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timone Il Mercante in Rete
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Marketing nei new media e nelle tecnologie elettroniche


di Giancarlo Livraghi

gian@gandalf.it

 

Numero 24 - 16 agosto 1998

  1. Editoriale: Che cosa c'è di nuovo?
  2. Numeri nel mondo
  3. Numeri in Europa
  4. Crescita in Italia
  5. I grandi paesi a bassa densità
  6. L'area di lingua spagnola
  7. Due altre serie di dati

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rossoSommario

 

loghino.gif (1071 byte) 1. Editoriale: Che cosa c'è di nuovo
Questo numero del "mercante in rete" è dedicato ai "numeri" – soprattutto ai nuovi dati semestrali di hostcount su scala mondiale. Mi scuso per la lunghezza, dovuta a una certa "mole" di dati; e per eventuali lentezze nel download, dovute alla presenza di molti grafici.

Che cosa c’è di nuovo? In generale, non molto. La rete è ancora concentrata in pochi paesi. Dieci nazioni, con l’11 per cento della popolazione mondiale, hanno l’85 per cento dell’internet (ma un anno fa avevano il 90 per cento: qualcosa, forse, comincia a evolversi).

La crescita è veloce (ma non "esponenziale"). Ci sono differenze rilevanti fra i vari paesi; alcuni (come, in questo periodo, l’Argentina e il Messico) hanno uno sviluppo molto veloce; altri hanno una crescita inferiore alla media; alcuni risultano in diminuzione.

Gli Stati Uniti mantengono la loro posizione dominante (due terzi della rete mondiale) ma sembra che "il resto del mondo" cominci davvero a crescere un po’ più in fretta; i dati di un semestre non bastano a definire una tendenza, ma sembra possibile che la presenza USA stia scendendo dal 70 al 65 per cento del totale. Comunque siamo ancora molto lontani da una vera "globalità". L’Europa forse guadagna leggermente terreno rispetto agli Stati Uniti; mantiene più meno costante la sua "quota" rispetto al totale mondiale.

All’interno dell’Europa ci sono cambiamenti rilevanti. La Gran Bretagna consolida il suo primato fra i "grandi paesi" (con una dimensione di poco superiore a quella della Germania in "cifra assoluta", ma molto superiore in rapporto alla popolazione e al reddito). Si accorciano le distanze fra i paesi tradizionalmente più avanzati (Scandinavia) e altri paesi europei; fra i più dinamici l’Olanda e il Belgio.

Se confrontiamo questi dati con ciò che si può osservare con altri metodi, abbiamo un’ennesima conferma dell’anomalia francese. La spiegazione è probabilmente un esteso uso del minitel per le comunicazioni interne in Francia; perciò l’attività francese nell’internet è più fortemente orientata alle attività internazionali, alla ricerca su web, eccetera. Questo spiega una presenza francese in rete più intensa di quella che risulterebbe da una semplice lettura del hostcount.

In questo periodo l’Italia cresce più velocemente della media (mondiale ed europea). Ma è ancora molto lontana dall’avere una presenza in rete corrispondente al suo ruolo in Europa e nel mondo.

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loghino.gif (1071 byte) 2. Numeri nel mondo

L’11 agosto è stata diffusa da Network Wizards la nuova serie semestrale di dati sul hostcount. Va ricordato che è stato modificato il metodo di rilevazione, perciò questi dati sono paragonabili con quelli del 6 febbraio 1998 ma non con le "serie storiche" precedenti.

Nonostante questa discontinuità, per quanto riguarda il numero complessivo di host internet nel mondo si può indicare una "serie storica", in base a un sistema di "aggiustamenti" che modificano i vecchi dati per adeguarli alla nuova metodologia. Il quadro è questo:

Numero

Aumento
semestrale

Aumento
annuale

Gennaio 1995 5.846.000 51,1 % * 118,8 % *
Luglio 1995 8.200.000 40,3 % 106,8 % *
Gennaio 1996 14.352.000 75,0 % 145,5 %
Luglio 1996 16.729.000 16,6 % 104,0 %
Gennaio 1997 21.819.000 30,4 % 52,0 %
Luglio 1997 26.053.000 19,4 % 55,7 %
Gennaio 1998 29.670.000 13,9 % 36,0 %
Luglio 1998 36.739.000 23,8 % 41,0 %

* Nota: le percentuali riguardanti la crescita nel 1995 rispetto all’anno precedente sono basate sulla "vecchia serie storica" di dati non "aggiustati" alla nuova formula (ovviamente paragonando fra loro dati omogenei).


Si confermano tendenze già note. L’andamento è discontinuo e le percentuali di crescita diventano progressivamente più basse man mano che il "numero assoluto" aumenta (c’è un’accelerazione nell’ultimo periodo ma non è ancora possibile capire se si tratta di un’oscillazione temporanea o dell’inizio di una nuova tendenza). Nulla di sorprendente, se si osserva il fenomeno nella sua mutevole e complessa realtà; ma una nuova (e spero definitiva) smentita a chi per anni ha continuato a parlare di "crescita esponenziale" e a immaginare che sarebbero proseguite negli anni successivi le percentuali di crescita del 1994-95. Se fosse stato così, oggi ci sarebbero 100 milioni di host internet nel mondo; e prima della fine del secolo la densità mondiale sarebbe superiore a quella che è oggi negli Stati Uniti o in Finlandia.

Naturalmente nulla dice che nei prossimi anni lo sviluppo seguirà l’andamento che vediamo ora. Molte diverse circostanze possono influire sulle molte e complesse attività umane che si servono della rete; quindi potremo trovarci davanti a cambiamenti oggi imprevedibili.

Depurata delle fantasie, la crescita rimane comunque molto forte; anche se, come vedremo, le disparità sono ancora grandi e la rete rimane, per ora, un fenomeno concentrato in pochi paesi (e all’interno di ciascun paese in fasce relativamente ristrette della popolazione).

Ci sono 39 paesi con più di 20.000 host internet:

% totale Crescita in 6 mesi
Stati Uniti 23.792.527 64,8 15,2
Giappone 1.352.200 3,7 16,2
Gran Bretagna 1.190.663 3,2 20,6
Germania 1.154.340 3,1 16,0
Canada 1.027.571 2,8 22,5
Australia 750.327 2,0 12,8
Olanda 514.660 1,4 35,0
Finlandia 513.527 1,4 14,1
Francia 431.045 1,2 29,3
Svezia 380.634 1,0 19,3
Italia 320.725 0,9 31,9
Norvegia 312.441 0,9 9,1
Spagna 243.439 0,7 44,3
Svizzera 205.503 0,6 79,1
Danimarca 190.293 0,5 19,4
Nuova Zelanda 177.753 0,5 5,0
Corea 174.800 0,5 44,0
Brasile 163.890 0,5 39,9
Belgio 153.760 0,4 74,9
Russia 150.446 0,4 31,2
Sudafrica 140.577 0,4 15,2
Austria 132.202 0,4 21,1
Taiwan 103.661 0,3 ( – 41.4 )
Polonia 98.798 0,3 27,3
Cina (con Hong Kong) 91.545 0,3 10,4
Israele 87.642 0,2 36,4
Messico 83.949 0,2 101,5
Ungheria 73.987 0,2 60.6
Repubblica Ceca 65.672 0,2 23,9
Singapore 59.469 0,2 3,2
Argentina 57.532 0,2 187,9
Portogallo 45.910 0,1 16,1
Irlanda 44,840 0,1 16,8
Malaysia 40.758 0,1 26,3
Grecia 40.061 0,1 51,4
Turchia 27.861 0,1 12,4
Tailandia 25.459 0,1 77,1
Cile 22.889 0,1 28,5
Islanda 20.678 0,1 18,5

Gli Stati Uniti in questo periodo crescono un po’ meno della media mondiale. Ci sono notevoli differenze nello sviluppo di diversi paesi. Il Messico ha raddoppiato la sua presenza e l’Argentina l’ha quasi triplicata.

Rimane molto piccola la presenza dei due più grandi paesi del mondo. La Cina (esclusa Hong Kong) ha 19.313 host internet, con una crescita del 18 % rispetto ai dati di gennaio; l’India ne ha 10.436, con una crescita del 45 % (meno di quanti ne ha l’Estonia o la Slovenia; metà di quanti ne ha l’Islanda, un’isola con 270.000 abitanti). La prevista "liberalizzazione" della rete in India finora non ha avuto effetti pratici; mentre in Cina (come in altri paesi) continuano ad esserci pesanti restrizioni. Vedi più avanti un’analisi sui grandi paesi a bassa densità.

Questa è la situazione per grandi aree geografiche.

torta24a

 

La situazione generale è quella che già consociamo; non era pensabile che in pochi mesi ci potessero essere grandi cambiamenti. Come vedremo, entrando nei dettagli si scoprono evoluzioni e differenze.

All’interno di ognuna delle grandi aree rimangono gli squilibri che risultavano dalle analisi precedenti. Il 95 % dei host nel Nord America si trova negli Stati Uniti. Il 75 % dell’Asia in Giappone. Il 99% dell’Oceania in Australia e Nuova Zelanda. Il 95% dell’Africa in Sudafrica. Più di metà dell’America centro-meridionale in Brasile. L’Europa è l’unica area in cui nessun paese ha più del 20 % – ma anche qui, come vedremo, ci sono forti squilibri.

La "globalità", come la "compatibilità", è un mito. L’una e l’altra sono molto desiderabili, se non necessarie; e non è detto che fra i due problemi non ci sia una connessione rilevante.

Vediamo un grafico della situazione nei primi 12 paesi.

Host Internet

12 paesi con più di 300.000 host
(su oltre 200 paesi censiti da Network Wizards) – luglio 1998

torta2.gif

In questo grafico, e in quelli seguenti, la "dimensione"
della Francia è aumentata per tener conto del fattore minitel.


La posizione degli Stati Uniti rimane dominante, ma con una percentuale un po’ più bassa che nel periodo precedente. L’Italia progredisce leggermente (da 0,8 a 0,9 per cento) ma rimane molto arretrata rispetto alla posizione che dovrebbe avere per essere in linea con il suo ruolo nell’economia mondiale (circa il 4 per cento).

Per una lettura più dettagliata, vediamo la stessa "torta" escludendo gli Stati Uniti.

Host Internet (esclusi Stati Uniti)

19 paesi con più di 150.000 host
(su oltre 200 paesi censiti da Network Wizards) – luglio 1998

Torta3.gif


Vediamo ora in forma grafica la dimensione e la crescita nei primi 27 paesi (esclusi, per leggibilità del grafico, gli Stati Uniti).

Host internet (esclusi Stati Uniti)

27 paesi con più di 70.000 host
(su oltre 200 paesi censiti da Network Wizards)
– numeri in migliaia - luglio 1998

graf24a.gif (4805 byte)


Nota: la parte azzurra della barra riguardante la Francia è una valutazione approssimata del fattore minitel.

La parte gialla della barra riguardante la Cina si riferisce ai host internet di Hong Kong.


La parte verde delle barre indica la crescita in sei mesi (da gennaio a luglio 1998). Come vediamo, ci sono differenze notevoli; la "classifica" in parte è cambiata (per esempio l’Olanda ha superato la Finlandia, la Svizzera ha superato la Danimarca e la Nuova Zelanda, il Belgio ha superato la Russia). Vedremo poi in maggior dettaglio la situazione in Europa.

Come è ormai "rituale" in questa rubrica, vediamo la densità in rapporto alla popolazione.

Host internet per 1000 abitanti

Paesi con più di 50.000 host e densità superiore a 2 (Elaborazione su dati Network Wizards) – luglio 1998

GRAF02.GIF


Ci sono quattro paesi con oltre 50.000 host non compresi in questo grafico: Argentina (densità 1,66), Russia (1,02), Brasile (1,01) e Messico (0,90). Vedremo più avanti la situazione dei grandi paesi a bassa densità.

Dispiace doverlo ripetere, ma la situazione dell’Italia si conferma molto debole.

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3. Numeri in Europa

Prima di entrare in un’analisi specifica dei dati in Europa, può essere interessante un confronto fra l’andamento "globale" e quello europeo. Le due serie di dati non sono strettamente omogenee, perché i criteri di Network Wizards e di RIPE non sono identici; ma poiché tutti e due misurano lo stesso fenomeno, e ogni serie è in coerenza con se stessa, credo che il confronto si possa considerare significativo.

Indice di crescita del numero di host internet
– gennaio 1995 = 100

Dati semestrali (gennaio e luglio di ciascun anno)

GRAF03.GIF

Analisi su dati Network Wizards e RIPE (Réseaux IP Européens)


È evidente (e mi sembra interessante) che fra le due linee di crescita c’è una sostanziale analogia. Lo sviluppo della rete nell’area europea-mediterranea ha un andamento molto simile a quello "globale". Non sembra che l’Europa stia guadagnando, né perdendo terreno rispetto al resto del mondo.

(Ma poiché, come abbiamo visto, in questo periodo l’aumento negli Stati Uniti è inferiore alla media mondiale, è possibile che l’Europa stia crescendo un po’ più velocemente del paese dominante).

(I host internet in Europa sono circa metà del totale fuori dagli Stati Uniti).

L’analisi dei dati europei conferma differenze piuttosto rilevanti nello sviluppo dei diversi paesi.

Ci sono anche, come sempre, alcune differenze fra i dati europei (RIPE) e quelli "globali" (Network Wizards) dovuti alla diversità dei metodi e tempi di rilevazione.

Secondo i dati RIPE (luglio 1998) ci sono 32 paesi nell’area Europa-Mediterraneo con più di 5000 host internet:

% su Europa crescita %
Gran Bretagna 1.321.905 18,9 30,9
Germania 1.308.706 18,7 15,6
Olanda 533.135 7,9 36,3
Francia 447.153 6,4 26,0
Finlandia 438.730 6,3 ( – 9,9 )
Svezia 367.442 5,3 5,4
Italia 357.919 5,1 40,8
Norvegia 302.520 4,3 3,5
Spagna 258.015 3,7 31,4
Svizzera 216.341 3,1 14,4
Danimarca 200.433 2,9 18,3
Belgio 180.896 2,6 69,4
Russia 175.930 2,6 15,3
Austria 152.334 2,2 40,4
Polonia 110.453 2,0 24,9
Israele 96.100 1,4 10,8
Ungheria 85.337 1,2 25,7
Rep. ceca 71.129 1,0 24,2
Portogallo 49.845 0,7 17,4
Irlanda 48.816 0,7 22,5
Grecia 40.260 0,6 43,1
Turchia 37.713 0,5 7,6
Islanda 21.720 0,3 17,2
Slovenia 21.419 0,3 9,9
Estonia 20.063 0,3 26,7
Romania 19.593 0,3 44,4
Ucraina 18.645 0,3 33,2
Slovacchia 18.643 0,3 28,4
Lettonia 9.750 0,1 37,6
Lituania 7.969 0,1 97,0
Lussemburgo 6.719 0,1 41,7
Croazia 6.164 0,1 ( – 25,2 )

Vediamo ora la situazione in forma grafica, per i primi 21 paesi:

Host Internet nell’area Europa-Mediterraneo
(numeri in migliaia) – luglio 1998

21 paesi con più di 40.000 host – su 52 nell’area RIPE (Réseaux IP Européens)

GRAF04.GIF

Nota: in questo grafico, come nel seguente, la parte azzurra della barra riguardante la Francia è una "stima approssimata" del fattore minitel


La parte verde delle barre indica l’aumento dal dicembre 1997 al luglio 1998. La maggiore crescita (70 %) in questo periodo è stata in Belgio (in complesso l’area "Benelux" è più dinamica della media europea, con una crescita del 36 % in Olanda e del 42 % nel piccolo Lussemburgo). Notevole la crescita della Gran Bretagna (31 % – di gran lunga la maggiore in "cifra assoluta", con oltre 300.000 nuovi host nel periodo) che supera, sia pure di poco, la Germania (la cui crescita, 15,6 %, è nettamente inferiore alla media europea).

La crescita media nell’area Europa-Mediterraneo in questo periodo è stata del 20,6 %; sopra la media sono anche la Romania (44), la Grecia (43), l’Austria (40), le tre repubbliche baltiche (40), l’Ucraina (33), la Spagna (31), la Slovacchia (28), l’Ungheria (25), la Polonia (24), la Repubblica Ceca (24) e l’Irlanda (22).

In Francia il numero di host internet è aumentato del 26 % – non si vedono ancora grandi risultati nel trasferimento dell’attività dal minitel alla rete internazionale. (La parte azzurra della barra riguardante la francia è la solita "stima approssimata" del fattore minitel).

Si conferma un rallentamento ("saturazione") nei paesi a più alta densità. In Finlandia (che storicamente è il paese più avanzato del mondo) il numero di host internet in questo periodo è diminuito del 10 per cento. Modesta la crescita in Svezia (5 %) e in Norvegia (3 %).

L’Italia ha un forte incremento in questo periodo (41 %) ma occorre ricordare che c’era stata una diminuzione fra il novembre 1997 e il febbraio 1998. Se questa tendenza continuasse, l’Italia potrebbe entro quest’anno superare la Svezia e forse anche la Finlandia, collocandosi al quinto posto in Europa (e fra i "primi dieci" paesi nel mondo). Ma, nonostante questa crescita, l’attività in rete in Italia rimane bassa rispetto al ruolo della nostra economia in Europa.

Densità nell’area Europa-Mediterraneo

Host internet per 1000 abitanti
21 paesi con più di 40.000 host – su 52 nell’area RIPE (Réseaux IP Européens) – luglio 1998

GRAF05.GIF


L’Islanda, con 81 host internet per 1000 abitanti, ha una densità vicina a quella della Finlandia. Alcuni altri "piccoli" paesi europei hanno una densità superiore a quella dell’Italia (6): fra questi il Lussemburgo (16), l’Estonia (13), la Slovenia (11) e la Repubblica di San Marino (9). La media nell’Unione Europea è 15,6; in tutta l’Europa è 10.

Nel prossimo grafico, vediamo l’attività in rete in rapporto al reddito. L’Italia rimane il "fanalino di coda" nell’Unione Europea.

Host internet in relazione al PIL nell’Unione Europea

Elaborazione su dati RIPE (Réseaux IP Européens) – luglio 1998

GRAF06.GIF


In questo contesto appare preoccupante anche la situazione della Francia, perché se non si tiene conto del minitel (parte chiara della barra) il suo rapporto rete-reddito non è migliore di del nostro; cioè la sua presenza negli scambi internazionali in rete è inadeguata alla sua posizione economica. Il governo francese è cosciente del problema e sta cercando di rimediare; in Italia, invece, pare che nessuno voglia rendersi conto della gravità della situazione in cui ci troviamo.

Fra gli altri paesi, si notano differenze interessanti. Non sembra particolarmente brillante, secondo questo parametro, la situazione della più grande economia europea: la Germania. Se consideriamo i tassi di crescita, le posizioni più forti sembrano essere quelle della Gran Bretagna e dell’Olanda. (Il basso indice del Lussemburgo su questa scala dipende più da un reddito molto alto che da una scarsa presenza in rete).

Mi sembra interessante anche osservare la tendenza degli ultimi quattro anni nei cinque più "grandi" paesi dell’Unione Europea.

Host internet in 5 paesi europei - 1995-1998

Fonte: RIPE (Réseaux IP Européens) – dati trimestrali – numeri in migliaia

GRAF07.GIF

Nota: in questo caso per la Francia non è stato introdotto alcun "correttivo" per il fattore minitel


Le tendenze mostrano un andamento abbastanza costante, con oscillazioni temporanee. I due paesi più forti hanno una crescita notevole e tendono ad "allungare le distanze" (in particolare la Gran Bretagna, che in luglio ha di nuovo superato la Germania). Non si nota ancora un effetto delle iniziative francesi per trasferire l’attività dal minitel all’internet. Italia e Spagna finora non dimostrano una crescita che possa colmare la distanza che le separa dai paesi più avanzati.

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4. Crescita in Italia

Vediamo un aggiornamento dell’andamento di crescita della rete in Italia.

Host internet in Italia - 1995-1998

(numeri in migliaia) Fonte: RIPE (Réseaux IP Européens)

 

GRAF08.GIF


Come vediamo, da alcuni mesi è ripresa una crescita regolare, con una tendenza all’accelerazione negli ultimi periodi (dovremo verificare nei prossimi mesi se si tratta di un’oscillazione temporanea o di una tendenza significativa).

Nel suo complesso finora la tendenza è quasi lineare, mentre (come sappiamo) avremmo bisogno di una forte e duratura accelerazione per portarci a livelli "adeguati al nostro ruolo".

Può essere interessante osservare di nuovo i tassi di crescita annui in Italia e in Europa.

 

Italia % Europa %
Gennaio 1995 su gennaio 1994 79 88
Gennaio 1996 su gennaio 1995 153 107
Gennaio 1997 su gennaio 1996 142 72
Gennaio 1998 su gennaio 1997 30 51
Luglio 1998 su luglio 1997 43 47

Partita da una base molto bassa (2 % del totale europeo) l’Italia ha guadagnato un po’ di terreno nel 1995-1996 ma in seguito ha rallentato. Solo da quattro mesi dà segni di sviluppo superiore alla media europea. L’andamento è evidente se osserviamo questo grafico.

Indice di crescita del numero di host internet – dicembre 1996 = 100

GRAF09.GIF


Come vediamo, i due andamenti non si discostano molto. Invece l’Italia, per recuperare il terreno perduto, avrebbe bisogno di una crescita almeno doppia rispetto alla media europea.

Se potessimo mantenere un andamento, rispetto alla media europea, come quello che abbiamo avuto negli ultimi quattro mesi, in tre o quattro anni potremmo avvicinarci a un livello "adeguato". Cosa difficile per mercati più "maturi", ma tutt’altro che impossibile per noi – se ci fosse un impegno coerente e sistematico per diffondere l’uso e la conoscenza della rete nel nostro paese.

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loghino.gif (1071 byte) 5. I grandi paesi a bassa densità
Può essere interessante, a distanza di un anno, rivedere la situazione di quei diciassette paesi che hanno più di 50 milioni di abitanti ma una densità molto bassa nell’uso dell’internet. Dodici di questi hanno più di 1000 host:
Brasile 163.890 + 39,8 %
Russia 150.446 + 28,4 %
Messico 83.949 + 101,5 %
Turchia 27.861 + 12,4 %
Tailandia 25.459 + 77,1 %
Cina (senza Hong Kong) 19.313 + 18,3 %
Ucraina 13.271 + 44,6 %
Indonesia 10.691 + 11,3 %
India 10.436 + 45,8 %
Filippine 7.602 + 76,3 %
Egitto 2.043 + 1,5 %
Pakistan 1.923 + 48,9 %

Come avevamo fatto un anno fa, per l’analisi della densità li suddividiamo in tre gruppi: sette paesi con un indice compreso fra 0,1 e 1,2 host per mille abitanti, cinque con un indice fra 0,01 e 0,06 e cinque al limite estremo dell’isolamento (naturalmente questi sono solo esempi di situazioni che coinvolgono un gran numero di paesi; ci sono molte nazioni, con popolazione al di sotto dei 50 milioni ma non per questo poco importanti, che si trovano in situazioni analoghe).

La parte verde delle barre nei due grafici rappresenta l’aumento in sei mesi (dal gennaio al luglio 1998).

Sette paesi a bassa densità

Host per 1000 abitanti – densità fra 0,1 e 1,02 – elaborazione su dati Network Wizards

GRAF10.GIF


In questo gruppo vediamo alcuni paesi con una crescita vivace (in particolare Messico e Brasile). La Russia sta crescendo, ma ha ancora una presenza in rete inferiore a quella di paesi con un cinquantesimo della sua popolazione.

La distanza fra questi paesi e le nazioni più avanzate nei nuovi sistemi di comunicazione è grande; ma assai maggiore è il distacco del gruppo che segue.

Cinque paesi a "bassissima" densità

Host per 1000 abitanti – densità fra 0,01 e 0,06 – elaborazione su dati Network Wizards

GRAF11.GIF


Per confrontare questi due grafici occorre considerare che la scala del secondo è circa un ventesimo di quella del primo. Finora non si vedono, purtroppo, segni di crescita che possano far pensare a un cambiamento significativo. La situazione della Cina e dell’India rimane quella che abbiamo visto un anno fa.

Gli altri cinque paesi sono in una situazione di quasi totale isolamento. Ci sono 264 host internet in Iran, controllati dallo stato o da grandi organizzazioni; 91 in Nigeria, 76 in Etiopia, 25 in Vietnam. Nel rapporto di Network Wizards non ci sono dati sul Bangladesh.

Ci sono forti squilibri e differenze anche fra i paesi a "bassa densità". Per esempio in Africa ci sono paesi come Namibia e Botswana con densità relativamente più alte (0,4 host per 1000 abitanti) rispetto allo 0,02 di Kenia e Senegal. Nel Nord Africa la bassa densità (0,03) dell’Egitto e del Marocco (0,06) appare relativamente alta rispetto alla Tunisia (0,006) o all’Algeria (meno di 0,001). Risulta esserci un solo host internet in Libia, Liberia, Gabon, Congo; ci sono paesi come Sudan, Somalia, Ruanda, Guinea, Ciad, Eritrea dove le verifiche di Network Wizards non trovano alcuna presenza in rete. Se si esclude il Sudafrica, non ci sono più host internet in tutto il continente africano di quanti ne abbia la Lettonia o la Lituania; meno dello 0,03 per cento del totale nel mondo. Molte parti dell’Asia si trovano nelle stesse condizioni. Non mancano le risorse tecniche per poter risolvere questi problemi (comprese le connessioni "via etere", che sono disponibili oggi e lo saranno sempre più in futuro) ma non è facile superare le difficoltà politiche, organizzative e culturali. La "globalità" è ancora lontana.

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6. L'area di lingua spagnola
Ci sono grandi possibilità per lo sviluppo della rete in lingua spagnola, ma per ora il quadro è molto confuso. Si parla di crescita nell’America Latina, ma ci sono (come dovunque) forti squilibri fra i vari paesi.

Questi sono i paesi di lingua spagnola con più di 1000 host internet secondo il censimento mondiale del luglio 1998:

Host % crescita per 1000 abitanti
Spagna 243.436 44,2 6,6
Messico 83.949 101,5 0,9
Argentina 57.532 187,9 1,7
Cile 22.898 28,5 1,6
Uruguay 16.345 58,8 5,1
Colombia 11.864 16,6 0,3
Venezuela 6.825 76,5 0,3
Rep. Dominicana 4.917 1,3 0,6
Perù 3.736 8,8 0,2
Costa Rica 2.488 = 0,7
Ecuador 1.227 18,4 0,1
Guatemala 1.046 57,3 0,1

Quasi due terzi dei host in quest’area linguistica si trovano in Spagna (che ha un decimo della popolazione). Alcuni paesi hanno una crescita molto vivace, altri no; in tutta l’America Latina (fuorché in Uruguay) la densità è ancora molto bassa. Occorre, naturalmente, tener conto delle alte percentuali di analfabetismo, o comunque di povertà e isolamento culturale, in questi paesi; ma ci sono ampi spazi per la crescita della rete. C’è anche un’importante popolazione di lingua spagnola negli Stati Uniti, ma secondo ricerche americane questo è uno dei settori in cui la penetrazione dell’internet è ancora bassa.

Un esempio di come ci siano tante possibilità ancora "inespresse" nell’uso della rete.

 

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7. Due altre serie di dati

Uno dei "piccoli misteri" che circondano la rete è il motivo per cui molti siti con un alto "traffico" (per esempio i grandi "motori di ricerca" internazionali) si rifiutano sistematicamente di dare notizie sulla provenienza dei loro visitatori: informazioni di cui certamente dispongono, ma che non vogliono pubblicare. Nei mesi scorsi ho trovato tre siti che rendono disponibili quelle informazioni: ho analizzato i dati nei numeri 8 e 15 di questa rubrica.

Ecco due serie di dati, che (benché limitati allo specifico utilizzo di due servizi) possono aiutarci a osservare la presenza dei diversi paesi in rete da un altro punto di vista.


Grazie alla cortesia di un amico, sono riuscito ad avere i dati che riguardano un servizio con un gran numero di visitatori: la sezione europea di Altavista, che è gestita da Telia in Svezia, con interfacce in 23 lingue fra cui l’italiano. I dati si riferiscono al giugno 1998. Naturalmente questa, come ogni altra analisi, non ha "valore assoluto"; ma mi sembra un’informazione interessante, che si può confrontare con altre. Ciò che stiamo esaminando qui non è la presenza in rete come misurata dal hostcount, né il "numero di utenti", ma il livello di attività per quanto riguarda la ricerca di informazioni in rete. I dati riguardano l’Europa (questo è un sito destinato agli utenti europei e ha pochi visitatori da altre parti del mondo).

Nota tecnica: le percentuali si basano su una media di due indici (numero di visitatori e numero di pagine viste) "ponderata" per ridimensionare il peso della Svezia (che ha il 40 % del totale, perché è la sede del servizio; perciò qui è esclusa dall’analisi). Sono considerati 19 paesi con un indice-percentuale superiore a 0,4. Occorre ricordare che questa analisi riguarda gli accessi al servizio europeo di Altavista, non gli accessi diretti al "motore" americano: questo può spiegare perché i due paesi europei di lingua inglese hanno un indice basso (la Gran Bretagna risulta inferiore alla Francia e alla Germania; l’Irlanda con 0,24 è molto al di sotto del livello di attività in rete misurato con altri parametri).

Francia 14,18
Germania 13,57
Finlandia 9,02
Gran Bretagna 8,79
Olanda 5,85
Danimarca 5,01
Norvegia 4,88
Italia 3,18
Spagna 2,94
Svizzera 2,00
Belgio 1,86
Austria 1,28
Polonia 0,93
Russia 0,87
Estonia 0,62
Slovenia 0,50
Islanda 0,50
Repubblica Ceca 0,43
Ungheria 0,41

Per meglio capire il senso di questi dati, può essere utile vederli in rapporto alla popolazione.

Uso di Altavista Europa in rapporto alla popolazione

giugno 1998

GRAF12.GIF


Quello che segue è un aggiornamento su un sito con un numero molto elevato di visite, che avevamo osservato un anno fa: RIPE Réseaux IP Européens (il centro di controllo e documentazione internet europeo, che fra l’altro è la fonte di cui mi sono spesso servito in questa rubrica per i dati riguardanti l’Europa).

I dati riguardano le visite al sito fra il 1° aprile e il 1 agosto 1998.

Ci sono 27 paesi con più di 20.000 visite al sito in questo periodo. Poiché si tratta di un servizio che riguarda l’Europa, è logico che sia relativamente bassa la percentuale di richieste provenienti dagli Stati Uniti e da altri paesi extra-europei.

Stati Uniti 1.585.650 32,36
Germania 755.327 15,42
Svezia 516.445 10,54
Danimarca 265.706 5,42
Austria 260.186 5,31
Norvegia 230.367 4,70
Rep. Ceca 200.064 4,08
Gran Bretagna 186.469 3,81
Italia 166.317 3,39
Francia 154.907 3,16
Olanda 142.660 2,91
Russia 111.877 2,28
Spagna 87.503 1,79
Svizzera 81.999 1,67
Belgio 69.941 1,43
Finlandia 64.119 1,31
Israele 59.362 1,21
Polonia 50.009 1.02
Giappone 44.389 0,91
Slovacchia 39.139 0,80
Ungheria 34.338 0,70
Grecia 25.405 0,52
Romania 25.132 0,51
Canada 23.792 0,48
Portogallo 23.659 0,48
Irlanda 22.315 0,46
Turchia 20.148 0,41

Anche in questo caso, vediamo i dati in rapporto alla popolazione (solo per i paesi dell’area Europa-Mediterraneo con una percentuale superiore a 1 sul totale di visite al sito).

Visite a RIPE in rapporto alla popolazione

Paesi dell’area Europa-Mediterraneo con percentuali superiori a 1 – aprile-agosto 1998

GRAF13.GIF


Naturalmente due esempi come questi, benché basati su quantità numeriche consistenti, non hanno un significato "universale"; ma mi sembra interessante notare come il quadro cambi quando lo si guarda da una prospettiva diversa.


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