available also in English
  disponible también en español


Quattro grafici

Un piccolo supplemento a
“La stupidità del potere”


di Giancarlo Livraghi
gian@gandalf.it
 
aprile 2002
 


Oltre al grafico contenuto nel testo di La stupidità del potere mi sembra che si possano elaborare – secondo le stesse “coordinate cartesiane” – alcune altre ipotesi.

Supponiamo, per esempio, che ci sia una situazione di “potere intelligente”. Avremmo un andamento come questo.


grafico
 
Ricordiamo che il “primo quadrante” (in alto a destra)
è l’area dell’intelligenza, mentre nel “secondo” (in alto a sinistra)
si colloca chi dà vantaggio ad altri, ma non a sé.
Più le azioni di qualcuno fanno il bene di altri,
più in alto si collocanno nell’asse “Y”.


Cioè una progressione in cui il potere offre sempre più vantaggi alla collettività riservandone sempre meno a se stesso, fino al punto di accettare anche qualche svantaggio pur di migliorare il benessere generale (come già osservato, in questo caso chi esercita il potere non può essere definito “sprovveduto”).

La progressione verso la parte più alta dell’asse “Y” tende a non essere molto veloce, ma con una crescita solidamente graduale. Situazioni di questo genere non sono impossibili. Ne esistono quasi sempre in alcune parti del sistema. Ma dipendono da aggregazioni umane particolarmente armoniose e ben motivate che è difficile riprodurre e che rischiano spesso di degenerare per mutamenti della situazione ambientale o per cambiamenti della loro struttura interna.

Per quanto raro possa essere questo tipo di evoluzione, l’osservazione della storia e dei fatti conferma che reali innovazioni e progressi della società sono più probabili in presenza di “simbiosi” e “sinergie” con una forte carica di umanità e di coesione.

Un’analisi della storia dimostra che (pur considerando il “fattore stupidità” come una costante) nei periodi di ascesa e progresso si rileva una percentuale insolitamente alta di persone intelligenti, che non solo producono vantaggi per sé ma contribuiscono al miglioramento del benessere generale.  (E fra l’altro, così facendo, limitano gli effetti dell’onnipresente stupidità).

Si tratta di una situazione che possiamo rappresentare nel modo indicato da questo grafico (dove l’area rossa si collocano le persone al potere e in quella verde il resto della comunità).


grafico
 
Qui vediamo tutti collocati nell’area dell’intelligenza,
con le persone al potere che ottengono
maggiori vantaggi per sé (+ nell’asse “X”).


Non ho introdotto in questo grafico alcun “vettore di direzione” perché, nella migliore delle ipotesi, un sistema come questo può mantenersi più o meno stabile (o, come abbiamo visto nel primo grafico, progredire con lenta gradualità).  In una situazione costante è probabile che le persone al potere abbiano vantaggi maggiori del resto della comunità. Ma poiché giova al benessere collettivo questo non è un problema – almeno fino a quando non entrano in gioco due fattori (contrapposti ma sinergici) di stupidità: il servilismo e l’invidia.

Non voglio complicare il quadro, ma mi sembra opportuno osservare che in alcune situazioni (come i cosiddetti “circuiti di qualità”) le due aree tendono a sovrapporsi perché non c’è un sistema gerarchico e molte responsabilità sono condivise. Questo è notoriamente uno dei sistemi più “intelligenti” che possano esistere e spesso produce risultati straordinari.

Sistemi come questi sono intrinsecamente forti, ma esposti a due rischi costanti. Uno è lo squilibrio interno che può nascere da fattori di stupidità o di “sindrome del potere”.  L’altro deriva da cambiamenti imprevisti dell’ambiente esterno o da interventi estranei che (intenzionalmente o per errore) sconvolgono il loro delicato equilibrio.

Dopo questa parentesi sull’intelligenza dobbiamo ritornare al tema, purtroppo dominante, della stupidità. Di nuovo osserviamo la storia – e vediamo che in periodi di declino la percentuale di stupidi è sempre la solita, ma si nota, specialmente tra le persone al potere, una maggiore presenza di “banditi”, che spesso tendono a diventare stupidi se l’effetto delle loro azioni si valuta in base allo squilibrio generato dal loro ruolo. Mentre fra le persone che non sono al potere c’è una corrispondente crescita di quelli che, in questo caso, è corretto definire “sprovveduti”. Una delle conseguenze è che in quella situazione si rafforza il potere distruttivo della stupidità – con esiti che tendono ad aggravarsi continuamente.

In questo caso la posizione delle persone al potere e delle altre si colloca come vediamo nel prossimo grafico.


grafico
 
Qui tutti degradano spostandosi verso il “terzo quadrante”,
che è l’area della stupidità.


Non è quasi mai facile capire, in situazioni come questa, se sia la stupidità del potere a influire su quella collettiva – o viceversa.  Succede quasi sempre che tutte e due contribuiscano a un “circolo vizioso” e quindi che tutto il sistema tenda a peggiorare, come indicato dalle frecce nel grafico.

Un’inversione di tendenza è talvolta possibile, ma richiede una combinazione di fattori abbastanza eccezionale: la convergenza di persone intelligenti capaci di assumere il potere con una spinta collettiva a introdurre un forte cambiamento.

In assenza di una tale “mutazione” interna, o di una spinta esterna che cambi le regole del gioco, il sistema tende a degenerare fino a esplodere – cioè a disintegrarsi.


grafico


Se la situazione “caotica” si determina prima che siano stati fatti danni irreparabili all’intero ecosistema... si riaprono tutte le possibilità. Un quadro turbolento e vorticoso offre molti spazi al potere della stupidità, ma non è impossibile che ne scaturiscano anche processi “intelligenti”.  (Vedi a questo proposito Pensieri semplici sulla complessità).




Mi sono imposto una regola – che intendo rispettare. Mi limito a qualche annotazione sul metodo, lasciando a ognuno (me compreso) la libertà di ragionare come preferisce su ogni specifica situazione (da quella generale del pianeta fino a ogni genere di grandi o piccole comunità).

Può essere interessante applicare analisi di questo genere a ogni sorta di vicende, “grandi” o “piccole”, in cui conosciamo l’esito e perciò possiamo valutare le conseguenze di un comportamento. E forse trarre, da quelle verifiche, deduzioni utili per poter capire un po’ meglio i possibili sviluppi delle situazioni di oggi.



 
ritorno  Ritorno a
La stupidità del potere
 



indice
indice


Homepage Gandalf
home