Non vorrei che i lettori pensassero che c'è un fatto personale tra me e la Letteratura italiana Einaudi su CD. In realtà ho preso ad esempio quest'opera solo perché è molto recente, molto interessante dal punto di vista dei contenuti e, purtroppo, anche molto inaccessibile, come potrà constatare di persona chiunque provi a fare le medesime operazioni che ho descritto in queste pagine. È insomma un perfetto esempio di come fare a nascondere un tesoro di informazioni e di cultura all'interno di un meccanismo perverso, rigido e bloccato esclusivamente sulle preferenze di chi lo ha reso tale.
Tuttavia, per una questione di par condicio digitale, voglio adesso gettare uno sguardo anche nel campo della concorrenza... Per una strana combinazione, sono riuscito infatti a recuperare, all'interno di un vecchio astuccio, il primo CD della LIZ 3.0, ovvero la Letteratura Italiana Zanichelli, venduta all'epoca - anno 1998 - insieme al settimanale L'Espresso. Senza perdere tempo, inserisco il disco nel lettore e faccio partire l'installazione. Fin dall'inizio, icone e finestre denunciano l'abisso temporale che - informaticamente parlando - ci separa dal 1998. Comunque sia, l'installazione va a buon fine ed eccomi pronto ad avviare il programma di consultazione del CD, che per contenuti - il Duecento e Dante - è perfettamente simmetrico al primo della Letteratura italiana Einaudi.
Prima sorpresa positiva: l'applicazione parte con un preoccupante schermo nero che nasconde tutto, ma ben presto il nero scompare e rimane solo una finestra centrale che lascia scrivania e barra delle applicazioni visibili e normalmente utilizzabili. Un primo punto a favore!
Per quanto riguarda la finestra centrale... beh, lo avrete capito: si tratta dei soliti 640 x 480 pixel... Però il CD è del '98, dunque la scelta di questo formato è più comprensibile, essendo a quell'epoca molto più ampia la fetta di utenza abituata a quella risoluzione. Ma attenzione, miracolo!! È presente in alto a destra l'apposita casella di ingrandimento: vi clicco sopra e la finestra della LIZ 3.0 si espande magicamente fino a riempire l'intero schermo. Secondo punto a favore: posso ridimensionare a piacimento la finestra dell'applicazione!
Fatte queste prime scoperte, rimango un attimo a guardare l'interfaccia di consultazione dell'opera. Gli anni si vedono proprio tutti: con quelle scritte rosse su sfondo grigio ricorda la divisa della squadra di calcio della Cremonese. Ma non m'importa più di tanto: ciò che voglio sapere è quanto è accessibile quest'opera su CD. Tra le opzioni disponibili, scelgo Sala di lettura e mi si presenta l'indice con gli autori e le relative opere. Seleziono - inutile dirlo - le Laude di Iacopone da Todi e mi appare un nuovo elenco, contenente i 93 componimenti che ne fanno parte. Tra questi ne scelgo uno a caso, La Fede e la Speranza (un titolo fatidico...), e schiaccio il pulsante Leggi.
Figura 12 - Il testo della poesia di Iacopone risulta nitido sullo sfondo bianco, ma la finestra dell'applicazione, che sembrava all'inizio ridimensionabile, torna a bloccarsi sulla "fatidica" risoluzione di 640 x 480 pixel
Ed ecco davanti a me, pronto per la lettura, il testo prescelto. Ma sapete una cosa? La finestra si è ridimensionata automaticamente ai soliti 640 x 480 pixel e non risulta più espandibile! Segno un punto a sfavore... Il testo per fortuna è di un nero carico su uno sfondo bianco e pulito, dunque è stato pensato effettivamente per essere letto... Però, visto che non posso cambiare la risoluzione dello schermo per i problemi di "impastamento" descritti in precedenza, mi piacerebbe ingrandire i caratteri, così da renderli per me più leggibili. Ma c'è poco da fare: i pulsanti disponibili sono scorri, stampa, indietro ed esci. Nulla che permetta di apportare modifiche alla dimensione del testo. Pazienza! Segno un altro punto a sfavore ed eccoci ritornati a zero.
Provo ad accertarmi, a questo punto, se per caso non sia possibile copiare il testo ed incollarlo in un programma di videoscrittura, per riformattarlo a mio piacimento. Niente da fare! Non esistono comandi per la copia né opzioni disponibili tramite il tasto destro del mouse. La copia proprio non si può fare: un altro punto a sfavore, ed eccoci piombati nei numeri negativi!
Va bene, proviamo allora le altre funzionalità del programma. In effetti il punto di forza della LIZ non è certo la sala di lettura, ma il potentissimo DBT (Data Base Testuale), un sistema di ricerche lessicografiche messo a punto dall'Istituto di Linguistica Computazionale del CNR. L'interfaccia adottata è molto spartana - il sistema risale al 1995 - ma è possibile fare veramente qualsiasi tipo di ricerca sui testi delle opere in archivio. Non è questa la sede per descrivere i numerosi tipi di associazioni, frequenze, contesti e famiglie di vocaboli che è possibile ricercare ed ordinare statisticamente. Quel che qui ci interessa, parlando di accessibilità, è cosa si può fare con questi testi: se è possibile ridimensionarli, se è possibile copiarli in un'altra applicazione, quanto è complesso raggiungere simili scopi.
Per quanto riguarda l'apparenza dei caratteri, ebbene - chi se lo sarebbe aspettato? - è possibile modificarla. C'è un sistema per ingrandire o rimpicciolire i testi, nonché per cambiare tipo e stile dei caratteri. Ma arrivarci non è per niente facile. Innanzitutto bisogna visualizzare l'opera che si intende leggere, ma non nella Sala di lettura, bensì nella finestra delle ricerche, il che non è esattamente ciò che l'intuito ci consiglierebbe di fare (il punto a favore, però, è che la finestra delle ricerche si può ingrandire a tutto schermo). Ciò fatto, dal menu Opzioni scegliamo Modifica stili video, il che genera l'apertura di una finestra con l'elenco di tutti gli stili di testo utilizzati dal programma... e sono una moltitudine. Tra i vari stili, dobbiamo scegliere la categoria contesto e la voce testo normale, quindi fare clic sul pulsante modifica e - finalmente! - selezionare il carattere, lo stile e la grandezza che più ci soddisfano. A questo punto, tutto ciò che nell'opera che intendiamo leggere è testo normale, ovvero la quasi totalità delle parole (1), apparirà con il carattere e la dimensione che abbiamo appena impostato. In conclusione: un punto a favore, perché la modifica si può fare, ed un punto contro, perché il sistema per effettuarla è tortuoso quasi quanto le procedure per ottenere un mutuo da una banca.
Figura 13 - La LIZ 3.0 mostra un certo rispetto verso l'utente, apprestando degli strumenti per permettere la modifica di grandezza, stile e colore dei caratteri. Tuttavia il sistema per apportare le modifiche è troppo tortuoso per risultare pratico. È visibile al centro dell'immagine la finestra per selezionare l'elemento testuale da modificare; dietro, sulla sinistra, è visibile invece il testo già ingrandito da una precedente modifica
Per quanto riguarda invece la copia dei testi in un altro programma, questa purtroppo non è possibile. Quel che si può fare è semplicemente copiare all'interno di Microsoft Word, per impostazione predefinita del DBT, tutti i risultati delle ricerche lessicografiche compiute. Una magra consolazione, per chi avrebbe desiderato invece personalizzare il testo da leggere, riformattandolo grazie ad un qualsiasi programma di videoscrittura.
Ma veniamo ora alla prova cruciale di accessibilità: verifichiamo, cioè, se è
possibile utilizzare il CD servendoci esclusivamente di Jaws e della tastiera.
Qui la situazione non è molto migliore di quella riscontrata con l'altro CD. A
differenza di quanto succede con la Letteratura italiana Einaudi, l'applicazione
di consultazione della LIZ viene riconosciuta da Jaws come programma in
esecuzione, ma le possibilità di navigazione si fermano qui. Devo precisare che non sono un
utilizzatore esperto di Jaws: per imparare ad usare bene questo programma
occorre infatti apprendere la serie nutritissima di comandi da tastiera di cui è
dotato, cosa che finora non ho mai avuto il tempo di fare. Tuttavia, pur con la
mia conoscenza molto limitata del programma, mi rendo facilmente conto che non è
possibile farsi dare da Jaws informazioni utili, dal momento che
i pulsanti e le scritte che li identificano sono in sostanza elementi grafici,
disegni, e non un testo vero e proprio che il sintetizzatore vocale possa
leggere. Le informazioni che Jaws è in grado di fornire all'apertura del
programma sono poche e del tutto simili a questa: LIZ, grafic 136 buttòn.
Si capisce che si tratta di un pulsante, ma non si sa, attivandolo, che tipo di
operazione verrà compiuta. Procedendo per tentativi, alla fine si riesce a
giungere all'elenco degli autori e delle opere, ma il sintetizzatore non è in
grado di leggere né i nomi degli uni né i titoli delle altre. Sicché la
consultazione è per un non vedente impossibile. L'unica cosa positiva è che, una volta arrivati in modo tradizionale -
cioè usando la vista e il mouse - a caricare il testo di un'opera, a questo
punto il sintetizzatore vocale è in grado di leggere ad alta voce il contenuto
della pagina, purché l'ascoltatore sposti manualmente il cursore alla riga
successiva con il tasto "freccia giù" non appena sia stata letta la riga
corrente.
Insomma, né l'uno né l'altro dei CD dedicati alla letteratura italiana del Duecento brilla per accessibilità, anzi. Per quanto diversissimi tra loro, sono entrambi due ottimi esempi di come le interfacce proprietarie, sviluppate dalle società editrici per consentire agli utenti la consultazione delle proprie opere, siano una pessima scelta dal punto di vista della possibilità di accomodare la fruizione dei documenti ai gusti e alle necessità dell'utilizzatore.
E non si tratta certo di casi isolati. Un'infinità di opere su CD-ROM è fatta esattamente allo stesso modo: è consultabile cioè soltanto per mezzo di interfacce proprietarie blindate, nelle quali le funzioni sono associate per lo più a pulsanti grafici, cioè a disegni, e non ad un testo che un sintetizzatore vocale possa leggere.
(1) Fanno eccezione le espressioni in latino: se si vuole, bisognerà modificarle a parte.
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Come dare scacco matto all'accessibilità in sole tredici mosse
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Aggiornato Tuesday, 15-Oct-2002 10:45:35 CEST
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