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European Bicycle Tour 2000


 
 
 

 
XII tappa: 
Keszthely – Szekesfehervar  (150 km.)  

    Stamattina riesco ad essere pronto per l’ora in cui apre l’interessante castello barocco, dopo la visita riprendo la strada nr.71 lungo il lago e mi preparo a vedere bei posti. Percorro la bella riserva naturale, passo le trafficate località balneari e, ogni tanto, mi fermo ad ammirare gli stupendi panorami sul lago sterminato. Accompagnato da due cicloturisti tedeschi conosciuti lungo la strada, copro velocemente i 70 km. sino alla penisola Tihanyi, stupendo promontorio al centro della distesa d’acqua. Di qui prendo il traghetto e in pochi minuti sono sull’altra sponda; imbocco la pista ciclabile che, passando attraverso le infinite villette a schiera, costeggia il lungolago. Dopo circa 30 km. devio per andare a prendere la strada nr.70 che purtroppo è collinosa, trafficata e tristemente controvento; ormai è tardo pomeriggio e gli ultimi 30 km. risultano abbastanza faticosi. La calda doccia del campeggio mi rimette in vita e parto verso il  centro della bella cittadina con la prospettiva di una cena abbondante. 
     

 
XIII tappa: 
Szekesfehervar – Budapest (70 km.)

    Un vento da bufera mi sveglia all’alba e mi riaddormento con l’ansia di dover pedalare contro un tornado o sotto la pioggia; purtroppo si è verificata la prima ipotesi e, quella che doveva essere una piacevole conquista di Budapest, si è trasformata in un supplizio di 70 km. durissimi controvento. La strada nr.70 che è dapprima pianeggiante diventa poi collinosa moltiplicando la fatica del forte controvento e, come se tutto ciò non fosse sufficiente, mi accorgo che la mia mitica bici comincia ad accusare i troppi km. fatti sotto un eccessivo carico. Con un’ansia crescente per la mia sorte proseguo sino a trovare un gentilissimo giovane meccanico che, impietosito, mi ha aggiustato gratuitamente i mozzi delle ruote. Riprendo la strada, ma con l’avvicinarmi alla città il paesaggio peggiora ed aumentano traffico, camion ed inquinamento: da questo punto di vista Budapest è una città estremamente caotica e le poche piste ciclabili sono del tutto insufficienti per salvare il povero ciclista disorientato dalle macchine che sfrecciano vicinissimo. Alla ricerca di un campeggio o di un ostello ho la pessima idea di seguire alcuni cartelli stradali, ma ben presto mi accorgo che questi vengono posti in modo casuale e subdolo, così che, partendo dal centro, ti mandano a visitare tutte le principali periferie della città. Ormai non conto più i km. percorsi in città e mi avvio mesto ad un campeggio in una estrema periferia; purtroppo solo l’indomani mi accorgerò di quanti ostelli e campeggi non indicati ci fossero in zone molto più centrali (Isola Margherita, Lungo Danubio, ecc). Al triste campeggio che ho trovato, cerco di riposare, mangio in un bel ristorante e mi preparo spiritualmente all’indomani, giornata interamente dedicata alla visita culturale di questa stupenda città. 
     

 
XIV tappa: 
Budapest – Komarno  (130 km.)

    Sono emozionato perché oggi inizio a percorrere le strade che seguono le rive del Danubio; il  lungo fiume sarà il mio fido compagno di viaggio e mi accompagnerà con le sue le piste ciclabili sino alla Germania. Questo che può essere considerato un nuovo capitolo del viaggio inizia con i caratteristici paesini (come Szentendre e Dunabogdany) e gli incantevoli paesaggi dell’Ansa del Danubio. Dopo 45 km. di strada piana ma trafficata (con macchine che sfrecciano e si superano in qualsiasi condizione di visibilità, ahimè!) si incontra finalmente la prima pista ciclabile: questa attraversa boschetti con bei scorci sul fiume e in 20 km. porta sino ad Eszergom dove c’è un interessante museo e una cattedrale tanto maestosa quanto di discutibile gusto. Continuo sulla riva Ungherese ma presto mi accorgo di aver fatto un errore perché questa strada è piuttosto trafficata e forse conveniva passare subito il confine con la Slovacchia. Anche il paesaggio, nonostante il fiume vicino, non è eccezionale; così cerco di accelerare e coprire presto i 52 km. sino a Komarno. Ormai è imbrunire, passo l’ennesima frontiera e mi allontano dalla città percorrendo la pista ciclabile (non asfaltata) in cerca di un posto tranquillo dove piantare la tenda lungo l’argine del fiume. 
 

 
XV tappa: 
Komarno – Bratislava (120 km.) 

    Anche oggi mi sveglio… e questo, data la situazione, può essere considerato già un buon risultato! Riprendo di buon’ora la pista ciclabile sterrata che sfrutta l’argine del fiume; la pista è immersa nella campagna ed è frequente l’incontro con conigli, aironi, cicogne e mucche. Ben presto mi accorgo che la ghiaia non è l’unico ostacolo all’avanzare, sta infatti crescendo un forte vento contrario: dopo 25 km., fatti con gran fatica, sono obbligato a riprendere la normale strada asfaltata attraverso piccoli paesini sino a Medved’ov dove riprende la pista ciclabile asfaltata. Continuando a pedalare faticosamente controvento arrivo alla diga del Danubio dove mi confermano i miei sospetti: qui il vento soffia sempre nella stessa direzione e, a volte, raggiunge i 110 km/h. Mi preparo dunque all’ulteriore sofferenza e continuo sull’interminabile e piatto argine artificiale, attraversando le radure ed i boschetti del lungo Danubio. Sulla strada divido le mie pene con un'improvvisato ciclista di Bratislava che alla fine dei terribili 70 km., in segno di riconoscenza, mi ha ospitato nel suo appartamento all'ostello studentesco. 
 

 
XVI tappa:  Bratislava – Vienna (80 km.) 

    Mi preparo e, dopo essermi congedato dai miei nuovi amici, girovago per il centro della città aspettando l’apertura dei caffè. A metà mattina mi avvio verso il vicino confine con l’Austria e di qui proseguo su una bellissima pista ciclabile che attraversa campi e boschi. La completa assenza di macchine, il contatto con la natura e la complicità con gli altri numerosissimi ciclisti mi fanno pedalare spedito ed entusiasta. D'ora in poi le indicazioni stradali sono chiare e facili, inoltre è possibile anche comprare mappe molto dettagliate di tutta la pista ciclabile del Danubio dall’Ungheria alla Germania. Raggiungo presto Vienna e grazie alle indicazioni dell’ufficio informazioni trovo facilmente l’ostello; dopo essermi sistemato, ho ancora tutto il pomeriggio e l’indomani per visitare la bellissima capitale.