Alcune osservazioni
sugli e-book

Giancarlo Livraghi – dicembre 2013


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(migliore come testo stampabile)


Non ho più scritto sui cosiddetti e-book dopo le “prime tre puntate” che avevo pubblicato nell’ottobre 2010 e in marzo e aprile 2011. Il motivo è che il quadro rimane molto confuso e perciò non sono stato in grado, finora, di aggiungere altre osservazioni rilevanti. (E sono anche un po’ stufo di leggere strampalate dissertazioni su questo tema). Ho rinunciato, comunque, all’idea di tentare un riassunto complessivo. La situazione è troppo “immatura” e incoerente.

Ci sono tre premesse necessarie a questo breve ritorno sull’argomento.

La prima e principale è che non sono – e non tento di essere – “obiettivo”. Sono affetto, fin dall’infanzia, da cronica e ostinata bibliofilia (si intende libri stampati). E non ho alcuna intenzione di “guarire”.

La seconda è che non mi baso su statistiche generali (non ne vedo alcuna seriamente affidabile) ma su mie, limitate, percezioni personali. Ognuno può avere opinioni diverse, non ho alcun desiderio di scatenare polemiche.

La terza è che non sono ostile agli e-book. Hanno un loro ruolo e una loro utilità. Ma li considero complementari alle edizioni stampate, non sostitutivi.

L’unico mio libro finora pubblicato anche come e-book (nel 2011) è l’edizione spagnola di Il potere della stupidità. Da due anni si conferma continuamente un esito catastrofico. Le copie di El poder de la estupidez vendute in quel formato sono circa una su mille vendite di quelle stampate.

I dati che conosco, su alcuni altri libri, sono molto meno disastrosi. Si considera un “successo” il 20 per cento rispetto all’edizione “cartacea”.

È un buon guadagno per l’editore, che per quelle copie ha zero costo di stampa. Ma è un esito enormemente lontano dalle imperversanti e bizzarre celebrazioni trionfalistiche, la cui credibilità si rivela sempre più scarsa.

Di “morte della carta stampata” si chiacchiera e si sragiona da vent’anni. Non ho alcuna intenzione di azzardare profezie. Ma un fatto è chiaro: finora non solo non è morta, ma non è neppure in decadenza.

Un altro fatto ormai evidente è che il “mercato” degli e-book è diviso in due parti. Da un lato la grottesca proliferazione di tecnologie diverse e incompatibili. Dall’altro una sola, vincente: kindle di Amazon.

Verrà forse (non so ancora quando) il giorno in cui comprerò un e-book reader. Non perché ne senta il bisogno, ma perché (come appassionato bibliofilo) ho voglia di capire anche quella “incarnazione” dei libri.

Di una cosa sono sempre più convinto: se nel frattempo non ci saranno improbabili “grandi cambiamenti”, sarà un kindle. E così saranno, quando verrà il momento, le versioni elettroniche delle nuove edizioni di miei libri.

Un esempio interessante di come usare gli e-book mi è rivelato da un “frequente utilizzatore” – che lo spiega così.

«Se c’è un libro che forse mi potrebbe interessare, prima lo compro come ebook. Se vedo che merita di essere approfondito, compro una copia stampata. Se no, lascio perdere ed evito di ingombrare inutilmente i miei scaffali».

E aggiunge «Se si tratta di un libro di “amena lettura”, da leggere per divertimento e senza impegno in un giorno di vacanza, compro l’ebook e quando ho finito di leggerlo lo butto via. Anche questo è un modo per evitare l’ingombro di testi stampati che è inutile conservare».

È un comportamento ragionevole. Forse sarà questo, passata l’attuale gazzarra, il ruolo durevole degli e-book?

Un fatto interessante, nel frattempo, è che Amazon – il più aggressivo sostenitore dell’editoria elettronica – annuncia la sperimentazione di droni per la consegna veloce dei libri stampati, da realizzare “entro dieci anni”. Se pensasse di poterli sostituire totalmente con gli e-book, perché dovrebbe progettare un così impegnativo sviluppo di un nuovo mezzo di trasporto?

Chissà se un giorno avrò qualcosa da aggiungere – come “supplemento” a queste osservazioni o come “quinta puntata” della serie. Comunque, se e quando ci saranno nuovi sviluppi rilevanti, sarò sempre disposto a imparare. Senza pregiudizi né pro, né contro, eventuali nuovi metodi o tecnologie.

Ma due fatti sono chiari. Un libro è un libro. Di carta, pergamena, papiro, coccio, pietra, metallo, pittura o qualsiasi altro materiale. E i libri stampati, incisi o manoscritti si conservano molto meglio, nei secoli e nei millenni, di quelli affidati alle labili e mutevoli bizzarrie dell’elettronica.



Queste sono le tre “puntate” precedenti

Le malattie infantili degli “e-book” ottobre 2010
Far morire gli e-book perché possano nascere marzo 2011
Le balordaggini degli e-book aprile 2011

e anche
A proposito di libri – due piccoli “video” maggio 2011



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