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Dati

Africa e Asia

I grandi paesi
a bassa densità

(hostcount)
Allegato a dati internazionali

In base alle statistiche fino al dicembre 2006

A cura di Giancarlo Livraghi




Questo sommario aggiornamento, come quelli nei due anni precedenti, si limita a un confronto fra la situazione nel 2006 e quella nel 2003 (che era stata analizzata nel marzo 2004 rispetto a cinque anni prima – vedi il “vecchio” rapporto riprodotto qui alla fine).

Si tratta dei 18 paesi con più di 50 milioni di abitanti che nel 1998 avevano un livello di attività nell’internet molto basso rispetto alla popolazione. Cinque di quei paesi non sono più in una situazione estrema di “bassa densità” – anche se finora solo due, il Brasile e il Messico, hanno superato la media mondiale.


  Numero di
host 1998
Numero di
host 2003
Numero di
host 2006
Per 1000
abitanti
Brasile 163.390 3.163.349 7.422.440 40,3
Messico 83.949 1.333.406 6.697.570 65,0
Russia 150.446 800.277 2.393.511 16,7
Cina * 19.313 160.241 1.933.919 1,48
India 10.436 86.871 1.684.958 1,54
Turchia 27.871 359.500 1.581.866 21,9
Tailandia 25.459 103.700 938.784 14,5
Ucraina 13.271 130.596 274.365 5,9
Indonesia 10.691 82.979 257.671 1,17
Filippine 7.602 27.996 243.663 2,9
Egitto 2.043 22.452 89.063 1,29
Pakistan 1.923 15.124 98,147 0,65
Viet Nam 25 340 12.956 0,16
Nigeria 91 1.172 2.498 0,02
Congo 1 153 1.894 0,03
Iran 264 496 1.196 0,02
Bangladesh 0 2 469 0,004
Etiopia 86 9 88 0,001

* Cina esclusa Hong Kong  (vedi area cinese e Asia )

Come risulta dai dati internazionali la densità media
su scala mondiale è 33,3 host internet per mille abitanti.


C’è un grosso cambiamento a partire dalla seconda metà del 2004. Il tanto atteso sviluppo dell’India comincia a realizzarsi, con una forte accelerazione (anche se, finora, rimane a un basso livello di densità rispetto alla popolazione). Vedi l’analisi degli sviluppi in Asia.

Un “fatto nuovo” nel secondo semestre del 2006 è un “improvviso” enorme aumento in Cina. Non è possibile che, in realtà, una crescita così forte sia avvenuta in un tempo così breve. Perciò i casi sono due: o erano sottovalutati i dati dei periodi precedenti, o c’è qualche anomalia nei “nuovi” numeri. Solo le verifiche nei prossimi anni permetteranno di capire qual è la situazione.

Anche in altri paesi ci sono notevoli cambiamenti, ma le tendenze devono sempre essere valutate con prudenza (specialmente quando si tratta di “piccoli numeri”) e hanno un significato più chiaro in periodi più lunghi. Lo sviluppo della rete tende a evolversi dove ha la possibiltà di farlo, mentre rimane bloccato dove ci sono condizioni di repressione politica e cuturale o di estrema povertà e privazione.

Qualche minuscolo sviluppo si nota anche in alcuni paesi dove, ancora due anni fa, l’uso dell’internet risultava quasi inesistente. Ma si tratta di numeri così piccoli che sono comunque poco significativi – e riflettono una situazione che rimane estremamente depressa.

Le analisi che seguono si concentrano, necessariamente, sui “grandi paesi a bassa densità” dove si rilevano cambiamenti significativi al di sopra di una “soglia minima” di dimensione misurabile.

Questo grafico aggiorna l’evoluzione nei sette paesi, fra quelli qui considerati, che oggi hanno più di 20.000 host internet e una densità inferiore a dieci host per mille abitanti.


Sette paesi – crescita
(migliaia di host internet)

7 paesi
La parte rossa delle barre rappresenta la crescita in tre anni
(dal 2003 al 2006)


Il fatto più vistoso in questi tre anni è una crescita molto veloce in India (e recentemente sembra esserci anche in Cina). Ma ci sono nuovi sviluppi anche in altri paesi ed è probabile che nei prossimi anni ci siano altri cambiamenti.

Vediamo la stessa situazione, ma come percentuali sul totale. Il prossimo grafico comprende i dieci paesi, fra quelli qui considerati, che hanno più di 20.000 host internet (o più di 80.000... sono gli stessi). Esclusi il Brasile e il Messico, che non si possono più definire “a bassa densità”.


Dieci paesi – crescita
(percentuali)

7 paesi
La parte rossa delle barre rappresenta la crescita in tre anni
(dal 2003 al 2006)


L’esattezza dei dati è sempre discutibile – ma è interessante notare, anche questa volta, che la situazione è in continuo cambiamento. Le crescita è notevole in tutti questi paesi. Quasi tutti hanno uno sviluppo più veloce della media mondiale, ma in alcuni si rilevano percentuali di crescita molto elevate.

Anche in alcuni altri paesi “a bassa densità”si rileva una crescita proporzionalmente elevata, ma i numeri sono troppo piccoli per poter consentire confronti significativi.

Un altro aspetto della situazione è riassunto nel prossimo grafico, che rappresenta la densità rispetto alla popolazione (negli stessi dieci paesi dell’analisi percentuale di crescita).


Dieci paesi – densità
(host internet per 1000 abitanti)

10 paesi


Vediamo come tre di questi paesi, benché ancora molto al di sotto della media mondiale, siano usciti dalla situazione più depressa di “bassa densità”. (La Turchia e la Tailandia sono sopra la media dell’Asia, mentre la Russia è ancora molto lontana dalla media europea).

Un quadro diverso, anch’esso con grosse differenze, risulta dal calcolo del hosctount in confronto al reddito (PIL).


Dieci paesi – in rapporto al reddito
(host internet in confronto al PIL – prodotto interno lordo)

10 paesi


Rispetto al “prodotto interno”, cioè alle dimensioni della sua economia, la Tailandia sembra avere un’attività nell’internet superiore a quella di alcuni “grandi” paesi europei – come si rileva nell’analisi dei dati internazionali.

Se l’India avesse un’attività online, in rapporto al reddito, paragonabile a quella della Gran Bretagna, avrebbe circa quattro milioni di host internet – un’ipotesi che, se continuasse l’attuale tendenza, potrebbe realizzarsi in tre o quattro anni. La Cina, in base allo stesso criterio, ne potrebbe avere oltre dieci milioni – ma un tale sviluppo appare improbabile, per problemi di repressione, centralizzazione e censura.


Questi sono, ovviamente, solo alcuni esempi di una situazione che riguarda un gran numero di paesi “grandi” o “piccoli”. Ma mostrano come ci siano, nelle aree meno evolute come in quelle più sviluppate, grosse differenze nell’uso della rete – come in altri sistemi di informazione e di comunicazione.


(Oltre ai dati internazionali vedi, a questo proposito,
le analisi delle situazioni in Asia e in Africa)

Asia     Africa





Questa è l’analisi precedente, che era stata pubblicata
nel marzo 2004 in base ai dati del dicembre 2003


Sono passati cinque anni da quando, nel numero 31 del Mercante in rete (febbraio 1999), avevo aggiornato un’analisi, cominciata due anni prima (numeri 9 e 24), riguardante i “grandi paesi a bassa densità”. Non l’avevo poi “rivisitata” perché il quadro generale risultava evidente dall’analisi complessiva dei dati internazionali – e perché su “piccoli numeri” la significatività dei dati è incerta e i cambiamenti (quando ci sono) non danno, in tempi brevi, segnali rilevanti. Ma può essere interessante, a distanza di tempo, vedere come si è evoluta la situazione.

È arbitrario, oggi come allora, definire “grandi paesi” quelli con più di 50 milioni di abitanti. Ed è evidente che i problemi non sono meno gravi (o le soluzioni meno interessanti) quando riguardano una moltitudine di paesi più “piccoli”. Ma si tratta di usare alcuni esempi per constatare quanto siano forti le differenze.

Vediamo in una tabella come è cambiata la situazione dal 1998 al 2003 per i 18 paesi considerati in questa analisi.


  Numero di
host 2003
Crescita x
in 5 anni
Per 1000
abitanti
Brasile 3.163.349 x 14,7 18,6
Messico 1.333.406 x 11,8 13,7
Russia 800.277 x 4,8 5,5
Turchia 359.500 x 11,1 5,7
Cina * 160.241 x 9,3 0,12
Ucraina 130.596 x 8,3 2,6
Tailandia 103.700 x 5,0 1,7
India 86.871 x 6,6 0,09
Indonesia 62.035 x 4,0 1,0
Filippine 27.996 x 3,0 0.4
Egitto 22.452 x 10,7 0,3
Pakistan 15.124 x 4,9 0,1
Nigeria 1.172 x 2,9 0,01
Iran 496 x 2,0 0,008
Vietnam 340 x 10,0 0,004
Congo 153 n.a.   0,003
Etiopia 9 n.a.   n.a.  
Bangladesh 2 n.a.   n.a.  

* Cina esclusa Hong Kong  (vedi area cinese)



In molti paesi c’è stato un forte aumento, rispetto al passato, ma solo due (Brasile e Messico) hanno raggiunto un livello tale da non poter più essere considerati “a bassa densità” (nella “sezione dati” c’è un documento sulle grandi comunità linguistiche in cui è analizzato lo sviluppo dell’internet nell’America Latina).

Altri due, la Russia e la Turchia, sono ancora molto al di sotto della media mondiale, ma in una situazione significativamente evoluta rispetto alle aree più arretrate (vedi i dati europei e internazionali).

In altri casi, invece, c’è una scarsa evolusione. O, anche se “in proporzione” ci sono cambiamenti di qualche rilievo, le quantità rimangono molto piccoile.


Nei grafici che seguono sono considerati i 12, fra quei 18 paesi, che cinque anni fa avevano più di mille host internet e oggi ne hanno più di ventimila.

Non è possibile raggrupparli tutti in un grafico, perché le differenze sono così grandi che lo renderebbero illeggibile. Vediamo, per cominciare, quattro paesi con densità più alta degli altri – fra 5 e 20 host per mille abitanti.


Quattro paesi
(migliaia di host internet)

4 paesi
La parte rossa delle barre rappresenta la crescita in cinque anni (dal 1998 al 2003)

C’è una forte crescita in tutti questi paesi. La più veloce è quella del Brasile, che oggi è fra i primi otto paesi del mondo per attività nell’internet. Il Messico ha superato la Russia (e anche alcuni paesi tradizionalmente forti nell’uso della rete).

È evidente che, in alcuni casi, la numerosità della popolazione “presto o tardi” si fa sentire. Così come l’Italia, nel corso degli anni, ha superato (in “cifra assoluta” ma non in densità) il tradizionale predominio della Scandinavia, era prevedibile che il Brasile superasse l’Australia (e, se continuerà con questa andatura, probabilmente sorpasserà anche il Canada).

Ma in altre parti del mondo ci sono situazioni molto diverse. Il secondo grafico riguarda i tre “grandi paesi” con densità fra 1 e 3 host per 1000 abitanti. Uno europeo e due asiatici.

Tre paesi
(migliaia di host internet)

3 paesi
La parte rossa delle barre rappresenta la crescita in cinque anni (dal 1998 al 2003)

Le velocità di crescita sono diverse. Tutte relativamente elevate in percentuale, ma con livelli ancora molto modesti rispetto alla popolazione.

Infine, nel terzo grafico, vediamo cinque paesi con densità “bassissime” – fra 0,09 e 0,5 host per mille abitanti. Quattro in Asia e uno in Africa.

Cinque paesi
(migliaia di host internet)

5 paesi
La parte rossa delle barre rappresenta la crescita in cinque anni (dal 1998 al 2003)
Il dato della Cina non comprende Hong Kong

La crescita più forte, in percentuale, è quella dell’Egitto – seguito da Cina e India. I fattori che limitano lo sviluppo della rete nei due più grandi paesi del mondo sono molto diversi. (Nel documento sulle comunità linguistiche c’è anche un’analisi dell’attività online in diversi paesi di cultura cinese – e alla fine c’è una mappa geografica della situazione in Asia).

Mentre in Cina, come abbiamo visto, c’è una forte repressione, il problema dell’India è di altra natura (non si tratta solo di povertà, ma anche di difficoltà organizzative e burocratiche che frenano il notevole potenziale di espansione dell’internet in India). La situazione, ovviamente, è molto complessa, ma rimane sconcertante che un paese con un miliardo di abitanti, con più persone che sano l’inglese di quante ne abbiano le isole britanniche (e con una rilevante presenza di livelli culturali elevati e di notevole competenza tecnica) abbia meno host internet di quanti ne ha l’Islanda, con meno di 300.000 abitanti. L’intero “subcontinente” indiano supera di poco i 100.000 host.


Negli altri sei “grandi paesi” l’arretratezza è ancora più grave. In Nigeria il numero di host internet è cresciuto da 419 nel 1998 a 1172 nel 2003, ma la densità rimane estremamente bassa (0,01 per mille della popolazione). In gran parte dell’Africa la situazione non è migliore, ma (come si rileva in una analisi dedicata a questo argomento) la Nigeria, con più di 100 milioni di abitanti, ha un’attività online inferiore a quella di paesi africani molto più piccoli.

In Vietnam il numero di host è cresciuto, in cinque anni, da 34 a 340, in Iran da 244 a 496. Non solo si tratta di numeri che sarebbero molto piccoli anche in paesi con una popolazione assai inferiore, ma in quei due paesi (come in parecchi altri) c’è una forte censura e repressione di tutti i sistemi di informazione, compresa la rete.

La situazione del Congo è particolarmente arretrata, ma è ancora peggio quella dell’Etiopia, dove l’internet è quasi inesistente – dal 1998 al 2003 il numero di host appare diminuito da 78 a 9.

In Bangladesh cinque anni fa non si riusciva a rilevare alcuna attività online – e ora pare che si trovino solo due host internet.


Questi, naturalmente, sono solo alcuni esempi della grande varietà e diversità di situazioni nel mondo. In un quadro complessivo di vigoroso sviluppo dell’internet, ci sono paesi che stanno crescendo molto più velocemente della media, mentre altri rallentano – o rimangono imprigionati in condizioni di arretratezza e isolamento (vedi dati internazionali).



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