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La decorazione architettonica romana




Sintesi di:
S.Neu, Römisches Ornament. Stadtrömische Marmorgebälke
aus der Zeit von Septimius Severus bis Kostantin, Cösfeld 1972

(Conclusioni)


di Marina Milella



Dopo le realizzazioni architettoniche di Traiano e di Adriano, nelle quali la decorazione architettonica era stata specificatamente progettata per trasmettere e tradurre il programma politico e ideologico dell'imperatore, si ha una perdita di interesse per questo aspetto della propaganda, favorita dalla mancanza di grandi progetti edilizi per tutta la seconda metà del II secolo. Contemporaneamente l'influsso dell'arte plebea e provinciale e la naturale evoluzione dello stile portano progressivamente all'abbandono della tradizione classica di età imperiale.
Nell'età di Settimio Severo si assiste ad una ripresa dell'attività edilizia, ma la decorazione architettonica segue stili diversi tra loro. Se il restauro del tempio di Vesta presenta una trabeazione che è ancora in sostanza quella di età adrianea, sebbene eseguita con minore precisione, nell'arco di Settimio Severo, monumento statale ufficiale eretto nel centro della città, solo la sintassi delle modanature segue ancora la tradizione classica, mentre la rappresentazione plastica delle forme decorative è ormai radicalmente diversa.
Sull'arco le divisioni tra gli elementi che compongono una modanatura decorata sono infatti sommarie, disegnate con il trapano, e gli elementi stessi sono più massicci; si ritorna all'uso di profondi spazi tra i singoli motivi decorativi, che fanno perdere all'insieme di unità e di pienezza naturalistica, in modo sostanzialmente anticlassico, quando invece in età flavia l'approfondimento dello sfondo serviva a sottolineare la decorazione e non tendeva ad assumere un valore autonomo. Non si può parlare per la decorazione severiana di "rinascenza flavia", poiché, come già detto, la sintassi è ancora quella di età adrianea e mancano le frequenti vegetalizzazioni dei motivi.
Trabeazione Arco Settimio Severo

Trabeazione dell'arco di Settimio Severo
Trabeazione Arco Argentari

Trabeazione dell'arco degli Argentari

Una diversa officina esegue le decorazioni del cosiddetto arco degli Argentari, sebbene alcuni motivi si ritrovino in entrambi i monumenti: le differenze si riscontrano nella partizione della trabeazione e nella funzione delle modanature decorate. Si avverte una generale mancanza di nettezza e di armonia classica, soprattutto nelle proporzioni delle modanature, e l'accento viene posto sulle qualità decorative. Ciò ricorda la decorazione interna dell'Aula Regia sul Palatino, dove l'affollarsi degli ornamenti sovrasta e rende quasi illegibile la partizione funzionale: si può parlare in questo caso di "rinascenza flavia", ma la decorazione dipende anche dall'influsso dell'arte plebea e dallo stile "di genere" delle piccole trabeazioni di interni, usato infatti in un monumento di carattere non ufficiale.

Anche i frammenti pertinenti agli allargamenti severiani sul Palatino mostrano la medesima ricchezza decorativa e persino la decorazione dello Stadio, pur eseguita probabilmente dalla medesima officina dell'arco di Settimio Severo, mostra elementi simili all'arco degli Argentarii.
Motivi delle decorazioni del Palatino si ritrovano nelle terme di Caracalla: qui la realizzazione è tuttavia più plastica e precisa e si avvicina maggiormente alla classicità dell'arte ufficiale, pur con qualche licenza nell'ordinamento dei motivi.
Fregio-architrave terme Caracalla
Fregio-architrave delle terme di Caracalla

Monumenti non ufficiali ci permettono di seguire lo sviluppo della decorazione di stile "plebeo", derivata dall'arco degli Argentari, che mostra una sempre maggiore vivacità ed un progressivo indebolimento della funzione tettonica delle parti decorative: la decorazione arriva ad occupare i dentelli e le fasce dell'architrave.
La tendenza classicistica, rappresentata sull'arco di Settimio Severo, arriva al suo punto finale con le terme di Alessandro Severo: ormai lo stile delle piccole trabeazioni di interni ha invaso anche i monumenti ufficiali, come mostra la decorazione dei dentelli sulla cornice di S.Eustachio. I monumenti ufficiali continuano a mostrare una migliore qualità formale, ma lo sviluppo è ormai chiaramente in direzione dell'arte "plebea": la trabeazione del peristilio della Domus Augustana mostra l'inclinazione della fasce dell'architrave, motivata dal risparmio di lavoro, che si era sviluppata nelle piccole trabeazioni degli interni.
L'epoca successiva presenta solo pochi grandi edifici: la Statio dei Tarsii e la trabeazione del cortile dell'ospedale di S.Giovanni non consentono di stabilire se ad un certo momento compaia un ritorno ad uno stile più sobrio, o se si tratti invece ancora di tendenze diverse attive contemporaneamente. Nello stesso modo le poche trabeazioni di età gallienica, di gusto barocco, non consentono di precisare i contorni di un'eventuale "rinascenza gallienica". Probabilmente l'incertezza della situazione ostacola lo sviluppo di una nuova linea stilistica e le tendenze già presenti sotto Settimio Severo proseguono il loro percorso mescolandosi spesso tra loro.

Sotto Aureliano si ha una ripresa dell'attività edilizia, ma la decorazione architettonica non si presenta unitaria. Da un lato si manifesta infatti un nuovo sviluppo delle forme che avevamo trovato nella prima metà del secolo, come nel lacunare del Museo Nazionale Romano, dove la ricerca di volumi massicci avviene a spese della plasticità delle singole parti. D'altro canto inizia a manifestarsi in grandi proporzioni il fenomeno della copia di trabeazioni più antiche, in cui la riduzione delle singole forme a motivi grafici iscritti nel volume della modanatura, mostra una rottura rispetto alla tradizione classica sia nella resa stilistica che nelle capacità di esecuzione. L'architettura stessa del tempio del Sole, con i muri curvilinei e le poche colonne libere, sembra indicare contemporaneamente una perdita di funzione strutturale e una svalutazione dell'apparato decorativo.

La medesima tendenza all'articolazione dei volumi si ritrova nelle terme di Diocleziano, dove le superfici sono intagliate superficialmente e i motivi sembrano trasformarsi geometricamente, e indicano per la decorazione una funzione ormai subordinata. Compaiono inoltre nuovi motivi, come il motivo a corda tra le fasce dell'architrave, che non esisteva nella tradizione occidentale: nonostante le origini orientali la sua diffusione in quest'epoca non sembra dovuta all'attività diretta di scalpellini microasiatici, come era invece accaduto in età adrianea. La decorazione delle terme, precisa, ma insieme grossolana nell'effetto, non corrisponde affatto alle caratteristiche dello stile microasiatico, che tende a non incidere la massa della pietra, ma piuttosto a ricoprirla con un reticolo di forme a spigoli vivi. Inoltre compaiono anche altri motivi non canonici, introdotti per il desiderio di arricchire la decorazione, come il festone di foglie nei lacunari e il doppio kyma lesbio continuo sulla sima: ciò si deve probabilmente alla tendenza all'innovazione, propria dell'arte "plebea".
Cornice Basilica Massenzio

Cornice della Basilica di Massenzio.


La Basilica di Massenzio rappresenta ancora l'architettura statale ufficiale: si tratta di uno spazio interno non più subordinato all'aspetto esterno dell'edificio, ma esso stesso vera e propria architettura. La decorazione ha nell'insieme qualcosa della Domus Augustana, ma soprattutto si nota un ritorno ai precedenti adrianei, senza dubbio favorito dalle copie delle trabeazioni di quest'epoca eseguite per il rinnovamento del tempio di Venere e Roma. Tuttavia la ripresa della sintassi delle trabeazioni adrianee sembra dovuta più che altro ad una mancanza di interesse, che fa preferire l'imitazione di un precedente sicuro alla creazione di nuovi motivi; del resto i singoli motivi decorativi non sono trattati con precisione e non spiccano dallo sfondo come sarebbe avvenuto nel caso di una vera e propria rinascenza stilistica.
Non si tratta però certamente di mancanza di mezzi: le colossali imprese edilizie dell'inizio del IV secolo mostrano che gli imperatori, malgrado i disordini, erano perfettamente in grado di attuare i prorpi piani. Piuttosto questo impoverimento della decorazione è una conseguenza del diverso modo di concepire ormai lo spazio degli edifici come spazio rappresentativo.
Sotto Costantino si manifesta l'utilizzo di elementi di spoglio e il conseguente sviluppo dell'uso di copiare trabeazioni di epoca precedente: le cornici sporgenti dell'arco di Costantino, copie costantiniane degli esemplari reimpiegati, mostrano lo stesso stile grossolano delle trabeazioni della Basilica di Massenzio. Cornice Arco Costantino

Cornice dell'arco di Costantino.

Trabeazioni Arco quadrifronte Foro Boario

Trabeazione e archivolto dell'arco quadrifronte del Foro Boario"

Che la tradizione classica sia ormai del tutto superata è evidente nelle trabeazioni dell'arco quadrifronte del Foro Boario: l'accento è nettamente posto sui volumi a detrimento del modellato plastico delle superfici. Lo stesso accade nei ritratti colossali, dove la semplificazione dell'articolazione plastica è compensata dalle dimensioni, in modo da ottenere comunque un rafforzamento dell'immagine imperiale.

In conclusione, sembra sia possibile delinare uno sviluppo nelle trabeazioni: da quelle che sono ancora pienamente inserite nella tradizione del II secolo, dalla quale le decorazioni del III si allontanano progressivamente fino a porre definitivamente l'accento sul volume delle singole parti piuttosto che sull'articolazione plastica delle superfici. Ma questo sviluppo non è lineare: alle forme decorative con netti contrasti chiaroscurali dell'epoca di Settimio Severo, si oppone l'estrema raffinatezza dell'età di Caracalla. Contemporaneamente si svolge una corrente di decorazione "plebea", caratterizzata dalla sovrabbondanza decorativa e intorno alla cornice di S.Eustachio dell'epoca di Alessandro Severo si raggruppano una serie di trabeazioni con queste caratteristiche, mentre la trabeazione della via Sacra, dell'epoca di Gordiano III mostra uno stile più sobrio, come anche altre piccole trabeazioni della metà del secolo. Da Aureliano fino a Costantino osserviamo poi una sempre maggiore importanza attribuita al volume a spese della plasticità dei dettagli, e troviamo mescolate copie di trabeazioni più antiche che non seguono uno stile preciso e frammenti reimpiegati come spolia.Se dunque è possibile seguire grossolanamente una generale linea di sviluppo della decorazione architettonica nel III secolo, non sono tuttavia chiare le diverse sfaccettature delle correnti stilistiche che si mescolano e si sovrappongono in questo periodo.





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