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Da leggere/vedere
Una lezione di Carlo Ossola
La splendida testimonianza di uno dei più sensibili critici letterari italiani nella Lectio Magistralis, tenuta all'ultimo Salone del Libro di Torino , dedicata a Dante: "Letizia come pupilla viva" (guarda il video).
La bottega color cannella, Bruno Schulz (F. Cataluccio, Moni Ovadia) Nessuno al mondo, Hisham Matar (Elisabetta Bartuli, Hisham Matar) La cena, Herman Koch (Hermann Koch)
Domani avrò vent'anni, Alain Mabanckou (A. Mabanckou) Un’eredità di avorio e ambra, Edmund de Wall (Edmund de Wall) Addio al calcio, Valerio Magrelli (Valerio Magrelli)
Daniel Stein, traduttore, Ludmila Ulitskaya (interviste: L. Ulitskaya, Serena Vitale) La vita immortale di Henrietta Lacks, R. Skloot (interviste: R. Skloot, A. Massarenti) Il tempo delle donne, Elena Chizova (interviste: Elena Chizova, Serena Vitale)
Operaie, Leslie T. Chang (Leslie T. Chang) Storia di Tonle, Mario Rigoni Stern (Mario Rigoni Stern, Gianfranco Bettin) Vanità della mente, G. M. Villalta (Gian Mario Villalta)
L’enigma di Finkler, Howard Jacobson (Howard Jacobson, Moni Ovadia) Murad Murad, Suad Amiry (Suad Amiry) Dove nessuno ti troverà, Giménez Bartlett Alicia (Giménez Bartlett Alicia)
Ripristinando antichi amori, Y. Kenaz (Kenaz, L. Costa, S. Vogelmann) La suora giovane, Giovanni Arpino (Antonio Debenedetti, F. Ottaviani) Lo scherzo, Milan Kundera (Alain Finkielkraut, Fabrizio Ottaviani)
Todo Modo, Leonardo Sciascia (Matteo Collura, A. Monda) La fine, Salvatore Scibona (Salvatore Scibona, Nicola Bultrini) La via del tabacco, Erskine Caldwell (Emanuele Trevi, Antonio Monda)
La lettera scarlatta, N. Hawthorne (Alessandro Zaccuri, Luca Briasco) La simmetria dei desideri, Eshkol Nevo (Eshkol Nevo) Tutto scorre, Vasilij Grossman (Adriano Dall’Asta, Gabriele Nissim)
Una vita da falsario, Sarah Kaminsky (Adolfo e Sarah Kaminsky) Austerlitz, W. G. Sebald (Marino Freschi, Emanuele Trevi) L’America non esiste, Antonio Monda (Antonia Monda, Lila Zanganeh)
Questo bacio vada al mondo intero, Colum McCann (C. McCann) Le cose che ho imparato, Gianni Riotta (Gianni Riotta) I poeti morti non scrivono gialli, Bjorn Larsson (Bjorn Larsson)
La leggenda del santo bevitore, Joseph Roth (Marino Freschi, Stefano Gallerani) Oltre il confine, Cormac McCarthy (Raul Montanari, Rossella Bernascone) Dopo il miracolo, Alessandro Zaccuri (Alessandro Zaccuri)
La promessa, Friedrich Durrermatt (Fabrizio Ottaviani, Stefano Gallerani) Il poema della luce, Lucian Blaga (Alexandru Cistelecan, Andrea Monda) Tracce di cammino, Dag Hammarskjold (Carlo Ossola)
C'è un paradosso nella vicenda umana di Jack Kerouac che, in qualche misura, vive ognuno di noi: il desiderio di partire, andare, fuggire più rapidamente possibile dalla propria quotidianità quando, a ben vedere, si desidera fortemente una casa, un rifugio, un luogo in cui essere finalmente in pace con se stessi e col mondo. Big Sur, un romanzo bellissimo, è il racconto struggente del tentativo di Jack di trovare questo paradiso in terra in una casetta di legno tra i boschi della splendida costa californiana a sud di San Francisco, durante un'estate che ha lasciato un segno indelebile sulla sua vita. CultBook ha dedicato una puntata a questo grande libro e alla domanda tanto umana quanto disperata da cui è scaturito.
2 febbraio 2011
Un viaggio nella parola incandescente di Flannery O'Connor
Quando la letteratura sembra una minestra insipida, annacquata, incapace di dare un sapore nuovo alla vita, alcuni scrittori diventano necessari come il sale. Serve al palato una parola in grado di riportare bruscamente il lettore al centro della propria vicenda umana e di chiamarlo a un confronto potente con le grandi questioni della vita. Una simile forza d'urto è senza dubbio nelle storie di Flannery O'Connor cui è dedicato Flannery O'Connor, il mistero e la scrittura (Ancora), un formidabile saggio di Elena Buia Rutt - già autrice di un'intensa rilettura di Pier Vittorio Tondelli – che ci aiuta a riscoprire e a maneggiare una scrittura incandescente. Una riflessione lucida sulle opere della grande narratrice del Sud degli Stati Uniti che in Italia è rimasta ai margini dell'attenzione della critica sia per la difficoltà di classificare una letteratura che è "allo stesso tempo simbolica e realistica, regionalista e universale, grottesca e letterale" sia per la faciloneria con cui le è stata affibbiata l'etichetta di "autrice cattolica". D'altronde la O'Connor è stata una scrittrice solitaria, defilata, ma anche una presenza disturbante tanto per i cattolici benpensanti che per i fautori del "buon senso" laico, razionale e illuministico. [continua]
24 settembre 2010
Una poesia di Ida Vallerugo
Da poche settimane è uscito Mistral, l'ultima raccolta di versi di Ida Vallerugo pubblicata da "Il ponte del sale". Ma è difficile trovare le parole per descrivere la grandezza di una poetessa ancora sconosciuta ai più, anche dalla maggioranza dei critici italiani, sbocciata ai margini del mondo editoriale. Lasciamo parlare una poesia tra le tante di quest'opera indispensabile per chiunque ami la buona letteratura.
Ancora una volta faccia a faccia mondo
e volevo portarti un frutto di serra
ma anche tu sei a mani vuote.
Ma forse non ho i regali giusti per te mondo
e forse niente da me ti aspetti. E quando mai attendi
l'inutile tu? Io ti amo mondo, ma di te non mi curo.
E ci abbracceremo noi, e non fra i cavi
della città affondata o nella memoria di un lungo mistico inverno
e non con parole morte ci parleremo
che quando un amante parla, l'altro tutto
capisce e ama e quello e non altro vuole sentire.
E non mi guardo nella pelle di muta
sul gradino del tempio abbandonato.
Né in quelle bianche ghiaie sotto la luna.
12 luglio 2010
Un viaggio nel continente interiore
Le vacanze estive sono un traguardo o un inizio? Sono un tempo di distrazione da una quotidianità che per mesi ci ha succhiato il sangue o un tempo di visione di ciò che di essenziale ci serve per continuare il cammino? Non è forse il momento di liberare i canali ostruiti dell'anima e di aprire la strada alla goccia nel fiume che si apre / la strada in mezzo alla pietraia? Questi versi di Bertolt Brecht sottolineano l'esigenza di riattivare un flusso vitale attraverso l'aridità e il pietrisco dell'anima abituata a essere fuori da se stessa, ma come fare, da dove cominciare? Un aiuto potente è possibile trovarlo ne Il continente interiore (Marsilio) di Carlo Ossola, critico letterario e professore dell’Accademia dei Lincei, la cui parola erudita sembra bagnata di rugiada per tanta freschezza e vitalità: 55 “stazioni” per un viaggio verso l’interno di sé che l’autore, medievista di professione, sintetizza nel “te tandem tibi restitue” dell’amico Agostino: restituisciti a te stesso. Sapendo, fin dall'inizio, che il continente interiore “non è il luogo nascosto dell’io”, ma “il cielo interno” in cui ognuno ha la possibilità di giungere a vedere e, quindi, a conoscere il mistero del suo essere nel mondo. Ossola crede nella "memoria sapienziale delle Lettere e delle Scritture" e da essa attinge per invitarci alla pratica di “quell’arte dell’interiorizzazione che trasforma il caos interiore in cosmo e fa dell’uomo un creatore nel senso assoluto della parola” come scriveva Giuseppe Ungaretti sul «Mattino» nel 1927. C'è un "lascito di senso" che vive nell'eredità spirituale, culturale e umana trasmessa dalle generazioni passate ed ecco un mosaico di citazioni incastonate in una riflessione pacata e ardente forgiata dalla coralità delle voci, una comunione di ispirazioni ed esperienze che risponde all’invito del poeta Vittorio Sereni: Con non altri che te / è il colloquio. // […] E qui t’aspetto.
26 marzo 2010
La parola attualissima di Carlo Cassola
Sono trascorsi 50 anni dalla pubblicazione de La ragazza di Bube, il bellissimo romanzo di Carlo Cassola che vinse il Premio Strega nel 1960. L'opera venne stroncata dalla critica di marca ideologica per l'intesità del suo realismo, la freschezza e la semplicità con cui l'autore vedeva (e, quindi, raccontava) la storia d'amore di due ragazzi di campagna, avvelenati dalla terribile miscela di odio e teorie rivoluzionarie che tante vittime ha fatto nel primo dopoguerra. Cassola affermava che i fatti contano più delle idee, sosteneva che la buona letteratura nasce dalla contemplazione della realtà e da una piena partecipazione alla vita, così come si presenta nell'esistenza di ciascuno. I romanzi e i racconti di Cassola reggono nel tempo (non solo La ragazza di Bube ma anche Il taglio del bosco, Il soldato, Un cuore arido e Paura e tristezza) e decisamente attuale è la sua esplicita dichiarazione di fede nella realtà contenuta in questo raro filmato del 1962.
25 gennaio 2010
Fucilateli tutti: le ricerche di Patrick Desbois sulla Shoah per pallottole.
Il 22 giugno 1941 il Terzo Reich invade l'Unione Sovietica e nelle retrovie delle armate lanciate da Hitler alla conquista di Mosca e Stalingrado le Einsatzgruppen di Reinhard Heydrich avviano l'assassinio sistematico degli ebrei. La "soluzione finale" diventa operativa prima ancora che ad Auschwitz inizi lo sterminio su scala industriale attraverso il gas zyklon b. La Shoah nei territori occupati dalla Wermacht durante l'operazione "Barbarossa" avviene attraverso fucilazioni di massa. I tedeschi rastrellano città, villaggi e campagne trascinando gli ebrei dentro boschi e avvallamenti dove vengono costretti a scavare delle fosse, a spogliarsi e ad allinearsi sull'orlo della buca o a sdraiarsi sui cadaveri di coloro che li hanno preceduti: uomini, donne, vecchi e bambini vengono uccisi con un colpo alla testa o con una sventagliata di mitragliatrice.
L'omicidio non è causato dall'automatismo della camera a gas, c'è un rapporto diretto tra l'uomo che preme il grilletto e l'uomo che viene assassinato. Le fucilazioni avvengono in pubblico per giorni interi, c'è chi si limita a guardare e chi collabora indirettamente all'assassinio. Spesso per scavare o ricoprire di terra le fosse, raccogliere i vestiti degli ebrei, strappare i denti d'oro, bruciare i corpi o addirittura pigiare i cadaveri per consentire alla fossa di contenerne un maggior numero, le SS precettano adolescenti del luogo o si servono di prigionieri di guerra. Tra questi c'è il soldato francese Claudius Desbois che molti anni dopo la fine della guerra non trova parole per raccontare a suo nipote Patrick ciò che ha visto nel villaggio ucraino di Rava-Rus'ka. [continua]