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Un’evoluzione complessa
fra cambiamenti e continuità

Un contributo di Giancarlo Livraghi al quinto rapporto del Censis – maggio 2006


L’internet:
la riscoperta dell’essenziale



Dopo le varie prospettive di analisi sui dati (vedi l’indice) abbiamo visto sintesi conclusive riguardanti la televisione, la radio, il cellulare e la stampa. Passiamo ora al sistema di risorse che ha il più alto potenziale di sviluppo: la telematica, generalmente nota come “internet”.

Molti, che usano la rete da più di dieci anni, si chiedono se stanno soffrendo di nostalgia. La risposta, verificata e meditata, è che non si tratta di rimpianti del passato o laudatio temporis acti. La verità è che molte cose funzionavano meglio quando il sistema era più semplice e rivelava più direttamente la sua vera natura.

Naturalmente nessuno pensa di rinunciare alle cose in più che abbiamo oggi. Una più grande, e continuamente crescente, quantità e varietà di informazioni disponibili. Alcune risorse tecniche migliori – come per esempio motori di ricerca più potenti e funzionali – e il sistema di “web mail” che rende più facile accedere alla propria posta quando si è lontani da casa. Ma per il resto... le funzioni più utili e importanti sono quelle che conosciamo fin dalle origini della rete.

Ci sono, invece, sviluppi sgradevoli e preoccupanti. L’incessante crescita dello spam e di ogni sorta di invadenze, spesso truffaldine, che nessuno è ancora riuscito ad arginare efficacemente. E altri problemi di cui si sta sottovalutando la gravità, fra cui i molteplici tentativi di repressione e censura. Ma purtroppo, da questo punto di vista, non è possibile ritornare al “buon tempo antico” quando quei problemi c’erano, ed erano chiaramente diagnosticati, ma nessuno immaginava che potessero assumere le dimensioni di oggi.

È importante ritornare a chiedersi: che cos’è l’internet? Fra tante cose che si possono fare con la rete, quali sono le più utili?

Si può usare la rete per scambiare musica o immagini, per vedere un film, per giocare a scacchi. Le varianti di attività online sono “tendenti all’infinito” e non c’è motivo di mettere limiti alla fantasia. Ma gli usi fondamentali rimangono tre. La corrispondenza personale (o di lavoro). Le aree collettive di scambio di opinioni (comprese quelle “a tempo differito”, come forum, newsgroup, mailing list eccetera – e quelle “in tempo reale”, cioè le chat). E la risorsa che offre sempre più ricche possibilità: la ricerca di notizie, informazioni, approfondimenti.

Molte “novità” non sono affatto nuove – o sono evoluzioni di cose che c’erano già. Per esempio si giocava a scacchi online fin dalle origini della rete. Ma oggi, con tecnologie ad hoc, è diventato più facile, immediato e divertente. Anche con varianti curiose, come l’idea un po’ folle di una partita giocata in un minuto.

Un altro esempio: questo contesto ho evitato intenzionalmente di citare i cosiddetti blog. Non perché quel modo di essere in rete abbia qualcosa di sbagliato o poco accettabile. È una forma come tante di espressione e comunicazione e ognuno ha il diritto di usarla come preferisce. Ma il termine è troppo di moda... e se ne parla come se fosse l’unico modo per esprimere e scambiare opinioni online. Ovviamente non è così. Si tratta solo di una variante di cose che si fanno in rete fin dalle origini. Vedi Blogologia.

Troppe mitologie, troppe invadenze e troppe astrusità tecniche sono ostacoli alla diffusione della rete. Come abbiamo visto, nonostante una crescita abbastanza veloce, l’Italia è ancora arretrata rispetto ai paesi più evoluti. Se vogliamo avvicinarci ai livelli della Finlandia, della Svezia o dell’Olanda (dove, nonostante una penetrazione già elevata, l’internet sta continuando a crescere) dobbiamo togliere di mezzo le fantasie esagerate, le inutili paure – e concetti sballati come quello di considerarla solo un giocattolo per adolescenti. L’importante è riscoprire le basi: quelle utilità fondamentali per cui la rete è insostituibile – e molto più efficace di qualsiasi altro strumento.




Da non dimenticare:
il “passaparola”


Il più antico e più diffuso sistema di comunicazione personale (ma anche di scambio di informazioni) merita di essere citato a questo punto per due ragioni.

Una è che trova nel telefono, ma ancora di più nell’internet, estensione e possibiltà prima inimmaginabili. L’altra, e fondamentale, è che non ha senso concludere un’analisi sui sistemi di informazione e comunicazione senza tener conto di uno strumento così fondamentale.

Non è misurabile, non può essere oggetto di statistiche o analisi numeriche, per il semplice motivo che riguarda tutta l’umanità. È fortemente influenzato da fattori di “vicinato” – fisico, ambientale, culturale, linguistico, eccetera. Ma, con i sistemi di oggi, si può allargare su orizzonti di scala “planetaria” .

Per migliaia di anni il “passaparola” è stato limitato agli incontri personali e alle comunità di villaggio o di quartiere. Che ancora oggi sono importanti, ma non sono più l’unica risorsa. Le cose sono cambiate negli ultimi centosessant’anni. Un periodo lungo se misurato in generazioni, ma brevissimo nella storia dell’umanità.

Esistevano sistemi di comunicazione a distanza anche nei secoli e millenni precedenti, ma la situazione è cambiata con la nascita del telegrafo nel 1884 e del telefono nel 1877. E anche con lo sviluppo della mobilità fisica: le ferrovie, poi l’automobile e l’aeroplano. Ma solo negli ultimi cinquant’anni questa molteplicità di risorse è diventata disponibile a un gran numero di persone in una larga parte del mondo. Ed è più recente la diffusione dell’internet e della telefonia mobile.

Osservazioni più estese si trovano nella pagina sul “passaparola” all’inizio dei Cenni di storia dei sistemi di comunicazione. Il fatto fondamentale è che l’infinita rete dei rapporti e dialoghi personali è oggi, più che mai, il più “grande” e diffuso strumento di comunicazione umana.




La prossima pagina è dedicata alle contraddizioni dell’abbondanza e ai problemi della scarsità. E infine l’ultima ai valori e alle complessità del cambiamento.



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