I nodi
della rete |
Disponibile anche in
pdf
(migliore come testo stampabile)
Pubblicato anche in InterLex il 28 marzo 2011
Le malattie infantili
degli e-book
Visto che i libri disponibili in elettronica esistono da quarantanni, è strano dover parlare di malattie infantili. Ma è proprio questa la bizzarra situazione in cui si trova la molto chiacchierata, e sempre più confusa, situazione dei cosiddetti e-book.
Conosco editori (compresi quelli dei miei libri) che hanno deciso di non entrare (almeno per ora) nella sconcertante sarabanda che si sta gonfiando da due o tre anni. Forse sbagliano, perché fare qualche esperimento potrebbe essere utile. Ma hanno ragione quando pensano che la cosa è troppo complicata, che per ogni piattaforma occorre una tecnologia e unimpaginazione diversa, che fra tanti contendenti è impossibile capire chi avrà migliori possibilità e saprà dare un miglior servizio eccetera.Alcuni dei miei libri, con lintelligente consenso e collaborazione degli editori, sono disponibili anche online. Ma pare che con molti dei nuovi marchingegni le migliaia di testi, antichi o recenti, reperibili in rete non siano leggibili (se non sono rielaborati per poter essere usati con qualcuno di quei sistemi).Non ho comprato (e, almeno per ora, non ho intenzione di farlo) alcuno dei dispositivi che (dicono) offrono una migliore qualità di lettura di quella che si ha sullo schermo di qualsiasi computer. La cortesia di amici mi ha dato la possibilità di vederne qualcuno e così constatare che cè qualcosa di vero. Ma rimane più comodo, pratico e gradevole un libro stampato.
I nuovi e-book si collocano in uno strano, confusamente esplorato territorio a metà strada fra limitazione della carta e quella che potrebbe essere una ragionevole risorsa elettronica. Quando si arriverà a una soluzione sensata diventeranno curiosità per collezionisti di aggeggi antichi, come i fonografi a cilindro o le macchine a vapore. O forse si terranno in un cassetto o in uno scaffale per poter rileggere o consultare libri che, nel frattempo, saranno diventati illegibili con generazioni successive di arnesi diversi.
Qual è il problema? Quello che ha afflitto, e purtroppo continua a distorcere, molte cosiddette innovazioni (in particolare nellelettronica). La moltiplicazione di proposte proprietarie incompatibili fra loro, vendute a prezzi assurdamente alti, che arricchiscono mostruosamente i loro produttori mentre provocano un assurdo arretramento della qualità del servizio offerto ai lettori.
Intanto si ridimensionano le profezie. Dopo decenni di malauguranti vaticini sulla morte della carta stampata, oggi si pensa che leditoria elettronica possa arrivare a un dieci per cento in dieci anni. Numeri grandi, ma molto lontani dallessere una sostituzione. Lunica cosa certa è che sono chiacchiere e ciò che succederà sarà diverso da come oggi si può immaginare.
E intanto si comincia (con incredibile ritardo) a diffondere la constatazione di un problema. Mentre i libri trascritti in elettronica venti o quaranta anni fa, in semplice testo, rimangono leggibili (e così quelli realizzati in softare sostanziamente stabili, come PDF) con le cosiddette nuove tecnologie cè una forte probabilità di produrre cose che fra non molti anni saranno inutilizzabili (come è già accaduto con alcune risorse tecniche incautamente abbandonate o con assurdi aggiornamenti che rendono indecifrabili testi impaginati qualche anno prima).
Soprattutto, i libri stampati cinquecento anni fa sono ancora (se decentemente conservati o ben restaurati) in buone condizioni mentre i neonati elettronici rischiano di non sopravvivere a una breve e tormentata infanzia. Fino al giorno in cui si troverà un modo per rendere meno deperibili gli enormi, ma labili, repertori delle memorie magnetiche o ottiche, le sole risorse affidabili sono le biblioteche.
Si godano i loro soldi, i rapaci pasticcioni delle mode attuali. Ma fra non so quanti anni (probabilmente non molti) i loro nuovi prodotti saranno dinosauri estinti. Non sappiamo ancora se sarà davvero realizzato il computer da 25 euro (o forse 8) che si sta progettando in India. Ma se dovessi scommettere sulle caratteristiche che avrà in futuro un coso per leggere libri punterei più volentieri su un dispositivo come quello che sui discutibili aggeggi oggi allonore delle cronache.Immaginiamo che in qualsiasi momento, dallinvenzione della scrittura ai nostri giorni, per leggere un libro ci volesse un particolare decifratore, venduto a caro prezzo e diverso per ciascun genere di edizione. Assurdo? Ovviamente. Ma è proprio questo che stanno cercando di imporci in questa balorda fase di sviluppo degli e-book.
(Cose del genere sono sempre successe, e continuano, con una grande varietà di metodi, quando si tratta di messaggi segreti. Ma quello era, ed è, spionaggio o clandestinità. Non editoria).
Quale sarebbe un esito desiderabile? Una pacifica convivenza, o meglio una fertile collaborazione, fra il libro stampato e quello (per chi lo vuole) da leggere su uno schermo. E uneditoria concentrata sulla qualità dei testi, della redazione, dellimpaginazione, della leggibilità, della veste editoriale tutte cose importanti, qualunque sia la natura del supporto.
Servono autori, non compilatori di frettolosi (sperati) bestseller o libercoli occasionali. Editori, non librifici disattenti, opportunistici e distratti. Librai, non disordinati e incompetenti supermercati del qualunque. Scuole che sappiano coltivare la voglia di leggere e di imparare, lavventura della curiosità, non annoiare con pedanti nozionismi. Insomma cultura non nelle esoteriche congreghe di arroganti intellettuali, né nella squallida banalizzazione di massa, ma nellumana e condivisa esperienza del conoscere. Come la libertà, anche la cultura è partecipazione.
Già vediamo, per fortuna, sintomi di riscossa nelleditoria stampata. Editori, tipografi e librai che puntano su una ancora (relativamente) piccola, ma vigorosa, controtendenza. Con edizioni talvolta così raffinate (e perciò costose) da interessare solo a pochi appassionati bibliofili. Ma anche libri di seria e rispettabile qualità offerti a prezzi ragionevoli.
Abbiamo cinquecento anni di esperienza, in editoria e bibliografia, dai tempi di Aldo Manuzio ai nostri giorni. Non si tratta di reinventare un mestiere, ma di applicare anche alle risorse tecniche di oggi conoscenze già bene approfondite.
Non è e non è mai stato facile. Richiede competenza, studio, pazienza, impegno, dedizione. Soprattutto ci vuole passione. Che siano di coccio o di pietra, intonaco o tela, papiro o pergamena, seta o corteccia, carta o software... amare i libri è unesperienza affascinante. Per chi li legge, come per chi li fa.
Altre osservazioni su questo argomento
Far
morire gli e-book perché possano nascere
marzo 2011