In questa sede definisco come "reazione
post-traumatica" la
risposta patologica invalidante e/o duratura di una persona nei confronti
di un evento, più o meno stressante, senza che tale evento
abbia caratteristiche sufficienti per essere definito "traumatico".
Tale reazione post-traumatica deve allora essere attribuita non tanto
all'evento in sè, ma all'evento in relazione a caratteristiche
peculiari della persona o a sua determinate esperienze di vita precedenti
(per esempio, esperienze di abbandono o di rifiuto)
Si tratta di
un concetto di grande importanza innanzitutto in sede di psicoterapia
in quanto può aiutare a non attribuire ad eventi specifici
una importanza che non hanno e quindi ad impostare più correttamente
una psicoterapia. Se si ragiona con una logica troppo elementare,
infatti, ovvero se, per definizione, si attribuisce ad un evento
scatenante la responsabilità intera delle condizioni di salute
di una persona, si concentreranno i propri sforzi terapeutici in
quella direzione, trascurando ciò che costituisce il "terreno
fertile" per cui un evento determinato, di fatto non traumatico,
ha invece sortito un effetto sovrapponibile a quello di un evento
traumatico.
A volte sono innanzitutto i pazienti a proporre la versione di un
fatto come se si trattasse di un evento di gravità spropositataattribuendo
a tale evento la responsabilità delle proprie condizioni di
salute. Consapevolmente o meno, si tratta di un modo per non affrontare
altri fatti o problemi più importanti, i più diretti
responsabili del malessere della persona. |