La decorazione architettonica romana
Elementi e frammenti di decorazione architettonica a Roma
Avvertenza: si citano solo gli elementi e frammenti facilmente accessibili, in aree aperte al pubblico o visibili dall'esterno.
Monumenti antichi
Anfiteatro Flavio (Colosseo)
Nei fornici e nell'ambulacro al piano terra sono conservati diversi capitelli compositi a foglie lisce in marmo proconnesio, pertinenti ad un restauro del III secolo d.C. del portico in summa cavea.
Al secondo piano, presso l'arrivo dell'ascensore, piccola esposizione permanente di elementi decorativi di varie epoche della lunga vita del monumento.
Motivi di interesse: I capitelli esposti al piano terra conservano ancora, sebbene non intagliati nei particolari, tutti gli elementi canonici del capitello composito: più tardi, invece, la struttura sarà semplificata e alterata.
Bibliografia: P. Pensabene, "Elementi architettonici in marmo", Anfiteatro Flavio. Immagine. Testimonianze. Spettacoli, Roma 1988, 53-82; B.Pettinau, "Transenne dell'Anfiteatro Flavio", BullCom,93, 1989-90, 339-378.
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Anfiteatro Flavio: capitelli compositi a foglie lisce di colonna, negli ambulacri. |
Foto di Massimo Baldi |
Arco (partico) di Augusto (area archeologica del Foro Romano)
Una fondazione di un arco a tre fornici tra il tempio del Divo Giulio, il tempio di Vesta e il tempio dei Castori, è stata variamente interpretata come l'arco aziaco (per la conquista dell'Egitto, 29 a.C.) oppure come l'arco partico (per la restituzione delle insegne di Crasso, 19 a.C.), entrambi menzionati dalle fonti.
Sulla fondazione si trova un capitello dorico decorato pertinente alla decorazione dell'arco. Frammenti di trabeazione dorica (con caratteristiche di contaminazione degli stili) in parte ricomposti, si trovano nell'Antiquarium del Foro Romano (parte non aperta attualmente al pubblico).
Motivi di interesse: Molti elementi della decorazione dell'arco presentano caratteristiche simili a quelle del tempio di Apollo in Circo,e sono presumibilmente opera della medesima officina. Da notare in particolare come il listello tra le scanalature nel sommoscapo del fusto, intagliato insieme al capitello, si presenti a sua volta scanalato, richiamando anche in questo caso l'alternanza di scanalature più larghe e più strette presenti sui fusti del tempio di Apollo.
Bibliografia: E. Nedergaard, v. "Arcus Augusti", in LTUR(Lexicon Topographicum Urbis Romae), I (A-C), Roma 1993, 80-85, con bibliografia specifica sulla decorazione a p.83-84.
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Arco "partico" di Augusto: capitello dorico decorato. |
Foto di Massimo Baldi |
Arco di Costantino (area del Colosseo)
L'arco eretto presso il Colosseo probabilmente in occasione del decennale di Costantino (315 d.C.) conserva la sua decorazione architettonica: sull'attico sono presenti il coronamento e lo zoccolo, entrambi lisci; l'ordine principale si compone di basi attiche, fusti rudentati in marmo giallo antico, capitelli corinzi (colonne e lesene retrostanti) e trabeazione sporgente sulle colonne con cornice ionica, fregio ionico con superficie sbozzata a subbia, probabilmente per l'inserimento di lastre di marmo colorato, architrave liscio con coronamento a gola e a tre fasce; gli archivolti si presentano con modanature decorate (diverse sui due lati dell'arco) nel fornice centrale, e con modanature lisce nei fornici laterali; ancora da citare il coronamento di imposta del fornice centrale, costituito da una piccola cornice con mensole, e quello liscio dei fornici laterali, lo zoccolo liscio dei piloni e il coronamento, sempre liscio, dei piedistalli delle colonne.
Motivi di interesse: L'arco rappresenta un monumento al reimpiego: provengono da altri monumenti precedenti sia i blocchi da costruzione, che mescolano marmi bianchi di diversa origine e spesso recano tracce del precedente utilizzo, molte delle note decorazioni scultoree e diversi elementi architettonici. In particolare la cornice dell'ordine principale è costituita da elementi rettilinei di reimpiego (datati all'età antonina o primo-severiana), integrati da copie costantiniane per gli elementi sporgenti sopra le colonne, più accuratamente scolpiti sulla fronte che sui fianchi. Ancora di reimpiego sono i capitelli corinzi (sempre di epoca antonina), i fusti rudentati in marmo giallo antico, e le basi delle colonne (capitelli e basi delle retrostanti lesene sono copie costantiniane, mentre i fusti, probabilmente di reimpiego, sono stati quasi tutti sostituiti nei restauri settecenteschi), e il coronamento di imposta del fornice centrale, di età domizianea, con rilavorazioni successive. Di epoca costantiniana sono invece, oltre gli elementi sporgenti della cornice principale, le modanature decorate sull'archivolto del fornice centrale e gli elementi lisci (coronamenti e zoccoli, fregio, architrave e basi dell'ordine principale), che presentano spesso modanature semplificate e con andamento non precisamente allineato.
Bibliografia: P. Pensabene, C. Panella (a cura di), Arco di Costantino tra archeologia e archeometria, (Studia Archaeologica, 100), Roma 1998.
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Arco di Costantino: fornice centrale. |
Foto di Massimo Baldi |
Arco di Germanico in Circo Flaminio (area archeologica del Teatro di Marcello)
Un arco in onore di Germanico venne eretto presso il Circo Flaminio dopo la sua morte (19 d.C.). Un frammento di soffitto voltato a cassettoni conservato nell'area archeologica è stato attribuito a quest'arco.
Motivi di interesse: Le modanature decorate che incorniciano i cassettoni mostrano piccoli cambiamenti rispetto alle forme tipicamente augustee: il kyma ionico con i trattini orizzontali che accompagnano la lancetta intermedia e la forma allargata degli archetti del kyma lesbio trilobato preludono all'evoluzione che porterà alle forme flavie.
Bibliografia: E. Rodríguez Almeida, v. "Arcus Germanici in circo Flaminio", in LTUR (Lexicon Topographicum Urbis Romae), I (A-C), Roma 1993, 94 s.
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Arco di Germanico: soffitto voltato a cassettoni. |
Foto di Massimo Baldi |
Arco di Claudio in via Lata (Musei Capitolini, cortile di Palazzo dei Conservatori)
Un arco in onore di Claudio per la sua vittoria sui Germani del 43 d.C. venne eretto nel 51-52 d.C. a cavallo della via Lata e serviva anche come passaggio dell'Aqua Virgo. L'arco non si conserva, ma tra i ritrovamenti avvenuti tra XVI e XIX secolo si annovera la parte sinistra dell'iscrizione, attualmente murata nel cortile del Palazzo dei Conservatori (Musei Capitolini)
Motivi di interesse: L'iscrizione era incorniciata da un kyma lesbio trilobato, con archetti di forma allargata e ridotto lobo superiore, dal nastro fortemente concavo e chiaroscurato, e con elementi interni costituiti da calici pendenti. Il fiore a tulipano fra gli archetti ha petali con accentuato rigonfiamento e sporgenti dallo sfondo, nuovamente con un accentuarsi degli effetti chiaroscurali.
| | Arco di Claudio: lastra con incorniciatura decorata, con iscrizione. Musei Capitolini, Palazzo dei Conservatori, cortile |
Arco di Settimio Severo (area archeologica del Foro Romano)
L'arco, dedicato nel 203 d.C. a Settimio Severo e ai figli Caracalla e Geta, conserva una ricca decorazione architettonica: coronamento dell'attico in forma di cornice ionica, ordine principale con basi attiche, fusti scanalati, capitelli compositi (sia di colonna che delle retrostanti lesene), e trabeazione costituita da cornice ionica, fregio ionico liscio e architrave a due fasce con coronamento a gola. Si citano ancora l'archivolto decorato del fornice centrale e quelli lisci dei fornici laterali e dei passaggi laterali e i soffitti voltati con cassettoni, i coronamenti di imposta, coronamento e zoccolo lisci dei piedistalli delle colonne e lo zoccolo liscio dei piloni.
Motivi di interesse: Le modanature decorate della decorazione dell'arco rappresentano il migliore esempio dello stile "ufficiale" nella decorazione architettonica di età severiana (a cui si contrappone lo stile "plebeo" per esempio dell'Arco degli Argentari: v. sintesi del Neu).
Bibliografia: S. Neu, Römische Ornament. Stadtrömische Marmorgebälke aus der Zeit von Septimius Severus bis Kostantin, Cösfeld 1972.
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Arco di Settimio Severo: capitelli compositi e trabeazione dell'ordine principale. |
Foto di Massimo Baldi |
Tempio di Antonino e Faustina (area archeologica del Foro Romano)
Il tempio, costruito alla morte di Faustina nel 141 d.C., conserva in opera l'ordine corinzio del pronao.
Motivi di interesse: La cornice ionica presenta elementi insoliti: nella sopracornice la corona decorata con baccellature proporzionalmente piuttosto alta rispetto alla piccola sima a gola diritta; nella sottocornice al kyma ionico segue una piccola fascia liscia, forse derivata da un dentello continuo, ma piuttosto piatta, ed una gola diritta, non frequente in questa posizione, decorata da un kyma di foglie. Fregio con grifoni e candelabri. Architrave liscio a due fasce con piccolo coronamento a gola rovescia; inferiormente si presenta decorato il pannello del lacunare. Capitelli corinzi, fusti lisci in marmo cipollino, basi.
Un elemento del fregio si conserva nell'Antiquarium del Foro Romano (parte attualmente chiusa al pubblico).
Bibliografia: P. Pensabene, "Programmi decorativi e architettura del tempio di Antonino e Faustina nel Foro Romano", Scritti di antichità in memoria di Sandro Stucchi, (Studi Miscellanei 29), II, Roma 1996, 239-269.
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Tempio di Antonino e Faustina: capitelli corinzi e trabeazione. |
Foto di Massimo Baldi |
Tempio di Apollo in Circo (area archeologica del Teatro di Marcello)
Tre colonne del pronao con la relativa trabeazione, rinvenute in posizione di caduta negli scavi, furono rialzate negli anni '30 e diversi frammenti della decorazione del tempio sono inoltre sparsi nell'area archeologica o sono conservati nei depositi dei fornici del teatro (parzialmente visibili dalle grate). La decorazione esterna è stata convincentemente datata agli anni 20 del I sec. a.C. (anche la decorazione interna della cella risale in gran parte alla stessa epoca, ma con elementi appartenenti alla precedente fase sosiana, datata al decennio precedente).
Motivi di interesse: La cornice con mensole presenta una sopracornice è di altezza ridotta, con corona insolitamente decorata da un grande kyma ionico; il soffitto è molto sporgente, sorretto da mensole con profilo ad S e rigonfiamento anteriore, non molto alte, decorate inferiormente da una foglia d'acanto, mentre i cassettoni quadrati sono suddivisi in nove riquadri incavati decorati con rosette. Il fregio, intagliato su lastre marmoree che rivestono il blocco in travertino, reca bucrani, candelabri e e rami di alloro dalla struttura resa in modo poco naturalistico. L'architrave, ugualmente lavorato su lastre di rivestimento, ha coronamento ad ovolo, e tre fasce, quella superiore decorata da baccellature con cima incurvata; una "quarta fascia" è rappresentata dallo spessore della lastra che riveste il piano inferiore, sulla quale è scolpito il lacunare, suddiviso in lunghezza in due pannelli decorati con anthemion a tralci intermittenti obliqui con palmette e bucrani. Il capitello corinzieggiante si presenta intagliato in due blocchi, sovrapposti senza uso di perni. Il fusto con imoscapo e sommoscapo decorati da astragalo a fusarole e perline, presenta le scanalature alternativamente più larghe e più strette. Infine la base composita si mostra decorata con motivi a corda sui tori e sul doppio tondino che separa le scozie.
Bibliografia: A.Viscogliosi, Il tempio di Apollo "in Circo" e la formazione del linguaggio architettonico augusteo,Roma 1996: v. sintesi).
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Capitelli corinzieggianti e trabeazione del tempio di Apollo in Circo,rialzati in situ. |
Foto di Massimo Baldi |
Chiese (reimpiego)
S.Agata dei Goti
Nel cortile di ingresso capitelli compositi a foglie lisce.
All'interno reimpiegati fusti di colonna in granito rosso.
(fonte: LTUR, s.v. S. Agatha Gothorum).
S.Agnese f.l.m. (via Nomentana)
Nella scala che scende alla chiesa murati diversi frammenti di decorazione.
S.Bartolomeo (isola Tiberina)
Nell'atrio della chiesa sono reimpiegati frammenti architettonici, uno dei quali proviene da una facciata monumentale presso il Foro di Traiano.
Altri frammenti nella chiesa potrebbero provenire dal tempio di Esculapio.
(fonte: LTUR, s.v. Aesculapium, aedes, templum).
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Architrave (lacunare), dai pressi del Foro di Traiano, con vista d'insieme (atrio della chiesa di S.Bartolomeo). |
Foto di Massimo Baldi |
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Copyright (c) 2004 MARINA MILELLA
Prima redazione: 30 settembre 2004
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