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La forma della tesi

Dopo aver ripetuto fino alla nausea le procedure descritte nelle pagine precedenti, siamo finalmente in grado di affrontare la famosa tesi. Ai materiali raccolti, organizzati in uno dei tanti modi ora noti, si è dato un ordine di massima - quello che si chiama indice - ricavato dalla maggiore conoscenza dell'argomento e dalla logica interna ai materiali stessi, che - non mi stancherò mai di ripeterlo! - se lavorati con cura sono i primi a suggerire la struttura della loro esposizione. È, in altre parole, tempo di scrivere!

Oltre al classico - e quasi sempre in agguato :o( - panico da pagina bianca (che sia di carta o virtuale fa di norma poca differenza!), altri problemi inediti si presentano a questo punto davanti al laureando-tipo, primo fra tutti il formato della pagina stessa. È incredibile quanto non si sia mai fatto caso a questioni di questo genere in tutta la vita precedente... Eppure d'un tratto eccole qui: quante righe, che margini, le note dove le metto, come le scrivo, che carattere uso, eccetera, in un'orda selvaggia e famelica che rischia di vincere ancor prima che la battaglia sia cominciata. Dopo aver letto questa sezione, spero che siate almeno in grado di tirare qualche colpo :o)

Tanto per cominciare, è il caso di dare un'occhiata a una pagina esempio. Per restare nel campo dell'incredibile, il laureando-tipo di cui sopra, dopo una carriera media di cinque anni nell'università, non ha MAI visto una tesi, né apparentemente ha mai conosciuto qualcuno che si sia laureato prima di lui. Tralasciando interessanti considerazioni sociologiche sull'assenza di curiosità, questo fatto colpisce come almeno peculiare ed impone un approccio quasi elementare al problema. La figura 1 vuole ovviare a questa mancanza.


Figura 1 - Una pagina di tesi


Pagina di tesi
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L'intestazione è del tutto facoltativa, mentre non lo sono ad esempio i margini destro e sinistro di differente ampiezza, motivati dalle successive esigenze di rilegatura. L'impostazione dell'esempio porterebbe ad una pagina di circa 26 righe di testo, senza note, che si potrebbe ritenere troppo "nera", cioè troppo fittamente scritta. Io tuttavia odio le tesi in cui le parole sembrano smarrite nel bianco, 14-18 righe per pagina, trovandole più che altro una presa in giro e formando un immediato giudizio negativo verso chi le presenta. Se il fatto di dover effettivamente dire qualcosa per riempire lo spazio vi sembra così stressante, potreste comunque modificare i valori dei margini superiore ed inferiore rispetto a quelli da me suggeriti nella figura 2 e farvi un piccolo sconto :o)


Figura 2 - Impostazioni tipiche di un documento tesi


Impostazioni di pagina


Lo stesso risultato di sfalsamento dei margini può ottenersi sfruttando il campo "Rilegatura" che si nota nella figura. In questo caso i margini destro e sinistro potrebbero avere valore 2,5 cm. (o 3 se siete in vena di ulteriori sconti :o) e la rilegatura valore 1-1,5 cm. Comunque sia, a questo punto qualsiasi cosa voi scriviate avrà almeno una forma grafica corretta. Della forma italiana non ho intenzione di parlare: di norma preferisco discuterne a voce, ma c'è almeno una cosa che dev'essere detta chiaramente: la redazione della tesi è un lavoro omogeneo, che implica logica, ragionamento ed un minimo di stile nello scrivere. Come tale deve procedere in maniera uniforme e prendendo in conto tutti i diversi aspetti del testo che si sta scrivendo. Questo per dire che, a parte prime stesure del tutto informali, la scrittura deve comprendere la divisione in paragrafi del testo, l'inserimento delle note e la considerazione delle percentuali di testo originale e citato all'interno della pagina. L'affrontare queste fasi in ordine diacronico porta inevitabilmente ad uno spreco di tempo e fatica assolutamente ingiustificato!

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Vorrei chiarire che tutte queste osservazioni non derivano da un mio presunto sadismo o da una pignoleria eccessiva, ma hanno una precisa ragion d'essere: se siete arrivati fin qui, dovreste aver ormai chiaro che il risultato finale di queste fatiche è un prodotto scientifico, che partecipa del processo di creazione del sapere che traversa senza sosta la società. In quest'ottica una delle sue caratteristiche più importanti è la fruibilità da parte di altri, lettori occasionali o specialisti poco importa. La notazione, la paragrafatura e le altre attenzioni stilistiche servono esclusivamente a rendere più facilmente leggibile il testo, sono un gesto di cortesia verso l'utente finale ed il segno di una coscienza scientifica all'opera.

Detto questo, rimandando la trattazione delle note ad altra sezione, mi limiterò a qualche cenno sull'uso dei paragrafi o "a capo". Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, c'è una logica che si nasconde dietro il tasto Enter e che aiuta a capire quando farne uso e quando invece proseguire sulla stessa riga dopo un punto. Ogni paragrafo è un'unità di discorso in sé compiuta, logicamente connessa alla precedente e che immette altrettanto logicamente nella successiva. Da questo semplice fatto discendono interessanti conseguenze:

bottone Il testo d'inizio di un paragrafo dovrebbe segnalare la prosecuzione del discorso intrapreso nel precedente e quello di conclusione permettere l'aggancio del paragrafo successivo.

bottone Nell'ambito di un paragrafo si dovrebbe trattare una sola idea principale, eventualmente commentata da citazioni. O meglio un solo aspetto di un'idea principale.

bottone L'insieme degli aspetti di un'idea principale che si sono individuati occupa un capitolo od una sua sottosezione, mentre la trattazione di più idee tra loro correlate occupa una parte della tesi.

bottone La presenza contemporanea di più temi o argomenti nello stesso paragrafo o la totale assenza di correlazione tra paragrafi vanno evitate come la peste :o)

La cesura tra un paragrafo e l'altro è quindi un'importante informazione che viene comunicata al lettore, tanto da meritare di venir evidenziata graficamente con un apposito rientro, come esemplifica la figura 3.


Figura 3 - Paragrafi


Esempi di paragrafi
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Ultimissima informazione: sebbene il rientro di prima riga sia realizzabile con tabulazioni o spazi bianchi consecutivi, il modo migliore - anche perché automatico :o) - per ottenerlo è utilizzare gli appositi mezzi che i programmi di videoscrittura mettono a disposizione all'uopo. In Word (mi scuso con chi come me condividesse una profonda avversione per Bill Gates e suoi prodotti, ma è effettivamente l'editor più diffuso al mondo *sigh*) si usano gli indicatori di rientro del righello, come mostrato nella figura 4, cosa che oltre ad esser comoda, perché vi evita di dovervi ricordare ad ogni a capo di inserire tab o spazi, crea anche molti meno problemi in sede di utilizzo futuro del testo, al momento della stampa o per una possibile pubblicazione!


Figura 4 - Impostazione del rientro in MSWord




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