Il potere della stupidità
Kali

“Visioni del mondo”
(Non è solo questione di geografia)

Giancarlo Livraghi – febbraio 2005
(aggiornamenti marzo 2009 e ottobre 2012)

anche in inglese

Supplemento a Il potere dell’oscurantismo
(anche a Errori di prospettiva
e al capitolo 21 di Il potere della stupidità)


Siamo spesso vittime di errori di prospettiva. Una visione “tolemaica” non sta soltanto nel credere che la terra sia il centro dell’universo, ma anche nell’osservare sempre le cose dal punto di vista del luogo in cui siamo, della cultura cui apparteniamo, del ristretto circolo di amicizie e abitudini, del campanilismo di villaggio o di quartiere, delle nostre percezioni individuali.

È istintivo, in parte inevitabile, che ognuno di noi veda le cose in base alla posizione (fisica a mentale) un cui si trova. È legittimo, in una visione relativistica, pensare che ogni punto possibile possa essere scelto come centro dell’universo. È ovvio che il nostro stato di coscienza si trova in un (mutevole e incerto) punto di contatto fra un mondo interiore e uno esterno. Ma ciò non giustifica il diffuso errore di rinunciare a capire che il nostro è solo uno di infiniti punti di riferimento possibili – e che capiamo assai poco se non sappiamo collocarci anche in prospettive diverse.

Questo due piccoli esempi possono sembrare banali, ma spesso il linguaggio rivela un modo di pensare.

Sentiamo parlare abitualmente di “nord” e “sud” del mondo per distinguere fra paesi (o regioni) con un maggiore benessere e altri che si trovano in condizioni disagiate. Le più elementari nozioni di geografia ci dicono che la definizione è sbagliata. Per esempio ci sono paesi “benestanti” nell’emisfero meridionale (come l’Australia o la Nuova Zelanda) e situazioni di grave disagio nell’Asia settentrionale. Il criterio nord-sud è privo di senso nella definizione di ciò che accade in Africa – o nell’America meridionale. Come ci sono, all’interno di singoli paesi, casi di maggior benessere a sud che a nord. Non è un dettaglio lessicale. Riflette un profondo errore di prospettiva da parte di chi vive in Europa o nel Nord America.

Questo piccolo mappamondo può aiutare a capire qual è la situazione reale.


mappamondo

È ovvio che un rozzo indice economico “medio”
non è sufficiente per valutare il “benessere”,
ma è quella la grossolana misura che ci offrono le statistiche.

Il colore rosso indica i paesi con un “reddito” stimato
(prodotto nazionale lordo) pro capite sopra i 20.000 dollari.
Il blu fra 10.000 e 20.000, il verde fra 4.000 e 10.000,
il giallo fra 2.000 e 4.000, il grigio fra mille e duemila.

Quattordici dei quindici paesi del mondo
con un “reddito” totale (PNL)
oltre i mille miliardi di dollari
sono nell’emisfero settentrionale.
Ma questo non giustifica una grossolana
e impropria prospettiva “nord-sud”.
 

Benché questa mappa sia molto semplificata rispetto alla complessità della situazione, è evidente che il quadro non si può definire solo in base alla latitudine. Il numero di persone in condizioni disagiate che vivono a nord dell'equatore è enormemente più grande che a sud.

Un altro esempio riguarda la recente tragedia del maremoto. L’area colpita è definita dai mezzi di informazione italiani (non nel resto del mondo) come “sudest asiatico”. Se guardiamo le cose dall’Italia, quella è la prospettiva. Ma se (come è più corretto e coerente) osserviamo la situazione dal punto di vista dell’Asia, vediamo che l’area di crisi si trova a sud, ma non a est.

Asia

Il colore azzurro indica zone colpite dal maremoto.
L’area in giallo è quella che si può definire “sudest asiatico”.
 

La maggior parte del sudest asiatico non è stata coinvolta in questa catastrofe. Mentre l’onda, verso ovest, è arrivata fino alle coste dell’Africa.

Chi vive a Bolzano può giustamente dire che Trieste è a sud-est. Ma ciò non significa che sia nell’Italia meridionale. Bari è a nord di Napoli, ma non per questo è settentrionale. Quando si osserva un avvenimento o una situazione è sempre meglio cercare di capirla dal punto di vista (non solo geografico) di chi ci si trova.

Sono dettagli? No. Sono sintomi preoccupanti di provincialismo, di capire le cose da un punto di vista ristretto e deformato.

Un terzo esempio può sembrare ancora più banale, ma nella sua semplicità è significativo. Vediamo l’oriente e l’ocidente da un punto di vista diverso dalla prospettiva abituale – come in questa mappa dell’Oceano Pacifico (che occupa un terzo della superficie del pianeta). 

Pacifico

Visto dall’America, quello che chiamiamo “estremo oriente“ è a ovest. Vista dall’Asia orientale, l’America è a est. Ovvio? Si. Ma quanti si fermano un attimo a pensarci? L’orientamento (non solo geografico) parte abitualmente dall’Europa. Visto in un’altra prospettiva, ha un aspetto molto diverso.

Gli esempi potrebbero essere infiniti... e naturalmente non si tratta solo di geografia, ma anche di prospettive culturali.

Due divertenti disegni di un artista straordinario, Saul Steinberg, illustrano efficacemente questo problema. Sono copertine del New Yorker. Una del 12 ottobre 1963. L’altra del 29 marzo 1976.
 

Steinberg                 Steinberg
Copyright © Saul Steinberg – The New Yorker

 
La prima rappresenta un dialogo fra la Francia e la Sardegna. La prospettiva della signora parigina parte dall’intrico di vie nella sua città, mentre l’altra pensa dal punto di vista della sua isola.

È molto più famosa la seconda copertina, che mostra il mondo dal punto di vista di una persona che vive a Manhattan e guarda verso ovest, con una prospettiva che continua a restrigersi al di là del fiume Hudson. È stata riprodotta infinite volte – e ha dato origine a tanti disegni di altri artisti, con prospettive basate su diverse città (di cui alcune italiane).

Proviamo a ricordare i disegni di Steinberg. E a capire che in Australia, in Argentina o in Sudafrica la gente non cammina a testa in giù e gli uccelli non volano con la pancia per aria.

Cambiare prospettiva può essere molto divertente. Ed è quasi sempre illuminante.




Post Scriptum – marzo 2009
 

Il tema delle prospettive è stato ripreso brillantemente nella copertina dell’Economist il 21 marzo 2009. Il mondo visto dalla Cina (dal centro di Pechino). Con un esplicito riferimento a Saul Steinberg e al New Yorker.

La dimensione di questa immagine (come di un’altra che segue)
è intenzionalmente grande perché è interessante poter osservare i dettagli.
 

Cina
Copyright © 2009 The Economist
 

Ovviamente non si tratta solo della Cina – né solo di grandi distanze. Siamo spesso confusi e disorientati anche su ambienti, situazioni e culture che sono (o sembrano) molto più vicine.

Per quanto abbondanti e veloci possano essere (o sembrare) i sistemi di comunicazione, i problemi di prospettiva rimangono – e in molti casi tendono ad aggravarsi.




E ancora... – ottobre 2012
 

Gli anni passano – e la famosa copertina di Saul Steinberg continua a ispirare nuove elaborazioni. Questa è pubblicata dal satirico Mad magazine il 1 ottobre 2012.
 

apple
Copyright © 2012 Madmagazine
 

Questa volta non si tratta di prospettive o punti di vista, ma di tecnologie. Il meritato scherno riguarda un nuovo sistema di cartografia elettronica, malfunzionante, prodotto da Apple.

Chi vuol vedere una mappa da New York al sud o centro America (o a Seattle) trova Parigi, la Galilea, il Mississippi – e intricati andirivieni in ogni parte del mondo. Può essere ironicamente esagerato, ma è sostanzialmente simile a pasticci che ci sono davvero.

Anche in questo caso, il significato è molto più ampio dell’esempio specifico. Affidarsi passivamente alle tecnologie è un rischio che può avere conseguenze variabili dal comico all’imbarazzante – o catastrofico.


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