scrittura del primo volume. Il nome R'lyeh Text non venne mai utilizzato da Lovecraft ma fu di fatto un’invenzione fatta da Derleth dopo la morte dello scrittore. La seconda edizione è di gran lunga più ricca della prima; in essa è incluso un saggio piuttosto interessante: Awake in the Witch-House: On the Trail of the 'real' Brown Jenkin, di Patricia Shore, comprendente originali e spurie citazioni di magia nera.
B. The L. Sprague de Camp Necronomicon Si tratta forse del falso Necronomicon più divertente, per la spudoratezza dell’autore che ritenne di aver ritrovato il manoscritto originale nell’Iraq Settentrionale. Il codice di Sprague de Camp è ingenuamente considerato da molti cabalisti il vero Libro.
C. The Simon Necronomicon È l’unico Necronomicon che può essere interamente qualificato come beffa piuttosto che come falso letterario. I numerosi problemi che riguardano questo volume, si riferiscono alle rivendicazioni fatte da coloro che lo vollero far passare come il vero testo del Necronomicon, tutte naturalmente poco convincenti. La fortuna dell’edizione è dovuta solo alle immagini e alle suggestive fotografie in esso presenti, largamente utilizzate dagli studiosi del genere letterario, e non al suo contenuto. Il resoconto sul ritrovamento del libro appare come una deformazione di quanto scritto nei Miti di Chtulhu. L’editore sostenne che il libro fu stato ritrovato nella originale versione greca, contraddicendo in questo modo le parole di Lovecraft, secondo il quale la versione di Todoro Fileta sarebbe andata perduta da secoli. Riguardo ad una sezione della sua versione putativa, un capitolo intitolato Il Testo di Urillia, scrisse «Potrebbe essere il R'lyeh Text di Lovecraft» . Si trattò certamente di un giudizio avventato e poco serio, che mette alla luce la sua ignoranza: il R'lyeh Text fu un’invenzione che Agust Derleth fece dopo la morte di Lovecraft, un pseudotesto che, nella concezione del suo ideatore aveva poco a che fare il Necronomicon. La maggior parte dell’opera è costituita da un riadattamento di alcuni testi magici e religiosi dell’area mesopotamica, le cui parti mancanti furono integrate con le opere e i nomi degli dei di Lovecraft. Ne risulta un assurdo e anacronistico miscuglio di elementi babilonesi, assiri, sumeri e accadi, uniti insieme senza nessun criterio logico. Porzioni di formule, scritte, secondo l’editore, nelle lingue originali, non sono altro che prodotto di ignoranza e confusione. Simon cerca di indurre il lettore a credere che tra i Miti di Lovecraft, il materiale Mesopotamico e la magia di Aleister Crowley, ci siano forti corrispondenze. Tuttavia non fa altro che fondare le sue argomentazioni su false prove. In un altro capitolo tratta di narrativa soprannaturale e di luoghi comuni sulla magia. Poi vuole che il lettore noti la somiglianza esistente tra Shub-Niggurath e il Pan di Crowley (un compendio di magia e di racconti soprannaturali), quando invece Shub-Nigghrath è femmina. Vorrebbe inoltre che noi prestassimo attenzione alla somiglianza tra l’esclamazione di Lovecraft «Iä!» e la esclamazione «Io!» (utilizzata nel compendio di Crowley) il nome comune da dio IAO ( il sumero IA), che Simon vede come variante del dio EA (anche se nel suo Necronomicon la parola è sempre utilizzata con lo stesso valore di esclamazione presente nell’opera di Lovecraft). Simon desidera che il lettore noti la “grande corrispondenza” tra i Miti di Cthulhu e la mitologia mesopotamica, scrivendo: "Lovecraft nei miti di Cthulhu dipinse un genere di mito caro a quello cristiano, quello che agli albori della creazione del sensibile oppose le forze del Male a quelle del Bene, Satana e Dio." E di nuovo: “Fondamentalmente ci sono due generi di Dei nei Miti: gli DeiPrimigeni, dei quali si sa poco, ad eccezione del fatto che sono una Razza proveniente dalle stelle, identificata con la “Luce” cristiana, che occasionalmente discende per la liberazione dell’uomo; e i Grandi Antichi, dei quali è stato detto molto, anche in grande dettaglio, e che corrisponderebbero alle “Tenebre”. Questi ultimi sono gli Dei malvagi che non desiderano altro se non “male” per la la Razza Umana, e che continuamente cerca di penetrare nel nostro mondo attraverso un Cancello o Porta che conduce dall’abisso all’esterno.” Le conoscenze dei contemporanei studiosi di Lovecraft ci hanno permesso di comprendere quanto male sia stata ricalcata l’opera di Lovecraft. L’esimio scrittore non aveva mai menzionato gli Dei Primigeni, né un conflitto cosmico tra Bene e Male. Il termine Grandi Antichi compare spesso nei Miti di Cthulhu, ma si precisa più volte che essi sono indifferenti tanto all’uomo quanto al male che dovrebbero procurargli. Pertanto il tentativo di “sincretizzare” i due sistemi, quello cristiano e quello della “mezza luna fertile”, con la sostituzione di Dei Primigeni e Grandi Antichi, in luogo di Dio e Satana, non può che risultare fallimentare e di cattivo gusto. Anche il trattamento delle singole divinità non è dei migliori. Cthulhu nel libro Simon appare, per la prima volta, con il nome di KUTULU, che egli trae da KUTU, la città Kutha, e da LU, uomo. Si tratta ancora di una delle puntuali imperfezioni: nella lingua sumera corretta, il termine composto risulterebbe come LU-KUTU. In ogni caso Cthulhu non è di origine umana e pertanto non potrebbe essere soggetto ad una tale interpretazione. Simon fa derivare Azathoth dal composto AZAG-THOTH, dove AZAG è un demone sumero, mentre THOTH è il nome copto della divinità egizia Tehuti. Ma sulle modalità linguistiche della trasformazione non ci da nessuna informazione. I commenti sulle altre divinità sono ancora meno convincenti. Shub-Niggurath risulta come ISHNIGGARAB e Yog-Sothoth come IAK SAKKAK. Anche quando tenta di riportare gli stessi nomi Lovecraftiani, spesso cade in banali errori ortografici: così Yog-Sothoth risulta come Yog Sothot, Azathoth come Azatot, "l’arabo pazzo" come "l’Arabo Pazzo", shoggoth come shuggoth, ecc. Almeno Nyarlthotep, una divinità di notevole importanza, non ha nulla a che vedere con quella di cui parla Lovecraft. Lo stesso vale per altri dei di minore entità come Yig, Nug e Yeb, Ghatanothoa, o Rhan-Tegoth, che talora assumono una parvenza delle divinità minori Lovecraftiane. Tuttavia nel volume sono presenti vere divinità Mesopotamiche come MARDUK, TIAMAT, PAZUZU, ENKI, NANNA, e INANNA (ISHTAR), che non hanno corrispondenze nei miti di Cthulhu. Similmente, le varie razze aliene partorite dalla mente dello scrittore di Providence non sono presenti nel Necronomicon di Simon, mentre figurano in modo prominente una moltitudine di creature soprannaturali tratte dalla cultura mesopotamica, le quali non compaiono nei Miti che Cthulhu. Un’altra asserzione degna di critica è la seguente: I miti di Lovecraft trattano le divinità conosciute come ctonie, cioè dei e dee dell’oltretomba, molti dei quali simili a quelli del Leviatano del Vecchio Testamento. La corretta pronuncia di Chthonic è “katonik” come spiega la famosa Miskatonic University e la Miskatonic River di Lovecraft, le quali tuttavia, non fanno menzione della divinità principale del suo pantheon, Cthulhu, un mostro marino che giace “non morto, ma sognante” al di sotto delle terre emerse; si tratta di un Antico, nemico dell’umanità e della Razza intelligente. Ci sono grandi problemi riguardo a questa affermazione: 1) La pronuncia di chthonic è “tounic”; il “ch” è muto (fonetica); 2) I mostri marini non sono solitamente considerati “chthonic”; 3) Il nome Miskatonic deriva fondamentalmente da radici di parole degli Indiani d’America; 4) Il nome Cthulhu deriva da una lingua aliena, non dalla parola Chthonic, sebbene Lovecraft ci induca a crederlo. In ogni caso questa affermazione rivela una contraddizione all’interno dall’opera, data dal fatto che Simon sostiene più volte che il nome derivi da KUTU+LU. 5) Cthulhu non è la divinità più importante del pantheon immaginato da Lovecraft, ma acquista un ruolo primario a causa del titolo omonimo. 6) Cthulhu non è un “mostro marino”, ma una creatura extraterrestre o exstradimensionale. 7) Cthulhu non è mai citato come “Antico”, benchè sia spesso associato al gruppo dei Grandi Antichi. 8) Cthulhu non è un vero nemico dell’umanità; l’uomo si trova solo sulla sua strada. È come se l’uomo fosse considerato un nemico delle mosche, solo per il fatto che egli vuole sterminare tutte quelle che infestano la sua casa. 9) Il riferimento alla “Razza intelligente” è abbastanza oscuro e non sembra essere presente in nessun testo di Lovecraft. Molti lettori hanno notato, nella porzione di testo relativa al titolo “La testimonianza dell’arabo pazzo”, una tecnica narrativa molto simile a quella adottata da Lovecraft. Molti annoverano il libro negli elenchi di magia, anche se esso sarebbe da considerare come una palese truffa. Del resto le formule presenti nel Necronomicon di Simon appartengono alle teorie di magia moderna. In seguito ad un’edizione economica, il libro fu successivamente stampato per due volte in copie più costose (la seconda contava 666 copie, la terza 3.333 –da notare la simbologia numerica). Sono state diffuse varie dicerie sull’identità del “Simon” che avrebbe scritto il Necronomicon. Secondo alcuni si tratterebbe del proprietario del Magickal Childe di New York , un negozio dell’occulto, detto Herman Slater (che del resto è anche citato all’interno del libro). Altri parlano di un mago alla ricerca di denaro che, in un momento di crisi, avrebbe sfruttato il campo della Magia del Caos. Voci meno credibili sostengono che si potrebbe trattare di L. Sprague De Camp, Colin Wilson, L. Ron Hubbard, Robert Anton Wilson, Timothy Leary, e di Sandy Pearlman.
D. Il Necronomicon di Gregorio Pubblicato in Germania con il titolo Das Necronomicon: Nach den Aufzeichnungen von Gregor A. Gregorius (il Necronomicon: dalla trascrizione di Gregor A. Gregorius), si tratta semplicemente della traduzione del Necronomicon di Simon. Il libro include anche la traduzione in tedesco del grimorio medievale chiamato Goetia o Le Chiavi Minori del Re Salomone.
E. Il Necronomicon di Quine La “vera” traduzione fatta da Antonius Quine è così falsa da non esistere neppure.
F. Il Necronomicon di Ripel Fu pubblicato da Frank G. Ripel, capo dell’Ordo Rosae Misticae, in Italia, intorno al 1987, come parte, del Sabaean Trilogy. Il volume include un libro chiamato Sauthenerom, di antiche origini Egizie, e il testo del Necronomicon, dichiarato essere vecchio di 4.000 anni, nonché plagiato da Abdul Alhazred.
G. Il Necronomicon di Perez-Vigo Recentemente pubblicato in Spagna, considera il Necronomicon come testo base per l’interpretazione dei tarocchi. Si tratta di una fusione tra il Necronomicon di Ripel e quello di Wilson, Hay, Turner e Langford. |
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